Filippo Taglioni
L'Ombre
04-12-1839 [22-11-1839 cal. Giuliano] - San Pietroburgo, Bolshoi Theatre
18-06-1840 - Londra, Her Majesty's Theatre
18-06-1840 - Londra, Her Majesty's Theatre
04-12-1839 [22-11-1839 cal. Giuliano] - San Pietroburgo, Bolshoi Theatre
Balletto in tre atti
Coreografia: Filippo Taglioni
Musica: L. Wilhelm Maurer
Libretto: Filippo Taglioni
Scene: L. A. Fedorov, F.A. Serkov, F. I. Shenyang, A.A. Roller
Costumi: Mathieu
CAST
La Contessa Angela/L'Ombre: Maria Taglioni
Il Cavaliere Loredano: Nikolai Goltz
La Duchessa Eudosia: E. Apollonskaya
Il Duca Gaetano: Sh. Lashchuk
Balletto Imperiale di San Pietroburgo
Balletto in tre atti
Coreografia: Filippo Taglioni
Musica: L. Wilhelm Maurer
Libretto: Filippo Taglioni
Scene: L. A. Fedorov, F.A. Serkov, F. I. Shenyang, A.A. Roller
Costumi: Mathieu
CAST
La Contessa Angela/L'Ombre: Maria Taglioni
Il Cavaliere Loredano: Nikolai Goltz
La Duchessa Eudosia: E. Apollonskaya
Il Duca Gaetano: Sh. Lashchuk
Balletto Imperiale di San Pietroburgo
18-06-1840 - Londra, Her Majesty's Theatre
Balletto in due atti
Coreografia: Filippo Taglioni
Musica: Ludwig Wilhelm Maurer
Libretto: Filippo Taglioni
Scene: William Griève
Costumi:
CAST
La Contessa Angela/L'Ombre: Maria Taglioni
Il Cavaliere Loredano:Antonio Guerra
La Duchessa Eudosia:
Il Duca Gaetano:
Zélie Pierson, Constance Keppler, Briestoff, Gosselin.
London Opera Ballet
Balletto in due atti
Coreografia: Filippo Taglioni
Musica: Ludwig Wilhelm Maurer
Libretto: Filippo Taglioni
Scene: William Griève
Costumi:
CAST
La Contessa Angela/L'Ombre: Maria Taglioni
Il Cavaliere Loredano:Antonio Guerra
La Duchessa Eudosia:
Il Duca Gaetano:
Zélie Pierson, Constance Keppler, Briestoff, Gosselin.
London Opera Ballet
TRAMA
(Si notino le forti tangenze fra la drammaturgia de L'Ombre e quella di Bayadère).
Il primo atto de l'Ombre è rappresentato sotto forma di sogno: il Cavaliere Loredano sogna l'amata, la Contessa Angelica (o Angela), con la quale era in procinto di sposarsi e il drammatico episodio che ne ha provocato la morte. Il sogno gli rivela che il potente Gran Duca voleva che fosse sua figlia, la Duchessa Eudosia, a sposarlo e così si era sbarazzato di Angelica facendole recapitare, durante un ballo, un bouquet di fiori avvelenato, che aveva provocato il decesso della Contessa.
Quando Loredano riferisce il sogno ad Eudosia, la giovane lo accusa di vaneggiare e quasi lo ha convinto d'essere in errore quando appare lo spettro dell'assassinata Angelica, sotto forma di Ombra. L'Ombra è visibile solo allo sconsolato Loredano, cammina in sua presenza su un letto di fiori che non si piegano sotto il suo peso, scivola, leggera, sullo specchio d'acqua formato da una cascatella, si intromette tra lui ed Eudosia, lo convince a danzare con lei in malinconico abbraccio.
Alla festa per il matrimonio tra il Cavaliere Loredano e la Duchessa Eudosia, l'Ombra si palesa anche alla Duchessa proprio nel momento in cui sta per firmare il contratto di nozze, strappandole la penna di mano. L'Ombra insegue la rivale, terrorizzandola, per consegnarle ella stessa un fatale bouquet di fiori e per costringerla a respirarne i velenosi miasmi. Nell'istante in cui Eudosia muore avvelenata, un terremoto distrugge il palazzo, tutti soccombono e l'Ombra si riunisce allo spirito di Loredano per condurlo nel regno della luce.
Marino Palleschi
Balletto.net
Il primo atto de l'Ombre è rappresentato sotto forma di sogno: il Cavaliere Loredano sogna l'amata, la Contessa Angelica (o Angela), con la quale era in procinto di sposarsi e il drammatico episodio che ne ha provocato la morte. Il sogno gli rivela che il potente Gran Duca voleva che fosse sua figlia, la Duchessa Eudosia, a sposarlo e così si era sbarazzato di Angelica facendole recapitare, durante un ballo, un bouquet di fiori avvelenato, che aveva provocato il decesso della Contessa.
Quando Loredano riferisce il sogno ad Eudosia, la giovane lo accusa di vaneggiare e quasi lo ha convinto d'essere in errore quando appare lo spettro dell'assassinata Angelica, sotto forma di Ombra. L'Ombra è visibile solo allo sconsolato Loredano, cammina in sua presenza su un letto di fiori che non si piegano sotto il suo peso, scivola, leggera, sullo specchio d'acqua formato da una cascatella, si intromette tra lui ed Eudosia, lo convince a danzare con lei in malinconico abbraccio.
Alla festa per il matrimonio tra il Cavaliere Loredano e la Duchessa Eudosia, l'Ombra si palesa anche alla Duchessa proprio nel momento in cui sta per firmare il contratto di nozze, strappandole la penna di mano. L'Ombra insegue la rivale, terrorizzandola, per consegnarle ella stessa un fatale bouquet di fiori e per costringerla a respirarne i velenosi miasmi. Nell'istante in cui Eudosia muore avvelenata, un terremoto distrugge il palazzo, tutti soccombono e l'Ombra si riunisce allo spirito di Loredano per condurlo nel regno della luce.
Marino Palleschi
Balletto.net
GALLERY
APPROFONDIMENTO
Il capolavoro del balletto romantico, concepito per l'addio di Maria Taglioni a San Pietroburgo, segna marcatamente il ritorno allo stile etereo e il trionfo del balletto bianco. E' stato ripreso, sempre per Maria, in una versione in due atti per l'Her Majesty's Theatre a Londra nel 1840. Nel primo atto c'era la celebre scena allo specchio ove vennero studiati effetti di riflessi in modo che sui vetri si proiettassero apparizioni che mimavano l'azione dei danzatori. Vertice creativo di Filippo Taglioni è il celeberrimo Pas de l'Ombre, dove lo spettro della protagonista cerca invano di afferrare la sua ombra, mentre l'amato tenta di catturarne l'attenzione. Successivamente il solo Pas de l'Ombre è stato introdotto in altri balletti, tra i quali Ondine di Perrot, e presentato a Parigi nel 1844 in occasione dell'addio all'Opéra di Maria. In questa circostanza Maria danzò anche una variazione da L'Ombre, il Pas de Fleurs, dove ballava su un letto di fiori con tale immateriale leggerezza da non piegarne gli steli.
Col titolo italiano L'Ombra, il balletto arrivò alla Scala di Milano per il carnevale del 1846, sempre con coreografie di Taglioni, ma musica di Luigi Maria Viviani. Il fondamentale lavoro ci è pervenuto nella storica ricostruzione di Pierre Lacotte col Balletto di Nancy a Parigi nel 1993, presentata l'anno successivo al festival di Spoleto. A titolo di curiosità si segnala che parte della musica di Maurer per L'Ombre è stata usata da Lacotte per il pas des trois del primo atto della sua ricostruzione de La Sylphide. (...) Marino Palleschi Balletto.net L'Ombre, tipico esempio del ballet-blanc romantico d'ispirazione fantastica, fu una delle piú portentose creazioni della Taglioni. Fu ideato per la serata di addio della stagione 1839 di San Pietroburgo e ivi ripreso dalla stessa Taglioni nel 1842, prima della sua partenza definitiva dalla Russia. L'ultima settimana della sua permanenza a San Pietroburgo infatti, per tradizione la Taglioni riprendeva ogni sera a turno una delle sue interpretazioni di maggior successo. Nella serata dedicata a L'Ombre l'entusiasmo raggiunse il delirio. La danzatrice fu chiamata alla ribalta trenta volte. Fece i suoi addii al pubblico in sette lingue (le parlava correttamente), piangendo d'emozione. Il corpo di ballo aveva infiorato il suo camerino rendendolo simile a una serra. "Ci vollero tre anni — scrive il Levinson — per incominciare a dimenticarla. La vendita dei suoi mobili fu l'epilogo dei suoi trionfi. Ci si contendeva allo spasimo tutto quello che potesse costituire un ricordo della Sylphide. E con le lacrime agli occhi i suoi fans piú accaniti mendicavano, a qualsiasi prezzo, un paio di quelle scarpine che essa aveva portato come ali". Questa immagine era divenuta celebre da quando Victor Hugo aveva dedicato alla Taglioni un libro con la frase "A vos pieds, à vos ailes". La particolare suggestione di questo balletto stava nelle dissolvenze e nei fantasmagorici effetti di nebbie e cascate. Nel primo atto — come si rileva da un'interessante litografia di Timm raffigurante nove scene de L'Ombre - c'era la celebre scena dello specchio, dove il riflesso era costituito da comparse che ripetevano i gesti dei protagonisti. Il pezzo forte della coreografia era comunque il pas de l'Ombre, che poi fu inserito anche in altri balletti, come in Ondine, uno dei massimi successi della Cerrito (Londra, 1843). La ripresa parigina de L'Ombre (giugno 1844) ebbe addirittura il titolo di Le Pas de l'Ombre, protagonista sempre la Taglioni per la quale, anche in questo caso, si trattava di un addio all'Opéra (benché lo avesse già dato l'anno prima, il 29 marzo 1843, dopo 21 anni di regno incontestato). Questa volta voleva essere definitivo e Alfred de Musset scrisse per l'occasione le nostalgiche rime:
Si vous ne voulez plus danser si vous ne faites que passer sur ce grand Théàtre si sombre ne courrez pas après votre ombre et tàchez de nous la laisser. Per la prima volta, invece, Théophile Gautier (si ravvederà ancora), scrisse una critica negati-va su quella che era stata il suo grande idolo, paragonando la Taglioni a un uccello pieno di grazia ma con le ali bagnate, aggiungendo che forse "principi e conti avevano fatto scendere sui suoi piedi una tale pioggia di fiori da appesantirli". Il motivo di questo inspiegabile mutamento è da cercarsi — come avrebbe ammesso lo stesso critico — nella sua nuova passione per la focosa personalità della Elssler, dalla quale pure si sarebbe presto distolto per votarsi definitivamente a Carlotta Grisi. Con il titolo italiano L'Ombra il balletto fu dato infine alla Scala, in due parti e quattro scene, nella stagione di carnevale 1846, con la stessa coreografia di Filippo Taglioni ma con musica di Viviani; protagonisti, Maria Taglioni ed Effisio Catte. Carla Maria Casanova I Grandi Balletti, Repertorio di Quattro Secoli del Teatro di Danza Gremese Editore, Roma 1991 “L'idea del balletto è bella e poetica al massimo grado, ma il balletto stesso risulta inutilmente ingombrante e pesante...
“Taglioni in questo balletto è un fantasma; è sempre una creazione dell'aria, un essere che vola piuttosto che camminare; e qui è un autentico fantasma, lo spettro di una donna assassinata. Il suo amante la piange, e lei è sempre davanti ai suoi occhi; lei calpesta i fiori e questi non si piegano sotto il suo peso, sta in piedi su un arcolaio che gira, balza sull'acqua che sostiene la sua forma aerea e danza con il suo amante con malinconica giocosità. “Nessuno tranne Taglioni avrebbe potuto incarnare questa idea; si propagava in tutte le direzioni - è diventata un'ubiquità spirituale, che scruta attraverso ogni albero - un essere puro con ancora un delicato amore per la terra. Questa è la prima volta che ricordiamo una voluttuosità data dal terrore, eccetto che nella ballata di Goethe La Sposa di Corinto. “Nel primo atto, che rappresenta la morte della dama data dall'esalazione di un mazzo di fiori avvelenato, essendo la narrazione convogliata in forma di sogno, si produce un singolare effetto. Un grande specchio è posto in fondo al palcoscenico, e mentre l'attività della toilette procede di fronte, riflessa nello stesso viene eseguita la stessa azione da un altro gruppo di attori. Questo è stato realizzato molto bene, anche se il riflesso di M. Guerra avrebbe potuto rappresentare i movimenti dello stesso un po' più rapidamente - ma gli specchi si sa, sono più riservati. "Il balletto è stato magnificamente e fortemente applaudito. Gli artisti che hanno preso parte al balletto, oltre a Taglioni, sono stati Miles, Pierson, Keppler e Briestoff, e i signori Guerra e Gosselin. The Times, June 19th, 1840 in: Cyril N. Beaumont, Complete Book Of Ballets (1938) CURIOSITA'
Quel piccolo "aiutino"
Molte stampe di balletti romantici e testimonianze letterarie dell'epoca descrivono ballerini che vanno alla deriva sulle nuvole, volano nell'aria o si posano su fiori in situazioni al limite dell'inverosimile ma ma realmente realizzate sulla scena, questo grazie a geniali trucchi scenografici, che con l'aiuto della tecnologia, vennero introdotti nei balletti per aumentare l'impressione di etereità e passaggio nell'ultraterreno. Di interesse per la storia del balletto è una serie di estratti dal diario di Margaret Rolfe, allieva della famosa ballerina e poi insegnante a Londra, Marie Taglioni che qui svela gli espedienti tecnici utilizzati in Le Ombre che contribuirono a perpetuare il celebre il mito di eterea leggerezza ed elevazione della famosa ballerina (...) L'elevazione della Taglioni era stata particolarmente notevole nel balletto L'Ombre, dove balzò da un cespuglio di rose all'altro, posandosi sulle punte al centro di ciascuno; al centro di ciascun cespuglio di rose v'era una piastra di metallo, di diametro compreso tra tre e quattro pollici, montata su molle per assorbire l'atterraggio e poter fornire un ulteriore spinta aggiuntiva. [Taglioni] Ha detto a Charlotte Beare che si era posata su questi piatti sulle sue punte; e che mentre stava in aria, si sentiva vibrare e tremare tutta... Non a caso, considerando la precisione e l'equilibrio richiesti, Taglioni l'ha sempre considerata una delle sue imprese tecniche più sorprendenti. (...) In: Sarah C. Woodcock “Margaret Rolfe’s Memoirs of Marie Taglioni: Part 1.” Dance Research: The Journal of the Society for Dance Research, vol. 7, no. 1, 1989, pp. 3–19. BALLETTI CORRELATI
L'Ombre Filippo Taglioni (1839)
L'Ombre Filippo Taglioni (1840) Ondine Jules Perrot (1843) Le Pas de l'Ombre Filippo Taglioni (1844) L'Ombra Filippo Taglioni (1846) La Bayadere Marius Petipa (1877) L'Ombre Pierre Lacotte (1993) |
NELLO STESSO ANNO...
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