Jules Perrot e Jean Coralli
Giselle ou Les Wilis
28-06-1841 - Parigi, Théâtre de l’Academie Royale de Musique
Balletto fantastico in due atti
Coreografia: Jean Coralli e Jules Perrot
Libretto: Théophile Gautier e Jules-Henri Vernois de Saint-Georges
Musica: Adolphe Adam
Direttore d'Orchestra: François Antoine Habeneck
Scene: Pierre-Luc-Charles Cicéri
Costumi: Paul Lormier
CAST
Giselle: Carlotta Grisi
Albert, Duca di Slesia: Lucien Petipa
Hilarion, guardiacaccia innamorato di Giselle: Simon
Berthe, madre di Giselle: Roland
Wilfried, scudiero del conte Albrecht: Eugène Coralli
Bathilde, promessa sposa di Albrecht: Caroline Forster
Il Principe (o Duca) di Curlandia: Quériau
Passo a due dei contadini: Nathalie Fitzjames e Auguste Mabille
Myrtha, Regina delle Villi: Adèle Dumilâtre
Zulmé, una Willi: Sophie Dumilâtre
Moyna, una Willi: Carré
Le Willi: Aurelia Dimier, Breistroff, Wiéthof, Caroline, Louise Marquet 1ere, Laurent 1ere, Fleury, Robert, Robin, Athalie, Clara Galby, Dubignon, Marivin, Bénard 1ere, Courtois, Josset, Dabas 1ere, Chévalier, Perés, Saulnier 1ere, Gougibos, Bouvier, Colson, Leclercq, Toussaint, Danse, Lacoste, Jeandron 1ere, Drouet, Potier.
Ballet de l'Opéra de Paris
Coreografia: Jean Coralli e Jules Perrot
Libretto: Théophile Gautier e Jules-Henri Vernois de Saint-Georges
Musica: Adolphe Adam
Direttore d'Orchestra: François Antoine Habeneck
Scene: Pierre-Luc-Charles Cicéri
Costumi: Paul Lormier
CAST
Giselle: Carlotta Grisi
Albert, Duca di Slesia: Lucien Petipa
Hilarion, guardiacaccia innamorato di Giselle: Simon
Berthe, madre di Giselle: Roland
Wilfried, scudiero del conte Albrecht: Eugène Coralli
Bathilde, promessa sposa di Albrecht: Caroline Forster
Il Principe (o Duca) di Curlandia: Quériau
Passo a due dei contadini: Nathalie Fitzjames e Auguste Mabille
Myrtha, Regina delle Villi: Adèle Dumilâtre
Zulmé, una Willi: Sophie Dumilâtre
Moyna, una Willi: Carré
Le Willi: Aurelia Dimier, Breistroff, Wiéthof, Caroline, Louise Marquet 1ere, Laurent 1ere, Fleury, Robert, Robin, Athalie, Clara Galby, Dubignon, Marivin, Bénard 1ere, Courtois, Josset, Dabas 1ere, Chévalier, Perés, Saulnier 1ere, Gougibos, Bouvier, Colson, Leclercq, Toussaint, Danse, Lacoste, Jeandron 1ere, Drouet, Potier.
Ballet de l'Opéra de Paris
TRAMA
Primo atto
La vicenda si svolge in un villaggio medievale situato lungo il fiume Reno. La scena rappresenta un ambiente diurno, con la casa di Giselle sulla sinistra, un capanno da caccia sulla destra e un castello sullo sfondo.
Gli abitanti del villaggio si stanno preparando alla festa della vendemmia. Il guardiacaccia Hilarion è innamorato di Giselle, una giovane popolana appassionata della danza ma malata di cuore, e si dirige verso la sua casa per incontrarla. Tuttavia sopraggiunge il conte Albrecht insieme al suo scudiero Wilfried, che nasconde la spada, il mantello e il cappello nel capanno da caccia, si veste da contadino e allontana lo scudiero. Hilarion freme di gelosia nei riguardi di Albrecht, comprendendo che egli si è nascosto sotto le mentite spoglie del popolano Loys per corteggiare Giselle.
La fanciulla esce di casa e accetta il tenero corteggiamento di questo giovane, che lei crede essere il contadino Loys, e dopo un alternarsi di ritrosia e passione, ella sfoglia una margherita per “sondare” il suo amore. Il fiore le dà un responso negativo, ma il giovane la conforta giurandole eterno amore. Giselle si rassicura e si lascia andare a una danza gioiosa assieme a Loys (brano intitolato valse allemande).
Giunge Hilarion e dichiara il suo amore a Giselle, ma poiché viene respinto dalla giovane e scacciato da Albrecht, minaccia vendetta. Si aprono le danze dei contadini per la festa della vendemmia e Giselle vi prende parte con entusiasmo. La madre Berthe la induce a non esagerare con la danza, ricordandole la sua fragilità di cuore e narrando la leggenda delle Villi, i bianchi fantasmi delle fanciulle morte prima delle nozze, che vagano nei boschi al chiaro di luna. Berthe convince quindi la figlia a rientrare in casa e Albrecht si allontana.
Il suono di alcuni corni annuncia l’arrivo del principe di Curlandia e di sua figlia Bathilde, che col loro seguito stanno tornando da una battuta di caccia. Giselle e la madre accolgono i nobili con sollecitudine, offrono loro da bere e Giselle danza per la principessa, che la prende in simpatia e le dona una collana. Il corteo principesco si allontana e la festa contadina per la vendemmia riprende.
Al ritorno di Albrecht, Hilarion lo smaschera mostrando la sua spada, il suo cappello e il suo mantello trovati dentro al capanno, e richiama col suono del corno i nobili cacciatori e la principessa Bathilde. Questa, giunta sul posto, si meraviglia nel vedere Albrecht vestito da contadino, ma lui con finta disinvoltura le si inginocchia davanti e Giselle le si rivolge per chiedere spiegazioni. Allora la principessa indica l’anello di fidanzamento
che porta al dito, quindi Giselle comprende l’inganno e cade in stato di follia. Tra la costernazione dei presenti si mette a danzare, dapprima è esitante e vaneggiando accenna gli stessi passi che aveva eseguito insieme all’amato, inframmezzandoli con i gesti dello sfogliare la margherita, poi in un crescendo drammatico la sua danza si fa via via sempre più frenetica. Afferra la spada con l’intento di trafiggersi, ma finisce per danzare anche con essa lasciandola poi cadere, danza ancora in uno sfogo fuori misura, fino a che il suo debole cuore cede e muore fra le braccia della madre, mentre Albrecht la guarda attonito e disperato (in alcune versioni Giselle si trafigge con la spada, ma, benché ferita, continua a danzare fino alla morte).
Secondo atto
La scena rappresenta un bosco sul bordo di un lago, avvolto in un’atmosfera notturna. Sulla sinistra vicino al proscenio c’è la tomba di Giselle, sulla cui croce è appesa la corona di fiori che la fanciulla portava sulla testa per la festa della vendemmia.
Nei pressi della tomba di Giselle si intravede Hilarion passare impaurito tra gli alberi circostanti. Appare Myrtha, spettrale regina delle Villi, che con un ramoscello di rosmarino sfiora ogni fiore bianco della foresta evocando così la sua corte di fantasmi femminili (1)
Le Villi rispondono al richiamo della loro regina e si apprestano danzando ad accogliere Giselle, loro nuova compagna, che appare velata sulla sua tomba e s’inchina alla regina per poi iniziare a sua volta a danzare con le altre Villi. Terminata la danza dell’accoglienza, le Villi svaniscono.
Albrecht, dolente, si reca a spargere gigli sulla tomba di Giselle (2). A un tratto, sullo sfondo, gli appare volteggiando la bianca immagine della fanciulla ed egli la segue allucinato tra gli alberi. Anche Hilarion si reca presso la tomba di Giselle, affranto dal rimorso per averne causato la morte, ma è subito attorniato dalle Villi, che lo costringono a una danza folle sospingendolo infine alla morte nelle acque del lago.
Quando Albrecht torna presso la tomba di Giselle, Myrtha lo condanna alla stessa sorte di tutti coloro che cadono sotto lo spietato potere delle Villi, e gli ordina di danzare fino allo sfinimento. Tuttavia Giselle lo protegge e implora pietà alla gelida regina, che però si mostra irremovibile. Allora Albrecht inizia a danzare ma è sostenuto con amore da Giselle. Il loro pas de deux è accompagnato dal leitmotiv della margherita, la cui misura musicale è però trasformata in quella di un valzer, che emblematicamente rappresenta la forza della danza e dell’amore. Albrecht cade per tre volte e per tre volte è aiutato a rialzarsi da Giselle, finché le prime luci dell’alba impongono allo stuolo spettrale delle Villi di ritirarsi.
Anche Giselle segue le compagne nel regno delle ombre e rientra nella sua tomba, quindi Albrecht si incammina verso la luce e una nuova vita. La forza dell’amore ha saputo superare le ombre della morte.
Nella versione originale del 1841 la conclusione era un po’ diversa, come si può dedurre dalla descrizione della trama scritta dal poeta Théophile Gautier, che ha contribuito alla stesura del libretto: «Giselle cade accasciata sull’erba, i fiori l’avvolgono e si chiudono su di lei e il suo corpo trasparente si scioglie come un vapore. [...]. Albrecht sperduto, fuori di lui, si precipita attraverso il fogliame, ma non vede più niente. Una rosa che
egli coglie sulla tomba, una rosa sulla quale l’anima di Giselle ha lasciato il suo casto profumo, ecco ormai tutto ciò che resta al conte Albrecht della povera paesana. Affranto dal dolore, spezzato dall’emozione, egli cade privo di conoscenza tra le braccia di Bathilde e Wilfried, che la preoccupazione avevano condotto alla sua ricerca» (3)
NOTE:
(1) Il rosmarino in alcune culture simboleggia il ricordo mentre in altre è associato alle nozze. Ghirlande di questa pianta venivano spesso poste sulle tombe di giovani amanti morti di crepacuore.
(2) Questo dettaglio è stato aggiunto dal danzatore e coreografo russo Serge Lifar nella sua ripresa del balletto del 1932 all’Opéra di Parigi.
(3) Théophile Gautier, “Notice sur Giselle ou les Wilis”, in Les beautés de l’Opéra ou chefs d’oeuvre lyriques, Soulié ed., Parigi 1845, pp. 22-23 (traduzione dell’autrice).
Valeria Morselli
La danza e la sua storia – Volume II
Dino Audino editore 2018
La vicenda si svolge in un villaggio medievale situato lungo il fiume Reno. La scena rappresenta un ambiente diurno, con la casa di Giselle sulla sinistra, un capanno da caccia sulla destra e un castello sullo sfondo.
Gli abitanti del villaggio si stanno preparando alla festa della vendemmia. Il guardiacaccia Hilarion è innamorato di Giselle, una giovane popolana appassionata della danza ma malata di cuore, e si dirige verso la sua casa per incontrarla. Tuttavia sopraggiunge il conte Albrecht insieme al suo scudiero Wilfried, che nasconde la spada, il mantello e il cappello nel capanno da caccia, si veste da contadino e allontana lo scudiero. Hilarion freme di gelosia nei riguardi di Albrecht, comprendendo che egli si è nascosto sotto le mentite spoglie del popolano Loys per corteggiare Giselle.
La fanciulla esce di casa e accetta il tenero corteggiamento di questo giovane, che lei crede essere il contadino Loys, e dopo un alternarsi di ritrosia e passione, ella sfoglia una margherita per “sondare” il suo amore. Il fiore le dà un responso negativo, ma il giovane la conforta giurandole eterno amore. Giselle si rassicura e si lascia andare a una danza gioiosa assieme a Loys (brano intitolato valse allemande).
Giunge Hilarion e dichiara il suo amore a Giselle, ma poiché viene respinto dalla giovane e scacciato da Albrecht, minaccia vendetta. Si aprono le danze dei contadini per la festa della vendemmia e Giselle vi prende parte con entusiasmo. La madre Berthe la induce a non esagerare con la danza, ricordandole la sua fragilità di cuore e narrando la leggenda delle Villi, i bianchi fantasmi delle fanciulle morte prima delle nozze, che vagano nei boschi al chiaro di luna. Berthe convince quindi la figlia a rientrare in casa e Albrecht si allontana.
Il suono di alcuni corni annuncia l’arrivo del principe di Curlandia e di sua figlia Bathilde, che col loro seguito stanno tornando da una battuta di caccia. Giselle e la madre accolgono i nobili con sollecitudine, offrono loro da bere e Giselle danza per la principessa, che la prende in simpatia e le dona una collana. Il corteo principesco si allontana e la festa contadina per la vendemmia riprende.
Al ritorno di Albrecht, Hilarion lo smaschera mostrando la sua spada, il suo cappello e il suo mantello trovati dentro al capanno, e richiama col suono del corno i nobili cacciatori e la principessa Bathilde. Questa, giunta sul posto, si meraviglia nel vedere Albrecht vestito da contadino, ma lui con finta disinvoltura le si inginocchia davanti e Giselle le si rivolge per chiedere spiegazioni. Allora la principessa indica l’anello di fidanzamento
che porta al dito, quindi Giselle comprende l’inganno e cade in stato di follia. Tra la costernazione dei presenti si mette a danzare, dapprima è esitante e vaneggiando accenna gli stessi passi che aveva eseguito insieme all’amato, inframmezzandoli con i gesti dello sfogliare la margherita, poi in un crescendo drammatico la sua danza si fa via via sempre più frenetica. Afferra la spada con l’intento di trafiggersi, ma finisce per danzare anche con essa lasciandola poi cadere, danza ancora in uno sfogo fuori misura, fino a che il suo debole cuore cede e muore fra le braccia della madre, mentre Albrecht la guarda attonito e disperato (in alcune versioni Giselle si trafigge con la spada, ma, benché ferita, continua a danzare fino alla morte).
Secondo atto
La scena rappresenta un bosco sul bordo di un lago, avvolto in un’atmosfera notturna. Sulla sinistra vicino al proscenio c’è la tomba di Giselle, sulla cui croce è appesa la corona di fiori che la fanciulla portava sulla testa per la festa della vendemmia.
Nei pressi della tomba di Giselle si intravede Hilarion passare impaurito tra gli alberi circostanti. Appare Myrtha, spettrale regina delle Villi, che con un ramoscello di rosmarino sfiora ogni fiore bianco della foresta evocando così la sua corte di fantasmi femminili (1)
Le Villi rispondono al richiamo della loro regina e si apprestano danzando ad accogliere Giselle, loro nuova compagna, che appare velata sulla sua tomba e s’inchina alla regina per poi iniziare a sua volta a danzare con le altre Villi. Terminata la danza dell’accoglienza, le Villi svaniscono.
Albrecht, dolente, si reca a spargere gigli sulla tomba di Giselle (2). A un tratto, sullo sfondo, gli appare volteggiando la bianca immagine della fanciulla ed egli la segue allucinato tra gli alberi. Anche Hilarion si reca presso la tomba di Giselle, affranto dal rimorso per averne causato la morte, ma è subito attorniato dalle Villi, che lo costringono a una danza folle sospingendolo infine alla morte nelle acque del lago.
Quando Albrecht torna presso la tomba di Giselle, Myrtha lo condanna alla stessa sorte di tutti coloro che cadono sotto lo spietato potere delle Villi, e gli ordina di danzare fino allo sfinimento. Tuttavia Giselle lo protegge e implora pietà alla gelida regina, che però si mostra irremovibile. Allora Albrecht inizia a danzare ma è sostenuto con amore da Giselle. Il loro pas de deux è accompagnato dal leitmotiv della margherita, la cui misura musicale è però trasformata in quella di un valzer, che emblematicamente rappresenta la forza della danza e dell’amore. Albrecht cade per tre volte e per tre volte è aiutato a rialzarsi da Giselle, finché le prime luci dell’alba impongono allo stuolo spettrale delle Villi di ritirarsi.
Anche Giselle segue le compagne nel regno delle ombre e rientra nella sua tomba, quindi Albrecht si incammina verso la luce e una nuova vita. La forza dell’amore ha saputo superare le ombre della morte.
Nella versione originale del 1841 la conclusione era un po’ diversa, come si può dedurre dalla descrizione della trama scritta dal poeta Théophile Gautier, che ha contribuito alla stesura del libretto: «Giselle cade accasciata sull’erba, i fiori l’avvolgono e si chiudono su di lei e il suo corpo trasparente si scioglie come un vapore. [...]. Albrecht sperduto, fuori di lui, si precipita attraverso il fogliame, ma non vede più niente. Una rosa che
egli coglie sulla tomba, una rosa sulla quale l’anima di Giselle ha lasciato il suo casto profumo, ecco ormai tutto ciò che resta al conte Albrecht della povera paesana. Affranto dal dolore, spezzato dall’emozione, egli cade privo di conoscenza tra le braccia di Bathilde e Wilfried, che la preoccupazione avevano condotto alla sua ricerca» (3)
NOTE:
(1) Il rosmarino in alcune culture simboleggia il ricordo mentre in altre è associato alle nozze. Ghirlande di questa pianta venivano spesso poste sulle tombe di giovani amanti morti di crepacuore.
(2) Questo dettaglio è stato aggiunto dal danzatore e coreografo russo Serge Lifar nella sua ripresa del balletto del 1932 all’Opéra di Parigi.
(3) Théophile Gautier, “Notice sur Giselle ou les Wilis”, in Les beautés de l’Opéra ou chefs d’oeuvre lyriques, Soulié ed., Parigi 1845, pp. 22-23 (traduzione dell’autrice).
Valeria Morselli
La danza e la sua storia – Volume II
Dino Audino editore 2018
GALLERY
APPROFONDIMENTO
Genesi di un capolavoro: Giselle e il suo libretto
E’ fatto raro poter rintracciare l’origine di un capolavoro e seguire da vicino l'evoluzione della sua creazione, dalla prima idea all’opera compiuta. Ciò è però possibile per il balletto Giselle ou les Wilis, grazie alla documentazione pervenutaci, a partire dalla recensione della prima rappresentazione del balletto, apparsa sul giornale La Presse per la penna di Théophile Gautier, poeta e romanziere romantico, critico teatrale, protagonista della rinascita letteraria francese, autore del Roman de la momie, di Mademoiselle de Maupin, del poema Emaux et Camées, manifesto in versi dell' "arte per l'arte", del feuilleton Le Capitaine Fracasse, di libri di viaggio, giornalista, sostenitore di Baudelaire e dei poeti maledetti, responsabile del soggetto e di parte del libretto di Giselle. E' lo steso Gautier a scrivere nell'articolo che l’idea di un balletto ispirato alla leggenda folkloristica delle Willi, simile a quella degli Elfi, ma di origine slava, gli era venuta durante la lettura del libro De l’Allemagne dell'amico Heinrich Heine. Nella recensione, scritta in forma epistolare come lettera allo stesso Heine, informa il collega di quanto lo avesse colpito il passaggio suggestivo che riferiva della presenza, in una parte dell’Austria, sulle montagne dello Harz, di Willi, spiriti di giovani morte prima del matrimonio, incapaci di trovare riposo nelle loro tombe. L’origine della prima idea non spiega, però, l’irrefrenabile passione delle Willi per la danza, anche se lo stesso Heine attribuisce loro questo desiderio, e non giustifica la loro sete di vendetta nei confronti dell’altro sesso, che esse soddisfano costringendo a danzare fino alla morte il malcapitato che si imbatta nelle loro incursioni notturne. (continua) Genesi di un capolavoro: Giselle e la sua coreografia
Chiarita l'origine del libretto di Giselle, occorre, com’è noto, qualche precisazione relativa agli annunci ufficiali della creazione e alle locandine del teatro, che attribuirono la coreografia a Jean Coralli senza menzione alcuna di Jules Perrot. Questi, all’epoca, si era già rivelato ballerino di grandissimo talento, coreografo di successo, nonché competente maestro personale e “manager” di Carlotta Grisi. Dopo esserne stato partner in palcoscenico, aveva curato la carriera della ballerina, che nel frattempo era diventata anche la sua compagna nella vita, e l’aveva guidata con maestria verso i primi successi parigini. Nonostante l’impegno sentimentale di Carlotta e l’intima amicizia accordata da Perrot a Gautier, l’ammirazione nutrita dallo scrittore per l’arte della giovane si era gradualmente mutata in innamoramento per Carlotta ed è indubbio che, maturando l’idea di Giselle, Gautier abbia pensato di destinarla all’amata. Pertanto il soggetto non venne proposto all’Opéra seguendo le vie consuete, ma, indirettamente, come apparirà più chiaro tra breve. (continua) Genesi di un capolavoro: Giselle, la sua musica e il suo décor
Adolphe Adam, compositore instancabile, dalla vena facilissima, si era lanciato nell’impresa di comporre la musica di Giselle con grande entusiasmo, alimentato dal piacere di lavorare per due buoni amici come Perrot e la Grisi. Come d'abitudine, terminò il lavoro in breve tempo, fornendo una musica che, se non si può considerare eccelsa, è funzionale al lavoro e di qualità ben superiore a quella delle consuete musiche di balletto dell'epoca. Due sono le caratteristiche che la distinguono. Innanzi tutto capitava sovente che il maestro incaricato della musica di uno spettacolo di danza si limitasse ad arrangiare e cucire musiche note, anche di maestri diversi, eventualmente integrandole con sue creazioni. Con Adam, invece, Giselle ebbe musiche nuove, composte espressamente e in modo organico per una precisa drammaturgia; salvo poche battute da una nota romanza e da un coro dell'Euryanthé di Weber (La France Musicale) e qualche passaggio melodico tratto da una sua precedente composizione, il Faust (Guest), Adam fornì uno spartito interamente originale. (continua) Genesi di un capolavoro: Giselle, le macchine teatrali, i costumi, i primi interpreti
Alla prima produzione di Giselle non mancarono effetti scenici, introdotti da Perrot dopo l'entrata di Myrtha: analogamente ai voli delle Silfidi e, ancor prima, dei personaggi delle creazioni preromantiche di Didelot, anche le Willi attraversarono la scena sospese mediante cavi, emersero da ammassi di giunchi, e sfrecciarono di cespuglio fiorito in cespuglio fiorito. Sembra che l'entrata di Giselle al secondo atto, per essere ammessa tra le Willi, sia avvenuta facendola salire da una botola del palcoscenico nel vano apertosi tra i rami di un salice piangente, che si sollevarono scostandosi lentamente. Di grande efficacia fu anche l'impiego di una sorta di altalena per far fluttuare l'immagine di Giselle, che alternativamente appariva e scompariva sul ramo di un albero, da dove gettava fiori ad Albrecht. Quest'ultimo e numerosi altri effetti spettacolari erano inclusi nel passo a due tra Giselle e Albrecht. Fu lo stesso Perrot ad inventare gli artifici meccanici che producevano questi ed altri effetti scenici, cari al contemporaneo movimento romantico. Il gusto per queste immagini spettacolari gli veniva dalla sua precedente attività presso i teatri di boulevard di Parigi, ove approdavano spettacoli d'effetto, come il melodramma, e tutte le innovazioni di forte impatto sul pubblico, mentre l’Opéra di Parigi aveva a lungo conservato l’impostazione assai conservatrice, che era stata voluta dalla precedente direzione di Gardel. Alcune proposte di Perrot si rivelarono, durante le prove, talmente pericolose da essere tagliate senza il minimo ripensamento; tuttavia rimaseso effetti scenici in abbondanza. (continua) CURIOSITA'
Il Pas de deux contadino
Il Pas de deux dei contadini è un altro dei passaggi più famosi di Giselle e ha una storia interessante. Prima del debutto parigino del 1841, una delle ballerine dell'Opèra di Parigi, Nathalie Fitz-James era determinata ad avere il suo passo in Giselle. Come molte delle sue colleghe, la Fitz-James era amante di uno dei mecenati più influenti dell'Opèra e ha usato il suo rapporto con questo per influenzare l'arrangiamento di un nuovo pas in aggiunta per lei. Tuttavia, Adolphe Adam non era disponibile in quel momento per comporre ulteriore musica, quindi Jean Coralli dovette cercare altrove. Alla fine, ha arrangiato un nuovo pas de deux per Fitz-James su musiche del compositore tedesco Friedrich Burgmüller dalla sua suite Souvenirs de Ratisbonne. Il nuovo pas fu successivamente battezzato come Pas des paysans (alias Pas de deux dei contadini); fu eseguito per la prima volta dalla Fitz-James e dal ballerino Auguste Mabille e da allora è rimasto in Giselle . The Marius Petipa Society https://petipasociety.com/giselle/ BALLETTI CORRELATI
Giselle Jules Perrot e Jean Coralli (1841)
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