Jules Perrot
La Esmeralda
09-03-1844 - Londra, Her Majesty's Theatre
26-12-1844 - Milano, Teatro alla Scala
02-01-1849 [21-12-1848 cal. russo] - San Pietroburgo, Bolshoi Kamenny Theater
04-12-1850 [22-11-1850 cal. russo] - Mosca, Teatro Bolshoi
26-12-1844 - Milano, Teatro alla Scala
02-01-1849 [21-12-1848 cal. russo] - San Pietroburgo, Bolshoi Kamenny Theater
04-12-1850 [22-11-1850 cal. russo] - Mosca, Teatro Bolshoi
La Esmeralda
09-03-1844 - Londra, Her Majesty's Theatre
Balletto in tre atti e cinque scene
Coreografia: Jules Perrot
Musica: Cesare Pugni
Libretto: Jules Perrot dal romanzo Notre Dame de Paris di Victor Hugo
Scene: William Grieve
Costumi: Copère
Macchinari: D. Sloman
Luci:
CAST
Esmeralda: Carlotta Grisi
Fleur de Lys, fidanzata di Phoebus: Adelaide Frassi
Phoebus de Chateaupert: Arthur Saint Leon
Claude Frollo: Louis-François Gosselin
Pierre Gringoire, poeta: Jules Perrot
Quasimodo: Antoine-Louis Coulon
Aloise, madre di Fleur de Lys: Copère
Diane, amica di Fleur de Lys: Ferdinand
Beranger, amica di Fleur de Lys: Barville
Clopin, capo dei Zingari: Gouriet
Zingari: Venafra, Baraschini, Bertram
09-03-1844 - Londra, Her Majesty's Theatre
Balletto in tre atti e cinque scene
Coreografia: Jules Perrot
Musica: Cesare Pugni
Libretto: Jules Perrot dal romanzo Notre Dame de Paris di Victor Hugo
Scene: William Grieve
Costumi: Copère
Macchinari: D. Sloman
Luci:
CAST
Esmeralda: Carlotta Grisi
Fleur de Lys, fidanzata di Phoebus: Adelaide Frassi
Phoebus de Chateaupert: Arthur Saint Leon
Claude Frollo: Louis-François Gosselin
Pierre Gringoire, poeta: Jules Perrot
Quasimodo: Antoine-Louis Coulon
Aloise, madre di Fleur de Lys: Copère
Diane, amica di Fleur de Lys: Ferdinand
Beranger, amica di Fleur de Lys: Barville
Clopin, capo dei Zingari: Gouriet
Zingari: Venafra, Baraschini, Bertram
La Esmeralda
26-12-1844 - Milano, Teatro alla Scala
Balletto in tre atti e cinque scene
Coreografia: Jules Perrot
Musica: Cesare Pugni, Giovanni Bajetti
Libretto: Jules Perrot dal romanzo Notre Dame de Paris di Victor Hugo
Scene:
Costumi:
Macchinari:
Luci:
CAST
Esmeralda: Carlotta Grisi
Fleur de Lys, fidanzata di Phoebus: Adelaide Frassi
Phoebus de Chateaupert: Arthur Saint Leon
Claude Frollo: Louis-François Gosselin
Pierre Gringoire, poeta: Jules Perrot
Quasimodo: Antoine-Louis Coulon
Aloise, madre di Fleur de Lys:
Diane, amica di Fleur de Lys:
Beranger, amica di Fleur de Lys:
Clopin, capo dei Zingari:
Zingari:
Corpo di ballo del Teatro alla Scala
26-12-1844 - Milano, Teatro alla Scala
Balletto in tre atti e cinque scene
Coreografia: Jules Perrot
Musica: Cesare Pugni, Giovanni Bajetti
Libretto: Jules Perrot dal romanzo Notre Dame de Paris di Victor Hugo
Scene:
Costumi:
Macchinari:
Luci:
CAST
Esmeralda: Carlotta Grisi
Fleur de Lys, fidanzata di Phoebus: Adelaide Frassi
Phoebus de Chateaupert: Arthur Saint Leon
Claude Frollo: Louis-François Gosselin
Pierre Gringoire, poeta: Jules Perrot
Quasimodo: Antoine-Louis Coulon
Aloise, madre di Fleur de Lys:
Diane, amica di Fleur de Lys:
Beranger, amica di Fleur de Lys:
Clopin, capo dei Zingari:
Zingari:
Corpo di ballo del Teatro alla Scala
Esmeralda
02-01-1849 [21-12-1848 cal. russo] - San Pietroburgo, Bolshoi Kamenny Theater
Balletto in tre atti e cinque scene
Coreografia: Jules Perrot
Musica: Cesare Pugni, Giovanni Bajetti
Libretto: Jules Perrot dal romanzo Notre Dame de Paris di Victor Hugo
Scene:
Costumi:
Macchinari:
Luci:
CAST
Esmeralda: Fanny Elssler
Fleur de Lys, fidanzata di Phoebus: Tatiana Smirnova
Phoebus de Chateaupert: Pierre "Frédéric" Malevergne
Claude Frollo: Nikolai Goltz
Pierre Gringoire, poeta: Jules Perrot
Quasimodo: Didier
Un cavaliere: Christian Johansson
Aloise, madre di Fleur de Lys:
Diane, amica di Fleur de Lys:
Beranger, amica di Fleur de Lys:
Clopin, capo dei Zingari:
Zingari:
Balletto Imperiale di San Pietroburgo
02-01-1849 [21-12-1848 cal. russo] - San Pietroburgo, Bolshoi Kamenny Theater
Balletto in tre atti e cinque scene
Coreografia: Jules Perrot
Musica: Cesare Pugni, Giovanni Bajetti
Libretto: Jules Perrot dal romanzo Notre Dame de Paris di Victor Hugo
Scene:
Costumi:
Macchinari:
Luci:
CAST
Esmeralda: Fanny Elssler
Fleur de Lys, fidanzata di Phoebus: Tatiana Smirnova
Phoebus de Chateaupert: Pierre "Frédéric" Malevergne
Claude Frollo: Nikolai Goltz
Pierre Gringoire, poeta: Jules Perrot
Quasimodo: Didier
Un cavaliere: Christian Johansson
Aloise, madre di Fleur de Lys:
Diane, amica di Fleur de Lys:
Beranger, amica di Fleur de Lys:
Clopin, capo dei Zingari:
Zingari:
Balletto Imperiale di San Pietroburgo
Esmeralda
04-12-1850 [22-11-1850 cal. russo] - Mosca, Bolshoi Theater
Balletto in tre atti e cinque scene
Coreografia: Jules Perrot
Musica: Cesare Pugni
Libretto: Jules Perrot dal romanzo Notre Dame de Paris di Victor Hugo
Scene: Oreste Allegri, Ivan Andreyev, Pavel Isakov, Antonio Fornari, Vasily Shirayev
Costumi:
Macchinari:
Luci:
CAST
Esmeralda: Fanny Elssler
Fleur de Lys, fidanzata di Phoebus:
Phoebus de Chateaupert:
Claude Frollo:
Pierre Gringoire, poeta: Jules Perrot
Quasimodo:
Aloise, madre di Fleur de Lys:
Diane, amica di Fleur de Lys:
Beranger, amica di Fleur de Lys:
Clopin, capo dei Zingari:
Zingari:
Balletto Imperiale di San Pietroburgo
04-12-1850 [22-11-1850 cal. russo] - Mosca, Bolshoi Theater
Balletto in tre atti e cinque scene
Coreografia: Jules Perrot
Musica: Cesare Pugni
Libretto: Jules Perrot dal romanzo Notre Dame de Paris di Victor Hugo
Scene: Oreste Allegri, Ivan Andreyev, Pavel Isakov, Antonio Fornari, Vasily Shirayev
Costumi:
Macchinari:
Luci:
CAST
Esmeralda: Fanny Elssler
Fleur de Lys, fidanzata di Phoebus:
Phoebus de Chateaupert:
Claude Frollo:
Pierre Gringoire, poeta: Jules Perrot
Quasimodo:
Aloise, madre di Fleur de Lys:
Diane, amica di Fleur de Lys:
Beranger, amica di Fleur de Lys:
Clopin, capo dei Zingari:
Zingari:
Balletto Imperiale di San Pietroburgo
TRAMA
L'azione di svolge a Parigi nel XV secolo
Atto I. La corte dei Miracoli. Tramonto
Un gruppo di Zingari affolla la Corte dei Miracoli, presieduta dal loro re, Clopin. Nel mezzo dei festeggiamenti, un poeta, Gringoire, si butta ai suoi piedi, spaventato dagli zingari che frugano nelle sue tasche per derubarlo, trovando però come sua unica ricchezza una poesia. Clopin, infuriato, ordina di impiccarlo.
Il poeta chiede pietà, ma l’unica soluzione che lo può salvare è che qualche donna della Corte lo scelga come marito. Ai suoi disperati appelli tutte lo respingono. Quando ormai senza speranze Gringoire si getta ai loro piedi, un sussurro sempre più clamoroso accoglie l’arrivo di Esmeralda.
Facendosi largo tra la folla, la giovane zingara legge sul volto del poeta la tragedia del suo destino, e acconsente a sposarlo. Clopin benedice i giovani e il matrimonio viene festeggiato con danze.
Mentre la folla si disperde al suono delle trombe delle autorità, Claude Frollo, un prete depravato, osserva ammaliato Esmeralda durante l’ultima danza: prende Clopin in disparte confidandogli la sua passione per la gitana e il suo desiderio di possederla per quella notte. Al cenno di assenso di Clopin, Frollo istruisce Quasimodo, il gobbo custode della cattedrale di Notre Dame, per aiutarlo nella sua impresa. Quando, all’apparire di Esmeralda, i due la assalgono per rapirla, si odono le trombe della Guardia e il capitano Phoebus entra con le sue truppe catturando Quasimodo, mentre Frollo riesce a scappare.
Esmeralda, scampato il pericolo, osserva affascinata Phoebus, che la interroga curioso, e dopo aver appreso che la zingara è orfana, le fa dono della sua sciarpa. Nel frattempo Esmeralda intercede per Quasimodo e lo soccorre dandogli da bere. Su ordine di Phoebus, le guardie rilasciano il gobbo, che si allontana con lo sguardo pieno di riconoscenza per la sua bella benefattrice. Dopo aver concesso un bacio al Capitano, Esmeralda fugge.
Atto II. Scena I. Una piccola camera, con una poltrona, un tavolo e una sedia
Esmeralda dopo aver osservato malinconica la sciarpa datale da Phoebus, prende delle lettere d’avorio e le compone formando il nome dell’amato. Gringoire entra, e interpreta lo sguardo assente della moglie come amore per lui, ma quando tenta di abbracciarla, ella gli sfugge. Dopo averla rincorsa cerca di abbracciarla nuovamente, ma Esmeralda si difende puntandogli un coltello, e confessando a Gringoire di non amarlo affatto, e di averlo sposato solo per pietà: per lui rimane solo la possibilità di essergli compagno nelle danze di strada. Egli acconsente e insieme iniziano a provare una danza, ma sebbene il giovane sia affascinato dalla bravura di Esmeralda, le emozioni della giornata gli fanno desiderare di dormire.
Rimasta da sola, Esmeralda si butta su una poltrona, ma viene sorpresa da Frollo che le dichiara violentemente il suo amore. La giovane gli mostra le lettere sul tavolo e confessa di amare solo Phoebus. Frollo si infuria e minaccia Esmeralda, ma la giovane riesce lo stesso a scappare. Quasimodo, segretamente geloso, giura vendetta su Phoebus.
Atto II. Scena II. Il giardino di casa Gondelaurier, coi preparativi per il matrimonio di Fleur de Lys e Phoebus.
Fleur de Lys entra con le sue damigelle intrecciando ghirlande di fiori e mostra alla madre e al suo seguito i preparativi per le nozze. Phoebus arriva e bacia con indifferenza la mano della promessa sposa che si accorge che non indossa più la sciarpa da lei regalatagli. Giungono gli invitati e iniziano i festeggiamenti. Le danze sono guidate proprio da Esmeralda, accompagnata da Gringoire. Fleur de Lys è sorpresa dalla bellezza della giovane e dal suo strano vestito e si fa leggere la mano: quando Esmeralda le annuncia un matrimonio felice, le dona un anello invitandola a ballare di nuovo. Phoebus, dimenticando la presenza della fidanzata, invita Esmeralda a ballare con lui, ma viene ovviamente rimproverato. La zingara allora continua a ballare con Gringoire, ma per dimostrare al capitano di amarlo, gli mostra la sciarpa, suscitando la sorpresa di Fleur de Lys che gliela strappa di mano, per poi svenire subito dopo a causa dell’indignazione e della vergogna.
Gringoire trascina Esmeralda lontano dagli invitati infuriati, e i due scappano seguiti da un esitante Phoebus.
Atto III. Scena I. Una stanza con una finestra aperta sul fiume. Notte.
Clopin fa entrare Frollo nella camera di Esmeralda. Dopo aver preso il pugnale sul tavolo, l’uomo si nasconde. Entrano Phoebus e Esmeralda. Il capitano le dichiara il suo amore e dopo qualche esitazione, la giovane si getta tra le sue braccia. Frollo, accecato dalla gelosia, esce allo scoperto e si avventa sui giovani, che cercano scampo nella stanza vicina. Frollo li insegue, e dopo un attimo si sentono rumori di lotta, delle grida e il tonfo di un corpo che cade a terra. Frollo scappa velocemente dalla finestra. Appare anche Esmeralda, che però inciampa e cade a terra. La gente accorre e Clopin annuncia che è stato commesso un omicidio e, dopo aver incriminato Esmeralda, la fa portare via nonostante le sue proteste.
Atto III. Scena II. Le rive della Senna: una prigione sulla destra e le torri di Notre Dame sullo sfondo.
Esmeralda è condotta in prigione e condannata a morte. Gringoire è disperato e si rivolge alla folla, proprio mentre appare la processione del Re dei Matti. Quasimodo è condotto sulle spalle degli zingari, e nel vederlo la folla dimentica la propria rabbia.
Le porte della prigione si aprono, ed Esmeralda è condotta al patibolo. Quando le viene concesso di fermarsi per dire addio a Gringoire, confida al poeta di voler essere sepolta con la sciarpa di Phoebus. Frollo offre alla giovane di risparmiarle la vita in cambio delle nozze con lui, ma Esmeralda rifiuta. Proprio in quel momento arriva Phoebus, scampato miracolosamente alla morte, che scagiona Esmeralda accusando invece Frollo del suo tentato assassinio. Il malvagio, impazzito, si sta par avventare sulla giovane ma viene bloccato da Quasimodo che fa scudo col proprio corpo. La folla saluta con gioia l’innocenza di Esmeralda.
Claudio Giorgione
Balletto.net
Atto I. La corte dei Miracoli. Tramonto
Un gruppo di Zingari affolla la Corte dei Miracoli, presieduta dal loro re, Clopin. Nel mezzo dei festeggiamenti, un poeta, Gringoire, si butta ai suoi piedi, spaventato dagli zingari che frugano nelle sue tasche per derubarlo, trovando però come sua unica ricchezza una poesia. Clopin, infuriato, ordina di impiccarlo.
Il poeta chiede pietà, ma l’unica soluzione che lo può salvare è che qualche donna della Corte lo scelga come marito. Ai suoi disperati appelli tutte lo respingono. Quando ormai senza speranze Gringoire si getta ai loro piedi, un sussurro sempre più clamoroso accoglie l’arrivo di Esmeralda.
Facendosi largo tra la folla, la giovane zingara legge sul volto del poeta la tragedia del suo destino, e acconsente a sposarlo. Clopin benedice i giovani e il matrimonio viene festeggiato con danze.
Mentre la folla si disperde al suono delle trombe delle autorità, Claude Frollo, un prete depravato, osserva ammaliato Esmeralda durante l’ultima danza: prende Clopin in disparte confidandogli la sua passione per la gitana e il suo desiderio di possederla per quella notte. Al cenno di assenso di Clopin, Frollo istruisce Quasimodo, il gobbo custode della cattedrale di Notre Dame, per aiutarlo nella sua impresa. Quando, all’apparire di Esmeralda, i due la assalgono per rapirla, si odono le trombe della Guardia e il capitano Phoebus entra con le sue truppe catturando Quasimodo, mentre Frollo riesce a scappare.
Esmeralda, scampato il pericolo, osserva affascinata Phoebus, che la interroga curioso, e dopo aver appreso che la zingara è orfana, le fa dono della sua sciarpa. Nel frattempo Esmeralda intercede per Quasimodo e lo soccorre dandogli da bere. Su ordine di Phoebus, le guardie rilasciano il gobbo, che si allontana con lo sguardo pieno di riconoscenza per la sua bella benefattrice. Dopo aver concesso un bacio al Capitano, Esmeralda fugge.
Atto II. Scena I. Una piccola camera, con una poltrona, un tavolo e una sedia
Esmeralda dopo aver osservato malinconica la sciarpa datale da Phoebus, prende delle lettere d’avorio e le compone formando il nome dell’amato. Gringoire entra, e interpreta lo sguardo assente della moglie come amore per lui, ma quando tenta di abbracciarla, ella gli sfugge. Dopo averla rincorsa cerca di abbracciarla nuovamente, ma Esmeralda si difende puntandogli un coltello, e confessando a Gringoire di non amarlo affatto, e di averlo sposato solo per pietà: per lui rimane solo la possibilità di essergli compagno nelle danze di strada. Egli acconsente e insieme iniziano a provare una danza, ma sebbene il giovane sia affascinato dalla bravura di Esmeralda, le emozioni della giornata gli fanno desiderare di dormire.
Rimasta da sola, Esmeralda si butta su una poltrona, ma viene sorpresa da Frollo che le dichiara violentemente il suo amore. La giovane gli mostra le lettere sul tavolo e confessa di amare solo Phoebus. Frollo si infuria e minaccia Esmeralda, ma la giovane riesce lo stesso a scappare. Quasimodo, segretamente geloso, giura vendetta su Phoebus.
Atto II. Scena II. Il giardino di casa Gondelaurier, coi preparativi per il matrimonio di Fleur de Lys e Phoebus.
Fleur de Lys entra con le sue damigelle intrecciando ghirlande di fiori e mostra alla madre e al suo seguito i preparativi per le nozze. Phoebus arriva e bacia con indifferenza la mano della promessa sposa che si accorge che non indossa più la sciarpa da lei regalatagli. Giungono gli invitati e iniziano i festeggiamenti. Le danze sono guidate proprio da Esmeralda, accompagnata da Gringoire. Fleur de Lys è sorpresa dalla bellezza della giovane e dal suo strano vestito e si fa leggere la mano: quando Esmeralda le annuncia un matrimonio felice, le dona un anello invitandola a ballare di nuovo. Phoebus, dimenticando la presenza della fidanzata, invita Esmeralda a ballare con lui, ma viene ovviamente rimproverato. La zingara allora continua a ballare con Gringoire, ma per dimostrare al capitano di amarlo, gli mostra la sciarpa, suscitando la sorpresa di Fleur de Lys che gliela strappa di mano, per poi svenire subito dopo a causa dell’indignazione e della vergogna.
Gringoire trascina Esmeralda lontano dagli invitati infuriati, e i due scappano seguiti da un esitante Phoebus.
Atto III. Scena I. Una stanza con una finestra aperta sul fiume. Notte.
Clopin fa entrare Frollo nella camera di Esmeralda. Dopo aver preso il pugnale sul tavolo, l’uomo si nasconde. Entrano Phoebus e Esmeralda. Il capitano le dichiara il suo amore e dopo qualche esitazione, la giovane si getta tra le sue braccia. Frollo, accecato dalla gelosia, esce allo scoperto e si avventa sui giovani, che cercano scampo nella stanza vicina. Frollo li insegue, e dopo un attimo si sentono rumori di lotta, delle grida e il tonfo di un corpo che cade a terra. Frollo scappa velocemente dalla finestra. Appare anche Esmeralda, che però inciampa e cade a terra. La gente accorre e Clopin annuncia che è stato commesso un omicidio e, dopo aver incriminato Esmeralda, la fa portare via nonostante le sue proteste.
Atto III. Scena II. Le rive della Senna: una prigione sulla destra e le torri di Notre Dame sullo sfondo.
Esmeralda è condotta in prigione e condannata a morte. Gringoire è disperato e si rivolge alla folla, proprio mentre appare la processione del Re dei Matti. Quasimodo è condotto sulle spalle degli zingari, e nel vederlo la folla dimentica la propria rabbia.
Le porte della prigione si aprono, ed Esmeralda è condotta al patibolo. Quando le viene concesso di fermarsi per dire addio a Gringoire, confida al poeta di voler essere sepolta con la sciarpa di Phoebus. Frollo offre alla giovane di risparmiarle la vita in cambio delle nozze con lui, ma Esmeralda rifiuta. Proprio in quel momento arriva Phoebus, scampato miracolosamente alla morte, che scagiona Esmeralda accusando invece Frollo del suo tentato assassinio. Il malvagio, impazzito, si sta par avventare sulla giovane ma viene bloccato da Quasimodo che fa scudo col proprio corpo. La folla saluta con gioia l’innocenza di Esmeralda.
Claudio Giorgione
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APPROFONDIMENTO
Esmeralda: un balletto con due padri (1a parte: Perrot)
Sabato 9 Marzo 1844. Allo Her Majesty’s di Londra tutto è pronto per la serata d’apertura della nuova stagione. L’orchestra ha assimilato ogni sfumatura della musica di Cesare Pugni, il laboratorio scenotecnico ha sfornato le scene di William Grieve, cariche di suggestioni della Parigi medievale, Madame Copére si è occupata dei costumi, Sloman delle macchine teatrali e Jules Perrot non si è concesso un attimo di tregua pur di curare ogni dettaglio della coreografia della sua creazione, modellata sul libretto che egli stesso ha scritto (1): sta per debuttare La Esmeralda, balletto in tre atti e cinque scene, basato sul romanzo Notre Dame de Paris di Victor Hugo, pubblicato da poco più di un decennio. Perrot ha avuto un anno di tempo perché il balletto prendesse forma nella sua mente. Il lavoro, già programmato per l’apertura della stagione precedente, era previsto in occasione del debutto londinese di Adèle Dumilâtre, ma si era rivelato necessario rimandarlo a causa dei tempi ristretti e di un infortunio occorso al coreografo. Tramontata la possibilità della Dumilâtre come interprete, Perrot ha ripreso le prove a un anno di distanza con Carlotta Grisi, la sua Carlotta, un tempo sua compagna. La Grisi sta per creare il ruolo di Esmeralda, la gitana, danzatrice di strada, innamorata di Phoebus de Châteaupers, il bel Capitano degli Arcieri reali, però promesso sposo a Fleur de Lys. I loro ruoli sono stati affidati ad Arthur Saint-Léon e ad Adelaide Frassi (2). Poco prima dell’arrivo di Carlotta, Perrot ha impostato le cinque scene del balletto col corpo di ballo, con Louis Gosselin e con Antoine Louis Coulon. Li ha scelti rispettivamente per il ruolo di Claude Frollo, l’Arcidiacono di Notre Dame che insidia Esmeralda, e per quello del campanaro gobbo e deforme della Cattedrale, Quasimodo, che, riconoscente, cerca di proteggere la ragazza. Per sé si è ritagliato la parte del poeta Pierre Gringoire, sposo di Esmeralda secondo il rito dei malavitosi parigini (3). Nel corso dell’anno appena trascorso Perrot ha letto e riletto il capolavoro di Hugo fugando tutte le iniziali perplessità nei confronti dell’idea di ridurre alle dimensioni di un balletto un soggetto letterario complesso, dovuto al massimo poeta francese vivente. La proposta gli era stata avanzata la stagione precedente da Bejamin Lumley, l’impresario del Teatro, che, con pazienza, aveva vinto la ragionevole resistenza di Perrot (4). Il coreografo aveva avviato i lavori, poco dopo sospesi, ma il forzato rinvio di un anno ha avuto un risvolto positivo. C’è stato tutto il tempo di individuare una formula efficace per tradurre la drammaturgia in termini scenici. Sostenuto da Lumley e Pugni, presenti coi loro suggerimenti alle lunghe sedute notturne di lavoro, Perrot ha estrapolato dal romanzo gli episodi salienti del dramma di Esmeralda, li ha distribuiti in cinque quadri e, per non perdere il sapore di un potente affresco storico, li ha narrati inquadrandoli in ampie cornici dedicate a corposi interventi dei personaggi secondari e del corpo di ballo. Quest’ultimo ha perso il tradizionale aspetto di semplice complemento all’azione delle prime figure per vedersi assegnata una precisa funzione drammaturgica (5). Ne è esempio il primo quadro: nella Valse Bohémienne (o Valse de vieux Paris) di apertura e nel successivo Pas des Truands, l’intero corpo di ballo dipinge un poderoso affresco della Corte dei Miracoli, il sottobosco parigino di mendicanti, ladruncoli e artisti di strada. Movimenti sregolati, attività febbrili, confusione sfociano nella danza, irrispettosi delle norme consuete che regolano un ordinato corpo di ballo (6). Tra le due danze d’assieme, Perrot sviluppa un episodio dedicato allo spiantato poeta Gringoire: caduto nelle mani dei malavitosi, è giudicato colpevole di non aver nulla da farsi rubare e, di conseguenza, condannato a morte da Clopin Trouillefou, il Re della Corte dei Miracoli. Tuttavia, in base a una tradizione, sarà risparmiato se una loro donna accetterà di sposarlo. Per compassione del giovane, si fa avanti Esmeralda e, dopo il matrimonio secondo il rito dei fuorilegge, i due giovani danzano La Truandaise. Il passo a due è un primo esempio della scelta coreutica di Perrot di affidare a ogni momento danzato il compito di far evolvere la drammaturgia e di creare le giuste atmosfere. Come osserva Ivor Guest, l’atteggiamento è in linea con i principi del balletto d’azione (7): in nessuna circostanza Perrot interromperà l’azione per interpolarvi danze puramente decorative, non pertinenti alla vicenda. Tra le testimonianze dell’abilità del coreografo di integrare danza e mimo c’è anche il ricordo della grande étoile russa Ekaterina Vazem (8). Nel caso de La Truandaise, il passo a due è usato per veicolare lo stupore di Gringoire per lo scampato pericolo, la sincera semplicità dell’animo di Esmeralda e l’inizio di un rapporto di conoscenza e simpatia tra i giovani appena conosciutisi (9). Subito dopo la donna è assalita da Frollo, che la concupisce, aiutato da Quasimodo, ma è salvata da Phoebus, di cui si invaghisce subito allorché l'Arciere le lascia in pegno la sua sciarpa azzurra. Nel secondo quadro si conferma l’intenzione del coreografo di mantenere una stretta relazione tra danza e drammaturgia. Esmeralda chiarisce a Gringoire d’averlo sposato per salvarlo, non per amore, e, dunque, il loro rapporto sarà limitato: il giovane potrà soltanto accompagnarla quando danzerà per strada per guadagnarsi il pane, seguita dalla sua capretta ammaestrata che le fa compagnia. E, infatti, il successivo Pas Scénique, lungi dall’essere danza pura, è strutturato come una sorta di lezione di danza impartita da Esmeralda a Gringoire affinché possa essere un suo degno partner nel lavoro (10). Il terzo quadro, la parte più corposa del secondo Atto, è interamente dedicato alla festa di matrimonio di Fleur de Lys. Nella prima scena dell’atto secondo vengono presentati gli sposi promessi, affidandone l’entrata a una serie di passaggi danzati che vanno sotto il nome di Pas des Fleurs. Le parti coreutiche del passaggio, di corto respiro nella versione londinese, acquisteranno uno spessore e un’ampiezza assai più consistenti nelle successive riprese di Perrot e il nuovo passo a volte figurerà ribattezzato in Pas des Corbeilles (11). A Londra l’entrata dei due sposi è ridotta a due pas de trois: il primo danzato da Fleur de Lys con le sue due damigelle e il secondo dallo sposo con due soliste. E’ qui che viene rivelato come il promesso sposo altri non sia che Phoebus. Ma è la seconda scena del secondo Atto ad essere paradigmatica del mutuo e spontaneo riflesso della narrazione sui momenti danzati. Esmeralda è invitata a ballare alla festa per il matrimonio della giovane. E’ questo il punto in cui Perrot raggiunge momenti di grande intensità, allorché Esmeralda si rende conto che il fidanzato è il Capitano da lei amato: danza senza riuscire a mostrarsi distaccata, lascia trapelare il suo interesse per Phoebus e perde ogni prudenza. A Londra il momento si sviluppa attraverso il susseguirsi del pas de la Esmeralda, della Tyrolienne, dell’Allegretto e del Galop. I precedenti passaggi coreutici saranno completamente sostituiti da una diversa coreografia su nuova musica, concepita da Perrot per il debutto scaligero del balletto. La profonda rielaborazione del passaggio coreutico, cui si farà ulteriore cenno in seguito, raggiungerà un’inedita potenza espressiva analizzando in modo ancor più sottile lo stato d’animo della gitana: attraverso la danza, Perrot riuscirà a mostrare come il tentativo di Esmeralda di intrattenere gli ospiti con allegria sia minato in modo gradualmente crescente dall’angoscia di non poter coronare il suo amore per Phoebus, fino ad esserne del tutto sopraffatta. La situazione precipita, la zingara danza con la sciarpa datale da Phoebus, Fleur des Lys la riconosce e comprende, Esmeralda fugge, però Phoebus la segue, Frollo li snida, ferisce gravemente Phoebus e fa ricadere la colpa su Esmeralda, che si rifiuta di cedergli. La donna è condannata a morte. Va sottolineato il colpo da maestro introdotto da Perrot a questo punto nella drammaturgia dell’ultimo quadro, ulteriore esempio della funzione narrativa assegnata al corpo di ballo. Gringoire si dispera per la condanna a morte di Esmeralda, gli astanti, fermatisi a curiosare, sono presi da crescente commozione, il popolo presente è affranto. Ma al popolo basta un nulla per fargli cambiare umore radicalmente e per distoglierlo dal dramma altrui se attratto da qualcosa di divertente. Perrot determina l’improvviso e radicale cambio d’umore semplicemente inserendo a questo punto un episodio che nel romanzo figura assai prima e con funzione diversa: il Carnevale dei Folli, ossia l’arrivo di una processione di popolani che si prendono gioco di Quasimodo, portandolo in trionfo per le strade di Parigi, travestito da Papa dei Folli. Immediatamente ai burloni si uniscono, divertiti, uomini e donne un istante prima addolorati per Esmeralda. Già sino a questo punto il balletto si è discostato dal romanzo nell’enfasi data al personaggio di Esmeralda e nella rielaborazione di quello di Phoebus, qui sensibile e sincero innamorato, privo della ribalderia da vuoto donnaiolo che lo caratterizza nel romanzo (12). Le discrepanze proseguono nel finale col lieto fine, che evita l’ingiusta esecuzione di Esmeralda: Phoebus non è stato ferito a morte da Frollo e giunge in tempo per scagionare l’amata. Questi tre punti in cui Perrot si allontana dal romanzo originale hanno, però, un precedente. Si ritrovano in una riduzione del romanzo, dovuta allo stesso Hugo, a libretto d’opera per Louise Bertin, poi usato anche da Antonio Monticini per una sua “azione mimica” sull’argomento, presentata alla Scala di Milano nel 1839 e interpretata da Fanny Cerrito (13). La struttura del libretto di Perrot denuncia l’influenza evidente del libretto d’opera, ma, rispetto ad esso, Perrot enfatizza il lieto fine e ritorna al romanzo recuperando il personaggio del poeta Gringoire (14). Perrot evita lunghi intervalli, replicando l’artificio già praticato per Ondine: ai quadri che dispongono le masse sull’intero palcoscenico, si alternano scene più intime danzate davanti a un sipario, che cela il cambio di scena (15). Nell’ultimo atto il coreografo sperimenta l’azione simultanea su piani diversi: al Carnevale dei Folli contrappone la disperazione di Esmeralda in proscenio (16). Al debutto de La Esmeralda il gradimento del pubblico è raddoppiato dal confronto con la mediocre Adelia, una debole opera di Donizetti, rappresentata, come d’uso, nella medesima serata, in coppia col balletto (16). A fine stagione, in agosto, il Teatro riprende La Esmeralda, ma alla Grisi subentra Fanny Elssler ed è subito trionfo per la ballerina austriaca. Il 26 dicembre successivo La Esmeralda, accoppiata ai Lombardi di Giuseppe Verdi, apre la stagione di Carnevale della Scala di Milano. Protagonista è la Elssler, affiancata, nei panni di Quasimodo, dal celeberrimo mimo Effisio Catte, allievo privato di Carlo Blasis (17), ed è in questa occasione che Perrot rielabora profondamente la scena del terzo quadro, in cui Esmeralda è invitata a ballare alle nozze di Fleur de Lys. Il coreografo sostituisce la musica di Pugni con quella composta da Giovanni Bajetti sulla quale coreografa un nuovo grand pas di grande intensità emotiva, che rimpiazza il pas de la Esmeralda, la Tyrolienne, l’Allegretto e il Galop, i quattro numeri che a Londra seguivano il Pas des Fleurs (18), (19). Questo importante cambiamento sarà conservato, nella sostanza, nelle prime riprese pietroburghesi del balletto: lo conferma il fatto che la musica di Bajetti, pur rilegata a parte, è presente nella partitura per violino che verrà utilizzata a San Pietroburgo (20). Il balletto ritorna a Londra, è messo in scena nei maggiori teatri ed è fedelmente riproposto anche da Domenico Ronzani a Bologna, a Vienna, a Venezia alla Fenice (21). La coreografia di Perrot è ripresa nel 1847 a Berlino da Arthur Saint-Léon e a New York da Hippolyte Monplasir (22). Nella ripresa londinese del luglio 1848, Perrot interpola un elaborato grand quintette dansante per Carolina Rosati. Sono trascorsi appena quattro anni dal debutto e nel 1848 La Esmeralda inizia una seconda vita: ne è in cartellone una ripresa a San Pietroburgo, curata da Perrot in persona per la Elssler. Il coreografo è atteso a San Pietroburgo per dicembre, ma lo precede la Elssler per esibirsi in altri lavori. E’ previsto che il ricavato del debutto pietroburghese di Esmeralda vada in larga misura a beneficio della Elssler e la ballerina, in attesa dell’arrivo di Perrot, si offre di iniziare a rimontare il balletto ella stessa per guadagnar tempo e non rischiare che un possibile ritardo le faccia perdere l’occasione economicamente vantaggiosa (23), (24). Ha bisogno di un abile assistente e le viene assegnato un giovane Marius Petipa, approdato ai Teatri Imperiali da appena un anno. Gli è stato offerto un contratto di primo ballerino soltanto annuale, ma gli verrà rinnovato, integrato con altre incombenze sempre più importanti e queste tratterranno il marsigliese in Russia per il resto della vita nel corso di una carriera coreutica di rilievo insuperato. Petipa assiste la Elssler in modo determinante e, al suo arrivo, Perrot non ha che da dare gli ultimi ritocchi al balletto per la prima al Bolshoi Kamenny di San Pietroburgo del 2 gennaio 1849. Le prove, alla presenza di Perrot e di Pugni, vengono tenute presso la Scuola Imperiale di Danza, in modo che le allieve possano beneficiare della presenza del Maestro (25). Perrot rielabora il Pas de Fleurs sostituendo i due passi a tre, uno per ciascun fidanzato, con una coreutica più ricca ed articolata: per la Smirnova, nel ruolo di Fleur de Lys, Perrot crea una variazione in cui è accompagnata da tre solisti e 24 ballerine (26). Al posto del pas de trois per Phoebus e due ballerine, Perrot interpola un nuovo pas de quatre (27). Dopo il nuovo Pas de Fleurs, viene l’esibizione di Esmeralda, pur disperata, alla festa di fidanzamento di Phoebus e, sebbene lo rielabori in alcuni passaggi, Perrot mantiene nella sostanza il pas d’action su musica di Bajetti, creato per Milano (28) Va solo aggiunto che, sebbene Perrot continui a vestire i panni di Gringoire, nel pas d’action non è più il suo personaggio ad accompagnare la Elssler, ma un cavaliere anonimo, interpretato da Christian Johansson. Ulteriori dettagli della prima ripresa pietroburghese sono riportati dal Beaumont (29). Da quel revival in poi il lavoro assumerà il semplice titolo Esmeralda. Il balletto continua la sua vita, ripreso in molti Teatri europei: a titolo d’esempio si ricorda che Esmeralda è una delle tre eroine create da Perrot scelte dalla Grisi per chiudere a Varsavia la sua carriera (30); il balletto debutta anche a Parigi: con somma delusione del coreografo, non approda all’Opéra, ma viene proposto da uno dei teatri di boulevard. A Milano è riproposto alla Scala da Domenico Ronzani nel 1854 e al Teatro della Canobbiana da Ferdinando Pratesi nel 1865 (31). Va in scena a Torino al Teatro Regio nella stagione 1853-54 con protagonista Carolina Rosati e al Teatro Vittorio Emanuele nel 1863, nella riproduzione di Giovanni Piccoli. Esmeralda è prodotto anche a Mosca e in quel ruolo la Elssler dà l’addio alla Russia nel 1851 dal palcoscenico del Bolshoi (32). Viene ripreso a San Pietroburgo nel ventennio successivo al debutto del 1849 (33), (34) e, quando alcune ballerine locali iniziano a ricoprire le parti da protagonista, alternandosi alle stelle internazionali, il ruolo della gitana segnerà i progressi di carriera di Maria Surovshchikova, la prima moglie di Petipa (35). continua in Esmeralda: un balletto con due padri (2a parte: Petipa) Marino Palleschi Balletto.net NOTE: (1) (pp. 178-82), (8) (p. 176), (23) (p. 118), (25) (pp.163-4), (33) (pp. 120, 124) in: Roland John Wiley, A Century of Russian Ballet, Documents and Eyewitness Accounts, 1810 – 1910, Dance Books, Alton, 2007. (2) (p. 112, 92-93), (3) (p. 112), (6) (p. 116-18), (7) (p. 114), (9) (p. 118), (10) (p. 120), (11) (p. 120), (12) (p. 121), (13) (p. 115), (14) (p. 115-16), (16) (p. 113), (18) (p. 136), (20) (p. 136), (21) (p. 154), (26) (p. 231), (27) (p. 232), (28) (p.232), (30) (p. 274), (35)([G] p. 282) in: Ivor Guest, Jules Perrot, Master of the Romantic Ballet, Dance Books Ltd., 9 Cecil Court London WC2, 1984. (4) (p. 154), (5) (p. 155), (15) (p. 155), (16) (p. 155) in: Lincoln Kirstein, Four Centuries of Ballet, Fifty Masterworks, Dover Publications, Inc., New York, 1984. (17) (p.188) in: Madison U. Sowell, Debra H. Sowell, Francesca Falcone, Patrizia Veroli, Il Balletto Romantico, Tesori della collezione Sowell, L'Epos, 2007. (19) (p. 35). Ivor Guest, Cesare Pugni: a Plea for Justice, Dance Research: The Journal of the Society for Dance Research, Vol. 1, No. 1, Edinburgh University Press Spring, 1983 (22) (p. 113), (31) ([Ph] p. 114) in: A.A.V.V., Phaidon Book of the Ballet, Phaidon Press Ltd, 1981 (24) (p. 31)in: Marius Petipa, The Memoirs of Marius Petipa, Russian Ballet Master (trad.Helen Wittaker), edito da Lillian Moore, Dance Books 9 Cecil Court London W. C. 2, 2009 (29) (p. 300), (32) (p. 300), (34) (p. 300) in: Cyril W. Beaumont, Complete book of Ballets, Putnam, London, Wyman and sons, Ltd, 1937 CURIOSITA'
Fanny Elssler e il pubblico moscovita
(...) Né Fanny stessa, né chiunque fosse presente, sia come interprete che come spettatore, avrebbe mai dimenticato il fantastico entusiasmo suscitato dalla sua esibizione d'addio in La Esmeralda il 2 marzo. Molto prima che si alzasse il sipario, era chiaro che non sarebbe stata un'occasione normale. La folla era così determinata a ottenere l'ammissione che ha sfondato le pesanti porte di legno del teatro, mentre i bagarini nella strada fuori offrivano fino a 100 rubli per un posto in platea. Ogni posto fu rapidamente occupato e molti dei palchi, anche nei livelli superiori, furono stipati di due e tre volte il numero che avrebbero dovuto contenere. Poche persone prestarono attenzione al brano iniziale, ma quando l'orchestra attaccò le prime battute de La Esmeralda cadde un silenzio improvviso. Il sipario si alzò e dopo pochi minuti Fanny fece il suo ingresso brandendo il suo tamburello. Immediatamente tutto il pubblico si alzò in piedi, agitando cappelli e fazzoletti e applaudendo. I fiori volarono nell'aria finché l'intero palcoscenico sembrò essere ricoperto da un tappeto multicolore. Molti dei bouquet erano legati con nastri dai colori allegri, uno dei più belli avvolto in pizzo point de Bruxelles foderato di velluto color fiamma e annodato con un superbo nastro dello stesso colore. Un mazzo di giacinti aveva una coda di nastri colorati su cui erano stampate le varie qualità della danza di Fanny. Da due palchi affacciati il boccascena, fiori, nastri, corone e stemmi con le iniziali di Fanny volarono come una pioggia di fuochi d'artificio, e la Contessa Rostopchina lanciò un bouquet contenente una poesia che aveva scritto. Ma il culmine di questa indimenticabile manifestazione doveva ancora arrivare. Dal suo posto in prima fila in platea l'enorme figura del Principe Golitsin si alzò per porgere attraverso la buca dell'orchestra il bouquet più grande e splendido di tutti, presentato a nome della città di Mosca, il cui nome era scritto in modo vistoso in camelie rosse su uno sfondo di camelie bianche. Ad accompagnare il bouquet, su un piatto d'argento, un kalatch, il pane simbolo dell'ospitalità moscovita, realizzato in cartone. Théodore, che era a conoscenza del segreto, lo prese e lo spezzò, estraendone un braccialetto con pietre semipreziose le cui iniziali formavano il nome, Moskva (Mosca): Malachite Opale Sapphire (Zaffiro) Kalcedon (Calcedonio) Venisa (Granato) Ametista Dopo che l'ebbe allacciato al braccio di Fanny, lei cadde in ginocchio, lo baciò e poi se lo premette sul cuore. Erano stati lanciati non meno di trecento mazzi di fiori, e nella seconda scena questi erano tutti ammucchiati sul divano di Esmeralda. Questa scena si apriva con Esmeralda sola sul palco che sognava Phoebus, di cui scriveva il nome sul muro, e in questa occasione Fanny, d'un impulso improvviso, scriveva con il gesso la parola Mosca in caratteri russi abbastanza grandi perché tutti la vedessero. Questo gesto diede luogo a rinnovate ovazioni e applausi, e ci vollero alcuni minuti prima che il balletto potesse riprendere. Ormai il pubblico era in una febbre di eccitazione, e gli applausi scoppiarono di nuovo quando Fanny iniziò la sua vivace danza con il tamburello. Ben presto l'applauso si risolse in un ritmico battito di mani a tempo di musica così forte che i musicisti, rendendosi conto di non poter più essere sentiti, deposero gli strumenti e si unirono a loro. Fu un esibizione come non si era mai vista prima a Mosca, e anni dopo i vecchi frequentatori di teatro ne parlavano ancora come di un'esperienza unica e indimenticabile. Questa dimostrazione di entusiasmo aveva ispirato Fanny a ballare con un ardore e una forza notevoli anche per lei, ma celebrava generosamente il suo compagno, Théodore, che interpretava Gringoire. Prima di spingerlo fuori dal suo camerino come richiedeva lo scenario, lo trascinò davanti al palco e gli regalò un bouquet che le era stato lanciato dall'auditorium. Quando il balletto continuò, non c'era posto per lei sul divano fiorito e dovette sdraiarsi sul pavimento davanti ad esso. Dopo la fine del balletto, ricevette quarantadue chiamate alla ribalta e piangeva senza vergogna quando i ballerini russi vennero a salutarla. Quando si fu vestita, riconobbe a malapena la scala che conduceva alla porta del palcoscenico, perché era stato steso un ricco tappeto e fiori sparsi ovunque. Fuori una folla allegra attendeva. Si erano già divertiti un po' a molestare un funzionario officiante che aveva cercato di farli disperdere tenendolo sotto le gambe dei cavalli della carrozza. L'ometto terrorizzato è stato rilasciato solo quando è emersa Fanny. Mentre si avvicinava alla carrozza, la folla le si accalcava intorno. Pochi fortunati riuscirono a sistemare il tappeto di pelliccia attorno alle sue gambe, mentre altri lanciarono mazzi di fiori nella carrozza. Nel frattempo, nonostante i tentativi della polizia di impedirlo, i cavalli vennero sganciati e la carrozza è stata trascinata per le strade da una squadra di giovani, scortati da una folla eccitata e urlante. Seduto in maniera solenne alla guida della carrozza, con in mano l'enorme bouquet di Golitsin, c'era il direttore del Moskovskije Vedomosti, Vladimir Khlopov. Arrivata finalmente al Dresden Hotel, dove sul marciapiede era stato steso un tappeto, Fanny trovò altri amici che aspettavano di brindare alla sua salute con lo champagne. Fuori dall'albergo gli applausi continuarono e Fanny ordinò che il grande mazzo di camelie venisse smembrato e che i fiori fossero lanciati dalla finestra alla folla sottostante. (...) Ivor Forbes Guest Fanny Elssler Wesleyan University Press, Middletown, Conn. (1970) Caprette e Ballerine
Djali, questo il nome della capretta domestica di Esmeralda, nel romanzo di Victor Hugo gioca un ruolo molto importante. Ammaestrata dalla sua padroncina, la capretta sbalordiva gli astanti con la sua capacità di "scrivere" battendo più volte lo zoccolo a terra, disponendo lettere di legno che poi formavano parole, numeri, divinazioni. Nel romanzo, la capretta disponendo le lettere a formare la parola PHOBEUS rivela a tutti l'amore segreto di Esmeralda per il capitano delle guardie. E' tradizione che nel balletto Esmeralda, la protagonista entri in scena con una vera capretta, che ovviamente non può che assumere un ruolo puramente simbolico, lasciando ad Esmeralda il compito di scrivere e mostrare le lettere "dettate" da Djali. La capretta è apparsa anche nel balletto di Perrot. Molte stampe dell'epoca mostrano ballerine come Carlotta Grisi e Fanny Elssler nei panni di Esmeralda, con accanto il suo animale domestico. Nel 1889, Nella seconda versione di Marius Petipa del balletto, la protagonista Mathilde Kchessinska, che ebbe un successo sensazionale nel ruolo. Kchessinskaya possedeva la capra raffigurata con lei in una fotografia e l'ha addestrata personalmente per abituarla al palcoscenico. La ballerina Basya Karpilova per addestrare la sua capra, escogitava un trucco. Mentre giocava con lei, usava un tamburello, nel quale metteva del cibo. Abituata così alla presenza e suono dello strumento, l'eroina a quattro zampe poteva essere rilasciata senza paura sul palco durante lo spettacolo. Ogni ballerina, a cui era caro il ruolo di Esmeralda, aveva cura di instaurare un rapporto di fiducia con la capretta del momento. Negli anni venti del secolo scorso, Ekaterina Vasilievna Geltser, prima ballerina del Bolshoi, aveva la sua capra personale, l'aveva sistemata in casa propria e non si fidava di nessun altro, così che quando altre ballerine ballavano occasionalmente Esmeralda, dovevano fare a meno della capra. La Geltser rinunciò al suo ruolo preferito solo all'età di 58 anni, ma non permise nemmeno agli altri di ballare: il balletto scomparve per anni dal repertorio del Bolshoi. La presenza della capretta nel balletto non è però sempre rispettata, ed è facile capirne il perché. La gestione in uno spettacolo di animali vivi che possono spaventarsi tra luci intense, rumori improvvisi e presenza di pubblico, è molto difficile. Non sono rari i casi durante le prove di caprette impaurite recalcitranti, tirate a forza dalle ballerine o impazzite che saltavano e correvano ovunque sul palcoscenico. Per cui a malincuore (e spesso con sollievo) si preferisce rinunciare alla tradizione per poter mantenere la narrazione su binari più gestibili e lasciando alla stessa Esmeralda il compito di "scrivere" la sua predizione. Infine una nota curiosa: A Pablo Picasso come regalo di Natale venne regalata dai suoi familiari una capra da compagnia a cui diede il nome di Esmeralda. Alla capretta fu subito concessa la libertà di gironzolare per la casa e studio del grande artista spagnolo nonché avere il privilegio di essere ritratta in alcuni suoi dipinti e sculture. Tino Bonanomi Balletto.net BALLETTI CORRELATI
La Esmeralda Antonio Monticini (1839)
La Esmeralda Jules Perrot (1844)(1849)(1850) La Esmeralda Arthur Saint-Léon (1847) La Esmeralda Hippolyte Monplaisir (1847) La Esmeralda Domenico Ronzani (1854) La Esmeralda Ferdinando Pratesi (1865) La Esmeralda Marius Petipa (1886)(1899) Esmeralda José Méndez (1890) La Fille de Gudule ou Esmiralda Alexander Gorsky (1902) Our Lady’s Juggler Andrée Howard e Susan Salaman (1930) La Esmeralda Agrippina Vaganova (1931)(1935) Esmeralda Osvalds Lemanis (1940) Esmeralda Vakhtang Tchaboukiani (1944) Esmeralda Vladimir Bourmeister e Vassili Tikhomirov (1950) La Esmeralda Nicholas Beriosov (1954) Notre-Dame de Paris Roland Petit (1965) The Hunchback of Notre-Dame Bruce Wells (1980) La Esmeralda Pyotr Gusev e Tatiana Vecheslova (1981) The Hunchback of Notre-Dame Ronald Hynd (1988) La Esmeralda Yuri Burlaka e Vasily Medvedev (2009) La Esmeralda Toni Candeloro (2011) |
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