Andrea Roselli
La fille mal gardée: metamorfosi e aneddoti di un balletto popolare
La fille mal gardée uno dei più incantevoli balletti del repertorio classico, vide la luce almeno 200 anni prima della versione più nota, quella di Ashton, creata per il Royal Ballet e presentata il 28 gennaio 1960 sul palcoscenico della Royal Opera House. Ma oltre ad essere uno dei balletti più antichi rimasti in repertorio, la Fille vanta diversi primati: non solo il balletto che noi oggi conosciamo si è evoluto e modificato attraverso una dozzina di differenti versioni coreografiche, ma rappresenta il primo balletto in cui i protagonisti non sono nè principi nè principesse, silfidi o streghe ma persone comuni, popolani immersi in una semplice ma reale quotidianità contadina in cui la vicenda dei due protagonisti, Lise e Colas, si conclude con il trionfo dell’amore vero.
E’, innanzitutto, un ballet pantomime in cui i momenti classici e puri delle danze solistiche e dei pas de deux, come lo stile Ashton richiede, si alternano con momenti comici in cui primeggiano le caratterizzazioni dei personaggi principali e di contorno. Si pensi alla prima scena del balletto dove l’alba di un nuovo giorno che si affaccia sulla fattoria della vedova Simone, è narrata dal risveglio di un gallo e quattro galline che danzano sulla soffice overture dell’opera Le Droit du seigneur (1873) di Johann Paul Martini.
E’, innanzitutto, un ballet pantomime in cui i momenti classici e puri delle danze solistiche e dei pas de deux, come lo stile Ashton richiede, si alternano con momenti comici in cui primeggiano le caratterizzazioni dei personaggi principali e di contorno. Si pensi alla prima scena del balletto dove l’alba di un nuovo giorno che si affaccia sulla fattoria della vedova Simone, è narrata dal risveglio di un gallo e quattro galline che danzano sulla soffice overture dell’opera Le Droit du seigneur (1873) di Johann Paul Martini.
La prima versione coreografica che presentava addirittura un titolo differente da quello oggi conosciuto (Le ballet de la Paille, ou Il n’est q’un pas du mal au bien), fu pensata e realizzata da Jean Dauberval (nome d’arte di Jean Bercher, 1742-1806), danzatore e coreografo francese, per il Teatro Grande di Bordeaux il 1 luglio 1789, poco prima dello scoppio della rivoluzione francese. Marie Madeleine Crespé, moglie di Dauberval, interpretava il ruolo di Lise; la musica, un insieme di canzoni ed arie popolari francesi dell’epoca vennero probabilmente arrangiate da un musicista dell’orchestra del teatro stesso.
Della coreografia originale del balletto di Dauberval, non è rimasta nessuna traccia a parte il filone della vicenda. Nel 1791 il balletto, venne rimontato dallo stesso Dauberval a Londra presso il Pantheon Theatre dove acquisì il titolo con cui oggi conosciamo la storia di Lise, unica figlia della vedova Simone (ruolo en travesti), innamorata di Colas, un giovane e modesto contadino il cui sogno rischia di essere infranto dal solo interesse della madre di lei a maritarla con Alain, il tonto figlio di Thomas ricco proprietario terriero.
Quando il pupillo di Dauberval, Jean Aumer presentò il lavoro all’Opèra di Parigi nel 1828, una nuova partitura fu composta da Ferdinand Hérold, compositore francese di una dozzina di opere (La Gioventù di Enrico quinto, La Clochette, L'Auteur mort et vivant, Zampa, Le Pré aux clercs) e diversi balletti (Don Chisciotte, La Somnambule, La Belle au bois dormant, Coppelia, La vedova allegra, Pineapple poll) le cui musiche si aggiungevano, in realtà, a quelle già presenti ed estratte e riorchestrate da opere-capolavoro di Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti.
Un’altra versione del balletto con le musiche composte da Peter Ludwig Hertel venne allestita nel 1864 da Paolo Taglioni per il Teatro di Berlino; questa produzione diede l’ispirazione a Petipa e Ivanov che crearono nel 1885 un'ulteriore versione per il Teatro di San Pietroburgo. E fu proprio Tamara Karsavina che avendo danzato al Marijnsky la versione di Petipa-Ivanov, suggerì ad Ashton di riprendere la Fille passando a questo molti dettagli del balletto, inclusa la scena mimata da Lise nel II atto che ci e' cosi' giunta intatta da Petipa-Ivanov. Anche Anna Pavlova aveva una versione del balletto nel suo repertorio, ma dal 1960 la Fille fu vista come un lavoro dal passato scolorito e la decisione del più grande coreografo inglese di ricrearlo, fu accolta con sorpresa e scetticismo.
Della coreografia originale del balletto di Dauberval, non è rimasta nessuna traccia a parte il filone della vicenda. Nel 1791 il balletto, venne rimontato dallo stesso Dauberval a Londra presso il Pantheon Theatre dove acquisì il titolo con cui oggi conosciamo la storia di Lise, unica figlia della vedova Simone (ruolo en travesti), innamorata di Colas, un giovane e modesto contadino il cui sogno rischia di essere infranto dal solo interesse della madre di lei a maritarla con Alain, il tonto figlio di Thomas ricco proprietario terriero.
Quando il pupillo di Dauberval, Jean Aumer presentò il lavoro all’Opèra di Parigi nel 1828, una nuova partitura fu composta da Ferdinand Hérold, compositore francese di una dozzina di opere (La Gioventù di Enrico quinto, La Clochette, L'Auteur mort et vivant, Zampa, Le Pré aux clercs) e diversi balletti (Don Chisciotte, La Somnambule, La Belle au bois dormant, Coppelia, La vedova allegra, Pineapple poll) le cui musiche si aggiungevano, in realtà, a quelle già presenti ed estratte e riorchestrate da opere-capolavoro di Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti.
Un’altra versione del balletto con le musiche composte da Peter Ludwig Hertel venne allestita nel 1864 da Paolo Taglioni per il Teatro di Berlino; questa produzione diede l’ispirazione a Petipa e Ivanov che crearono nel 1885 un'ulteriore versione per il Teatro di San Pietroburgo. E fu proprio Tamara Karsavina che avendo danzato al Marijnsky la versione di Petipa-Ivanov, suggerì ad Ashton di riprendere la Fille passando a questo molti dettagli del balletto, inclusa la scena mimata da Lise nel II atto che ci e' cosi' giunta intatta da Petipa-Ivanov. Anche Anna Pavlova aveva una versione del balletto nel suo repertorio, ma dal 1960 la Fille fu vista come un lavoro dal passato scolorito e la decisione del più grande coreografo inglese di ricrearlo, fu accolta con sorpresa e scetticismo.
La versione creata da Ashton nel 1960, si avvale del supporto musicale di John Lanchbery. In una nota del programma di sala de la Fille mal gardée rappresentata dal Royal Ballet, Lanchbery scrive: “Ho rifiutato la struttura musicale di Hertel e la versione coreografica di Bordeaux preferendo adattare la musica di Hérold al pensiero coreografico di Ashton. Purtroppo la mancanza di parti musicali da adattare a scene di carattere e a pas de deux mi hanno costretto a recuperare nel 1959 ciò che Hérold aveva composto nel 1828 ricorrendo alla sua partitura ogni qualvolta questa poteva adattarsi al nostro scenario”. Ma in realtà lo scenario di cui parla Lanchbery è l’originale creato da Dauberval nella sua versione della Fille che Ashton ricrea fedelmente per la compagnia inglese.
La fille mal gardée è un balletto che cela moltissime curiosità e aneddoti sulla composizione musicale, ma non solo: sulla coreografia, sulle tradizioni popolari che il balletto riprende, soprattutto se si analizza la versione di Ashton: la danza con i nastri, la danza degli zoccoli eseguita dalla Vedova Simone e la danza popolana intorno all’albero di Maggio, tradizione tipicamente inglese.
Ad esempio fin dalla sua apparizione in scena sul "piano pianissimo" da Il Barbiere di Siviglia, Lise, delusa di non trovare Colas nell'aia, lascia un nastro legato ad una porta come segno del suo amore. In questo momento del balletto Hérold riorchestra il coro d’apertura, sempre da Il barbiere di Siviglia, oltre ad una sezione appartenuta alla vecchia versione di Dauberval, per la prima coreografia al Gran Teatro di Bordeaux. Nella versione inglese del balletto è proprio il gioco con i nastri ad aggiungere charme al balletto di Ashton che li utilizza, non solo per abbellire le variazioni e i pas de deux di Lise e Colas, ma anche per aumentare le difficoltà tecniche. A dimostrazione di ciò, nel primo atto vediamo Lise cimentarsi in doppie pirouettes e jetes all’interno del nastro sostenuto da Colas e più tardi nel primo pas de deux del balletto, dove il nastro avvolge e si snoda intorno alla vita dei due danzatori mentre eseguono chaines e pirouettes, per realizzare, infine, un Cat’s Cradle (letteralmente, la culla o intelaiatura del gatto) ovvero un intreccio realizzato con i nastri che riprende un’antica usanza inglese secondo la quale una croce di nastri alludeva al bacio di due amanti.
La fille mal gardée è un balletto che cela moltissime curiosità e aneddoti sulla composizione musicale, ma non solo: sulla coreografia, sulle tradizioni popolari che il balletto riprende, soprattutto se si analizza la versione di Ashton: la danza con i nastri, la danza degli zoccoli eseguita dalla Vedova Simone e la danza popolana intorno all’albero di Maggio, tradizione tipicamente inglese.
Ad esempio fin dalla sua apparizione in scena sul "piano pianissimo" da Il Barbiere di Siviglia, Lise, delusa di non trovare Colas nell'aia, lascia un nastro legato ad una porta come segno del suo amore. In questo momento del balletto Hérold riorchestra il coro d’apertura, sempre da Il barbiere di Siviglia, oltre ad una sezione appartenuta alla vecchia versione di Dauberval, per la prima coreografia al Gran Teatro di Bordeaux. Nella versione inglese del balletto è proprio il gioco con i nastri ad aggiungere charme al balletto di Ashton che li utilizza, non solo per abbellire le variazioni e i pas de deux di Lise e Colas, ma anche per aumentare le difficoltà tecniche. A dimostrazione di ciò, nel primo atto vediamo Lise cimentarsi in doppie pirouettes e jetes all’interno del nastro sostenuto da Colas e più tardi nel primo pas de deux del balletto, dove il nastro avvolge e si snoda intorno alla vita dei due danzatori mentre eseguono chaines e pirouettes, per realizzare, infine, un Cat’s Cradle (letteralmente, la culla o intelaiatura del gatto) ovvero un intreccio realizzato con i nastri che riprende un’antica usanza inglese secondo la quale una croce di nastri alludeva al bacio di due amanti.
Nel secondo atto uno dei momenti danzati più emozionanti è rappresentato fin dall’attimo in cui Lise e Colas aprono il “Fanny Elssler pas de deux”, così denominato perché fu aggiunto alla versione del balletto che debuttò a Parigi nel 1873, quando la popolare danzatrice viennese Fanny Elssler interpretò il ruolo di Lise che ben presto divenne un suo cavallo di battaglia rendendolo popolare anche in Russia. Dal punto di vista musicale Hérold decise di ricorrere ad arie tratte da L’elisir d’amore di Donizetti. Il passo a due è un inno all’amore sincero di Lise e Colas. Le loro variazioni e l’adagio centrale costituiscono uno dei momenti più romantici ed emozionanti: Lise perfettamente in equilibrio in attitude, si tiene ai molteplici nastri che la legano ad ognuna delle ballerine-amiche che ruotano intorno a lei, figura paragonabile ad una ruota con i raggi, fino al momento in cui Colas solleva
la ragazza che rilascia i nastri nell’aria.
la ragazza che rilascia i nastri nell’aria.
Il passo a due di Lise e Colas è seguito dalla danza degli zoccoli della vedova Simone. Per fare un breve accenno alla trama, notando che Lise e Colas sono ancora insieme, Simone cerca di trascinare via la ragazza (il suo obiettivo resta sempre maritarla con Alain!) ma viene persuasa dagli altri contadini a cimentarsi nella nota danza degli zoccoli. Una curiosità di questo simpatico momento del balletto riguarda la composizione musicale che non appartiene a Hérold, ma è stato invece frutto della bacchetta di John Lanchbery. Infatti, fu proprio lo stesso Ashton che gli chiese di comporre qualcosa di musicalmente divertente dopo che aveva visto una danza molto simile a quella da lui poi coreografata in un piccolo villaggio del Lancashire.
La danza degli zoccoli o clog dance è una famosa danza folcloristica nata e diffusasi in particolar modo in Irlanda. Si trattava di una danza che le popolazioni contadine eseguivano nelle più importanti ricorrenze. Calzando degli zoccoli con una doppia suola di legno, i ballerini battevano con i piedi il pavimento dando origine ad una primitiva forma di tip tap. Ma tutti i balli basati sul tacco-punta erano presenti in Europa già all’inizio del XIX secolo. Se ne è trovata traccia in Germania, Austria, Olanda, Francia (pas de brabant) e Spagna (alta danza) ma pare che la patria di questo genere di ballo fosse principalmente l’Irlanda, dove già alla fine del 1500 si danzava la famosa giga. Anche in Italia questo tipo di ballo popolare si diffuse soprattutto nei modesti villaggi agricoli ed oggi, con il nome di saltarello, viene eseguito proprio dai gruppi folcloristici che attraverso danze e canti presentano le tradizioni dei loro paesi.
La danza degli zoccoli o clog dance è una famosa danza folcloristica nata e diffusasi in particolar modo in Irlanda. Si trattava di una danza che le popolazioni contadine eseguivano nelle più importanti ricorrenze. Calzando degli zoccoli con una doppia suola di legno, i ballerini battevano con i piedi il pavimento dando origine ad una primitiva forma di tip tap. Ma tutti i balli basati sul tacco-punta erano presenti in Europa già all’inizio del XIX secolo. Se ne è trovata traccia in Germania, Austria, Olanda, Francia (pas de brabant) e Spagna (alta danza) ma pare che la patria di questo genere di ballo fosse principalmente l’Irlanda, dove già alla fine del 1500 si danzava la famosa giga. Anche in Italia questo tipo di ballo popolare si diffuse soprattutto nei modesti villaggi agricoli ed oggi, con il nome di saltarello, viene eseguito proprio dai gruppi folcloristici che attraverso danze e canti presentano le tradizioni dei loro paesi.
Tornando ai momenti tradizionali del balletto, nel secondo atto della Fille, lo spettacolo entra nel vivo con il tradizionale "ballo dei nastri colorati" che i contadini, insieme a Lise e a Colas, celebrano intorno all’albero di Maggio sulle musiche tratte da La Cenerentola di Rossini. Il Maypole o May Tree è un palo di legno ancor oggi utilizzato in alcune località dei paesi di lingua inglese durante le celebrazioni del primo maggio. Dalla sommità del palo pendono alcuni nastri colorati che i danzatori, ballando in circolo, tengono all’estremità inferiore in modo da formare, durante i balli, degli intrecci variopinti intorno al palo di legno. Nel folclore europeo il primo maggio conserva molteplici connotazioni di antica origine pagana, legate al risveglio primaverile e ai culti floreali e arborei. Ad esempio nel contesto de La Fille, viene eseguito dai contadini che, impegnandosi in un intreccio ben riuscito, sperano in una stagione propizia per il raccolto.
Chi ha visto dal vivo o in DVD questo momento del balletto ricorderà che le danze intorno al May Tree sono interrotte da un violento temporale (introdotto sempre da Ashton sulle musiche de La Cenerentola di Rossini), la cui forza fa volare via Alain insieme al suo ombrello.
Nel terzo atto, la pantomima che vede Lise sognare il suo matrimonio con Colas è rappresentata sull’aria "Bell'alme generose" da l’Elisabetta, Regina d'Inghilterra, altra opera di Gioacchino Rossini.
Sebbene il piccolo capolavoro di Ashton sia quello più rappresentato da diverse compagnie di danza nel mondo, (recentemente è stato acquisito anche dell'Hamburg Ballet), vale la pena vedere la recente e differente versione
de La Fille (esiste una versione in dvd con protagonisti Lara Radda e Stanislas Jernakov) proposta da Hans Spoerli, direttore dal 1996 del Balletto di Zurigo, all’Opèra di Parigi nel 1981 e anche alla Scala nel 1987.
Andrea Roselli
Balletto.net
Chi ha visto dal vivo o in DVD questo momento del balletto ricorderà che le danze intorno al May Tree sono interrotte da un violento temporale (introdotto sempre da Ashton sulle musiche de La Cenerentola di Rossini), la cui forza fa volare via Alain insieme al suo ombrello.
Nel terzo atto, la pantomima che vede Lise sognare il suo matrimonio con Colas è rappresentata sull’aria "Bell'alme generose" da l’Elisabetta, Regina d'Inghilterra, altra opera di Gioacchino Rossini.
Sebbene il piccolo capolavoro di Ashton sia quello più rappresentato da diverse compagnie di danza nel mondo, (recentemente è stato acquisito anche dell'Hamburg Ballet), vale la pena vedere la recente e differente versione
de La Fille (esiste una versione in dvd con protagonisti Lara Radda e Stanislas Jernakov) proposta da Hans Spoerli, direttore dal 1996 del Balletto di Zurigo, all’Opèra di Parigi nel 1981 e anche alla Scala nel 1987.
Andrea Roselli
Balletto.net