John Neumeier
Romeo und Julia
14-02-1971 - Frankfurt am Main, Städtischen Bühnen
Balletto in quattro giornate da William Shakespeare
Coreografia e messa in scena: John Neumeier
Musica: Sergej Prokofiev
Direttore d'orchestra: Reinhard Schwarz
Libretto:
Scene e costumi: Filippo Sanjust
Luci:
CAST
Giulietta: Marianne Kruuse
Romeo: Truman Finney
Mercuzio: Max Midinet
Tebaldo: Fred Howald
Benvolio: Maximo Barra
Madonna Capuleti: Beatrice Cordua
Messer Capuleti: Paul Herbinger
Paride: Ricardo Duse
Frate Lorenzo: Stephan Mettin
La nutrice: Gertrud Schmitz
Frankfurter Ballett
Coreografia e messa in scena: John Neumeier
Musica: Sergej Prokofiev
Direttore d'orchestra: Reinhard Schwarz
Libretto:
Scene e costumi: Filippo Sanjust
Luci:
CAST
Giulietta: Marianne Kruuse
Romeo: Truman Finney
Mercuzio: Max Midinet
Tebaldo: Fred Howald
Benvolio: Maximo Barra
Madonna Capuleti: Beatrice Cordua
Messer Capuleti: Paul Herbinger
Paride: Ricardo Duse
Frate Lorenzo: Stephan Mettin
La nutrice: Gertrud Schmitz
Frankfurter Ballett
TRAMA
Primo giorno
E' la vigilia della festa di San Zeno patrono di Verona e Frate Lorenzo, di primo mattino, incontra il suo amico d'infanzia Romeo, addormentato sui gradini di casa Capuleti. Il giovane invaghito di Rosalina, cugina di Giulietta, si era recato lì nella speranza di incontrarla. Giunge finalmente la fanciulla e Giulietta la saluta dal balcone; entrambe non si accorgono della presenza di Romeo, che intanto è stato raggiunto dall'amico Benvolio, che si diverte a canzonarlo. In occasione della festa giunge in città un gruppo di teatranti, in mezzo ai quali Romeo ritrova il suo amico Mercuzio. Nella piazza del mercato la nutrice di Giulietta sta facendo la spesa, accompagnata da Pietro, il servitore, che viene provocato da un servitore dei Montecchi. Scoppia una disputa tra i due che ben presto degenera in un furioso scontro armato tra due fazioni: i Capuleti, con a capo Romeo e i Montecchi, guidati da Tebaldo, cugino di Giulietta. L'improvvisa apparizione del Principe di Mantova pone fine al tumulto con la confisca delle spade ai contendenti. La nutrice riceve da Messer Capuleti la lista degli invitati al ballo in maschera che si terrà quella sera, ma Romeo gliela porta via, cercando il nome della sua adorata Rosalina. Nel frattempo a casa Capuleti la madre di Giulietta, sorpresa la figlia giocare spensieratamente con la cugina, le offre un medaglione come simbolo del suo ingresso nella maturità e cerca di insegnarle la danza che dovrà eseguire al ballo. Dopo aver dato il benvenuto agli ospiti, Messer Capuleti con sua moglie e Tebaldo, dà il via alle danze. Giulietta si esibisce con le cugine in una danza allegorica in onore di San Zeno ma, sentendosi osservata da un giovane, dimentica i passi. I genitori le presentano il Conte Paride, da loro scelto come suo promesso sposo ma, subito dopo, in un angolo appartato del salone, le viene incontro Romeo e tra i due giovani comincia un tenero idillio, interrotto però bruscamente da Tebaldo. Gli ospiti si congedano mentre Romeo si nasconde nel giardino dei Capuleti per poter osservare Giulietta che sta sola sul balcone. Inizia una conversazione tra i due giovani che ben presto scoprono di amarsi perdutamente.
Secondo giorno
Mentre in città iniziano i festeggiamenti, Romeo si rivolge a Frate Lorenzo per essere unito segretamente in matrimonio con Giulietta. Intanto, mentre la compagnia dei teatranti sta mettendo in scena una rappresentazione che sembra prefigurare il destino dei due giovani amanti, la nutrice riferisce a Romeo il consenso di Giulietta al matrimonio, che alla fine viene celebrato dal Frate, nella speranza di porre fine alle faide fra le due famiglie. La festa in piazza è al suo culmine quando Tebaldo, ubriaco, sfida a duello Mercuzio e lo uccide. Folle d'ira Romeo uccide a sua volta Tebaldo, vendicando la morte dell'amico. La madre di Giulietta, sconvolta dal dolore, sviene sul corpo di Tebaldo, mentre i teatranti fuggono da Verona, portando con loro Romeo.
Terzo giorno
Dopo la sepoltura di Tebaldo, Romeo, che è stato bandito da Verona, ritorna mascherato per trascorrere la notte con la sua giovane sposa, ma all'alba i due amanti sono costretti a separarsi. I genitori di Giulietta vorrebbero celebrare il matrimonio con il Conte Paride il giorno stesso, ma Giulietta rifiuta e disperata corre a chiedere aiuto a Frate Lorenzo. Costui le consegna una fiala contenente una pozione che, una volta ingerita, la farà cadere temporaneamente in un sonno profondo simile alla morte. Giulietta immagina che la rappresentazione dei teatranti si concluda con un lieto fine e, al riapparire di Paride, finge di acconsentire al matrimonio. Subito dopo beve la pozione e cade addormentata; nel sogno le appare la terribile visione di Tebaldo, subito fugata però dalla rassicurante immagine di Romeo.
Quarto giorno
La nutrice e le cugine svegliano Giulietta per prepararla alle nozze, ma non riuscendoci la credono morta, così come Romeo che apprende la notizia mentre si trova in viaggio verso Mantova. Il giovane si precipita a Verona, mentre Frate Lorenzo lo sta cercando invano per spiegargli lo stratagemma. Giulietta viene sepolta nella tomba dei Capuleti; quando il corteo funebre si allontana, Romeo, rimasto solo accanto al corpo della sua amata, si suicida. Al suo risveglio Giulietta trova accanto a sé il suo amato Romeo, privo di vita e si uccide a sua volta. I loro corpi giacciono insieme, uniti per sempre nella morte.
Manuela Mulas
Balletto.net
E' la vigilia della festa di San Zeno patrono di Verona e Frate Lorenzo, di primo mattino, incontra il suo amico d'infanzia Romeo, addormentato sui gradini di casa Capuleti. Il giovane invaghito di Rosalina, cugina di Giulietta, si era recato lì nella speranza di incontrarla. Giunge finalmente la fanciulla e Giulietta la saluta dal balcone; entrambe non si accorgono della presenza di Romeo, che intanto è stato raggiunto dall'amico Benvolio, che si diverte a canzonarlo. In occasione della festa giunge in città un gruppo di teatranti, in mezzo ai quali Romeo ritrova il suo amico Mercuzio. Nella piazza del mercato la nutrice di Giulietta sta facendo la spesa, accompagnata da Pietro, il servitore, che viene provocato da un servitore dei Montecchi. Scoppia una disputa tra i due che ben presto degenera in un furioso scontro armato tra due fazioni: i Capuleti, con a capo Romeo e i Montecchi, guidati da Tebaldo, cugino di Giulietta. L'improvvisa apparizione del Principe di Mantova pone fine al tumulto con la confisca delle spade ai contendenti. La nutrice riceve da Messer Capuleti la lista degli invitati al ballo in maschera che si terrà quella sera, ma Romeo gliela porta via, cercando il nome della sua adorata Rosalina. Nel frattempo a casa Capuleti la madre di Giulietta, sorpresa la figlia giocare spensieratamente con la cugina, le offre un medaglione come simbolo del suo ingresso nella maturità e cerca di insegnarle la danza che dovrà eseguire al ballo. Dopo aver dato il benvenuto agli ospiti, Messer Capuleti con sua moglie e Tebaldo, dà il via alle danze. Giulietta si esibisce con le cugine in una danza allegorica in onore di San Zeno ma, sentendosi osservata da un giovane, dimentica i passi. I genitori le presentano il Conte Paride, da loro scelto come suo promesso sposo ma, subito dopo, in un angolo appartato del salone, le viene incontro Romeo e tra i due giovani comincia un tenero idillio, interrotto però bruscamente da Tebaldo. Gli ospiti si congedano mentre Romeo si nasconde nel giardino dei Capuleti per poter osservare Giulietta che sta sola sul balcone. Inizia una conversazione tra i due giovani che ben presto scoprono di amarsi perdutamente.
Secondo giorno
Mentre in città iniziano i festeggiamenti, Romeo si rivolge a Frate Lorenzo per essere unito segretamente in matrimonio con Giulietta. Intanto, mentre la compagnia dei teatranti sta mettendo in scena una rappresentazione che sembra prefigurare il destino dei due giovani amanti, la nutrice riferisce a Romeo il consenso di Giulietta al matrimonio, che alla fine viene celebrato dal Frate, nella speranza di porre fine alle faide fra le due famiglie. La festa in piazza è al suo culmine quando Tebaldo, ubriaco, sfida a duello Mercuzio e lo uccide. Folle d'ira Romeo uccide a sua volta Tebaldo, vendicando la morte dell'amico. La madre di Giulietta, sconvolta dal dolore, sviene sul corpo di Tebaldo, mentre i teatranti fuggono da Verona, portando con loro Romeo.
Terzo giorno
Dopo la sepoltura di Tebaldo, Romeo, che è stato bandito da Verona, ritorna mascherato per trascorrere la notte con la sua giovane sposa, ma all'alba i due amanti sono costretti a separarsi. I genitori di Giulietta vorrebbero celebrare il matrimonio con il Conte Paride il giorno stesso, ma Giulietta rifiuta e disperata corre a chiedere aiuto a Frate Lorenzo. Costui le consegna una fiala contenente una pozione che, una volta ingerita, la farà cadere temporaneamente in un sonno profondo simile alla morte. Giulietta immagina che la rappresentazione dei teatranti si concluda con un lieto fine e, al riapparire di Paride, finge di acconsentire al matrimonio. Subito dopo beve la pozione e cade addormentata; nel sogno le appare la terribile visione di Tebaldo, subito fugata però dalla rassicurante immagine di Romeo.
Quarto giorno
La nutrice e le cugine svegliano Giulietta per prepararla alle nozze, ma non riuscendoci la credono morta, così come Romeo che apprende la notizia mentre si trova in viaggio verso Mantova. Il giovane si precipita a Verona, mentre Frate Lorenzo lo sta cercando invano per spiegargli lo stratagemma. Giulietta viene sepolta nella tomba dei Capuleti; quando il corteo funebre si allontana, Romeo, rimasto solo accanto al corpo della sua amata, si suicida. Al suo risveglio Giulietta trova accanto a sé il suo amato Romeo, privo di vita e si uccide a sua volta. I loro corpi giacciono insieme, uniti per sempre nella morte.
Manuela Mulas
Balletto.net
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APPROFONDIMENTO
Romeo und Julia di John Neumeier: la rappresentazione della verità
" [Shakespeare] non si fa interprete delle forme dell'universo, bensì è creatore invisibile e consapevole che fa coesistere elementi disparati e opposti all'interno di ogni singola parola, ogni verso, ogni personaggio o evento...[...]. Le opere di Shakespeare hanno questa caratteristica: non vi è interpretazione ma la cosa in sé [...] La loro struttura ci arriva oggi non come una serie di messaggi - la drammaturgia ne produce quasi sempre - ma come una serie di impulsi che possono generare diversi livelli di comprensione." (Peter Brook) Secondo quanto espresso dal regista Peter Brook la rappresentazione della verità si pone come una costante delle opere shakespeariane, le quali, nella loro mescolanza di poesia e prosa, nei loro temi, lasciano intravedere un teatro che riesce ad evocare l'invisibile, quel famoso non detto che costantemente sarà il filo conduttore della ricerca coreografica di John Neumeier. Conosciamo ormai bene la predilezione del nostro coreografo per il dance-drama e tenuto conto dei suoi studi teatrali alla Marquette University, non ci deve stupire il suo confronto, più volte reiterato, con l'opera di Shakespeare (Romeo e Giulietta, Sogno di una notte di Mezza Estate, Amleto, Othello, etc.), che gli permette di trovare un "plot" e dei personaggi che rispondono meglio ai suoi interessi personali e alla sua necessità impellente di poter dar corpo, sfruttando al meglio le potenzialità espressive del gesto danzato, ai sentimenti e alle emozioni, a quella verità che sta invisibilmente nascosta tra le pagine del testo letterario. Diviso in quattro giornate, Romeo und Julia fu allestito da Neumeier nel 1971 quando era direttore del Balletto di Francoforte, e rifatto nel 1981 in una nuova versione per l'Hamburg Ballet . Prescindendo dalle precedenti versioni, il coreografo si immerge totalmente nella lettura del testo shakespeariano, oltre che del libretto di Prokofiev/Radlow, per cercare di afferrare a pieno la "vera" vicenda emozionale che sta alla base della tragedia e tradurla successivamente in danza. Nella creazione del suo lavoro Neumeier esige una maggiore aderenza alla realtà che si traduce in una serie di strategie coreografico-compositive. In primo luogo abbiamo il rispetto delle unità spazio temporali: la storia si snoda nell'arco di quattro giornate, partendo dal primo giorno, in cui si descrive la festa di San Zeno, patrono di Verona, che dà inizio al dramma, per procedere in un susseguirsi di avvenimenti che porteranno al quarto giorno, ovvero alla tragica morte dei due amanti. Per comprendere bene la vicenda è importantissima la caratterizzazione dei personaggi: chi sono davvero Romeo e Giulietta? Come si comportano di fronte al volere del fato, che sia esso quello di farli incontrare, scontrare o magari quando li tradisce? La personalità dei vari personaggi è ben delineata sin dall'inizio del balletto attraverso il gesto danzato, proprio perché la loro psicologia e il loro modo di porsi di fronte alle vicende determina lo svolgersi dell'azione in una direzione piuttosto che in un'altra. Per esempio Giulietta non si presenta più come la fanciullina sulle punte che gioca con la nutrice, ma nella versione di Neumeier si apre il sipario su un'adolescente a piedi nudi, gocciolante, che esce dalla vasca da bagno, tra le suggestive scene di Jurgen Rose, avvolta solo in un drappo che copre la sua giovane nudità...un drappo che continua a scivolarle di dosso quando la madre, la fredda e risoluta Madonna Capuleti, cerca di insegnare alla figlia una danza rituale che dovrà ripetere alla festa per il suo ingresso in società. Tutta la scena ci mostra non il rapporto strettamente affettivo, ma al contrario molto convenzionale, tra una quattordicenne ancora inesperta della vita, che in parte non ha abbandonato il mondo dell'infanzia ed è incapace di eseguire la danza "degli adulti", e l'ostinazione di una madre (in questa versione del balletto danza anch'essa sulle punte) che si manifesta sia nel ripetersi di un gesto, un port de bras ampio che termina al petto con il palmo della mano flesso, quasi ad indicarne l'imposizione, sia nei frequenti piqué arabesque. Ma nell'attimo in cui scopre l'amore allora abbiamo in scena una Giulietta appassionata, preoccupata, gioiosa, ribelle (per es. quando nella sua stanza, trascinata dalla balia, con un gesto molto adolescenziale, quasi pestando i piedi, usa vibranti pas de bourrèè per esprimere il suo rifiuto verso il matrimonio con Paride), disperata (Neumeier ci racconta la sua disperazione con una corsa forsennata nel palcoscenico vuoto, da una quinta all'altra, illuminato dalla sola luce del fondale, che si conclude nell'incontro con frate Lorenzo e la consegna della fatidica fiala) e infine innamorata come solo una quattordicenne piena di sogni sa essere. Ancora il gesto danzato sarà espressione della parola amore e costituirà un leitmotiv dell'unione dei due giovani amanti che, con un port de bras circolare, più semplice rispetto al precedente, uniranno le loro mani, osservandole quasi fossero inconsci della forza che le attrae. Questo tema gestuale che, a differenza del primo, viene ripetuto sia nei duetti, sia negli assoli quando i due amanti vivono momenti di nostalgia, è ripreso direttamente da Shakespeare (atto I, scena V): ROMEO [A Giulietta.] S'io profano della mia mano indegna codesta santa reliquia, il peccato è soltanto gentile, e le mie labbra, due pellegrini compresi di pudìco rossore, son qui pronte a render più molle, per un tenero bacio, il ruvido loro tocco. GIULIETTA Buon pellegrino, usi torto alla tua mano, la quale ebbe pure a dimostrare la devozione che le si conviene: perché fino i santi hanno mani che anche le mani de' pellegrini posson toccare, e il bacio dei palmieri consiste per l'appunto nel giunger palma a palma. ROMEO E non han forse labbra anche i santi? E non le hanno anche i devoti palmieri? GIULIETTA Sì, o pellegrino, ma son labbra che essi debbono usare per la preghiera. ROMEO E allora, o santa diletta, le labbra faccian l'eguale che le mani: ecco, esse ti pregano, e tu l'esaudisci, per tema che la fede non si cangi in disperazione! GIULIETTA I santi non si muovono davvero, anche se esaudiscono le preci che loro son rivolte. ROMEO E quindi non ti muovere per tutt'il tempo in che raccolgo il frutto della mia preghiera. Ecco, dalle mie labbra, col mezzo delle tue, è tolto il mio peccato. [La bacia.] E così ancora si presenta esplicativo il passo a quattro fra Madonna e Messer Capuleti, Paride e Giulietta, in cui quest'ultima finge di acconsentire alle nozze; in realtà il suo diniego e ben visibile nella rigidità di movimento rispetto alla fluidità di quello degli altri tre. Un altro artificio, usato da Neumeier nella costante ricerca della verità di rappresentazione, è costituito dal gruppo dei "teatranti" che mettono in scena una storia parallela a quella di Romeo e Giulietta. In particolare questi attori ambulanti, mentre Frate Lorenzo e Giulietta confabulano su un lato del palcoscenico, spiegano il significato della pozione magica che Frate Lorenzo consegna a Giulietta per evitare il matrimonio con il Conte Paride, mostrando quello che sarebbe dovuto essere il reale andamento della storia, che invece si concluderà in tragedia. In questo caso il coreografo, attraverso questa tecnica di meta-teatro (ovvero teatro nel teatro), tanto cara anche a Shakespeare, non si limita solo ad offrirci un momento di introspezione, ma addirittura ci offre una spiegazione, quasi una didascalia degli eventi. Altre volte la presenza degli attori ambulanti è quasi premonizione di futuri eventi, anche se funesti: ad esempio quando Romeo, nel primo atto, incontra Mercuzio tra gli attori ambulanti, costui appare mascherato da morte. Che sia presagio della sua stessa morte o di quella dei due amanti? Importante è anche l'uso che Neumeier fa del corpo di ballo, il quale ha il compito, non certo secondario, di sottolineare aspetti importanti della vicenda; le parole di Neumeier ce lo spiegano chiaramente: "Per quanto riguarda il corpo di ballo ho tentato di fissare le sue reazioni sin dalla prima versione, cercando di evitare i tradizionali cliché della pantomima. Qui, probabilmente per la prima volta, il ballo dei Capuleti viene danzato sulle punte, proprio per accentuare il carattere artificioso del cerimoniale di quella società dove viene introdotta Giulietta." Non abbiamo più quindi personaggi che fanno da sfondo alla vicenda di due protagonisti, ma al contrario ne sono parte integrante. Infine le stesse scenografie sono importanti per il rispetto della verità di azione e di tempo, ancora Neumeier ci spiega: "Nella scenografia la predilezione stilistica per il Primo Rinascimento è rimasta, così come alcune caratteristiche concettuali quali la mobilità veloce: i cambi di scena sono effettuati sulle onde continue della musica. Il movimento nello spazio è "coreografato" insieme alla danza, ricordando in questo modo il cinema con il suo mutare delle inquadrature rispetto alla spazio. Lo scorrere del tempo trova in esso un'espressione visiva"...e, aggiungerei, realistica. Si presentano interessanti anche altre piccole trovate del coreografo che però ben caratterizzano i momenti rappresentati: ad esempio le suore che appaiono nelle scene di morte o la coloratissima pioggia di coriandoli durante la festa che pare quasi un altro ironico sorriso prima della morte di Mercuzio. Manuela Mulas Balletto.net LE VERSIONI DEL BALLETTO
La tragedia di Shakespeare, con la quale si sono cimentati i maggiori maestri del XX secolo impegnati nella danza narrativa, ha ispirato un grandissimo numero di interpretazioni coreografiche, a partire dal Giulietta e Romeo di Eusebio Luzzi, coreografato nel 1785 su musica di Luigi Marescalchi per il Teatro San Samuele di Venezia e seguito due anni dopo dalla creazione omonima di Filippo Beretti su musica di Vincenzo Martin per la Scala di Milano e nel 1811 da quella di Vincenzo Galeotti, il padre del balletto Danese, che proprio nel ruolo di Frate Lorenzo fece, a 78 anni, la sua ultima apparizione sulle scene di Copenhagen. Nella sua versione, concepita su musica di Klaus Nielsen Schall per il Royal Danish Ballet, il ruolo di Giulietta fu creato dalla cognata del compositore, Margrethe Schall, mentre quello di Romeo fu interpretato da Antoine Bournonville, il padre di Augusto. [continua] CURIOSITA'
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