Jean Dauberval
Le Ballet de la paille ou Il n’y a qu’un pas du mal au bien
01-07-1789 - Bordeaux, Grand Théâtre
La Fille mal gardée
24-03-1791 - Londra, King's Theatre, Pantheon
Le Ballet de la Paille, ricostruzione di Ivo Cramer del balletto originale di Dauberval. Nicolas Rombaut (Alain) e Lauren Kennedy (Lison).
Ballet du Capitole de Toulouse (2013) (photo: David Herrero, da www.dansomanie.net)
(Da notare la fedele ricostruzione dell' abbigliamento e acconciatura della prima interprete del ruolo di Lise, Madame Dauberval)
Le Ballet de la paille ou Il n’y a qu’un pas du mal au bien
01-07-1789 - Bordeaux, Grand Théâtre
Ballet comique Pantomime, in due atti e tre quadri
Coreografia: Jean Dauberval
Musica: autore ignoto (melodie tratte da canzoni e arie popolari francesi)
Libretto: Jean Dauberval
Scene:
Costumi:
CAST
Lison: Marie Madeleine Crespé (M.me Théodore)
Colin: Eugène Hus
La vedova Ragotte, madre di Lison: François le Riche
Alain: Dupri
Thomas, padre di Alain: Dourdet
Notaio: Geoffrey
01-07-1789 - Bordeaux, Grand Théâtre
Ballet comique Pantomime, in due atti e tre quadri
Coreografia: Jean Dauberval
Musica: autore ignoto (melodie tratte da canzoni e arie popolari francesi)
Libretto: Jean Dauberval
Scene:
Costumi:
CAST
Lison: Marie Madeleine Crespé (M.me Théodore)
Colin: Eugène Hus
La vedova Ragotte, madre di Lison: François le Riche
Alain: Dupri
Thomas, padre di Alain: Dourdet
Notaio: Geoffrey
La Fille mal gardée
24-03-1791 (anche 30-04-1791) - Londra, King's Theatre, Pantheon
Ballet comique Pantomime, in due atti e tre quadri
Coreografia: Jean Dauberval
Musica: autore ignoto (melodie tratte da canzoni e arie popolari francesi)
Libretto: Jean Dauberval
Scene:
Costumi:
CAST
Lise: Marie Madeleine Crespé (Théodore Dauberval)
Colas: Charles Louis Didelot
Mère Simone:
Alain:
Thomas, padre di Alain:
Notaio:
Mademoiselles Leonora Simonet, e Trooke
24-03-1791 (anche 30-04-1791) - Londra, King's Theatre, Pantheon
Ballet comique Pantomime, in due atti e tre quadri
Coreografia: Jean Dauberval
Musica: autore ignoto (melodie tratte da canzoni e arie popolari francesi)
Libretto: Jean Dauberval
Scene:
Costumi:
CAST
Lise: Marie Madeleine Crespé (Théodore Dauberval)
Colas: Charles Louis Didelot
Mère Simone:
Alain:
Thomas, padre di Alain:
Notaio:
Mademoiselles Leonora Simonet, e Trooke
TRAMA
SCENA PRIMA: LA FATTORIA DI MADAME SIMONE. Accanto alla casa dai tetti spioventi di Madame Simone, una "ricca contadina", c'è l'aia di famiglia. Sul retro, un ruscello impetuoso precipita giù per una collina. Madame Simone siede su una panca a sinistra, passando il tempo. Due vicine si uniscono a lei per spettegolare. Lei se ne va con loro.
La musica suggerisce l'arrivo dell'eroina, e Lisette entra da sinistra. Vestita con una gonna azzurra con un corpetto rosso, con nastri blu tra i capelli, è l'immagine dell'innocente bellezza contadina. La giornata è appena iniziata e, poiché dovrebbe essere impegnata in un compito o nell'altro, Lisette finge di sistemare diversi vasi di fiori sulla panchina. Saluta con un inchino diversi ragazzi del villaggio, diretti ai campi con le loro falci, mentre annaffia i fiori. Colin, un bel contadino, entra da sinistra, portando un rastrello. Si siede sulla panca, e Lisette, agitata, sorpresa dal suo arrivo, lo annaffia distrattamente sulla testa. Colin salta in piedi e lui e Lisette iniziano immediatamente a ballare insieme. La loro danza rivela che i due sono attratti l'uno dall'altro da tempo e che questo non è il loro primo appuntamento. Colin solleva arditamente Lisette, ma con delicatezza.
Il duetto d'amore viene interrotto dalla madre di Lisette. Non appena si avvicina, i due amanti si precipitano a nascondersi dietro la panchina. Madame Simone tuttavia li scopre, e insegue Colin sul palco. Colin abbraccia in fretta Lisette e scappa via. Madame Simone, di cattivo umore, comincia a far lezione alla figlia sul suo dovere di fare un matrimonio decente. Lisette protesta di essere assolutamente innocente di qualsiasi corteggiamento, ma sua madre persiste nella sua rabbia. Le due vicine entrano per assistere alla scena. Lisette ottiene finalmente il perdono della madre offrendole, con un dolce sorriso, uno dei suoi fiori.
Le trombe annunciano l'arrivo di quattro amiche di Lisette. Sono seguite da un gruppo di abitanti del villaggio. Le giovani vogliono che Lisette si unisca a loro. Chiede il permesso alla madre e comincia a ballare. Colin si intrufola nel retro e si nasconde tra la gente. Esce allo scoperto e prende la mano di Lisette appena sua madre se ne va. I due ballano un vivace duetto, circondati dai loro amici. La musica è allegra e frizzante. La convivialità è di breve durata, tuttavia, poiché Madame Simone ritorna, vede Colin e lo sloggia via. Fa un rimprovero dell'ozio di sua figlia presentando le falci alle sue quattro amiche.
Lisette cerca di consolarsi ballando con le sue amiche mentre festeggiano il tempo del raccolto. Cerca di andarsene con loro quando se ne vanno, ma sua madre la tira indietro. Lisette stessa ora è di cattivo umore. Calpesta, agita i pugni pateticamente, piange e si nasconde il viso tra le mani. Sua madre le toglie le mani e cerca di fare ammenda. Colin è entrato silenziosamente e se ne sta dietro a Madame Simone. Questa è una consolazione sufficiente per Lisette. Lei lo saluta. Sua madre nota il gesto, ma non riesce a trovarne il motivo. Colin però non si nasconde a lungo. La ragazza con impeto si precipita da lui. Si abbracciano brevemente prima che Madame Simone si avventi su di loro per trascinare Lisette verso casa.
Madame Simone fa sedere sua figlia sulla panchina. Lisette si alza e tira fuori una zangola per il burro. Sua madre riempie la zangola di panna e ordina alla figlia di mettersi al lavoro. Lisette lavora lo strumento e sua madre lascia la scena. Colin arriva dietro Lisette. Mette le mani sulle sue e la convince facilmente a interrompere il suo lavoro. Si siede sulla panca accanto a lei; Lisette, improvvisamente imbarazzata di essere sola con il suo amato, si alza e balla. Si gira dolcemente e lentamente, seducendo Colin con il suo dolce movimento. Quando finisce la sua danza con una serie di rapidi giri, Colin le lancia un lungo nastro blu. Lisette lo afferra e, tenendo il nastro svolazzante sopra le loro teste, i due ballano insieme romanticamente. Lisette lancia il nastro a Colin, che se lo sistema intorno alle spalle, dopodiché la ragazza esegue i suoi passi, come per suo ordine. Lisette piroetta tra le sue braccia, Colin le lega il nastro intorno e la ragazza si mette rimane in posa di fronte al suo amato. I due poi lasciano il palco.
Thomas, un viticoltore, entra con suo figlio, Alain. Venuto a far visita a Madame Simone dietro un appuntamento, l'obeso Thomas è vestito con un abito verde brillante; è determinato ad essere formale e corretto. Suo figlio, al contrario, determinato ad essere giocoso e completamente ignaro di ciò che lo circonda, saltella cercando di catturare le farfalle con un retino. Thomas lo rimprovera e lo trascina su una panchina.
Madame Simone, vestita della sua migliore porpora, arriva per salutare gli ospiti. Con gesti cerimoniosi, lei e Thomas discutono sull'opportunità di un matrimonio tra i loro figli. Madame Simone è prontamente persuasa dell'idoneità di Alain quando Thomas le fa penzolare una borsa d'oro in faccia. La donna si avvicina per esaminare il giovane, constata che è sano di corpo se non di mente, e dà la sua approvazione. Trascina Lisette fuori per far incontrare il suo fidanzato. Devotamente la ragazza si è cambiata d'abito per l'occasione, ma non ha idea del suo vero significato. Entrambi i genitori spingono i loro figli l'uno verso l'altro. Entrambi i ragazzi indietreggiano con orrore quando realizzano il significato del colloquio dei loro genitori. Ognuno cerca di scappare, ma i genitori li tengono stretti a se. Il sipario cala mentre entrambi si inginocchiano, i volti voltati l'uno dall'altra. Il vestito bianco ei nastri rosa di Lisette sono per l'uomo sbagliato. Madame Simone li sovrasta in un atteggiamento di suprema felicità. Durante il cambio di scena, Thomas e Madame Simone, accompagnati dai vicini, trascinano i fidanzati dal notaio del paese per rendere definitiva la transazione matrimoniale.
SCENA SECONDA: IL PRATO DEL VILLAGGIO. Sul fondale dipinto si vedono in lontananza campi di grano. I covoni di grano appena tagliato vengono appoggiati dove gli operai li hanno lasciati. Un mulino a vento si erge sopra i campi su una collina sul retro. A destra c'è un grande albero; due mucche pascolano nelle vicinanze. I lavoratori del villaggio, ragazze vestite in modo variopinto e le loro compagne, si fermano per un ballo generale. Lisette e Alain vengono spinti sulla scena dai loro genitori. Nonostante tutte le loro lamentele, i due sono costretti a stare vicini. Riescono a separarsi solo quando Thomas chiede a Madame Simone di ballare. La coppia anziana saltella grottescamente sul prato; a Madame Simone è improvvisamente venuto in mente che anche la sua potrebbe essere una bella coppia, e flirta con il vignaiolo.
Intanto Colin è entrato silenziosamente sulla destra. Vede che la sua dolce metà è stata promessa a un altro e si allontana. Madame Simone e Thomas vanno via per proseguire il loro flirt altrove, e alcune delle amiche di Lisette, notando la difficile situazione di Colin, incoraggiano la ragazza a confortare il povero ragazzo. Lisette gli tocca il braccio. Con i suoi gesti dolci e affettuosi la ragazza lo convince che lei stessa non ha nulla a che fare con l'unione proposta. Colin la abbraccia e le loro fronti si toccano. Si inginocchia e i due iniziano un adagio sulla melodia degli archi solisti e un'arpa d'accompagnamento. Gli abitanti del villaggio si siedono per terra a guardare gli innamorati. Lisette lascia la scena dopo che il ballo è finito e Colin esegue una variazione luminosa e brillante. Lisette ritorna per una danza accattivante e coinvolgente in cui alza dolcemente la gonna, con innocente civetteria. La sua variazione aumenta di slancio; piroetta brillantemente ed interrompe i suoi movimenti all'improvviso in una posa rapida e impertinente.
Alain, che era andato a caccia di farfalle, irrompe sulla scena brandendo davanti a sé la sua rete. Fa il giro del palco con lunghi e alti salti. Due delle ragazze cercano di attirare la sua attenzione. Il giovane ignora le loro lusinghe, ma le ragazze insistono e ballano ai suoi fianchi. Alain le abbandona, saltando dietro le quinte per inseguire il suo hobby.
Si ode un tuono e la scena si oscura; i lampi illuminano il frenetico andirivieni degli abitanti del villaggio. Lisette e Colin li seguono e i loro amici corrono ai ripari. Alain irrompe in scena, tremando di paura per il lampo. Nasconde la testa sotto le gonne di una ragazza spingendola verso un posto sicuro. Il sipario cala.
SCENA TERZA: CASA DI MADAME SIMONE. Lisette entra di corsa per sfuggire alla tempesta. Sua madre la segue e si affanna per la stanza. Lisette le versa il caffè, poi si siede ai suoi piedi mentre Madame Simone comincia a lavorare al filatoio. Lisette cerca di sgattaiolare via, ma sua madre le ordina di leggere un libro che le aveva regalato. Lisette guarda una o due pagine, poi chiede a sua madre il significato di una delle parole. Madame Simone è inorridita: ha dato a sua figlia il libro sbagliato! Un romanzo romantico, nientemeno! La ragazza riesce a sgusciare via di qualche metro finché Madame Simone l'afferra da dietro e la riporta alla sedia. Riprende a cucire.
Colin apre lo sportello sopra la porta di casa e lancia un fiore a Lisette. Lisette si gira e lo vede. Immediatamente sua madre avverte la sua agitazione e le ordina di stare ferma. Colin, con segni appassionati, la supplica di danzare per lui. La ragazza convince sua madre a suonare il tamburello in modo che possa esercitarsi nella danza. Lisette balla civettuola a beneficio di Colin. La vecchia si stanca del tamburello e si addormenta. Lisette le si avvicina in punta di piedi. Mentre la ragazza prende la sua chiave, sua madre si sveglia e suona di nuovo il tamburello. Lisette continua la sua danza, e alla fine Madame Simone la bacia in segno di ricompensa.
Entrano ragazzi e ragazze del villaggio, portando con sé covoni di grano, che accatastano contro un tavolo. Lisette vorrebbe seguirli, ma sua madre le ordina di fare il suo turno al filatoio. Lisette batte i piedi e si butta sulla sedia tenendo il broncio. Sua madre esce dalla stanza.
L'orchestra ripete la melodia su cui lei e Colin hanno ballato così felicemente, e Lisette immagina come sarebbe ad essere sposata con l'uomo scelto da lei. Si mette le mani sul cuore e manda un bacio verso la porta. Si vede circondata dai figli avuti da Colin, che rimprovera; muove le braccia come se stringessero un bambino.
Con imbarazzo di Lisette, Colin è lì nella stanza a guardarla. I covoni di grano vengono gettati da parte e il suo amato si mostrae sorridendole. Si siede accanto a lui per un momento, poi balza in piedi mentre lui le pone seriamente la proposta di matrimonio. Colin la supplica - dopo tutto, lei si è appena immaginata come sua moglie - ma la ragazza, imbarazzata e confusa, nega il suo amore e spinge il ragazzo verso la porta. Colin inizia a perdere la pazienza per la sua testardaggine ed è contento di trovarla ancora più agitata quando scopre che la porta è chiusa a chiave!
Lisette corre alla sedia e capisce che non riesce più a fingere. Colin si inginocchia ai suoi piedi e le posa la testa in grembo. I due scambiano le loro sciarpe come pegno del loro amore. Si sente avvicinarsi madame Simone. Lisette cerca di nascondere Colin, sotto il tavolo, in una piccola cesta. Disperata, lo spinge nel fienile e sbatte la porta proprio mentre entra sua madre.
Lisette pensa di essere al sicuro ma ha dimenticato la sciarpa di Colin. Madame Simone la vede all'istante e va a prendere un grande scudiscio per picchiare la ragazza. Lisette fugge, ma la vecchia la raggiunge, la sculaccia sonoramente e, come pena aggiuntiva, la rinchiude nel fienile!
Voci di visitatori si sentono da fuori. Madame Simone fa entrare Thomas e Alain, il notaio del villaggio e il suo segretario che li seguono. Gli abitanti del villaggio li accompagnano per assistere al contratto di matrimonio. Il notaio affonda la faccia nel suo registro, i genitori si rallegrano e Alain, preoccupato, gioca con l'arcolaio. Madame Simone gli consegna la chiave del fienile e dice al giovane dove trovare la sua sposa. Alain apre la porta. Lisette e Colin escono impacciati con i vestiti e capelli ricoperti di fieno.
Madame Simone è scandalizzata. Sua figlia ha rovinato la reputazione della famiglia davanti a tutto il villaggio. Lisette la prega di comprendere. Colin si unisce a Lisette ed entrambi gli innamorati si inginocchiano davanti a lei. All'inizio Madame Simone si rifiuta di ascoltare. Poi si rende conto che il notaio può facilmente stipulare un altro contratto di matrimonio ed acconsente. Lisette la bacia con gioia. Colin la bacia. I due innamorati si baciano e Madame Simone li abbraccia entrambi.
George Balanchine, Francis Mason
Balanchine's Festival of ballet : scene-by-scene stories of 404 classical & contemporary ballets
W.H. Allen & Co. London (1984)
La musica suggerisce l'arrivo dell'eroina, e Lisette entra da sinistra. Vestita con una gonna azzurra con un corpetto rosso, con nastri blu tra i capelli, è l'immagine dell'innocente bellezza contadina. La giornata è appena iniziata e, poiché dovrebbe essere impegnata in un compito o nell'altro, Lisette finge di sistemare diversi vasi di fiori sulla panchina. Saluta con un inchino diversi ragazzi del villaggio, diretti ai campi con le loro falci, mentre annaffia i fiori. Colin, un bel contadino, entra da sinistra, portando un rastrello. Si siede sulla panca, e Lisette, agitata, sorpresa dal suo arrivo, lo annaffia distrattamente sulla testa. Colin salta in piedi e lui e Lisette iniziano immediatamente a ballare insieme. La loro danza rivela che i due sono attratti l'uno dall'altro da tempo e che questo non è il loro primo appuntamento. Colin solleva arditamente Lisette, ma con delicatezza.
Il duetto d'amore viene interrotto dalla madre di Lisette. Non appena si avvicina, i due amanti si precipitano a nascondersi dietro la panchina. Madame Simone tuttavia li scopre, e insegue Colin sul palco. Colin abbraccia in fretta Lisette e scappa via. Madame Simone, di cattivo umore, comincia a far lezione alla figlia sul suo dovere di fare un matrimonio decente. Lisette protesta di essere assolutamente innocente di qualsiasi corteggiamento, ma sua madre persiste nella sua rabbia. Le due vicine entrano per assistere alla scena. Lisette ottiene finalmente il perdono della madre offrendole, con un dolce sorriso, uno dei suoi fiori.
Le trombe annunciano l'arrivo di quattro amiche di Lisette. Sono seguite da un gruppo di abitanti del villaggio. Le giovani vogliono che Lisette si unisca a loro. Chiede il permesso alla madre e comincia a ballare. Colin si intrufola nel retro e si nasconde tra la gente. Esce allo scoperto e prende la mano di Lisette appena sua madre se ne va. I due ballano un vivace duetto, circondati dai loro amici. La musica è allegra e frizzante. La convivialità è di breve durata, tuttavia, poiché Madame Simone ritorna, vede Colin e lo sloggia via. Fa un rimprovero dell'ozio di sua figlia presentando le falci alle sue quattro amiche.
Lisette cerca di consolarsi ballando con le sue amiche mentre festeggiano il tempo del raccolto. Cerca di andarsene con loro quando se ne vanno, ma sua madre la tira indietro. Lisette stessa ora è di cattivo umore. Calpesta, agita i pugni pateticamente, piange e si nasconde il viso tra le mani. Sua madre le toglie le mani e cerca di fare ammenda. Colin è entrato silenziosamente e se ne sta dietro a Madame Simone. Questa è una consolazione sufficiente per Lisette. Lei lo saluta. Sua madre nota il gesto, ma non riesce a trovarne il motivo. Colin però non si nasconde a lungo. La ragazza con impeto si precipita da lui. Si abbracciano brevemente prima che Madame Simone si avventi su di loro per trascinare Lisette verso casa.
Madame Simone fa sedere sua figlia sulla panchina. Lisette si alza e tira fuori una zangola per il burro. Sua madre riempie la zangola di panna e ordina alla figlia di mettersi al lavoro. Lisette lavora lo strumento e sua madre lascia la scena. Colin arriva dietro Lisette. Mette le mani sulle sue e la convince facilmente a interrompere il suo lavoro. Si siede sulla panca accanto a lei; Lisette, improvvisamente imbarazzata di essere sola con il suo amato, si alza e balla. Si gira dolcemente e lentamente, seducendo Colin con il suo dolce movimento. Quando finisce la sua danza con una serie di rapidi giri, Colin le lancia un lungo nastro blu. Lisette lo afferra e, tenendo il nastro svolazzante sopra le loro teste, i due ballano insieme romanticamente. Lisette lancia il nastro a Colin, che se lo sistema intorno alle spalle, dopodiché la ragazza esegue i suoi passi, come per suo ordine. Lisette piroetta tra le sue braccia, Colin le lega il nastro intorno e la ragazza si mette rimane in posa di fronte al suo amato. I due poi lasciano il palco.
Thomas, un viticoltore, entra con suo figlio, Alain. Venuto a far visita a Madame Simone dietro un appuntamento, l'obeso Thomas è vestito con un abito verde brillante; è determinato ad essere formale e corretto. Suo figlio, al contrario, determinato ad essere giocoso e completamente ignaro di ciò che lo circonda, saltella cercando di catturare le farfalle con un retino. Thomas lo rimprovera e lo trascina su una panchina.
Madame Simone, vestita della sua migliore porpora, arriva per salutare gli ospiti. Con gesti cerimoniosi, lei e Thomas discutono sull'opportunità di un matrimonio tra i loro figli. Madame Simone è prontamente persuasa dell'idoneità di Alain quando Thomas le fa penzolare una borsa d'oro in faccia. La donna si avvicina per esaminare il giovane, constata che è sano di corpo se non di mente, e dà la sua approvazione. Trascina Lisette fuori per far incontrare il suo fidanzato. Devotamente la ragazza si è cambiata d'abito per l'occasione, ma non ha idea del suo vero significato. Entrambi i genitori spingono i loro figli l'uno verso l'altro. Entrambi i ragazzi indietreggiano con orrore quando realizzano il significato del colloquio dei loro genitori. Ognuno cerca di scappare, ma i genitori li tengono stretti a se. Il sipario cala mentre entrambi si inginocchiano, i volti voltati l'uno dall'altra. Il vestito bianco ei nastri rosa di Lisette sono per l'uomo sbagliato. Madame Simone li sovrasta in un atteggiamento di suprema felicità. Durante il cambio di scena, Thomas e Madame Simone, accompagnati dai vicini, trascinano i fidanzati dal notaio del paese per rendere definitiva la transazione matrimoniale.
SCENA SECONDA: IL PRATO DEL VILLAGGIO. Sul fondale dipinto si vedono in lontananza campi di grano. I covoni di grano appena tagliato vengono appoggiati dove gli operai li hanno lasciati. Un mulino a vento si erge sopra i campi su una collina sul retro. A destra c'è un grande albero; due mucche pascolano nelle vicinanze. I lavoratori del villaggio, ragazze vestite in modo variopinto e le loro compagne, si fermano per un ballo generale. Lisette e Alain vengono spinti sulla scena dai loro genitori. Nonostante tutte le loro lamentele, i due sono costretti a stare vicini. Riescono a separarsi solo quando Thomas chiede a Madame Simone di ballare. La coppia anziana saltella grottescamente sul prato; a Madame Simone è improvvisamente venuto in mente che anche la sua potrebbe essere una bella coppia, e flirta con il vignaiolo.
Intanto Colin è entrato silenziosamente sulla destra. Vede che la sua dolce metà è stata promessa a un altro e si allontana. Madame Simone e Thomas vanno via per proseguire il loro flirt altrove, e alcune delle amiche di Lisette, notando la difficile situazione di Colin, incoraggiano la ragazza a confortare il povero ragazzo. Lisette gli tocca il braccio. Con i suoi gesti dolci e affettuosi la ragazza lo convince che lei stessa non ha nulla a che fare con l'unione proposta. Colin la abbraccia e le loro fronti si toccano. Si inginocchia e i due iniziano un adagio sulla melodia degli archi solisti e un'arpa d'accompagnamento. Gli abitanti del villaggio si siedono per terra a guardare gli innamorati. Lisette lascia la scena dopo che il ballo è finito e Colin esegue una variazione luminosa e brillante. Lisette ritorna per una danza accattivante e coinvolgente in cui alza dolcemente la gonna, con innocente civetteria. La sua variazione aumenta di slancio; piroetta brillantemente ed interrompe i suoi movimenti all'improvviso in una posa rapida e impertinente.
Alain, che era andato a caccia di farfalle, irrompe sulla scena brandendo davanti a sé la sua rete. Fa il giro del palco con lunghi e alti salti. Due delle ragazze cercano di attirare la sua attenzione. Il giovane ignora le loro lusinghe, ma le ragazze insistono e ballano ai suoi fianchi. Alain le abbandona, saltando dietro le quinte per inseguire il suo hobby.
Si ode un tuono e la scena si oscura; i lampi illuminano il frenetico andirivieni degli abitanti del villaggio. Lisette e Colin li seguono e i loro amici corrono ai ripari. Alain irrompe in scena, tremando di paura per il lampo. Nasconde la testa sotto le gonne di una ragazza spingendola verso un posto sicuro. Il sipario cala.
SCENA TERZA: CASA DI MADAME SIMONE. Lisette entra di corsa per sfuggire alla tempesta. Sua madre la segue e si affanna per la stanza. Lisette le versa il caffè, poi si siede ai suoi piedi mentre Madame Simone comincia a lavorare al filatoio. Lisette cerca di sgattaiolare via, ma sua madre le ordina di leggere un libro che le aveva regalato. Lisette guarda una o due pagine, poi chiede a sua madre il significato di una delle parole. Madame Simone è inorridita: ha dato a sua figlia il libro sbagliato! Un romanzo romantico, nientemeno! La ragazza riesce a sgusciare via di qualche metro finché Madame Simone l'afferra da dietro e la riporta alla sedia. Riprende a cucire.
Colin apre lo sportello sopra la porta di casa e lancia un fiore a Lisette. Lisette si gira e lo vede. Immediatamente sua madre avverte la sua agitazione e le ordina di stare ferma. Colin, con segni appassionati, la supplica di danzare per lui. La ragazza convince sua madre a suonare il tamburello in modo che possa esercitarsi nella danza. Lisette balla civettuola a beneficio di Colin. La vecchia si stanca del tamburello e si addormenta. Lisette le si avvicina in punta di piedi. Mentre la ragazza prende la sua chiave, sua madre si sveglia e suona di nuovo il tamburello. Lisette continua la sua danza, e alla fine Madame Simone la bacia in segno di ricompensa.
Entrano ragazzi e ragazze del villaggio, portando con sé covoni di grano, che accatastano contro un tavolo. Lisette vorrebbe seguirli, ma sua madre le ordina di fare il suo turno al filatoio. Lisette batte i piedi e si butta sulla sedia tenendo il broncio. Sua madre esce dalla stanza.
L'orchestra ripete la melodia su cui lei e Colin hanno ballato così felicemente, e Lisette immagina come sarebbe ad essere sposata con l'uomo scelto da lei. Si mette le mani sul cuore e manda un bacio verso la porta. Si vede circondata dai figli avuti da Colin, che rimprovera; muove le braccia come se stringessero un bambino.
Con imbarazzo di Lisette, Colin è lì nella stanza a guardarla. I covoni di grano vengono gettati da parte e il suo amato si mostrae sorridendole. Si siede accanto a lui per un momento, poi balza in piedi mentre lui le pone seriamente la proposta di matrimonio. Colin la supplica - dopo tutto, lei si è appena immaginata come sua moglie - ma la ragazza, imbarazzata e confusa, nega il suo amore e spinge il ragazzo verso la porta. Colin inizia a perdere la pazienza per la sua testardaggine ed è contento di trovarla ancora più agitata quando scopre che la porta è chiusa a chiave!
Lisette corre alla sedia e capisce che non riesce più a fingere. Colin si inginocchia ai suoi piedi e le posa la testa in grembo. I due scambiano le loro sciarpe come pegno del loro amore. Si sente avvicinarsi madame Simone. Lisette cerca di nascondere Colin, sotto il tavolo, in una piccola cesta. Disperata, lo spinge nel fienile e sbatte la porta proprio mentre entra sua madre.
Lisette pensa di essere al sicuro ma ha dimenticato la sciarpa di Colin. Madame Simone la vede all'istante e va a prendere un grande scudiscio per picchiare la ragazza. Lisette fugge, ma la vecchia la raggiunge, la sculaccia sonoramente e, come pena aggiuntiva, la rinchiude nel fienile!
Voci di visitatori si sentono da fuori. Madame Simone fa entrare Thomas e Alain, il notaio del villaggio e il suo segretario che li seguono. Gli abitanti del villaggio li accompagnano per assistere al contratto di matrimonio. Il notaio affonda la faccia nel suo registro, i genitori si rallegrano e Alain, preoccupato, gioca con l'arcolaio. Madame Simone gli consegna la chiave del fienile e dice al giovane dove trovare la sua sposa. Alain apre la porta. Lisette e Colin escono impacciati con i vestiti e capelli ricoperti di fieno.
Madame Simone è scandalizzata. Sua figlia ha rovinato la reputazione della famiglia davanti a tutto il villaggio. Lisette la prega di comprendere. Colin si unisce a Lisette ed entrambi gli innamorati si inginocchiano davanti a lei. All'inizio Madame Simone si rifiuta di ascoltare. Poi si rende conto che il notaio può facilmente stipulare un altro contratto di matrimonio ed acconsente. Lisette la bacia con gioia. Colin la bacia. I due innamorati si baciano e Madame Simone li abbraccia entrambi.
George Balanchine, Francis Mason
Balanchine's Festival of ballet : scene-by-scene stories of 404 classical & contemporary ballets
W.H. Allen & Co. London (1984)
GALLERY
APPROFONDIMENTO
LA VERSIONE ORIGINALE DI DAUBERVAL
Dopo una serie di esperienze coreografiche all’Opéra di Parigi come assistente dei vari maîtres de ballet succedutisi durante la sua permanenza, con le dimissioni di Noverre, Dauberval ottenne la carica di maître, ma si trattò del titolo di maître de ballet congiunto, poiché, per qualche tempo, l’incarico fu sdoppiato e Dauberval dovette condividerlo con Maximilien Gardel. Al momento del rinnovo apparvero evidenti le difficoltà comportate da una doppia gestione; i due incarichi furono di nuovo ricongiunti e la nomina andò a M. Gardel. E’ possibile che questa delusione abbia influito sulla decisione di Dauberval di lasciare l’Opéra nel 1783 per proseguire la carriera di coreografo a Londra e dal 1785 al Grand Théâtre di Bordeaux dove sarebbe stato nominato maître de ballet. Certamente a ciò lo spinse anche il comportamento della direzione dell'Opéra, che aveva allontanato definitivamente dalla compagnia del massimo teatro parigino M.lle Théodore, in quel momento ancora compagna di Dauberval - poco dopo sposa - facendole in aggiunta subire pesanti provvedimenti. A Bordeaux Dauberval fu nominato maître de ballet nel 1785 e ricoprì la carica fino al 1791, creando alcuni fortunati balletti, coi quali trasformò Bordeaux in un importantissimo centro per la produzione ballettistica. Allievo di Noverre, era stato fortemente influenzato dalle teorie riformistiche del maestro sul ballet d’action; si prodigò per la loro diffusione e per la loro realizzazione, trattando con le sue creazioni coreografiche temi sentimentali o divertenti e mettendo in scena gente comune al posto dei consueti pastorelli, ninfe, dei ed eroi mitologici. In quest'ottica Jean Dauberval creò alcuni lavori innovativi per il Grand Théâtre di Bordeaux, tra i quali il suo balletto più celebre: La Fille Mal Gardée, in due atti e tre quadri, su un pot-pourri di diverse canzoni e arie popolari francesi, rappresentato per la prima volta, assieme all’opera Le Bourru Bienfaisant, il 1° luglio 1789, come detto a Bordeaux, ma col titolo: Le Ballet de la Paille, ou il n’est qu’un pas du mal au bien. Esso ebbe come primi interpreti Eugène Hus (Colin) e la moglie e musa ispiratrice di Dauberval: la ballerina Marie-Madeleine Crépé, soprannominata M.lle Théodore (Lison). Gli artisti che crearono gli altri ruoli principali erano attori della compagnia del Grand Théâtre, più che ballerini. Sei ballerini e sei ballerine erano impegnati nelle danze del secondo quadro, quello tra i campi durante il raccolto. Nel cast figuravano anche parecchi violinisti, che suonavano in scena durante le danze del raccolto. Si tratta di un balletto pantomimo (o ballet d’action) in quanto balletto narrativo la cui drammaturgia è fatta evolvere dal movimento, danza e pantomima. Basato su un libretto dello stesso Dauberval, il balletto è tra i primi esempi di lavori coreografici con una drammaturgia non più aulica, ma moderna e divertente, che rinuncia ai temi classici per coinvolgere personaggi reali e credibili, borghesi e contadini, ed è, coerentemente, considerato il primo importante balletto di "carattere", in sintonia col genere all’epoca di successo dell’opera buffa. Soltanto da una decina d'anni, all’Opéra di Parigi si era consolidata l’idea del balletto come forma artistica autonoma, non necessariamente da inserire in un'opera. In questo modo potevano essere completate serate dedicate a opere che, come le italiane, non prevedevano un ballo al loro interno. Alcune di queste creazioni del decennio precedente praticavano una fonte di ispirazione per il ballet d’action venuta di moda di recente: erano la traduzione in ballo pantomimo di opéra-comique in repertorio alla Comédie Italienne. Pertanto La Fille mal gardée presenta forti tangenze con questo genere particolare di balletto pantomimo, anche se non è detto che il soggetto sia tratto da un'opera buffa. Una possibile fonte per il balletto secondo alcuni sarebbe un’opera buffa di Egidio Romualdo Duni di soggetto simile, ma, secondo un aneddoto raccontato dallo stesso Dauberval, la fonte sarebbe iconografica. Sembrerebbe che Dauberval avesse trovato ispirazione per il soggetto del balletto osservando le vetrine di un negozio di stampe di Bordeaux. Lì pare abbia visto un'incisione tratta dalla gouache di Pierre Antoine Baudouin dal titolo La Reprimande - Une Jeune Fille Querrellée par sa Mere, nella quale una ragazza in lacrime viene sgridata dall’anziana madre in un granaio, mentre il suo spasimante, sullo sfondo, si arrampica su una scala per scappare nel solaio. Dalla gouache furono tratte due stampe, una da P. P. Choffard e l’altra da Harleston. Presumibilmente quest'immagine fu lo spunto per il soggetto del balletto e la sua ambientazione in un granaio suggerì il primo titolo del balletto: Le Ballet de la Paille. Il sottotitolo Il n’est qu’un pas du mal au bien proviene dalla prima strofa dell’omonima aria tratta dall’opera comica Le Roi et le fermier di Monsigny. Questa concludeva il pastiche di musiche assemblato come partitura per il balletto ed era cantata dall’intero cast dopo che i due innamorati avevano ricevuto il consenso al loro matrimonio, suggellato proprio dall’esclamazione del Notaio: “Il ne faut déspérer de rien. Il n’est qu’un pas du mal au bien”. Il coro concludeva il balletto. Quale che sia stata la fonte ispiratrice primaria, va comunque osservato che il soggetto, se è nuovo per un balletto, dal punto di vista drammaturgico obbedisce alle antiche regole di un intrigo teatrale da tempo collaudato, basato sul trionfo di amore e giovinezza sull’autorità della famiglia e sul potere della ricchezza. Sono pure evidenti le tangenze con la Commedia dell’Arte italiana sia nell’intreccio che nei personaggi: Lison e Colin (poi Lise e Colas) sono i due Innamorati, la vedova Ragotte (poi Mère Simone) pare la controparte femminile del burbero, autoritario, ma sempre gabbato Pantalone, Alain coglie il lato clownesco di Arlecchino o del secondo Zanni, sciocco e pasticcione. Non bisogna farsi ingannare dalla data che segna il suo debutto: il 1789 è l’anno della rivoluzione francese e il balletto andò in scena non molti giorni prima della presa della Bastiglia. Tuttavia, il lavoro non ha in sé alcun messaggio d’ordine sociale, né contesta alcunché. Si tratta di una commedia di ambiente rustico, ravvivata da un umorismo garbato e scevra di una qualsiasi allusione politica. In scena non si vede neppure un aristocratico; ci sono soltanto contadini e personaggi del popolo, ma è un popolo ben pasciuto, gaio, tutt’altro che sofferente: popolani assolutamente fuori dal tempo, inconsapevoli degli stenti che stavano patendo in quei giorni i loro “colleghi” nella vita reale. Dunque nessuna allusione al Terzo Stato, ma un’anticipazione dei contadini amici di Giselle o dei compaesani di James e Effie. In questo senso il balletto è comunque rivoluzionario: non perché abbia contenuti sociali o politici, ma perché avvia un’estetica preromantica rompendo la tradizione dei temi mitologici e aulici o dei balletti anacreontici, sostituendo le allegorie con la realtà d’ogni giorno e attirando l’attenzione sul folklore locale. E’ quest’ultimo un aspetto fondamentale del movimento romantico, maturato in reazione a un’estetica neoclassica tesa a definire uno stile internazionale, nemico delle specificità locali. Ciò non toglie che per compiacere il pubblico, in larga misura formato da Girondini, alla recita del 3 luglio Eugène Hus abbia interrotto la festa del raccolto (Pas des Moissoneurs) per brindare al Terzo Stato. Si noti come la trama, priva di ogni artificio teatrale e costruita attorno a cinque personaggi, si riveli particolarmente adatta ad essere trattata coi mezzi della pantomima. Con l’eccezione del balletto I Capricci di Cupido, creato da Vincenzo Galeotti nel 1786 e tuttora in repertorio al Balletto Reale Danese, La Fille mal gardée è il più antico balletto ancor’ oggi rappresentato. LA MUSICA ORIGINALE
Secondo un’abitudine piuttosto diffusa all’epoca, la partitura originale è un pot-pourri di musiche diverse, in questo caso di canzoni ed arie popolari francesi, di melodie derivanti da danze ben note, adattate e arrangiate da un musicista rimasto sconosciuto. Molto verosimilmente furono scelte dallo stesso Dauberval, come era solito fare; non si può parlare, dunque, di un compositore, ma solo di un arrangiatore delle musiche: forse lo stesso Dauberval o forse Franz Beck, il Maestro di musica in carica al Teatro di Bordeaux all’epoca; non vi sono, tuttavia, evidenze che facciano propendere per un nome preciso. Tra i temi popolari confluiti nella partitura per la versione originale possiamo citare, secondo Ivor Guest, oltre alla sopra ricordata aria Il n’est qu’un pas du mal au bien, che chiudeva il balletto: la canzone folkloristica Sur le pont, d’Avignon; il vaudeville La jeune et gentille Lisette (usato anche da Haydn come tema nella sua 85-esima sinfonia in si bemolle, detta La Reine), che Dauberval riserva per il duetto d’amore tra Lison e Colin del II atto; il secondo movimento della Serenata n.1 in fa maggiore di Pleyel, usato per la Danse au Tambour de Basque di Lison. La partitura originale è tuttora conservata nella Biblioteca della Città di Bordeaux. LE RIPRESE SULLA MUSICA ORIGINALE (Dauberval al Pantheon Theatre di Londra (1791), Eugène Hus al Teatro de La Porte Saint-Martin di Parigi (1803), Jean-Pierre Aumer ibidem (1804), et al.)
Dopo il debutto a Bordeaux del suo balletto, Jean Dauberval ad esso rimise mano definitivamente per presentarlo il 30 aprile 1791 al Pantheon Theatre di Londra col titolo mutato in quello attuale, La Fille mal gardée e con nuove scene dipinte da Moench. In scena, accanto a M.lle Théodore nel ruolo femminile principale dal nuovo nome Lise, apparve Charles Louis Didelot, allievo di Dauberval, nel ruolo di Colin. Nel 1793 il balletto, col titolo La figlia mal custodita, arrivò in Italia, a Venezia, per opera di Salvatore Viganò, che l’aveva ballato in una delle recite londinesi, e nel decennio a venire, l’ultimo del XVIII secolo, fu rappresentato nei maggiori teatri di tutta Europa - Marsiglia, Lione, Napoli e, vedremo, a Mosca – nonché negli Stati Uniti, a Philadelphia, nel 1794, ma non a Parigi. Nel 1798 fu riprodotto a Milano da Antoine Titus col titolo La figlia mal custodita e nel 1799 fu ripreso a Londra, al King’s Theatre, per opera di James Harvey d’Egville, un altro allievo di Dauberval, all’epoca maître de ballet del Teatro, e qui sarebbe rimasto in repertorio per 25 anni vedendo, tra l’altro, il successo di un cinquantacinquenne Augusto Vestris nel ruolo di Colas. La prima volta che i parigini vennero a conoscenza della vicenda di Lise e Colin non fu attraverso il balletto, ma grazie a un’opera comica, Lise et Colin ou la Surveillance inutile, rappresentata al Théâtre Feydeau nel 1796 con musica di Pierre Gaveaux e su un libretto di Eugene Hus, il primo interprete di Colas. Bisognò attendere il nuovo secolo, e precisamente il 1803, perché il balletto La Fille mal gardée approdasse a Parigi, al Teatro de La Porte Saint-Martin, nella messa in scena di Eugène Hus (pseudonimo di Pierre Louis Stapleton), il quale calcò la mano con interpolazioni registiche di forte realismo per compiacere un pubblico popolare. Ad esempio, una zuppa di cavoli, ordinata a una trattoria nelle vicinanze, veniva portata in scena per sfamare i contadini impegnati nel raccolto e, poi, offerta alle signore in stato interessante tra il pubblico. L’anno successivo Hus passò al Teatro della Gaîté e al Teatro de La Porte Saint-Martin si installò ufficialmente come maître de ballet Jean-Pierre Aumer, allievo di Dauberval. Per il previsto debutto di Marie Quériau, il nuovo maître si risolse a rivistitare la versione Hus de La Fille mal gardée togliendo le aggiunte realistiche e ridando al balletto lo spirito originale. La ripresa andò in scena al Teatro de La Porte Saint-Martin il 13 maggio 1804 con Marie Quériau nella parte di Lise, affiancata da Morand come Colas e da Fusil nella parte della vedova, ora ribattezzata Simone. In questa sede il lavoro restò in repertorio dal 1803 fino al 1819 per un totale di ben 254 rappresentazioni (Ivor Guest) e molto spesso fu affidato, almeno per le parti di Simone e Alain, ad attori più che a ballerini, come Fusil e Mazurier. All’occasione, anche illustri danzatori dell’Opéra non disdegnarono di esibirsi al Teatro de La Porte Saint-Martin nei ruoli di Lise e Colas, come fu per Pauline Montessu e Ferdinand (nome d'arte di Jean La Brunière de Médici), per Louis Duport e la sorella. Nei primi decenni del nuovo secolo il balletto continuò a diffondersi ovunque: oltre ad essere rappresentato anche in altri teatri minori parigini, fu interpretato a Bordeaux da Vestris e Chameroy nel 1801, a Lione da Louis Duport e Emilie Collomb ancora nel 1801; secondo alcuni studiosi, arrivò in Russia nel 1800 allestito da Giuseppe Salomoni detto il Portogallo col titolo Vieille femme déçue al Teatro Petrovsky di Mosca (bruciato nel 1805 e in seguito, nel 1825, ricostruito come Bolshoi di Mosca); nel 1818 e ancora nel 1828 fu presentato come Lise et Colas ou l’inutile précaution al Teatro Imperiale Bolshoi di San Pietroburgo dall’allora maître de ballet del Teatro: l'allievo di Dauberval Charles Didelot. Ancora Aumer rimontò il balletto nel 1809 per il Burghteater di Vienna. Secondo Guest La Fille mal gardée era uno di quei pochi balletti in cui l’étoile dell’Opéra Fanny Bias, ospite nei teatri della provincia, sfoggiava una pionieristica tecnica delle punte, come certamente avvenne durante la serie di rappresentazioni del balletto che diede a Lione nell’autunno del 1819. Nel 1825 Hus aveva come allievo, a Napoli, il giovanissimo Antonio Guerra e lo scelse appena quindicenne per interpretare Colas in un revival de La Fille mal gardée curato da Louis Duport per il Teatro dei Fiorentini della città partenopea. Fu proprio in questa occasione che Guerra si distinse al punto da destare l’interessamento del Duca di Salerno, che gli avrebbe pagato gli studi, avviandolo a una fulgida carriera. Il balletto raggiunse la Svezia nel 1812 per restarvi oltre vent’anni, la Danimarca nel 1819 e New York nel 1828. L'anno precedente, il 1827, Filippo Taglioni aveva ripreso il balletto di Dauberval al Königliches Hoftheater di Stoccarda, presentandolo sotto il titolo Das schlecht bewachte Mädchen. Va segnalato che nella stagione 1814-15 Salvatore Taglioni debuttò al San carlo di Napoli come coreografo conuna sua Fille mal gardée e un Barbiere di Siviglia. Come detto, il lavoro subirà profondi rimaneggiamenti e col tempo la coreografia originale si sarebbe perduta nel suo complesso. Nel 1989 Ivo Cramer ha proposto al Théâtre Graslin di Nantes col Ballet du Rhin di Mulhouse una ricostruzione integrale del balletto originale, presentato col titolo iniziale Le Ballet de la paille, basandosi su uno spartito con la musica originale, annotato per mano dello stesso Dauberval. Il revival, con scene e costumi di Dominique Delouche ispirati ai disegni originali, è stato portato in tournée negli Stati Uniti dal Ballet du Rhin. Marino Palleschi Balletto.net Nella storia del balletto, La Fille Mal Gardée riveste un'importanza particolare. Forse non è stato il primo balletto in cui la gente comune è stata rappresentata in modo realistico, ma è stato il maggior successo ed è quindi sopravvissuto per rappresentare l'emancipazione del balletto dallo stile artificiale del diciottesimo secolo, con le sue preoccupazioni per gli dei e eroi della leggenda classica e la sua tendenza al sentimentalismo.
Il successo del balletto è dovuto al suo accurato ritratto di contadini, nonché al suo intrigo ben progettato che ha mantenuto viva l'azione senza intoppi. Nel corso del balletto, i giovani protagonisti, Lison e Colas, si muovono con disinvoltura nelle loro divertenti peripezie per riuscire ad incontrarsi, mentre la madre, Ragotte-Simone, fa del suo meglio per organizzare un matrimonio con Alain, il figlio del viticoltore. Le fiere hanno portato al pubblico personaggi e situazioni di questo tipo, e alcuni momenti ci ricordano un quadro di Chardin, come Ragotte che lancia la sua cuffia in faccia a Colas quando lo sorprende mentre cerca di vedere sua figlia, alzando il pugno contro Colas, brontolando a Lison e rimproverandoli entrambi. Si verificano molte scene della vita quotidiana della fattoria, che ci ricordano che queste persone sono reali: ceste di cibo vengono portate qua e là, zangole per il burro svolgono il loro lavoro vitale, vasi di panna vengono messi al posto giusto, i braccianti trasportano attrezzi agricoli attraverso vasti campi e filatoi e rocche occupano spazi importanti in casa. Tutti queste testimonianze di vita contadina ci mettono in contatto più stretto con il mondo reale del contadino francese, opposto al mondo idealizzato delle perfette pastorelle come si può vedere nelle Fétes Galantes di Watteau o nella fattoria di Marie-Antoinette, dove le signore vestivano in rasi e broccati. Sebbene Ragotte inizialmente s'immaginasse un buon partito nel ricco Alain (spesso interpretato come un sempliciotto), il realismo alla fine ha trionfato quando ha capito che Lison amava Colas e che l'amore, non il denaro, avrebbe dovuto vincere. Il balletto ricevette il titolo attuale dalla produzione londinese del 1791 al Panthéon. Fu presentato a Parigi nel 1803 alla Porte Saint-Martin, e nel 1828 all'Opéra, Jean Aumer fece rivivere La Fille con una diversa partitura di Hérold. La nuova coreografia ha portato freschezza e vitalità a La Fille, che viene mantenuta nel repertorio di diverse compagnie di balletto contemporaneo. Judith Chazin-Bennahum Dance in the shadow of the guillotine Southern Illinois University Press (1988) CURIOSITA'
BALLETTI CORRELATI
Le ballet de la paille, ou Il n’est qu’un pas du mal au bien Jean Dauberval (1789)
La Fille mal gardée Jean Dauberval (1791) La figlia mal custodita Antoine Titus (1798) La Fille mal gardée James Harvey d’Egville (1799) La Fille mal gardée Eugène Hus (1803) Das übelgehütete Mädchen Jean-Pierre Aumer (1809) La Précaution inutile ou Lise et Colin Charles-Louis Didelot (1818) La Fille mal gardée Jean-Pierre Aumer (1828) La Fille mal gardée Jules Perrot (1854) Das schlecht bewachte Mädchen Paolo Taglioni (1864) La Précaution inutile Marius Petipa e Lev Ivanov (1885) La Fille mal gardée o La Précaution inutile Aleksandr Gorsky (1903)(1922) La Fille mal gardée Anna Pavlova (1912) La Fille mal gardée Asaf Messerer e Igor Moiseyev (1930) La Fille mal gardée Bronislava Nijinska (1940) La Fille mal gardée Alexandra Balachova (1946) La Fille mal gardée Alicia Alonso (1952) The Wayward Daughter Frederick Ashton (1960) La Fille mal gardée Joseph Lazzini (1962) La Fille mal gardée Heinz Spoerli (1981) La Fille mal gardée Ivo Cramer (1981) La Fille mal gardée o La Précaution inutile Oleg Vinogradov (1989) La Fille mal gardée Sergei Vikharev (2015) |
NELLO STESSO ANNO...
1789 La morte di Ercole (Francesco Clerico) Alceste ou le Triomphe de l’amour conjugal (Jean Georges Noverre) Les Pêcheurs (Antoine Bournondivers) Héro et Léandre (Louis Jacques Jessé Milon) Le Bourgeois Gentilhomme (Charles Le Picq) Fedra (Gaspare Angiolini) Amour et Psyché (Gaspare Angiolini) 1791 La Mort d’Hercule (Gaetano Vestris) Bacchus et Ariane (Pierre Gardel) Les Métamorphoses (Claus Nielsen Schall) Raoul Signore di Crechi (Salvatore Viganò) Roger et Bradamante (Jean Georges Noverre) Télémaque dans l’isle de Calypso (Jean Dauberval) Zélia ou le Mari à deux femmes (Prosper Didier Deshayes) Medée et Jason (Charles Le Picq) La Fête villageoise (Jean Dauberval) |