Leonid Lavrovsky
Il racconto del fiore di pietra, op. 118
[skaz o kamjennom tsvjetkje, soch. 118]
12-02-1954 - Mosca, Bolshoi Theater
Balletto in quattro atti e otto scene con prologo ed epilogo
Coreografia: Leonide Lavrovsky
Musica: Sergej Prokofiev
Direttore d'orchestra: Yuri Fayer
Libretto: Mira Mendelssohn-Prokofieva e Leonid Lavrovsky dalla raccolta «Il Cofanetto di Malachite» di Pavel Petrovich Bazhov
Scene: Tamara Starzhenetskaya
Costumi:
CAST
Katerina: Galina Ulanova
Regina della Montagna di Rame: Maja Plisetskaja
Severjan: Aleksei Yermolayev
Danila: Vladimir Preobrajenski
Prokopjic: Serge Koren?
Ognevushka-Poskakushka, lo spiritello del fuoco:
Balletto del Bolshoi
Coreografia: Leonide Lavrovsky
Musica: Sergej Prokofiev
Direttore d'orchestra: Yuri Fayer
Libretto: Mira Mendelssohn-Prokofieva e Leonid Lavrovsky dalla raccolta «Il Cofanetto di Malachite» di Pavel Petrovich Bazhov
Scene: Tamara Starzhenetskaya
Costumi:
CAST
Katerina: Galina Ulanova
Regina della Montagna di Rame: Maja Plisetskaja
Severjan: Aleksei Yermolayev
Danila: Vladimir Preobrajenski
Prokopjic: Serge Koren?
Ognevushka-Poskakushka, lo spiritello del fuoco:
Balletto del Bolshoi
TRAMA
Prologo
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Prologo
La Signora della Montagna di Rame Danilo e la sua opera |
Atto I
Danilo è allievo e figlio adottivo del vecchio artigiano Prokopyich, che taglia le pietre semipreziose per le quali i monti Urali sono così famosi. Su incarico del padrone di casa Danilo ha realizzato uno splendido scrigno di malachite. Ma lo scalpellino non è soddisfatto della sua creazione perché non è riuscito a realizzare il suo caro sogno, quello di incarnare tutta la bellezza di un vero fiore nella pietra. E anche il pensiero del suo prossimo fidanzamento con la sua amata Katerina non può disperdere le malinconiche riflessioni di Danilo sul suo fallimento. Nella casa della prima si celebra il fidanzamento di Danilo e Katerina. Katerina dice addio ai suoi amici. Gli ospiti si abbandonano ai vecchi balli tradizionali. Ma al culmine di tutta questa baldoria compare il venditore Severjan, che tutti odiano. Chiede a Danilo di consegnargli la malachite ordinata ma Danilo si rifiuta di dare lo scrigno al venditore poiché pensa che il suo lavoro non sia degno di un buon tagliapietre. Quando Severjan se ne va, Prokopyich racconta un'antica leggenda sulla potente Signora della Montagna di Rame tra i cui possedimenti vi è un meraviglioso fiore di pietra. Chi vede questo fiore arriva a conoscere cos'è la vera bellezza e diventa un grande maestro nella creazione di tutte le cose belle. Danilo è affascinato da ciò che sente e il suo più grande desiderio ora è vedere di persona questo fiore. Prendendo un martello fa a pezzi lo scrigno di malachite e parte per le montagne. |
Atto I, Scena I
La ricerca del fiore di Danilo Danila incontra gli abitanti del villaggio Scena e duetto lirico di Katerina e Danilo Intermezzo I. Scena di Severjan e i lavoratori Scena 2 Girotondo La separazione di Katerina dalle sue amiche Danza delle fanciulle Danza di Danilo Danza degli scapoli Ingresso di Severjan Discussione sul fiore di pietra Scena lirica di Katerina e Danilo Riflessioni di Danilo Scena 3 La Signora della Montagna di Rame trascina con sé Danila |
Atto II
La Signora della Montagna di Rame apre le porte del suo palazzo all'inaspettato ospite e gli mostra le sue innumerevoli ricchezze. Pietre preziose e semipreziose luccicano tutt'intorno allietando gli occhi di chi guarda. Danilo prega la Padrona di mostrargli il fiore di pietra. La Padrona pone diverse prove all'artigiano, sforzandosi di scoprire la forza del suo amore per Katerina e la sua indifferenza alla tentazione della ricchezza. Danilo supera tutte queste prove e la Padrona finalmente gli mostra il miracoloso fiore di pietra. Nel frattempo Katerina rifiuta il corteggiamento di Severjan e attende fedelmente il ritorno del suo promesso sposo. Qualche presentimento le dice che Danilo è viva e continua ad amarla. |
Atto II, Scena 4
La Signora della Montagna di Rame mostra a Danilo le ricchezze della terra Duetto della Signora e Danilo (prima prova) Valzer di diamanti e scena (seconda prova) Danza delle gemme russe ( terza prova) Valzer Monologo di Danilo e risposta della Signora La Signora mostra a Danilo il fiore di pietra Severjan e gli operai. L'avvertimento della Signora Scena 5 Danza e scena di Katerina (pensieri su Danilo) L'arrivo di Severjan Dove sei, Danilushka? L'apparizione della Signora e la gioia di Katerina |
Atto III
Nella sua ricerca di Danilo, Katerina arriva alla fiera. Tutt'intorno a lei ci sono persone che vendono le loro merci. Vede Severjan, circondato da zingari e ubriaconi e lui la assilla con le sue attenzioni ma la gente la difende e lei scappa. Nella sua rabbia Severjan si precipita dietro di lei ma invece di Katerina si trova faccia a faccia con la stessa Signora della Montagna di rame. Invita Severian a seguirla in montagna con lei e qui il ladro ottiene ciò che merita: viene inghiottito dalla terra che si è aperta per ordine della Signora. |
Atto III
Scena 6 Rapsodia degli Urali Intermezzo Danza russa Scena 7 Danza gitana Danza di Severjan Assolo e coda generale dei gitani Fuga di Katerina e furia di Severjan Apparizione della Signora e scena di Severjan che non può muovere i piedi dalla terra Severjan segue la Signora La morte di Severjan |
Atto IV
Katerina continua la sua ricerca di Danilo e va in montagna a cercarlo. Una creatura fatata allegra e maliziosa, Ognevushka-Poskakushka (Fata del fuoco) la conduce nel regno della Signora della Montagna di Rame. Dopo aver superato una serie di prove, Katerina incontra finalmente Danilo, che la Padrona libera dal suo incantesimo e permette di tornare a casa sua e alla sua gente, sommergendo la giovane coppia di doni preziosi provenienti dalle viscere della terra. |
Atto IV
scena 8 Katerina accanto al fuoco desidera ardentemente Danilo Scena e danza di Katerina con Ognevushka-Poskakushka Katerina segue Ognevushka-Poskakushka Scena 9 Dialogo di Katerina con la Signora Danilo pietrificato La gioia dell'incontro di Katerina e Danilo La signora della montagna di rame riempie di doni Katerina e Danilo Epilogo |
E. Dolinskaya
Testo descrittivo dell'LP
A Fairy-Tale of Stone Flower
di Sergei Prokofiev
Мelodia (33Д-023391-96) URSS
Testo descrittivo dell'LP
A Fairy-Tale of Stone Flower
di Sergei Prokofiev
Мelodia (33Д-023391-96) URSS
GALLERY
APPROFONDIMENTO
Kamenny Tsvetok, titolo originale russo, si basa su una fiaba tradizionale dei monti Urali, raccolta da Pavel
Bazhov sotto il titolo Lo scrigno di malachite. Fiore di pietra, L'ultimo dei nove balletti composti da Prokofiev, non fu completato dall'autore (che si spense il 5 marzo 1953) e due numeri della partitura furono strumentati da Dimitri Kabalevskij. Si trattava di un'elaborazione di vecchi racconti, tratti da leggende popolari, utilizzanti musiche folcloristiche e canti russi. A dispetto della spropositata lunghezza dello spettacolo (in totale circa tre ore di durata), la trama è semplice. Nella coreografia di Lavrovsky, si narra l'amore di due giovani (Danilo e Katerina) ostacolato da un signorotto del luogo, amore messo alla prova e poi favorito dalla regina della Montagna di Rame. Sia che si svolga nel villaggio, sia che vaghi nella montagna o sottoterra, dove la regina nasconde le sue pietre preziose e il fiore che impietrisce chiunque lo guardi, la vicenda offre molte occasioni per creare affascinanti colpi di scena. II balletto, inizialmente, non ebbe successo. Ci riprovó Juri Grigorovic con una nuova produzione per il Balletto Kirov di Leningrado, prima rappresentazione 27 aprile 1957, in una versione che fu poi riprodotta per il Balletto del Bolshoi e per il Balletto Reale Svedese nel 1962. In Italia, un importante allestimento andò in scena nel marzo 1973 al Teatro Comunale di Bologna per la coreografia di Loris Gai, prima rappresentazione l' 8 marzo 1973. Nella prima versione degne di nota le presenze di Galina Ulanova (Katerina), e Maja Plisetskaja (Regina della Montagna), mentre nella versione di Grigorovic quella di Irina Kolpakova (Katerina). Questo balletto, proprio del repertorio russo, trova un altro volto in una versione di Balanchine. Andrea Boi Balletto.net IL FRUTTO DI UN FATICOSO PROCESSO CREATIVO
Prokofiev iniziò a lavorare al balletto nel 1948, in un momento per lui molto difficile. Accusato di formalismo - il peggiore stigma possibile, nell'Unione Sovietica dell'immediato dopoguerra -, aveva perso la cattedra al Conservatorio ed era stato vittima di una vera e propria persecuzione: i suoi brani erano stati soppressi da tutti i concerti e gli spartiti ritirati da librerie e biblioteche. Per non dare adito a ulteriori sospetti, il compositore era ormai costretto a individuare i soggetti delle opere e dei balletti con particolare cautela. In questo senso, una fiaba popolare russa, con il suo corredo di danze folcloristiche collettive, poteva rappresentare una scelta politicamente innocua e sufficientemente patriottica da soddisfare gli zelanti burocrati dell'apparato sovietico. Insieme al coreografo Leonid Lavrovsky, con cui aveva collaborato in Romeo e Giulietta, Prokofiev aveva già valutato varie possibilità L'idea decisiva gli venne dalla seconda moglie Mira Mendelssohn, scrittrice e poetessa, che suggerì di musicare II cofanetto di malachite, una delle antiche leggende degli Urali trascritte da Pavel Bazhov (1879-1950) in una raccolta di grande successo. La medesima storia aveva già ispirato il primo film sovietico a colori, Il fiore di pietra presentato al Festival di Cannes del 1946. Fu poi la stessa Mira, assistita da Lavrovsky, a scrivere rapidamente la sceneggiatura. Dall'idea alla creazione Nel settembre del 1948 Prokofiev cominciò a lavorare allo spartito e in sei mesi ne completò la prima stesura. Lavrovsky nel frattempo era riuscito ad assicurarsi una commissione da parte del Teatro Bolshoi, ottenendo tra l'altro che al musicista fosse corrisposto un anticipo. Per questa ragione si sentì autorizzato a intervenire pesantemente nella composizione. Alla fine di marzo del 1949 lo spartito per pianoforte era pronto per essere sottoposto all'esame del Comitato per gli Affari Artistici. Fortunatamente ottenne un ottima accoglienza, ma la tensione, sommata alle preoccupazioni dell'anno precedente, fu tale che Prokofiev, subito dopo la prova, ebbe un ictus. Fu l'amico Shostakovich a intervenire perché venisse ammesso all'ospedale del Cremlino. Alla dimissione seguì un periodo di convalescenza in clinica, ma la salute del Maestro era ormai compromessa e nel settembre del 1950 ebbe una ricaduta. L'orchestrazione de Il fiore di pietra nel frattempo era stata in gran parte completata. Quasi subito erano tuttavia sorte delle difficoltà: i funzionarì del Bolshoi avevano cominciato a richiedere tagli e aggiunte e a muovere pesanti critiche. Prokofiev era riluttante a modificare la partitura, anche perche non aveva ancora visto un rublo del compenso previsto dal suo contratto. Il compositore, che necessitava di cure costanti, e la moglie si trovavano ormai in una situazione di effettiva difficoltà economica. Ciononostante continuò a lavorare con inalterato zelo. L'ultima annotazione del suo diario, datata 1° marzo 1953, riguarda proprio Il fiore di pietra: aveva ricevuto l'ennesima richiesta dal Bolshoi in merito all'orchestrazione e, nonostante il senso di umiliazione che aveva provato, aveva cercato di accontentare i dirigenti. Morì quattro giorni dopo. La strumentazione dei due brani del balletto ancora incompiuti venne portata a termine da Dmitri] Kabalevskij. Un esordio deludente La prima rappresentazione dello spettacolo ebbe luogo al Teatro Bolshoi il 12 febbraio 1954, con un cast di eccezionale prestigio che vedeva la grande Galina Ulanova, già acclamata interprete di Cenerentola e dí Romeo e Giulietta, nel ruolo di Katerina, la non meno famosa Maya Plisetskaya netta parte della Signora della Montagna di Rame, oltre a Vladimir Preobrajenskij (Danilo) e a Aleksej Yermolayev (Severyan). L'orchestra del Bolshoi era diretta da Juri Fayer. Nonostante la presenza dì amati artisti e la commossa aspettativa che sempre accompagna la prima di un'opera postuma, la serata fu un fiasco clamoroso, la cui responsabilità è tutta da addebitare al coreografo. Nella sua ossessione di creare un balletto 'sovietico e popolare', Lavrovsky, oltre a operare pesanti tagli alla partitura di Prokofiev, aveva infatti sottolineato eccessivamente gli aspetti riguardanti la lotta di classe. La sua finalità era quella di dimostrare come, prima della Rivoluzione, i 'padroni' - incarnati dal crudele Severyan - opprimessero il popolo degli Urali, con profusione di dettagli realistici a tutto detrimento dell'atmosfera magica e senza tempo che avrebbe dovuto caratterizzare una fiaba quale è, appunto, Il fiore di pietra. Dopo poche repliche, il balletto uscì di scena. Arianna Ghilardotti Testo tratto dal libretto del dvd Il Fiore di pietra, collana Invito al balletto, De Agostini CURIOSITA'
La favola «Il Fiore di Pietra» è la più famosa fra quelle contenute nel libro «Il Cofanetto di Malachite» scritto da Pavel Bazhòv, che ha basato le sue storie sulle favole dei minatori dei monti Urali. Gli Urali costituiscono la più antica catena montuosa della Russia e sono famosi per le pietre preziose ed i metalli, compresi quelli a base di oro e rame, come la malachite. Pavel Bazhòv raccoglieva e notava il folclore degli Urali e il suo primo libro «Le Storie vere degli Urali» uscì nel 1924. Nel 1939 uscì la sua prima raccolta di fiabe «Il Cofanetto di Malachite».
http://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=1435 BALLETTI CORRELATI
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