Jiří Kylián
Psalmensymphonie
24-11-1978 - Scheveningen, Circustheater
Balletto in un atto
Coreografia: Jiří Kylián
Musica: Igor Stravinsky (Symphonie de psaumes - À la gloire de Dieu, 1930)
Libretto:
Scene: William Katz
Costumi: Joop Stokvis
Luci: Jiří Kylián (ideazione) Joop Caboort (realizzazione)
CAST
Shane Carroll, Marly Knoben, Gerald Tibbs, Joke Zijlstra, Eve Walstrum, Leigh Matthews, Sabine Kupferberg, Nils Christe, James Vincent, Alida Chase, Glen Eddy, Peter Lawrence, Pauline Schenk, Susan McKee, Ric McCullough, Michael Sanders
Nederlands Dans Theater (NDT I)
Coreografia: Jiří Kylián
Musica: Igor Stravinsky (Symphonie de psaumes - À la gloire de Dieu, 1930)
Libretto:
Scene: William Katz
Costumi: Joop Stokvis
Luci: Jiří Kylián (ideazione) Joop Caboort (realizzazione)
CAST
Shane Carroll, Marly Knoben, Gerald Tibbs, Joke Zijlstra, Eve Walstrum, Leigh Matthews, Sabine Kupferberg, Nils Christe, James Vincent, Alida Chase, Glen Eddy, Peter Lawrence, Pauline Schenk, Susan McKee, Ric McCullough, Michael Sanders
Nederlands Dans Theater (NDT I)
TRAMA
La scena è delimitata da tappeti orientali di diverse dimensioni, con quattro sedie con schienali alti disposte verticalmente rispetto alla rampa sulla destra, e altre quattro sedie parallele alla rampa sulla sinistra. Le ballerine indossano abiti con spalline di diversi colori chiari, mentre i ballerini indossano pantaloni scuri e ampie camicie grigio-azzurro. I ballerini sono seduti sulle sedie; le donne stanno in piedi con le spalle al pubblico. Si piegano in ginocchio e piegano il busto in avanti. Improvvisamente si alzano. Con gesti espressivi delle braccia e movimenti oscillanti del corpo, si muovono verso sinistra, tornano al punto di partenza, poi si spostano in avanti, si dividono in due gruppi e si incontrano di nuovo al centro; nel frattempo, due donne si sono temporaneamente separate dalle altre e si accovacciano tranquillamente sul posto.
Poi le ballerine si avvicinano agli uomini, che si alzano rapidamente e rimangono in piedi, mentre le donne diventano ancora più dinamiche. Quando le donne formano una fila di otto, tutti si uniscono a coppie; i ballerini sollevano e sostengono le donne. Poco dopo, le donne si inginocchiano dietro i loro partner, che tengono le braccia distese ai lati - entrambi con le spalle al pubblico - prima che l’ensemble si muova in una fila da sinistra a destra, con quattro donne che si separano dalla fila e si inginocchiano a terra. La fila torna indietro, e ogni volta che raggiunge una delle quattro donne, c’è un duetto espressivo prima che ogni coppia si accovacci. Non appena la fila arriva sul lato sinistro del palcoscenico, tre coppie si spostano sul lato destro e si mettono sulle sedie.
Seguono quattro duetti lirici: inizia una coppia del gruppo a sinistra, poi vengono le coppie posizionate a destra sulle sedie. L’uomo del primo duetto rimane a terra dopo la sua parte; tutti gli altri si uniscono alla fila a destra. Poi gli uomini improvvisamente iniziano dei salti virtuosi, mentre le donne salgono sulle sedie; saranno poi sollevate dagli uomini. Seguono salti alti e salti sostenuti. Infine, i ballerini si trovano con le spalle al pubblico; le donne si avvicinano a loro e li abbracciano in un profondo plié in seconda posizione. Dopo un breve periodo di attesa in questa posizione, le donne si alzano e vanno all'indietro con gli uomini. Una coppia si separa dal gruppo per un duetto espressivo, finché i due ballerini cadono a terra davanti. Poi due uomini iniziano salti e ampi giri; i loro movimenti sincroni si trasferiscono alle loro partner che si uniscono a loro, e alla fine della loro potente sequenza, i quattro si sdraiano accanto alla coppia a terra. Un’altra ballerina ora attraversa la fila di sedie a destra, sostenuta dal suo partner, e si siede. Seguono movimenti sincroni intensi degli altri quattro coppie. Una ballerina si separa presto dal gruppo. Ma alla fine, tutti procedono lentamente verso il retro a coppie, mentre gradualmente la luce si spegne. Con l’Halleluja della musica, il palcoscenico si svuota; solo le due file di sedie sono illuminate.
Klaus Kieser e Katja Schneider
Reclams Ballettführer
Reclam, Stuttgart 2006
Poi le ballerine si avvicinano agli uomini, che si alzano rapidamente e rimangono in piedi, mentre le donne diventano ancora più dinamiche. Quando le donne formano una fila di otto, tutti si uniscono a coppie; i ballerini sollevano e sostengono le donne. Poco dopo, le donne si inginocchiano dietro i loro partner, che tengono le braccia distese ai lati - entrambi con le spalle al pubblico - prima che l’ensemble si muova in una fila da sinistra a destra, con quattro donne che si separano dalla fila e si inginocchiano a terra. La fila torna indietro, e ogni volta che raggiunge una delle quattro donne, c’è un duetto espressivo prima che ogni coppia si accovacci. Non appena la fila arriva sul lato sinistro del palcoscenico, tre coppie si spostano sul lato destro e si mettono sulle sedie.
Seguono quattro duetti lirici: inizia una coppia del gruppo a sinistra, poi vengono le coppie posizionate a destra sulle sedie. L’uomo del primo duetto rimane a terra dopo la sua parte; tutti gli altri si uniscono alla fila a destra. Poi gli uomini improvvisamente iniziano dei salti virtuosi, mentre le donne salgono sulle sedie; saranno poi sollevate dagli uomini. Seguono salti alti e salti sostenuti. Infine, i ballerini si trovano con le spalle al pubblico; le donne si avvicinano a loro e li abbracciano in un profondo plié in seconda posizione. Dopo un breve periodo di attesa in questa posizione, le donne si alzano e vanno all'indietro con gli uomini. Una coppia si separa dal gruppo per un duetto espressivo, finché i due ballerini cadono a terra davanti. Poi due uomini iniziano salti e ampi giri; i loro movimenti sincroni si trasferiscono alle loro partner che si uniscono a loro, e alla fine della loro potente sequenza, i quattro si sdraiano accanto alla coppia a terra. Un’altra ballerina ora attraversa la fila di sedie a destra, sostenuta dal suo partner, e si siede. Seguono movimenti sincroni intensi degli altri quattro coppie. Una ballerina si separa presto dal gruppo. Ma alla fine, tutti procedono lentamente verso il retro a coppie, mentre gradualmente la luce si spegne. Con l’Halleluja della musica, il palcoscenico si svuota; solo le due file di sedie sono illuminate.
Klaus Kieser e Katja Schneider
Reclams Ballettführer
Reclam, Stuttgart 2006
GALLERY
APPROFONDIMENTO
Dopo approfondite ricerche sui mezzi da impiegare per la sua Sinfonia di Salmi (1930), Stravinsky fissò l’attenzione, come affermò egli stesso, “su un complesso corale e strumentale, in cui i due elementi si trovassero allo stesso livello senza alcun predominio dell’uno sull’altro”. I testi in latino scelti per i cori erano destinati alla lode del Signore, da perseguire, in particolare, con la musica e con la danza. Le ricche sonorità del pezzo e la strumentistica impiegata tengono fede all’invito dei salmi solo parzialmente: è per tener integralmente fede ad uno di essi che Kylian ha aggiunto la sua coreografia alla musica.
Ciò che trasforma la danza creata da Kylian nella metafora di una glorificazione del Signore è il clima austero veicolato da una coreografia dominata da rigidi moduli geometrici. Questi ricreano un clima, da un lato, evocatore dei momenti più sacri di una cerimonia religiosa, ma, dall’altro, anche della vita di un’intera comunità in costante, stretta comunione col suo Dio. Fin dall’inizio la geometria è assecondata da due file di quattro sedie ciascuna, disposte ad L, occupate da otto danzatori, mentre le otto donne sono disseminate al centro, in ginocchio e di schiena. La geometria ritorna con le molteplici combinazioni di fila in cui Kylian dispone i ballerini: fila parallele, contrapposte o che si incrociano come due mazzetti di carte da mescolare, linee, anche di jetés maschili, che avanzano in orizzontale o in verticale rispetto al pubblico per assecondare i momenti di danza in sincrono, ma anche linee di danzatori che scendono diagonalmente enfatizzando istanti di danza a canone. Le forme geometriche ritornano con quelle dei tappeti orientali appesi a mo’ di fondale e con i disegni in essi tessuti. Dunque, un momento austero di una cerimonia in un edificio sacro, ma anche, metafora della metafora, uno spaccato della vita di una intera comunità religiosa. Questa seconda chiave di lettura è resa evidente dal fatto che i danzatori sono, soprattutto all’inizio, trattati come un unico corpo, in movimento costante. Anche quando alcuni ballerini si staccano dall’intero gruppo finendo accucciati a terra, isolati, per qualche istante non appaiono come individui, ma quasi come parti momentaneamente perdute da un unico corpo. Qualche fedele si è smarrito, è caduto, è a terra, ma la forza dell’intera comunità religiosa lo recupera nel suo seno. Questo unicum, pur simbolo di una comunità di anime nel suo complesso, è composto da coppie-famiglie, all’interno delle quali c’è aiuto e protezione reciproca. Esse sono dotate di una loro vita personale, che concorre a formare la vita globale della comunità. Infatti, la rigidità di questi raggruppamenti dei sedici ballerini è sovente addolcita e spezzata da momenti di grande umanità e tenerezza, che coinvolgono una o più coppie. I momenti di vita personale sono simboleggiati da un numero di forti e brevi passi a due, da energici sollevamenti e da speciali posture, che, evidenziando il mutuo sostegno, fisico o mentale, che un partner accorda all’altro, palesano desideri, emozioni, tensioni e sentimenti condivisi. Basti ricordare: il sostegno o la spinta che l’uomo fornisce alla partner appoggiando, con vigore non privo di tenerezza, il palmo della mano sulla nuca o sulla fronte della donna; le braccia dell’uomo che per un istante si chiudono sul capo della donna appoggiato al suo petto; il lento avanzare delle donne in ginocchio, guidate dall’uomo che le conduce tenendole teneramente per mano; i brevi istanti di veglia del corpo disteso a terra del compagno; la camminata su quattro sedie di una donna, in totale disequilibrio, sostenuta nel suo procedere più dal compagno che dal suo stesso corpo; le braccia spalancate degli uomini, di schiena, pronte ad accogliere le compagne, che resteranno celate, al sicuro, dietro le figure maschili per poi abbracciare il rispettivo partner alla vita. Le parole di Christian Harvey sembrano suggerire un ulteriore modo di intendere la coreografia come una lode del Signore. Nei momenti di insieme, per evocare un clima austero, la danza, si è detto, rispetta il vincolo imposto da rigidi moduli geometrici elementari. Questa limitazione è metafora di quelle imposte dai drammatici contrasti della vita e delle rigide regole che comporta un'esistenza vissuta per la gloria di Dio. Ma la magnifica danza di Kylian e la sua fervida fantasia creativa sono esse stesse metafora del suo messaggio di speranza: le rigide limitazioni, scelte od imposte, non sono necessariamente una realtà negativa, ma possono essere vissute come uno stimolo alla creatività e alla ricerca di una libertà tra i confini che le avversità della vita ci impongono (Christian Harvey). Allo stesso modo in cui la limitazione imposta alla coreografia dalla geometria elementare ha stimolato un movimento ricco di bellezza e suggestioni, così un'esistenza onora Dio nel superamento delle contrarietà e con la serena accettazione delle regole di vita. La bellezza di un solo movimento danzato o di un’intera vita, proprio perché vanno oltre ogni restrizione penalizzante, sono esse stesse un inno al Signore. E’ concetto caro a Kylian e caratteristica permanente della sua poetica l’idea che esista una bellezza riscontrabile in chiunque e che sia possibile farla emergere da ogni situazione, anche da quella in apparenza più avversa. Sarà questo il tema illustrato magistralmente in un intero balletto: Bella Figura. Marino Palleschi Balletto.net “Sinfonia di Salmi” è stata creata nell'autunno del 1978, poco dopo la mia nomina di direttore artistico del NDT. Poco dopo la sua creazione, l'influenza di questo lavoro divenne evidente. È diventato una "pietra angolare" del repertorio della compagnia, indicando la nuova avventura, alla quale questa compagnia stava per intraprendere. Forse uno degli aspetti più interessanti di “Sinfonia di Salmi” è il suo effetto unificante sulla compagnia. In quel momento, ho ritenuto necessario utilizzare un grande gruppo di ballerini per questa coreografia (16 in totale, su una compagnia di 24). In qualche modo, in questo lavoro siamo stati in grado di creare una certa "architettura spirituale".
In una strana maniera, è stata la struttura di questa opera a influenzare in modo decisivo la compagnia. Il semplice fatto che i ballerini dovessero condividere lo stesso spazio per tutta la durata dell’opera, ha creato un senso di appartenenza e di unità. In un certo senso, questo lavoro affronta la nostra comprensione, i nostri dubbi e i nostri sentimenti, riguardo alla nostra "raison d'être" e ai suoi valori. La musica di Igor Stravinsky, scritta nel 1930, si basa su testi biblici: in questi Salmi, ci sono quattro temi principali: I) Una preghiera, che offriamo al "Nostro Signore", e l'accettazione della nostra inferiorità nei confronti di lui.... II) L'assicurazione di gratitudine, che dobbiamo al "Nostro Signore" per averci tolto dalla miseria, e per averci insegnato "come pregare a lui".... III) La lode di tutte le virtù del "Nostro Signore".... Quando leggo questi testi, mi vengono in mente molte domande.... Ogni volta che sento di essere confrontato con qualsiasi tipo di "autorità ultima" o con una situazione che richiede la sottomissione di qualsiasi tipo, mi sento disperatamente a disagio.... Inoltre, non volevo fare un lavoro riguardante solo gli aspetti delle persone che hanno deciso di dedicare la loro vita al mondo della "danza" - volevo parlare alle persone, che desideravano sfuggire alla monotonia della loro routine quotidiana. Lo "sfondo", che segna il limite di fondo del palcoscenico, è fatto interamente di tappeti orientali. Molti di questi tappeti non sono stati fatti solo per scopi decorativi, ma il loro significato religioso o spirituale era altrettanto importante. I motivi degli esempi più perfetti di tappeti orientali riflettono la pura bellezza dei numeri, considerati da alcune religioni di origine divina. La nostra “Sinfonia di Salmi” vive principalmente della sua struttura rigorosa ispirata alla complessità e dai motivi di questi oggetti misteriosi. Ma tuttavia, all'interno di questa "architettura rigida", sfoghi di manifestazioni emotive ed individuali vengono dati dal tempo e spazio. Le linee, le curve e i motivi rigorosi della coreografia si rompono occasionalmente, per dare ai ballerini lo spazio per affermazioni molto individuali, personali ed emotive, che solo loro possono produrre. Queste affermazioni sono prodotte dalla loro integrità e dalla loro unicità... In questo lavoro i ballerini "vivono e ballano" sul palco dall'inizio alla fine. E mentre portano la loro "danza e vita" sul palco alla sua conclusione, ciò che lasciano dietro di sé sono tracce di energia, emotività, frustrazioni e qualche tipo di spiritualità. In ogni caso, lasciano dietro di sé un'impronta individuale, una qualità e un sentore, che potrebbero non necessariamente portare il marchio della "perfezione", ma sicuramente sono unici, onesti e personali. Non può essere sostituito o confuso con nient'altro - è un'impronta di un "originale". Quando ho creato questo lavoro, volevo dire: "Ho bisogno di tutti voi. Ho bisogno della vostra disciplina, della vostra dedizione alla vostra professionalità e del vostro sentimento di appartenenza agli altri. Ma ho anche bisogno della vostra qualità individuale e del vostro mondo emotivo così complesso. Voglio che sappiate che capisco i vostri talenti unici, i vostri desideri e confusioni. Ma mi aspetto anche che doniate i vostri talenti come un regalo per il futuro della compagnia. Dovremmo dare tutto per costruire insieme un gruppo omogeneo, le cui personalità siano in grado di esprimere la loro unicità e che trovino la fiducia l'uno nell'altro in qualsiasi situazione possibile o impossibile...". Spesso ho paragonato la nostra compagnia a un giardino, che, seppur piccolo, può raggiungere altezze illimitate, tendendo verso la luce più brillante, o portarci verso profondità ed oscurità inimmaginabili... Si tratta di "libertà" all'interno dei parametri delle nostre "restrizioni" che ci danno tutte le possibilità di affermazioni profondamente personali. Un senso di appartenenza a qualcosa in cui crediamo, il mondo infinito di ispirazione e fantasia... Questo, secondo me, era un modo piuttosto sano su cui pensavo potesse basarsi il futuro della nostra compagnia - una struttura semplice con un buon potenziale nello stare "in equilibrio" per un po' di tempo... Jiří Kylián http://www.jirikylian.com/creations/theatre/psalmensymfonie/ CURIOSITA'
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