Alvin Ailey
Revelations
31-01-1960 - New York, Kaufmann Concert Hall, 92nd Street YW-YMHA (Young Men's and Young Women's Hebrew Association)
Pièce coreografica in tre parti e dieci quadri per 19 danzatori
Coreografia: Alvin Ailey
Musica: Canti Spirituals e canti e musica folkloristica afro-americana:
“I Been ’Buked” (arrangiata da Hall Johnson), “Fix Me, Jesus” (arrangiata da Hall Johnson), “Honor, Honor” (arrangiata da Howard Roberts), “Wade in the Water” (arrangiata da Howard Roberts), “Sinner Man” (arrangiata da Howard Roberts), “You May Run On (God a Mighty)” (arrangiata da Howard Roberts e Brother John Sellars)
integrazioni successive:
"Didn’t My Lord Deliver Daniel” (arrangiata da James Miller), “Processional” (arrangiata e adattata da by Howard Roberts), “I Wanna Be Ready” (arrangiata da James Miller), “The Day Is Past and Gone” (arrangiata da Howard Roberts e Brother John Sellars), “Rock-a-My Soul in the Bosom of Abraham” (arrangiata da Howard Roberts).
(cantanti Nancy Redi e Gene Hobgood e il Music Masters Guild Chorus della filiale dell' YMCA di Harlem)
Direttore d'orchestra: Frank Thomas
Libretto:
Scene e costumi: Laurence Maldonado (nelle produzioni successive dopo il 1960, i costumi sono disegnati da Ves Harper)
Luci: Nicola Cernovich
CAST
Nancy Redi, Gene Hobgood, Joan Derby, Minnie Marshall, Dorene Richardson, Merle Derby, Herman Howell, Jay Fletcher, Nathaniel Horne
Alvin Ailey Dance Theater
Coreografia: Alvin Ailey
Musica: Canti Spirituals e canti e musica folkloristica afro-americana:
“I Been ’Buked” (arrangiata da Hall Johnson), “Fix Me, Jesus” (arrangiata da Hall Johnson), “Honor, Honor” (arrangiata da Howard Roberts), “Wade in the Water” (arrangiata da Howard Roberts), “Sinner Man” (arrangiata da Howard Roberts), “You May Run On (God a Mighty)” (arrangiata da Howard Roberts e Brother John Sellars)
integrazioni successive:
"Didn’t My Lord Deliver Daniel” (arrangiata da James Miller), “Processional” (arrangiata e adattata da by Howard Roberts), “I Wanna Be Ready” (arrangiata da James Miller), “The Day Is Past and Gone” (arrangiata da Howard Roberts e Brother John Sellars), “Rock-a-My Soul in the Bosom of Abraham” (arrangiata da Howard Roberts).
(cantanti Nancy Redi e Gene Hobgood e il Music Masters Guild Chorus della filiale dell' YMCA di Harlem)
Direttore d'orchestra: Frank Thomas
Libretto:
Scene e costumi: Laurence Maldonado (nelle produzioni successive dopo il 1960, i costumi sono disegnati da Ves Harper)
Luci: Nicola Cernovich
CAST
Nancy Redi, Gene Hobgood, Joan Derby, Minnie Marshall, Dorene Richardson, Merle Derby, Herman Howell, Jay Fletcher, Nathaniel Horne
Alvin Ailey Dance Theater
TRAMA
La creazione è diventata la cifra distintiva della produzione di Ailey al punto che la compagnia da lui fondata, l’Alvin Ailey American Dance Theatre, è solita chiudere i suoi spettacoli con questo pezzo. La coreografia, tutta incentrata sulla cultura dei neri, illustra visivamente con immagini armoniose e di grande teatralità le emozioni e i sentimenti sprigionati da diversi pezzi di musica tratta dal folklore afro-americano, prevalentemente canti derivati dal blues nelle sue varie accezioni: spiritual, gospel, espressioni di dolore, di ottimismo, di anelito per la libertà.
Il balletto è diviso in tre sezioni: Pilgrim of Sorrow; Take me to the Water; Move, Members, Move. In esse sono di scena sia gli aspetti della vita degli afro-americani sia i tratti che accomunano le loro personalità e i loro modi di sentire e di esprimersi: l’ottimismo, la profonda religiosità, la sensualità, la rabbia, l’energia.
La prima parte, tutta in giallo, marrone e sfumature neutre su fondali scuri, blu e violacei, illustra il rapporto che una comunità nera ha comunemente con la religione e i modi caratteristici di manifestare la religiosità. Dopo la consapevolezza di non essere degni, espressa da "I Been 'Buked", la speranza è illustrata sulle note di "Didn't My Lord Deliver Daniel". Momento culminante è la richiesta di aiuto, tema del passo a due “Fix me, Jesus” con le espressioni di grande fervore di una donna, sostenuta anche fisicamente da un uomo, la cui figura suggerisce quella di una personalità di riferimento per la comunità.
La seconda sezione, tutta in bianco con tocchi di azzurro su fondali blu, è ambientata durante una festa-cerimonia tradizionale, un battesimo sulle rive di un fiume. L’azzurro intenso ritornerà nelle lunghe strisce di stoffa fatte “danzare” trasversalmente alla scena per suggerire le acque raggiunte, sul canto di "Wade in the Water", da uomini e donne per celebrare la cerimonia. Un enorme ombrello soffice e fluttuante sovrasta i partecipanti e li accompagna nel loro cammino, mentre gli stessi raggiungono il fiume e, con esso, la purificazione dello spirito, comunicando coi loro movimenti grande festosità e, al tempo stesso, la misteriosa sacralità del momento. La sezione si conclude con l'assolo "I Wanna Be Ready" di un uomo fermamente intenzionato ad essere pronto allorché Dio lo vorrà chiamare.
Nella terza parte l’atmosfera muta radicalmente e, stagliandosi su un fondale rosso cupo, tre danzatori a torso nudo si scatenano, sessualmente coinvolgenti e allusivi, in poderosi scatti felini, giri vorticosi, salti e virtuosismi di maschia potenza nera e grande energia. Il passo a tre illustra il rifiuto del peccato sul canto "Sinner Man". A seguire, in un'apoteosi di gialli, un gruppo di donne allude al gusto per la chiacchiera femminile, sottolineata da un pettegolo turbinio di ventagli a forma di cuore. Sedutesi sui loro sgabelli, regolarmente disposte contro il fondale sfumato in blu e rosa intenso, le donne sono raggiunte dai rispettivi maschi in gilet nero su camicia gialla, che le impegnano in un garbato corteggiamento appena accennato. Le donne stanno al gioco e tutti si scatenano nell’esplosivo finale “Rocka My Soul”, un crescendo di sguardi divertiti, di piccole gustose provocazioni, di ammiccamenti di irresistibile piacevolezza, di sfrenata gioia di vivere.
Marino Palleschi
Balletto.net
Il balletto è diviso in tre sezioni: Pilgrim of Sorrow; Take me to the Water; Move, Members, Move. In esse sono di scena sia gli aspetti della vita degli afro-americani sia i tratti che accomunano le loro personalità e i loro modi di sentire e di esprimersi: l’ottimismo, la profonda religiosità, la sensualità, la rabbia, l’energia.
La prima parte, tutta in giallo, marrone e sfumature neutre su fondali scuri, blu e violacei, illustra il rapporto che una comunità nera ha comunemente con la religione e i modi caratteristici di manifestare la religiosità. Dopo la consapevolezza di non essere degni, espressa da "I Been 'Buked", la speranza è illustrata sulle note di "Didn't My Lord Deliver Daniel". Momento culminante è la richiesta di aiuto, tema del passo a due “Fix me, Jesus” con le espressioni di grande fervore di una donna, sostenuta anche fisicamente da un uomo, la cui figura suggerisce quella di una personalità di riferimento per la comunità.
La seconda sezione, tutta in bianco con tocchi di azzurro su fondali blu, è ambientata durante una festa-cerimonia tradizionale, un battesimo sulle rive di un fiume. L’azzurro intenso ritornerà nelle lunghe strisce di stoffa fatte “danzare” trasversalmente alla scena per suggerire le acque raggiunte, sul canto di "Wade in the Water", da uomini e donne per celebrare la cerimonia. Un enorme ombrello soffice e fluttuante sovrasta i partecipanti e li accompagna nel loro cammino, mentre gli stessi raggiungono il fiume e, con esso, la purificazione dello spirito, comunicando coi loro movimenti grande festosità e, al tempo stesso, la misteriosa sacralità del momento. La sezione si conclude con l'assolo "I Wanna Be Ready" di un uomo fermamente intenzionato ad essere pronto allorché Dio lo vorrà chiamare.
Nella terza parte l’atmosfera muta radicalmente e, stagliandosi su un fondale rosso cupo, tre danzatori a torso nudo si scatenano, sessualmente coinvolgenti e allusivi, in poderosi scatti felini, giri vorticosi, salti e virtuosismi di maschia potenza nera e grande energia. Il passo a tre illustra il rifiuto del peccato sul canto "Sinner Man". A seguire, in un'apoteosi di gialli, un gruppo di donne allude al gusto per la chiacchiera femminile, sottolineata da un pettegolo turbinio di ventagli a forma di cuore. Sedutesi sui loro sgabelli, regolarmente disposte contro il fondale sfumato in blu e rosa intenso, le donne sono raggiunte dai rispettivi maschi in gilet nero su camicia gialla, che le impegnano in un garbato corteggiamento appena accennato. Le donne stanno al gioco e tutti si scatenano nell’esplosivo finale “Rocka My Soul”, un crescendo di sguardi divertiti, di piccole gustose provocazioni, di ammiccamenti di irresistibile piacevolezza, di sfrenata gioia di vivere.
Marino Palleschi
Balletto.net
GALLERY
APPROFONDIMENTO
Le tre sezioni del balletto sono: Pilgrim of sorrow, Take me to the water, Move, members, move.
Non è solo il pezzo più popolare di Alvin Ailey, ma un autentico capolavoro che quasi sempre chiude in bellezza il programma della sua compagnia. Queste danze esplorano i significati e le emozioni che provengono dalla musica religiosa afro-americana che, a sua volta, deriva dal blues in tutte le sue forma, dallo Spiritual, dal Gospel e anche dai canti di dolore, di amore e di libertà dei neri americani. Langston Hughes ha scritto: «i canti che derivano dagli spirituals hanno origine dai corsi d’acqua che hanno attraversato la Terra Promessa prima di trasformarsi in torrenti. Gli spirituals non esprimono pietà nelle parole o nella musica; questa musica è il simbolo della fede. Per tutte queste ragioni dà un piacere intenso ascoltarli e sentire il modo con cui esprimono la pace e la forza d’animo». Tutto si risolve in un canto pervaso da un senso mistico e che si configura in affresco di un’umanità che, attraverso il dolore, raggiunge la gioia, toccando punte altissime di emotività visiva: un canto spoglio, stringato, rivelatore della poetica del suo autore. Basterebbero la scena in bianco con il grande ombrello che dà soffice respiro alla danza, lo sventagliare pettegolo delle donne, muto commento sui compagni maschi, gli stessi uomini, superbi nello scatto provocatorio – il tutto nell’alone caleidoscopico delle luci di quel mago dell’illuminotecnica che è Nicholas Cernovich – a fare di questo balletto un termine di riferimento della danza moderna del Ventesimo secolo. E a far rimpiangere la prematura scomparsa di Alvin Ailey a soli cinquantotto anni. Alberto Testa I Grandi Balletti, Repertorio di Quattro Secoli del Teatro di Danza Gremese Editore, Roma 1991 Revelations di Alvin Ailey
Revelations è la coreografia più nota di Alvin Ailey, se non il suo capolavoro di danza contemporanea. La scena è ambientata su musica spiritual, gospel e blues e influenzata dall’educazione cristiana di Alvin Ailey, ricordiamo che da piccolo andava sempre nella chiesa di nascosto a guardare gli adulti danzare, in quest’opera infatti, presenta sia la sua visione dell’esperienza storica afroamericana della sua terra che una prospettiva ispirata alla chiesa. Revelations è divisa in tre parti, vediamole nel dettaglio: Pilgrim of Sorrow: dalla traduzione letterale “pellegrini del dolore“, la scena è dominata dal marrone dei costumi in trasposizione con le terre di dolore che furono per gli schiavi africani. I movimenti dei danzatori sono tentativi di risollevarsi dalla terra, e si aggiungono rappresentazioni del sorgere, infatti la coreografia contiene molti movimenti di braccia che si allungano, o persone stesse che si elevano dal suolo verso l’alto. Ailey in questa sezione utilizza la tecnica della contrazione (presi dal contraction di Martha Graham), proprio per esaltare la forza che dovevano esercitare gli schiavi per essere finalmente liberi, nonostante poi non fosse abbastanza e si ritrovano di nuovo al pavimento, cadendo in ginocchio. Nella sezione del passo a due risuona il brano “Fix me Jesus“, a dimostrazione del fatto che i ballerini chiedevano aiuto e pietà, come i “pellegrini del dolore”. Take me to the Water: la seconda parte è caratterizzata da un gruppo di ballerini vestiti di bianco, simboleggiando la purezza, il paradiso e l’illuminazione. La traduzione “Portami fino al fiume“, rappresenta sia il piano di fuga attraverso il fiume degli schiavi, sia prende un senso più spirituale. Ecco perché il colore bianco e l’utilizzo di oggetti battesimali (come il ramo d’albero e un telo bianco), in segno di purificazione. Sulle note di “Wade in the Water“, un danzatore porta un grande ombrello (bianco) che simboleggia l’acqua e il battesimo, pronto a battezzare in scena una giovane coppia in un fiume, quest’ultimo rappresentato da metri di ondeggiante seta blu tesa sul palco. Il testo, gli oggetti di scena e i movimenti fluidi, rotolanti delle braccia e del corpo, aggiungono importanza all’acqua e aiutano il pubblico ad entrare in contatto con questa danza, elemento significativo oltre alla ricerca continua della gioia e della liberazione; Move, Members, Move: ecco la sezione più energica e positiva, “Avanti, fedeli, avanti“, rappresenta la celebrazione della chiesa e della gente, il tutto enfatizzato dal potere liberatorio della musica gospel del XX° secolo. Sulla musica di “Rocka My Soul in the Bosom of Abraham” prendono parte della scena diciotto ballerini vestiti di giallo, colore che trasmette vitalità e rappresentano i raggi solari, creando giochi di luce che bagnano tutto il palco. Ailey aggiunse oggetti di scena come ventagli e cappelli, usati per celebrare il servizio in chiesa. I movimenti nell’ultima parte sono principalmente in verticale, non utilizza il pavimento come nella prima parte, e sono presenti salti e sospensioni in aria. Michela De Stefano https://www.danza-contemporanea.it/ CURIOSITA'
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