Approfondimenti
Andrea Roselli
La fille mal gardée: metamorfosi e aneddoti di un balletto popolare
La fille mal gardée uno dei più incantevoli balletti del repertorio classico, vide la luce almeno 200 anni prima della versione più nota, quella di Ashton, creata per il Royal Ballet e presentata il 28 gennaio 1960 sul palcoscenico della Royal Opera House. Ma oltre ad essere uno dei balletti più antichi rimasti in repertorio, la Fille vanta diversi primati: non solo il balletto che noi oggi conosciamo si è evoluto e modificato attraverso una dozzina di differenti versioni coreografiche, ma rappresenta il primo balletto in cui i protagonisti non sono né principi né principesse, silfidi o streghe ma persone comuni, popolani immersi in una semplice ma reale quotidianità contadina in cui la vicenda dei due protagonisti, Lise e Colas, si conclude con il trionfo dell’amore vero. (continua)
La fille mal gardée: metamorfosi e aneddoti di un balletto popolare
La fille mal gardée uno dei più incantevoli balletti del repertorio classico, vide la luce almeno 200 anni prima della versione più nota, quella di Ashton, creata per il Royal Ballet e presentata il 28 gennaio 1960 sul palcoscenico della Royal Opera House. Ma oltre ad essere uno dei balletti più antichi rimasti in repertorio, la Fille vanta diversi primati: non solo il balletto che noi oggi conosciamo si è evoluto e modificato attraverso una dozzina di differenti versioni coreografiche, ma rappresenta il primo balletto in cui i protagonisti non sono né principi né principesse, silfidi o streghe ma persone comuni, popolani immersi in una semplice ma reale quotidianità contadina in cui la vicenda dei due protagonisti, Lise e Colas, si conclude con il trionfo dell’amore vero. (continua)
Marino Palleschi
1916-17: una lunga stagione romana
I consensi erano stati unanimi; i complimenti per la sua ultima fatica erano arrivati anche da chi in passato mai si era mostrato così entusiasta. Tutto il pubblico romano lo aveva accolto con gli stessi sorrisi e la stessa simpatia appena riservata ai personaggi della sua commedia tutta italiana. Sembrava proprio un grande momento e, per assaporarlo meglio, il giovanotto iniziò a ripercorrere mentalmente le tappe della sua rapida carriera. Cominciò a ripensare agli inizi, al momento in cui l’amico l'aveva tolto dall'anonimato, lui, proprio lui, un oscuro ragazzetto dal seduttivo sguardo bizantino, per trasformarlo, a suon di intelligenza e buon gusto, in un genio della coreografia. Quando gli aveva fatto acquistare a un’importante asta parigina un’intera collezione di testi antichi di danza, i suoi progressi, già in crescita, avevano subito un’impennata – ne era consapevole – favorita dallo studio di quei vecchi maestri. (continua)
1916-17: una lunga stagione romana
I consensi erano stati unanimi; i complimenti per la sua ultima fatica erano arrivati anche da chi in passato mai si era mostrato così entusiasta. Tutto il pubblico romano lo aveva accolto con gli stessi sorrisi e la stessa simpatia appena riservata ai personaggi della sua commedia tutta italiana. Sembrava proprio un grande momento e, per assaporarlo meglio, il giovanotto iniziò a ripercorrere mentalmente le tappe della sua rapida carriera. Cominciò a ripensare agli inizi, al momento in cui l’amico l'aveva tolto dall'anonimato, lui, proprio lui, un oscuro ragazzetto dal seduttivo sguardo bizantino, per trasformarlo, a suon di intelligenza e buon gusto, in un genio della coreografia. Quando gli aveva fatto acquistare a un’importante asta parigina un’intera collezione di testi antichi di danza, i suoi progressi, già in crescita, avevano subito un’impennata – ne era consapevole – favorita dallo studio di quei vecchi maestri. (continua)
Marino Palleschi
Romeo e Giulietta. Le versioni del balletto
La tragedia di Shakespeare, con la quale si sono cimentati i maggiori maestri del XX secolo impegnati nella danza narrativa, ha ispirato un grandissimo numero di interpretazioni coreografiche, a partire dal Giulietta e Romeo di Eusebio Luzzi, coreografato nel 1785 su musica di Luigi Marescalchi per il Teatro San Samuele di Venezia e seguito due anni dopo dalla creazione omonima di Filippo Beretti su musica di Vincenzo Martin per la Scala di Milano e nel 1811 da quella di Vincenzo Galeotti, il padre del balletto Danese, che proprio nel ruolo di Frate Lorenzo fece, a 78 anni, la sua ultima apparizione sulle scene di Copenhagen. Nella sua versione, concepita su musica di Klaus Nielsen Schall per il Royal Danish Ballet, il ruolo di Giulietta fu creato dalla cognata del compositore, Margrethe Schall, mentre quello di Romeo fu interpretato da Antoine Bournonville, il padre di Augusto. [continua]
Romeo e Giulietta. Le versioni del balletto
La tragedia di Shakespeare, con la quale si sono cimentati i maggiori maestri del XX secolo impegnati nella danza narrativa, ha ispirato un grandissimo numero di interpretazioni coreografiche, a partire dal Giulietta e Romeo di Eusebio Luzzi, coreografato nel 1785 su musica di Luigi Marescalchi per il Teatro San Samuele di Venezia e seguito due anni dopo dalla creazione omonima di Filippo Beretti su musica di Vincenzo Martin per la Scala di Milano e nel 1811 da quella di Vincenzo Galeotti, il padre del balletto Danese, che proprio nel ruolo di Frate Lorenzo fece, a 78 anni, la sua ultima apparizione sulle scene di Copenhagen. Nella sua versione, concepita su musica di Klaus Nielsen Schall per il Royal Danish Ballet, il ruolo di Giulietta fu creato dalla cognata del compositore, Margrethe Schall, mentre quello di Romeo fu interpretato da Antoine Bournonville, il padre di Augusto. [continua]
Marino Palleschi
Le Soirées de Paris di Etienne de Beaumont
Diaghilev coi suoi Ballets Russes aveva realizzato l'utopia wagneriana di un teatro totale, in cui ciascuna componente artistica, dalla musica alla coreografia, dalla drammaturgia alla pittura, era studiata in funzione delle altre e concorreva allo sviluppo organico di uno spettacolo unitario. Aperta la strada, negli anni '20 cominciarono a profilarsi simili proposte, anch'esse rivolte alla sintesi dei generi. Tra queste spiccano le produzioni di Ida Rubinstein e quelle dei Ballets Suedois di Rolf de Maré e Jean Borlin, particolarmente interessati all'interazione delle avanguardie pittoriche con la danza e alle sperimentazioni più disparate: con Relâche furono i primi a introdurre il cinema in un balletto. (continua)
Le Soirées de Paris di Etienne de Beaumont
Diaghilev coi suoi Ballets Russes aveva realizzato l'utopia wagneriana di un teatro totale, in cui ciascuna componente artistica, dalla musica alla coreografia, dalla drammaturgia alla pittura, era studiata in funzione delle altre e concorreva allo sviluppo organico di uno spettacolo unitario. Aperta la strada, negli anni '20 cominciarono a profilarsi simili proposte, anch'esse rivolte alla sintesi dei generi. Tra queste spiccano le produzioni di Ida Rubinstein e quelle dei Ballets Suedois di Rolf de Maré e Jean Borlin, particolarmente interessati all'interazione delle avanguardie pittoriche con la danza e alle sperimentazioni più disparate: con Relâche furono i primi a introdurre il cinema in un balletto. (continua)