Alicia Alonso
Don Quijote
06-07-1988 - Cuba, Gran Teatro de La Habana
Balletto in tre atti e un Prologo
Coreografia: Alicia Alonso (direzione artistica e coreografica) Martha García e María Elena Llorente, basata sull'originale di Marius Petipa e la successiva di Alexander Gorsky
Musica: Ludwig Minkus
Direttore d'orchestra:
Libretto: Salvador Fernández tratto dal romanzo di Miguel de Cervantes: El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha
Scene e costumi: Salvador Fernández
Luci: Alfredo Rodríguez
CAST
Don Chisciotte, cavaliere errante: Rafael Padilla
Sancho Panza, suo scudiero: Gabriel Sánchez
Dulcinea, amore immaginario di Don Chisciotte:
Kitri: Ofelia González
Basilio, barbiere: Lázaro Carreño
Espada, torero: José Zamorano
Mercedes, sua fidanzata: Gloria Hernández
Lorenzo, padre di Kitri e proprietario della locanda: José Medina
Gamache, ricco nobile: Álvaro Carreño
Regina delle Driadi: Gladys Acosta
Amore: Ana Leyte
Juanita e Piquilla, amiche di Kitri:
Capo degli zingari:
Graciosa, sua figlia:
Ballet Nacional de Cuba
Coreografia: Alicia Alonso (direzione artistica e coreografica) Martha García e María Elena Llorente, basata sull'originale di Marius Petipa e la successiva di Alexander Gorsky
Musica: Ludwig Minkus
Direttore d'orchestra:
Libretto: Salvador Fernández tratto dal romanzo di Miguel de Cervantes: El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha
Scene e costumi: Salvador Fernández
Luci: Alfredo Rodríguez
CAST
Don Chisciotte, cavaliere errante: Rafael Padilla
Sancho Panza, suo scudiero: Gabriel Sánchez
Dulcinea, amore immaginario di Don Chisciotte:
Kitri: Ofelia González
Basilio, barbiere: Lázaro Carreño
Espada, torero: José Zamorano
Mercedes, sua fidanzata: Gloria Hernández
Lorenzo, padre di Kitri e proprietario della locanda: José Medina
Gamache, ricco nobile: Álvaro Carreño
Regina delle Driadi: Gladys Acosta
Amore: Ana Leyte
Juanita e Piquilla, amiche di Kitri:
Capo degli zingari:
Graciosa, sua figlia:
Ballet Nacional de Cuba
TRAMA
Prologo
Nella Spagna conquistata dai francesi all’inizio del XIX secolo, i contadini si riuniscono davanti alle statue di Don Chisciotte e di Sancho Panza per chiedere loro aiuto e protezione. L’invocazione di tutti riporta in vita lo spirito del nobile cavaliere che ha sempre difeso l’amore, la libertà e la giustizia. L’immagine della sua amata Dulcinea tra la folla, evocazione dell’amore ideale, commuove il cavaliere, che risponde al richiamo della gente insieme al suo fidato scudiero.
Atto I
In una piazza castigliana inizia a radunarsi molta gente. Kitri, la figlia di Lorenzo, proprietario della locanda, flirta con il suo innamorato Basilio, il barbiere. Lorenzo li scopre e, alla richiesta dei due amanti di potersi sposare, rifiuta: la ragazza non può avere un marito povero. L’arrivo di Gamache, un nobile ricco “francesizzato”, accompagnato dai suoi collaboratori, è mal visto dagli abitanti, che lo scherniscono. È venuto a chiedere la mano della bella Kitri. Lorenzo acconsente: sarebbe onorato di avere un genero così altolocato, ma Kitri non vuole assolutamente sposare l’uomo. Lorenzo, imbarazzato, fa accomodare Gamache nella locanda. La folla acclama l’arrivo dei toreri. Uno di loro è Espada, accompagnato dalla sua innamorata, Mercedes. Tutti ballano e gioiscono all’arrivo di Don Chisciotte e di Sancho Panza; gli abitanti li invitano a entrare nella locanda. Graciosa, una zingara, viene accusata di aver rubato un frutto, ma Kitri la difende. Intanto la folla gioca con Sancho Panza e Don Chisciotte si unisce al banchetto. Il cavaliere crede di aver trovato la sua amata Dulcinea quando incontra Kitri e rimane affascinato dalla sua bellezza; intanto proseguono le danze. Lorenzo cerca sua figlia per fare un annuncio formale del fidanzamento con Gamache, Basilio si oppone ma viene bloccato. Grazie all’intervento di Don Chisciotte, in mezzo alla confusione generale Kitri e Basilio riescono a scappare, seguiti dal cavaliere e dal suo fedele amico.
Atto II
Scena I. Scappando da Lorenzo e Gamache, i due innamorati, Kitri e Basilio, raggiungono un accampamento di zingari. Il capo e sua figlia Graciosa danno loro il benvenuto; la giovane zingara e Kitri si riconoscono; intanto giungono Don Chisciotte e Sancho Panza. Lorenzo e Gamache, alla ricerca dei due amanti, irrompono nell’accampamento e li fanno prigionieri, ma Basilio riesce a scappare. Don Chisciotte, dispiaciuto per l’accaduto, attacca un mulino a vento con la lancia, credendolo un pericoloso gigante. Il cavaliere affronta la battaglia ad armi impari e viene disarcionato dal suo cavallo; Sancho si precipita in suo aiuto.
Scena II. Per il colpo subìto, Don Chisciotte è in preda ad allucinazioni e crede di vedere Dulcinea seguita da Amore e dalle Driadi guidate dalla loro regina. Dulcinea, nelle sembianze di Kitri, conforta il cavaliere e prevede la vittoria di Amore. Lui si sveglia all’arrivo di Sancho Panza.
Atto III.
Il matrimonio obbligato di Kitri con Gamache è alle porte. Tra gli ospiti, anche Don Chisciotte, Sancho Panza, Mercedes ed Espada. Un personaggio misterioso, coperto da un mantello, irrompe nella cerimonia: è Basilio, che simula un suicidio. Kitri, capendo il trucco, chiede di sposarlo come ultimo desiderio prima che il giovane muoia e Don Chisciotte, appoggiato dagli altri ospiti, intercede per loro. L’officiante benedice l’unione di Kitri e Basilio e quest’ultimo subito dopo rivela il suo inganno. Gamache viene allontanato. Dopo aver aiutato la giovane a riconciliarsi con il padre e augurando felicità eterna ai novelli sposi, il cavaliere errante parte con il suo fedele amico alla ricerca di nuove avventure.
dal libretto di sala de il "Don Chisciotte"
Ballet Nacional de Cuba
Teatro Regio di Torino, Stagione d'Opera e di Balletto. 2014-2015
Nella Spagna conquistata dai francesi all’inizio del XIX secolo, i contadini si riuniscono davanti alle statue di Don Chisciotte e di Sancho Panza per chiedere loro aiuto e protezione. L’invocazione di tutti riporta in vita lo spirito del nobile cavaliere che ha sempre difeso l’amore, la libertà e la giustizia. L’immagine della sua amata Dulcinea tra la folla, evocazione dell’amore ideale, commuove il cavaliere, che risponde al richiamo della gente insieme al suo fidato scudiero.
Atto I
In una piazza castigliana inizia a radunarsi molta gente. Kitri, la figlia di Lorenzo, proprietario della locanda, flirta con il suo innamorato Basilio, il barbiere. Lorenzo li scopre e, alla richiesta dei due amanti di potersi sposare, rifiuta: la ragazza non può avere un marito povero. L’arrivo di Gamache, un nobile ricco “francesizzato”, accompagnato dai suoi collaboratori, è mal visto dagli abitanti, che lo scherniscono. È venuto a chiedere la mano della bella Kitri. Lorenzo acconsente: sarebbe onorato di avere un genero così altolocato, ma Kitri non vuole assolutamente sposare l’uomo. Lorenzo, imbarazzato, fa accomodare Gamache nella locanda. La folla acclama l’arrivo dei toreri. Uno di loro è Espada, accompagnato dalla sua innamorata, Mercedes. Tutti ballano e gioiscono all’arrivo di Don Chisciotte e di Sancho Panza; gli abitanti li invitano a entrare nella locanda. Graciosa, una zingara, viene accusata di aver rubato un frutto, ma Kitri la difende. Intanto la folla gioca con Sancho Panza e Don Chisciotte si unisce al banchetto. Il cavaliere crede di aver trovato la sua amata Dulcinea quando incontra Kitri e rimane affascinato dalla sua bellezza; intanto proseguono le danze. Lorenzo cerca sua figlia per fare un annuncio formale del fidanzamento con Gamache, Basilio si oppone ma viene bloccato. Grazie all’intervento di Don Chisciotte, in mezzo alla confusione generale Kitri e Basilio riescono a scappare, seguiti dal cavaliere e dal suo fedele amico.
Atto II
Scena I. Scappando da Lorenzo e Gamache, i due innamorati, Kitri e Basilio, raggiungono un accampamento di zingari. Il capo e sua figlia Graciosa danno loro il benvenuto; la giovane zingara e Kitri si riconoscono; intanto giungono Don Chisciotte e Sancho Panza. Lorenzo e Gamache, alla ricerca dei due amanti, irrompono nell’accampamento e li fanno prigionieri, ma Basilio riesce a scappare. Don Chisciotte, dispiaciuto per l’accaduto, attacca un mulino a vento con la lancia, credendolo un pericoloso gigante. Il cavaliere affronta la battaglia ad armi impari e viene disarcionato dal suo cavallo; Sancho si precipita in suo aiuto.
Scena II. Per il colpo subìto, Don Chisciotte è in preda ad allucinazioni e crede di vedere Dulcinea seguita da Amore e dalle Driadi guidate dalla loro regina. Dulcinea, nelle sembianze di Kitri, conforta il cavaliere e prevede la vittoria di Amore. Lui si sveglia all’arrivo di Sancho Panza.
Atto III.
Il matrimonio obbligato di Kitri con Gamache è alle porte. Tra gli ospiti, anche Don Chisciotte, Sancho Panza, Mercedes ed Espada. Un personaggio misterioso, coperto da un mantello, irrompe nella cerimonia: è Basilio, che simula un suicidio. Kitri, capendo il trucco, chiede di sposarlo come ultimo desiderio prima che il giovane muoia e Don Chisciotte, appoggiato dagli altri ospiti, intercede per loro. L’officiante benedice l’unione di Kitri e Basilio e quest’ultimo subito dopo rivela il suo inganno. Gamache viene allontanato. Dopo aver aiutato la giovane a riconciliarsi con il padre e augurando felicità eterna ai novelli sposi, il cavaliere errante parte con il suo fedele amico alla ricerca di nuove avventure.
dal libretto di sala de il "Don Chisciotte"
Ballet Nacional de Cuba
Teatro Regio di Torino, Stagione d'Opera e di Balletto. 2014-2015
GALLERY
APPROFONDIMENTO
Danzare da radici comuni
Tra le molteplici rappresentazioni delle opere tradizionali della danza classica che il balletto cubano ha contribuito al repertorio nella scena internazionale, un posto di rilievo occupa la coreografia del balletto Don Chisciotte, che con la direzione artistica e coreografica di Alicia Alonso venne presentato a L'Avana nel 1988, e da allora ha ricevuto elogi dalla critica specializzata e dal pubblico di diversi continenti; e ha avuto una calorosa accoglienza in Spagna. Tuttavia, è interessante notare che, nonostante Alicia Alonso avesse creato il Ballet Nacional de Cuba nel 1948, e fosse già da molto tempo una celebre interprete di un frammento dell’opera - il noto pas de deux -, la versione completa del balletto è rimasta assente dal repertorio della compagnia cubana per quasi quattro decenni, mentre veniva frequentemente programmata dalle più importanti compagnie di danza di diversi paesi. Questo, tuttavia, era dovuto a potenti ragioni, spiegate da Alicia Alonso in un testimonianza che ho avuto il piacere di raccogliere personalmente, rimasta praticamente inedita, e che oggi sono felice di condividere. così si è espressa Alicia Alonso: Prendere come base di un montaggio scenico un'opera famosa della letteratura universale è sempre un compito estremamente impegnativo, e i risultati sono solitamente controversi. Fin dai primi anni della mia carriera ho spesso interpretato il famoso pas de deux del terzo atto del balletto Don Chisciotte. Ho lavorato su questo popolare frammento del balletto di Marius Petipa, basandomi su fonti affidabili riguardo alla tradizione e allo stile. Il mio Maestro era Anatole Oboukhoff, e ho anche ricevuto consigli da Alexandra Fedorova, la famosa insegnante, ex stella del Teatro Mariinsky, nonché moglie di un fratello del coreografo Michel Fokine. In quegli anni non era tuttavia ancora comune la rappresentazione completa del balletto Don Chisciotte. Quando fondai il Balletto Nazionale di Cuba nel 1948 - continua Alicia Alonso - mi assunsi il compito di inserire nel repertorio della compagnia le versioni complete delle grandi opere del repertorio tradizionale, ma non ho affrettato la scelta del balletto Don Chisciotte. Avevo studiato le diverse versioni dell'opera e approfondito i dettagli sull'evoluzione di questo balletto fin dalla sua prima messa in scena nell’originale di Petipa. Tuttavia, gravava su di me l’opera letteraria originale di Miguel de Cervantes e Saavedra: L'ingegnoso gentiluomo Don Chisciotte della Mancia. Quest’opera è forse il più grande monumento della letteratura in lingua spagnola e un'opera emblematica per la sua filosofia e la sua rilevanza culturale. Era alla base della nostra cultura, del linguaggio in cui ci esprimiamo, e mi ci è voluto uno sforzo per conciliare la profondità della creazione cervantina con il tradizionale balletto Don Chisciotte, che pur portando il nome del romanzo di Cervantes, si trattava solo di un grande divertimento, concepito sulla base di un episodio del racconto: le famose Nozze di Camacho. D'altro canto, oltre all'innegabile eccellenza coreografica e alla ricchezza dello stile di Petipa, ho riscontrato incoerenze musicali rispetto alle danze di ispirazione spagnola ricreate nella coreografia e, non di rado, una mancanza di logica drammaturgica. Ma ciò che mi è sembrato del tutto inaccettabile è stato il trattamento generalmente riservato al personaggio di Don Chisciotte, che, secondo le nostre concezioni, meritava maggiore presenza e rispetto. Nonostante queste riserve, la continua preferenza del pubblico e l’indubbia importanza del titolo nel repertorio tradizionale, mi hanno spinto a continuare a lavorare sull’idea di mettere in scena questo balletto. Alla fine degli anni '80 del secolo scorso, ho finalmente deciso di incorporare l'opera nel repertorio del Balletto Nazionale di Cuba, e con questo obiettivo ho organizzato un'équipe, composta da alcuni dei più importanti specialisti della compagnia, in maniera che si potesse cominciare a realizzare, sotto la mia supervisione, una degna messa in scena del Don Chisciotte, che, realizzata a Cuba, sarebbe stata la prima versione professionale creata da una compagnia con lingua e cultura di radici iberiche. La Alonso si riferisce qui al libretto affidato al designer Salvador Fernández, autore anche delle scenografie; e alle due prime ballerine, entrambe interpreti eccezionali del personaggio di Quiteria (Kitri): Marta García e María Elena Llorente, che hanno lavorato intensamente con lei, fornendo supporto al montaggio coreografico. E Alicia Alonso continua: I principi guida che abbiamo stabilito per questa produzione sono stati i seguenti: 1. Rispetto per la tradizione e lo stile, nonché per quegli aspetti coreografici che, secondo un consenso generale, corrispondevano a quanto creato da Marius Petipa; e persino, assimilare i validi contributi della versione successiva del russo Alexander Gorski; 2. Un modo più chiaro e dinamico, nella narrazione della trama su cui si basa il balletto, e una sua sintesi più accessibile allo spettatore contemporaneo; 3. Valutazione più equa della figura di Don Chisciotte, che ci permetta di apprezzare i tratti dell'idiosincrasia e della filosofia del personaggio; 4. Raggiungere una coerenza musicale tra gli elementi delle danze popolari spagnole ricreate nella coreografia e le arie musicali composte da Minkus; 5. Incorporare la tecnica classica nel suo sviluppo attuale, raggiungendo un virtuosismo brillante, seppur sempre legato allo stile e alla drammaturgia; e 6. Durante la creazione del libretto, non intaccare il carattere altamente divertente dell'opera di balletto, così come concepito da Marius Petipa. Ciò può accadere quando si cerca di incorporare elementi del romanzo di Cervantes che, sebbene validi di per sé, non corrispondono al carattere di divertimento dato da Petipa alla sua opera. La realizzazione di questi principi è stato l’obiettivo che ci siamo sempre prefissati nella versione cubana del balletto Don Chisciotte, e costituiscono la base del nostro incessante lavoro con l’opera sin dalla sua prima nel 1988. Ora, quali erano gli antecedenti che hanno portato alla realizzazione della versione cubana di Don Chisciotte? In realtà, i tentativi di portare sulla scena il tema cervantino attraverso la danza sono stati molteplici e risalgono a Parigi nel 1665; altri tentativi furono fatti a Vienna, nel 1740; A volte i tentativi furono fatti da celebrità, come Jean-George Noverre a Vienna, August Bournonville in Danimarca, persino la famiglia Taglioni in Italia e Germania. Tuttavia nessuno di loro è riuscito a lasciare un’impronta duratura nel tempo. Il maggior successo arriva con il francese Marius Petipa, anche lui con una lunga carriera in Russia. Nel 1869 crea la sua prima versione al Teatro Bolshoi e presenta una nuova messa in scena al famoso Mariinskij di San Pietroburgo nel 1871, sulla base della quale Alexander Gorski avrebbe poi realizzato la sua versione. Nel XX secolo, anche se seguendo altre strade, vanno menzionate le coreografie di Ninette de Valois a Londra nel 1950 e di George Balanchine a New York nel 1963. Nonostante la profusione di allestimenti, è un fatto storico che quello creato da Marius Petipa, autore anche di capolavori con altri balletti classici, racchiudesse abbastanza virtù da poter essere definito il più compiuto di tutti. Il suo lavoro onorava quanto affermato da André Levinson riguardo all’opera di Cervantes, il quale ha sottolineato che questa “costituisce un vero reliquiario di forme coreografiche”. In relazione al lavoro svolto da Alicia Alonso, in esso sono impliciti i suoi concetti applicati nella creazione di altre versioni di successo di opere della tradizione classica e romantica dell'arte del balletto, sulla base degli elementi coreografici originali ereditati dalla tradizione. Questi hanno ricevuto elogi sia dalla critica che dagli artisti del balletto e dal pubblico in tutto il mondo. Ricordiamo Giselle, Coppélia e Il lago dei cigni, tra gli altri. Le sue caratteristiche più notevoli sono: l'autenticità dello stile, la coerenza della sua drammaturgia e la ricchezza del vocabolario coreografico. Alcuni dei teatri più famosi del mondo - come l'Opera di Parigi, la Scala di Milano, il Teatro San Carlo di Napoli, l'Opera di Vienna e il Teatro Colón di Buenos Aires, tra gli altri - hanno incluso nel loro repertorio la versione cubana di alcune di queste opere. Cosa le differenzia da altre rappresentazioni che si tengono frequentemente sui palcoscenici del mondo? All'interno della linea artistica tracciata da Alicia Alonso, è decisiva la sincera convinzione nella validità dei classici e nella loro funzionalità per il pubblico contemporaneo. E per farlo, si parte dalla consapevolezza che, all’interno della cristallizzazione delle forme che ogni classico comporta, esiste anche uno sviluppo permanente. Senza cambiare l'essenza del classico, è presente una dinamica speciale, un processo di cambiamento regolato dalle sue stesse leggi, in cui vengono assimilati i nuovi elementi che emergono nello sviluppo storico. Si rispetta lo stile, lo spirito dell’epoca e le convenzioni più essenziali, ma si assimilano anche i nuovi elementi che contribuiscono all’evoluzione della danza in generale e delle altre arti, come il teatro drammatico, le arti plastiche, la musica e persino il cinema. Un classico è una forza vitale quando coloro che lo rappresenteranno sanno guardare alla tradizione con occhi contemporanei, cogliendo lo spirito del tempo senza dimenticare, tuttavia, che il pubblico che assisterà allo spettacolo, così come i ballerini, appartiene a questo tempo. La ricostruzione storica non viene fatta per un museo, ma piuttosto l'arte di altri tempi continua a presentarsi davanti al pubblico come un'espressione vitale nella quale è possibile identificarsi, e con questo concetto Alicia Alonso ha sviluppato la sua versione di Don Chisciotte, che si caratterizza per dinamismo, freschezza e, a differenza di molte altre versioni, mantiene per tutto il prologo e i tre atti in cui è suddiviso, un autentico rispetto per il folklore, soprattutto nelle danze di carattere, che sebbene stilizzate per la scena del balletto cubano, conservano un autentico sapore spagnolo. La prima cosa che risalta nel Quijote cubano è il fatto che per la prima volta la coreografia ispirata a questo personaggio enfatizza il suo protagonismo attraverso la danza e l’azione scenica. Come in altre opere del grande repertorio tradizionale, con la sua messa in scena del Don Chisciotte , Alicia Alonso ha lasciato in eredità al mondo una versione coreografica efficace, dotata di uno spettacolare senso dell'equilibrio, che ha tra i suoi maggiori meriti l'essere riuscita a rendere un titolo tradizionalmente riservato a esibizioni virtuose, un'opera fedele allo spirito cervantino, ma soprattutto autenticamente spagnola. La versione cubana del Don Chisciotte è stata molto apprezzata dalla critica. Jean Robin, personalità del balletto francese, creatore e direttore del Festival di Danza di Parigi, ha dichiarato lo stesso anno della sua prima di considerare la produzione di Alicia Alonso la migliore versione che avesse mai conosciuto. Jennie Schulman, critica americana, ha scritto su Back Stage, nel 2003, che era la più spettacolare e la migliore interpretazione del tema. Anna Kisselgoff, nello stesso anno, ha affermato sul New York Times che si tratta di una produzione ricca di motivazioni drammatiche, i cui dettagli spiegano molto sulla trama. Inoltre l’inglese Jane King scriveva nel 1989: “La messa in scena ha mostrato una rara combinazione di pura disciplina e fascino irresistibile”. E nei paesi dell'America Latina, la versione di Alicia Alonso del balletto Don Chisciotte è stata acclamata calorosamente. Basti pensare all'Argentina, dove nel 2007 l'Associazione dei Cronisti dello Spettacolo gli ha assegnato il Premio per il Miglior Spettacolo Straniero presentato in quel paese. E proprio a Buenos Aires il quotidiano La Nación aveva pubblicato una critica di Susana Freire, apparsa nel dicembre 2006, in cui si affermava: Nella messa in scena cubana del Don Chisciotte è stata esaltata la figura del personaggio centrale: il Signor Gentiluomo Don Chisciotte della Mancia, che in altre versioni è stato trattato in maniera minimizzata, senza mostrare che in realtà risulta essere lui il personaggio principale […] Pertanto, rimane in scena per tutta l’opera, interagendo con gli altri personaggi, a mostrare il suo suggello appassionato e sognante che lo contraddistingue e lo fa trascendere il tempo. Ma desidero concludere con le opinioni di due spagnoli, a cominciare con questa di Mercedes Rico sul quotidiano El País, nel 1989: Alonso e i suoi collaboratori hanno fatto molto di più che “togliere la polvere” al classico russo: se ne sono appropriati e, con il dovuto rispetto per il Maestro Petipa, hanno dato al vecchio balletto l'unità drammatica e stilistica che gli è sempre mancata. In primo luogo, è stato possibile dare alla storia una struttura coerente e teatralmente efficace collocando l'azione nel momento stesso della nascita del mito romantico della Spagna, durante l'invasione napoleonica - la comparsa di Don Chisciotte è giustificata da un appello del popolo, che, nel suo turbamento, va a chiedere aiuto alla sua statua -. Sia il trattamento coreografico che quello visivo derivano da questa scelta iniziale: l’ambiente del villaggio e delle danze popolari è deliberatamente goyesco, mentre quello della danza più formale delle driadi è chiaramente romantico, il che rappresenta una scoperta definitiva. E un altro personalità spagnola, il poeta e giornalista Santiago Castelo, ha raccontato al quotidiano ABC nel 1988: Come spagnolo e cervantista, provavo una straordinaria aspettativa per questa versione di Don Chisciotte . […] E il pubblico spagnolo, - così sensibile ed esigente di fronte a questo tema ballettistico che gli è così vicino - ha applaudito calorosamente la versione cubana sotto la direzione artistica di Alicia Alonso. […] Il Balletto Nazionale di Cuba ha realizzato uno dei Chisciotte più belli della storia della danza. […] La bellezza di questo particolare approccio al romanzo immortale di Cervantes, le sue proposte e il successo con cui vengono realizzate, la visione particolare – e generosa – del cavaliere dalla triste figura, la messa in scena dei gruppi di danza, mi hanno trattenuto sulla sedia fino alla fine, incantato e gioioso. […] In questa versione sfilavano Goya e tutto il suo mondo allo stesso tempo decadente e rivoluzionario, e sfilavano le incisioni di Gustavo Doré e le danze popolari, come vengono intese in Spagna. E anche Don Chisciotte – che in alcune versioni viene crudelmente ridicolizzato – qui ci appare trattato con comprensione e tenerezza. Un dettaglio degno anch'esso di gratitudine. […] Se come spagnolo mi sento a Cuba come a casa mia, con questo Don Chisciotte ho osservato con gioia come il popolo cubano, quando crea una versione di un tema spagnolo, lo faccia con amore partendo da radici comuni. E questo si nota. Pedro Simon Martinez Conferenza tenuta al Museo Nacional de Bellas Artes il 15 giugno 2023, come parte della programmazione del XXX Festival La Huella de España. https://www.lajiribilla.cu/danzar-desde-la-raiz-comun/ CURIOSITA'
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