Marino Palleschi
Picasso, la danza e otto settimane in Italia
Gli anni in cui furono rappresentati Parade e Mercure, il 1917 e il 1924 rispettivamente, racchiudono l’arco di tempo in cui Picasso è rimasto legato ai Ballets Russes di Diaghilev contribuendo alla realizzazione di importanti balletti voluti dall’impresario.
Ora, proprio in questo intervallo temporale e in queste incursioni molto significative nel mondo della danza, Picasso mostra per la prima volta un comportamento inedito nella scelta del linguaggio espressivo, che conserverà nella restante produzione. Nei bozzetti per Parade l'artista propone una dissonanza tra lo stile realistico e narrativo del sipario e la modernità con cui disegna lo scenario e i costumi dei manager, di marcata matrice cubista. Stile, quest’ultimo, contrapposto al precedente nel restituire una realtà non più in modo soggettivo secondo la percezione visiva, ma nel modo più oggettivo possibile, secondo la conoscenza interiore della stessa. Per la prima volta nella produzione di Picasso coesistono mezzi espressivi e stili diversi. (continua) |
Tino Bonanomi e Giulia d'Ambrosio
La Madonna delle ballerine
Milano è ricca di storie. E’ come un’elegante signora di una volta, altera, che dà poca confidenza. Eppure, all’improvviso, così capace di aprire il cuore e di sorprenderti con racconti e immagini che danno luce all’anima. Questa è una delle sue storie. A pochissima distanza dal Teatro alla Scala, appena dietro palazzo Marino, la centralissima Piazza S. Fedele è uno dei posti più raccolti e tranquilli della metropoli meneghina. In questo quadrilatero di edifici, che appartengono soprattutto alla Storia dell’ultimo secolo, spicca l’imponente ed elegante facciata cinquecentesca (con qualche ritocco ottocentesco) della Chiesa di San Fedele, sede storica dei Gesuiti, progetto (1569) dell’architetto Pellegrino Pellegrini.
L’interno, caratterizzato da un’unica, altissima navata centrale, un largo presbiterio, ampia conca absidale e una slanciatissima cupola, diffonde ovunque un senso di austera religiosità e racchiude un’inattesa sorpresa. Percorriamo la parte destra della navata e indugiamo pure qualche minuto davanti all'originale altare barocco del Tibaldi, con due angeli che sorreggono colonne oblique che incorniciano un'Apparizione in maiolica di Lucio Fontana. Alla sinistra di questo altare troviamo una piccola porta: è l'atrio d'ingresso della Sagrestia. (continua) |