Arthur Saint-Léon
La Source
12-11-1866 - Parigi, Théâtre Impérial de l’Opéra
Balletto in tre atti e quattro scene
Coreografia: Arthur Saint-Léon
Musica: Ludwig Minkus (1° e 4° quadro), Leo Delibes (2° e 3° quadro)
Libretto: Charles Nuitter e Arthur Saint-Léon
Scene: Jean-Baptiste Lavastre, Édouard Despléchin (decor del 1°, 2° e 4° quadro) Auguste-Alfred Rubé e Philippe Marie Chaperon (decor del 3° quadro)
Macchinari: Jean-Joseph Sacré
Costumi: Paul Lormier, Alfred Albert
CAST
Naïla, fata della fonte: Guglielmina Salvioni
Nouredda: Eugénie Fiocre
Djémil: Louis Mérante
Morgab, la zingara: Louise Marquet
Il Khan: François-Édouard Dauty
Dadjè, favorita del Kahn: Baratte
Sindjar, servitore del Khan: Cornet
Ismail, servitore del Khan: Pluque
Djelma, secondo di Nouredda: Aline
Mozdock, fratello di Nouredda: Eugène Coralli
Zaël, folletto: Sanlaville
Un Effimera: Pallier
Due farfalle: Mitschler, Travaillé II
Due Insetti: Ribet, Gabot
Fiori: Gaugain, Vitcoq, Valin, Lavigne, Fatou, Parent II, Lapie, Feuillette
Tre Farfallette: Desormes, Ridel, Bernay
Insetti: Lasselin, Jousset II, Solari, Grandjean, Foret, Coquelle, Fléchelle II, Billard II, Ghenia, Coeytaux, Douillard, Josset II, Duhamel, Pamelard, Elluin, Kahn
Circassiani: Montfallet, Lefèvre, Josset, Dharcourt, Rust, Jules, Bertrand, Leroy, Pisarello, Barbier, Galland, Fauget, Munier, Perrot, Desvignes, Gabiot, Salomon
Due scudieri: Mauguin, Leclerc
Seguito di Nouredda: Aline, Letellier, Meurant, Lefèvre, Gueroult, Masson, Gabot I, Leduc, Chevalier, Valier, Malgorne, Bussyn, Noëmi, Lebreton, Pallier II, Josset II
Servitrici del Khan: Rust, Hocquante, Ruault, Josset II, Paulin, Lebel, Josset III, Bussy, Porcheron
Un Suonatore: Bion
Due schiave: Berlmar, Schmidt
Coreografia: Arthur Saint-Léon
Musica: Ludwig Minkus (1° e 4° quadro), Leo Delibes (2° e 3° quadro)
Libretto: Charles Nuitter e Arthur Saint-Léon
Scene: Jean-Baptiste Lavastre, Édouard Despléchin (decor del 1°, 2° e 4° quadro) Auguste-Alfred Rubé e Philippe Marie Chaperon (decor del 3° quadro)
Macchinari: Jean-Joseph Sacré
Costumi: Paul Lormier, Alfred Albert
CAST
Naïla, fata della fonte: Guglielmina Salvioni
Nouredda: Eugénie Fiocre
Djémil: Louis Mérante
Morgab, la zingara: Louise Marquet
Il Khan: François-Édouard Dauty
Dadjè, favorita del Kahn: Baratte
Sindjar, servitore del Khan: Cornet
Ismail, servitore del Khan: Pluque
Djelma, secondo di Nouredda: Aline
Mozdock, fratello di Nouredda: Eugène Coralli
Zaël, folletto: Sanlaville
Un Effimera: Pallier
Due farfalle: Mitschler, Travaillé II
Due Insetti: Ribet, Gabot
Fiori: Gaugain, Vitcoq, Valin, Lavigne, Fatou, Parent II, Lapie, Feuillette
Tre Farfallette: Desormes, Ridel, Bernay
Insetti: Lasselin, Jousset II, Solari, Grandjean, Foret, Coquelle, Fléchelle II, Billard II, Ghenia, Coeytaux, Douillard, Josset II, Duhamel, Pamelard, Elluin, Kahn
Circassiani: Montfallet, Lefèvre, Josset, Dharcourt, Rust, Jules, Bertrand, Leroy, Pisarello, Barbier, Galland, Fauget, Munier, Perrot, Desvignes, Gabiot, Salomon
Due scudieri: Mauguin, Leclerc
Seguito di Nouredda: Aline, Letellier, Meurant, Lefèvre, Gueroult, Masson, Gabot I, Leduc, Chevalier, Valier, Malgorne, Bussyn, Noëmi, Lebreton, Pallier II, Josset II
Servitrici del Khan: Rust, Hocquante, Ruault, Josset II, Paulin, Lebel, Josset III, Bussy, Porcheron
Un Suonatore: Bion
Due schiave: Berlmar, Schmidt
I ATTO
Pas du Hamac: Stoïkoff, Montaubry, Laurent, Malot, Volter I, Alexandre, Simon, Josset Pas de la Guzla Eugénie Fiocre, Eugène Coralli Scène dansée (1° atto) Guglielmina Salvioni, Louis Mérante |
II ATTO
Pas des Favorites Dauty, Baratte, Morando, Rust, Parent III, Thomasson, Desvignes, Balson, Guillemot Pas des Voiles Morando, Pillate, Bossi, Rust, Volter II, Jousset, Pallier, Billard Divertissement Léontine Beaugrand Finale Eugène Coralli, Jules, Bertrand, Leroy, Pissarello, Barbier, Galland, Fanget, Munier, Perrot, Desvignes, Gabiot, Salomon, Valet, Tarlé, Vibon, Moïse, Dauwes, Verne, Louise Marquet, Bussy, Fléchelle, Carlier, François, Subra Pas d’Action Guglielmina Salvioni, Eugénie Fiocre, Baratte, Louise Marquet, Sanlaville, Aline, Louis Mérante, Dauty, Eugène Coralli, Cornet Pas des Fleurs Guglielmina Salvioni |
III ATTO
Scène Dansée Guglielmina Salvioni, Eugénie Fiocre, Louis Mérante Pas du Talisman Guglielmina Salvioni Finale I Folletti, le Farfallette, le Driadi dell'Introduzione fantastica |
TRAMA
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Partitura
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I Atto. Persia. In un paesaggio roccioso, una sorgente alimenta la crescita rigogliosa della vegetazione. Alla fine del giorno, folletti, insetti e farfalle svolazzano tra i fiori. Un cacciatore, Djemil, giunge alla fonte e impedisce al malvagio zingaro Morgab di avvelenare l'acqua. All'avvicinarsi di una carovana, Morgab rivela a Djemil che si innamorerà della ragazza che sta per essere portata al futuro marito. Quando la carovana si ferma, Djemil si nasconde e osserva la fanciulla, il cui nome è Nouredda, che si stacca dal gruppo per danzare. Guardando un bellissimo fiore alto fra le rocce, desidera ardentemente raccoglierlo, ma nessuno dei suoi accompagnatori vuole rischiare la sua vita per soddisfare il suo desiderio. Allora Djemil scala le rocce e cade, non prima di avere acciuffato il fiore. Respingendo il denaro che il fratello di Nouredda gli offre, egli chiede invece di avere il permesso di guardare il volto di lei, e arditamente solleva il velo che le nasconde il volto. Come punizione per il suo ardire, Djemil viene legato e lasciato morire nel deserto. Ma l'acqua della sorgente viene in suo aiuto scorrendo intorno a lui e allentando le corde. Naila, lo spirito della sorgente, appare al giovane e si offre di realizzargli un desiderio: Djemil sceglie di potersi riunire a Nouredda.
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Act 1 [Ludwig Minkus]
Prélude 1. Introduction fantastique 2. L'Ephémère. Scène dansée 3. Scène 4. Marche de la Caravanne 5. Berceuse 6. Pas de la Guzla 6a. Vivace 7. Scène 8. Scène dansée. Apparition de Naïla 9. Valse 10. Scène et Danse 11. Danse des Sylphes et des Lutins 12. Variation de Naïla (Mme Salvioni) 12a. Nouvelle Variation (Mme Sangalli) 13. Scène et Danse 14. Galop 15. Scène finale |
II Atto. Il Khan di Ghendijib è nel suo palazzo, aspettando di ricevere la sua promessa sposa. Quando Nouredda arriva egli rimane abbagliato dalla sua bellezza e ordina alle altre mogli di intrattenerla con delle danze. Ma proprio in quell'istante appare Djemil, splendidamente vestito: egli chiede a Nouredda di scegliere un dono dal suo forziere. Tra i gioielli, ella vede un fiore simile a quello che aveva desiderato così tanto presso la sorgente. Djemil le spiega che non può darglielo perchè si tratta di un potente talismano; lo lancia quindi in mezzo del fogliame, che per magia si espande fino a rivelare Naila circondata dalla sorgente. Il Khan cade completamente sotto l'incantesimo di Naila: ella acconsente a diventare sua moglie, ma alla condizione di poter regnare da sola. Egli accetta, e Nouredda, per questo respinta, se ne va con lo zingaro Morgab.
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Act 2 [Léo Delibes]
Introduction 16. Scène 17. Scène. Arrivée de Nouredda 18. Divertissement A. Pas des Voiles B. Andante C. Variation D. Final. Danse Circassienne 19. Scène 20. Pas de Naïla, Scherzo-Polka 21. Scène et Pas d'Action 22. Mazurka 23. Variation de Naïla (Mme Sangalli) 23a. Scène 24. March dansée et final |
III Atto. Scena 1. Nouredda e Morgab entrano nella tenda dello zingaro. Djemil li segue e con slancio rimprovera Nouredda di aver rifiutato il suo amore e minaccia di uccidersi fino a riuscire a commuoverla. In una visione appare Naila, che guarda tristemente la coppia. Il fratello di Nouredda arriva per salvare la sorella, ma il fiore magico lo blocca per incanto insieme ai suoi uomini, permettendo a Djemil e Nouredda di scappare.
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Act 3 (1st Tableau) [Léo Delibes]
Introduction 25. Scène. 26. Romance 27. Final |
III Atto. Scena 2. La sorgente si sta prosciugando e Naila è sopraffatta dalla tristezza. Dopo aver indotto i due amanti ad arrivare davanti a lei, rivela a Djemil che l'amore di Nouredda non è sincero: egli risponde che sta mentendo grazie al potere del magico fiore. Naila però ribadisce che se facesse veramente questo, morirebbe. Poi, dopo un momento di esitazione, compie il sacrificio finale e muore con il prosciugarsi della sorgente.
Claudio Giorgione Balletto.net |
Act 3 (2nd Tableau) [Ludwig Minkus]
28. Scène 29. Scène et Danse |
GALLERY
APPROFONDIMENTO
In Le Ménestrel, Gustave Bertrand descrive il contesto della nascita di La Source, un nuovo balletto rappresentato per la prima volta il 12 novembre 1866 all'Opéra di Parigi:
'Suppongo che il signor Nuitter (il librettista) abbia iniziato con il titolo e che sia stato ispirato dal dipinto di Ingres. La Circassia o Georgia, terra di belle donne, era il luogo in cui riteneva opportuno far sgorgare la sua sorgente. Théophile Gauthier ha stabilito lo stesso collegamento tra il titolo del balletto e la diafana ninfa di Ingres. Ma la creazione attinge anche ad altre fonti. La scelta della location è stata importante per il coreografo Arthur Saint-Léon, proveniente dalla grande tradizione francese della danza nobile, maestro di ballo a San Pietroburgo e conoscitore delle culture mitteleuropee grazie alle sue frequenti tournée nella città. Il Caucaso, porta d'accesso all'Asia e all'Oriente, a lungo descritto come il mitico regno delle Amazzoni, divenne oggetto di nuovo interesse a partire dall'inizio del XIX secolo, quando vi transitarono le prime spedizioni militari, scientifiche e artistiche. Sotto la penna di personaggi letterari, l'immagine di un paese montuoso inaccessibile ha lasciato il posto alla visione di un paradiso naturale, rifugio della fauna e terra delle sorgenti più pure... Il libretto del nuovo balletto ha immediatamente abbracciato questa visione idealistica, immergendo lo spettatore nel profondo in un mondo lussureggiante popolato da esseri magici, teatro di una storia d'amore che rievoca il mito di Ondine: Naïla, spirito della sorgente, s'innamora di Djémil, che ama invano la bella Nouredda, promessa al potente Khan di Gengeh, ma umiliato da Djémil. Naïla sacrifica la sua vita per rendere possibile l'amore tra Djémil e Nouredda. All'Opéra si fece di tutto per rendere questo spettacolo completo e per riabilitare l'immagine della danza, all'epoca poco di moda in Francia. Il regista, Émile Perrin, ha affidato la scena e i costumi alle migliori mani della Maison, unendo la competenza di un compositore esperto, il viennese Ludwig Minkus, con il talento di un giovane artista emergente, Léo Delibes, e ha invitato la nuova meraviglia della danza europea, Adèle Grantzow, per interpretare il ruolo della protagonista. Ma gli intoppi che caratterizzarono il debutto di La Source lasciarono il balletto con un'atmosfera incompiuta che gli avrebbero conferito un successo controverso. Portata in scena 69 volte, lasciò il repertorio francese nel 1876, dopo essere stata rappresentata per la visita dello Scià di Persia e per l'inaugurazione dell'Opéra Garnier. Lasciò poche tracce tangibili – disegni e modelli, articoli di giornale, fotografie stereoscopiche, ecc. – molte delle quali andarono distrutte nell'incendio che distrusse l'Opéra di Rue Le Peletier nell'ottobre del 1873. Il più commovente è sicuramente il dipinto di Edgar Degas, primo in una lunga serie di lavori sulla danza che il pittore non portò mai a termine, giustapponendo la sua ricerca del movimento alle nuove prospettive offerte dalla fotografia. Eppure, nonostante la sua scomparsa materiale, La Source continuò ad esistere, rispecchiando le caratteristiche della sua epoca. Il balletto portava con sé le ultime fiamme del Romanticismo, un Romanticismo più esotico che inquieto, in cui l'amore umano avrebbe ora trionfato sul soprannaturale. È la prova del crescente movimento di artisti che, se da un lato promuoveva mescolanze culturali e confronti stilistici, dall'altro era anche il risultato dell'accelerazione dei metodi di produzione delle arti dello spettacolo. Ma soprattutto, la sua visione della Natura incontaminata dall'Uomo tradisce sicuramente la segreta nostalgia di un mondo che presto sarà inghiottito dagli sconvolgimenti dei nuovi paesaggi urbani e industriali. (...) Laure Guilbert Dal libretto "La Source", CD Naxos Il Blog di Ileana Iliesco
Le ballet de l'Opéra de Paris au 19ème siècle http://balletopera19eme.canalblog.com/ Immaginaria corrispondenza tra un figlio e il padre, con la medesima passione per il balletto. Charles condivide l'entusiasmo di giovane abbonato all'Opera di Parigi con il padre Emilien. Il piede della signorina Salvioni guarirà?
Charles de Vaudreuil a suo padre Emilien Parigi, 10 novembre 1866 Mio caro padre, Mancano due giorni alla prima di La Source, il nuovo balletto di Saint-Léon, che dovrebbe essere rappresentato lunedì sera all'Opéra. Uso il condizionale perché, dopo una lunga serie di sfortune, temiamo qualche nuovo incidente, rabbrividiamo all'idea di un avvenimento imprevisto che comprometterebbe ancora una volta la rappresentazione del 12. La Source era annunciata da mesi, ma i contrattempi continuavano senza interruzione. Tanto per cominciare, la Signorina Adèle Grantzow, scelta da Saint-Léon per interpretare il ruolo principale del suo balletto, si è slogata una caviglia durante una prova. Successivamente si decise di aggiungere un terzo atto a La Source, che inizialmente avrebbe dovuto avere solo due atti. È diventato subito chiaro che la prima avrebbe potuto aver luogo, nella migliore delle ipotesi, solo all'inizio di settembre. Purtroppo la Signorina Grantzow, artista dei Teatri Imperiali di Russia, sarebbe dovuta ritornare a San Pietroburgo poco dopo questa data! L'Opéra sperava di negoziare una proroga del suo congedo, ma ciò non è riuscito. Infine, a metà agosto, lo stesso Saint-Léon fu richiamato a San Pietroburgo, per riprendere prima del previsto le sue funzioni di coreografo e maestro di ballo, al fine di preparare i festeggiamenti in onore del matrimonio dello Tsarevich. È stato deciso che la Signorina Salvioni avrebbe assunto il ruolo inizialmente assegnato alla Signorina Grantzow e che il Sig. Lucien Petipa avrebbe sostituito il Sig. Saint-Léon per le prove finali. Molto preoccupato, non avendo nella ballerina sostitutiva la fiducia che riponeva nella sua protetta Signorina Grantzow, il coreografo invia dalla Russia le sue supplichevoli raccomandazioni: - Se il mio assieme di glissé della quarta scena fosse troppo difficile da riprodurre come lo avevo previsto, la Salvioni non lo provi. Almeno potrò utilizzarlo un'altra volta! - Non so se la nostra ballerina étoile fosse riuscita a controllare l'assieme di glissé, quando tra gli iscritti si sparse la voce: un infortunio al piede avrebbe potuto impedirle di ballare! Oggi il piede della signorina Salvioni sta meglio, ma chi può dire cosa succederà domani? Tutti trattengono il respiro... Con La Source annunciamo l'opera coreografica più importante, il balletto più grandioso presentato all'Opéra da diversi anni. In effetti, i balletti de La Maschera, Néméa e Le Roi d'Yvetot, che abbiamo avuto il piacere di vedere insieme negli ultimi anni, dalla nostra loge di rue Le Peletier, non ci hanno lasciato l'impressione di capolavori. Diavolina, invece, il primissimo balletto a cui mi portasti tre anni fa, era davvero incantevole; Ho ricordi molto vividi della Signorina Mouravieff, che ha mostrato verve, correttezza e grazia squisite. Il coreografo di La Source, il Signor Arthur Saint-Léon, è lo stesso di Diavolina, il che è di buon auspicio. Il nuovo balletto offre anche una combinazione che fa ben sperare, poiché Saint-Léon ha scoperto due collaboratori con i quali ha avuto il piacere di lavorare: per il libretto, Charles Nuitter, ricco amante del teatro e archivista dell'Opera; per la musica, il Signor Léo Delibes, un secondo maestro di canto, un giovane compositore che si dice abbia un talento come brillante melodista. Ma senza dubbio hanno giudicato il Signor Delibes troppo inesperto per affidargli l'intera partitura? Venne deciso che avrebbe composto tutto il secondo atto e la prima scena del terzo atto, mentre il primo atto e la fine del terzo sarebbero stati scritti dal Signor Minkus, che si è era già esercitato nella musica da balletto, in Néméa in particolare. Si vocifera anche che in previsione dell'Esposizione Universale, al nuovo balletto verranno aggiunti straordinari effetti meccanici e addirittura – oh meraviglia! - che vedremo effettivamente l'acqua scorrere sul palco invece di una sorgente di cartone! In un momento in cui il prezioso liquido comincia a raggiungere alberghi e appartamenti, sostituendo i portatori d'acqua, nulla è impossibile, si potrebbe dire. Vedere una vera fonte sgorgare in rue le Peletier è in ogni caso un argomento che suscita ogni curiosità! Conosco il vostro interesse per questo nuovo balletto e quanto siete deluso di non poter assistere alla sua rappresentazione. Dato che il vostro stato di salute vi trattiene a La Boissière, cercherò di alleviare il vostro disappunto raccontandovi dettagliatamente lo spettacolo non appena lo avrò visto lunedì... se da adesso non si presenta qualche nuovo contrattempo poi. Quindi a presto. Stiate bene, mio caro padre. Il vostro rispettoso figlio Charles de Vaudreuil Finalmente la prima di La Source!
Charles de Vaudreuil a suo padre Emilien Parigi, 13 novembre 1866 Mio caro padre, Con grande sollievo di tutti, nulla ha impedito che La Source venisse finalmente rappresentata ieri sera. Quindi mi affretto a venire a parlarvi di questa Prima così tanto attesa. Voi, padre, siete un ottimo intenditore di balletto e io stesso non sono che un molto recente amatore, ancora poco esperto nell'arte coreografica. Inoltre, spero che perdonerete la mia goffaggine. Il mio obiettivo è solo farvi divertire e farvi piacere. Vi dirò innanzitutto che, nonostante il nome, la toccante fantasia immaginata dai signori Charles Nuitter e Arthur Saint-Léon in primo luogo non appariva così perfettamente chiara. Con l'aiuto del libretto, si suppone che si tratti di un dramma che deve svolgersi in qualche esotica regione montuosa, il Caucaso, mi dicono. In un paesaggio nebbioso, sgorga una fonte, attorniata da elfi, effimere, farfalle e da un'intera graziosa folla di ballerine alate, una più affascinante dell'altra. Di questa fonte Naïla è la fata, lo spirito grazioso, l'anima del balletto. Quando il cacciatore Djemil viene a dissetarsi nella corrente dell'onda pura, Morgab, una zingara esperta nell'arte degli incantesimi, pretende di imbevere qualche erba velenosa nella sorgente. Arrabbiato, Djémil strappa dalla mano sacrilega la funesta verzura preservando la purezza dell'acqua limpida, conquistando così la riconoscenza di Naïla. Una carovana entra nella radura, un superbo corteo di grandiosità orientale, che scorta il palanchino di una giovane bellezza in viaggio verso l'harem del Khan di Grandjeh. Mozdock, un caucasico in abbigliamento terrificante, ha il compito di portare in salvo sua sorella Nouredda, velata come si conviene. La carovana si ferma, Nouredda si rilassa su un'amaca, danza un mirabile “Pas de Guzla” e all'improvviso: - Come vorrei questo bel fiore! esclama, indicando un fiore scintillante lassù, su una roccia sull'orlo di un abisso. Nessuno dei feroci caucasici se la sente di rischiare per soddisfare questo capriccio! Solo Djémil si precipita a scalare come un ginnasta la ripida roccia e offre, a rischio della vita, l'abbagliante fiore a Nouredda. Dopo questo bellissimo gesto eroico, non sarebbe opportuna un'onesta ricompensa? Djémil solleva prontamente un angolo del velo e contempla il volto della bella che già ama. Crimine! Oltraggio dei costumi caucasici! L'ira di Mozdock e dei suoi accoliti non conosce limiti ed ecco allora l'impudente cacciatore ben legato, abbandonato al suo destino. La dolce Naïla, il cui cuore di ninfa batte segretamente per Djémil, appare giusto in tempo per liberarlo e chiede amabilmente cosa può fare per lui: - Aiutami a vendicarmi di questi infami e a trovare questa bellissima ragazza! risponde Djémil, senza nemmeno avvedersi della delicata bellezza di Naïla. Mettendo a tacere i propri sentimenti, la fata buona con un sospiro mette il suo potere a disposizione del bel cacciatore che la disdegna. Lei presta al giovane il suo folletto Zaël e invia entrambi al palazzo del Khan, dove promette di unirsi a loro più tardi. Quanto al fiore, alla fine gettato a terra dalla volubile Nouredda, si tratta di un talismano a cui è legata la vita di Naïla. Con questo fiore ogni desiderio è possibile. Naïla, mi direte, avrebbe potuto usare questa magia per catturare il cuore di Djémil. Ma cosa sarebbe un balletto senza amori contrastati? Ecco i giardini del Khan di Grandjeh, uno scenario molto bello dove tutto è ricoperto di rigogliosi ciuffi e fiori che ricordano gioielli. Consumato dall'impazienza, il Khan dagli imponenti baffi è insensibile alle grazie della sua favorita Dadjé e delle sue odalische vestite di garza trasparente. Alla fine suona la tromba, arriva la carovana. Appena scesa dal suo palanchino, Nouredda abbaglia il vecchio Khan, estasiato da tanta bellezza. Per lei fa danzare alle sue houri il “Pas des Voiles” e quello dei Fiori. Ma ecco che la tromba suona di nuovo, questa volta annunciando Djemil e il folletto Zaël, venuti per offrire ricchi doni alla nuova sposa. Tra la varietà dei doni, Nouredda nota il fiore che prima aveva disdegnato e vuole riprenderselo. Più rapidamente di lei, Djémil afferra il talismano, lo getta in un cespuglio e – miracolo! - una roccia si apre, rivelando Naïla che sgorga un getto d'acqua. Proprio ora follemente innamorato della sua nuova favorita, il volubile Khan ora s'infiamma per la ninfa adornata di fascino magico! Nouredda, suo fratello e il suo entourage vengono disonorevolmente scacciati. Djemil è vendicato. Il sipario ora si alza sulla strana tenda di Morgab, illuminata da un raggio di luna e dalle ultime luci di un fuoco morente. Umiliata, l'orgogliosa Nouredda è venuta lì per ordire piani di vendetta e complotti con la zingara. Qui le cose non sono del tutto chiare, ma vediamo apparire Djémil portare tra le braccia Nouredda, caduta svenuta, dalla quale la vita sembra fuggire lentamente. Sconvolto, Djémil implora Naïla di usare i poteri del fiore per riportare indietro la persona che ama. Questo momento del balletto è davvero toccante: Naïla esita, poiché donando il fiore è la sua stessa vita che dona. Ma non vuole, sopra ogni cosa, che Djémil sia felice? Compiuto il suo sacrificio, Naïla si accascia lentamente, mentre la sorgente si secca e tutt'intorno muoiono fiori, folletti e farfalle. Finale triste e grazioso, mentre i due nuovi amanti si allontanano, ingrati e abbracciati. Quando e come Nouredda si innamorò di Djémil? Questo rimane un mistero. Caro padre, adesso conoscete la commovente storia della fata Naïla. Ciò che ancora non immaginate sono gli splendori indescrivibili della messa in scena. Credo che La Source rappresenterà una pietra miliare nella storia della danza grazie a tutti i nuovi effetti che sono stati utilizzati per questo balletto. Il primo è un miracolo: come annunciato, sul palco di rue Le Peletier è scesa davvero l'acqua! Ieri sera è sgorgata una sorgente: nel primo atto, tra le rocce, le viti aggrovigliate e i grappoli di fiori colorati; nel secondo atto, al centro di una fontana di cristallo Baccarat scintillante di mille luci! Che grandezza! Che splendore! S'è poi visto un vero cavallo camminare al passo con i ballerini, e anche fumi sbalorditivi e prodezze di macchinari, come questa roccia che si apre facendo apparire Naïla. Le decorazioni dei signori Desléchin e Lavastre - per il primo, secondo e quarto quadro - e dei signori Rubé e Chaperon - per il terzo quadro - sono anch'esse di meraviglioso splendore. Ecco, infine, i nomi delle principali ballerine che hanno interpretato il balletto: la signorina Guglielmina Salvioni nel ruolo di Naïla e la signorina Eugénie Fiocre in quello di Nouredda; la signorina Marquet nel ruolo di Morgab, la signorina Sanlaville in quello di Zaël, la signorina Baratte in quello di Dadjé, favorita del Khan; i signori Mérante, Coralli e Dauty, rispettivamente nei ruoli del cacciatore Djémil, Mozdock e del Khan. Mi rendo conto che sono già andato molto lontano. Non sospettavo, padre, che per raccontare il libretto e l'ambientazione di un balletto ci sarebbe voluta una lettera intera. Quindi, per paura di stancarvi con questo primo maldestro tentativo, termino qui il mio racconto di oggi. Domani vi parlerò della musica dei signori Minkus e Delibes, e soprattutto dell'interpretazione delle signorine Salvioni e Fiocre e degli altri ballerini. Il vostro devoto figlio. Charles de Vaudreuil Una Source un po' troppo vestita
Charles de Vaudreuil a suo padre Emilien Parigi, 15 novembre 1866 Mio caro padre, Vengo senza indugio a parlare della musica della Source. Stranamente, a due compositori è stato chiesto di scriverne la metà ciascuno. Avremmo potuto affidare l'intera opera al signor Delibes, la cui parte, cioè il secondo atto e la prima scena del terzo, contrasta in modo singolare con quella del signor Minkus. Per quanto questo sia corretto e distinto, l'altro è brillante e audace. Il signor Delibes cercava soprattutto il colore locale; le armonie sono piene di freschezza, l'orchestrazione spesso originale e audace. Mi è piaciuta particolarmente, nel secondo quadro, una polka il cui motivo si ripete spesso e un grazioso andante. Possiamo scommettere che, la prossima volta, l'intera partitura di un nuovo balletto sarà affidata a Delibes e che si metterà in mostra in modo brillante. La favola del nuovo balletto e la musica dei signori Minkus e Delibes fungono da tela per i ricami di danza disegnati da Arthur Saint-Léon, un abile maestro. Le varie evoluzioni dei personaggi, dei passi e degli insiemi, sono eseguite a regola d'arte. Nel primo atto ammiriamo in sequenza il pas du Hamac, pensato per otto ballerini caucasici, e il pas de la Guzla, uno dei più belli del balletto, riservato a Nouredda. Nel secondo atto abbiamo il pas des Favorites, pieno di colori orientali, il grazioso pas des Voiles, poi un brillante divertissement e un pas d'action. Il terzo atto è costituito dal pas du Talisman - una coreografia molto toccante per la sola Naïla - e dal finale, un insieme molto carino dove troviamo le effimere, farfalle, folletti e driadi dell'introduzione. Per fortuna, il ruolo di Djémil è in gran parte mimato, perché interpretato dal signor Mérante, che non balla più molto. Giunto a questo punto, sospetto, caro Padre, che lei sia ansioso di sapere come si è comportata la signorina Salvioni. Questa giovane italiana, di cui spesso si dicono meraviglie, non aveva mai avuto l'opportunità di provare La Source con il signor Saint-Léon. Ho notato in lei, che è una persona alta e snella, di notevole vigore e solidità di punta, correttezza e soprattutto grandezza nella danza. È anche un'attrice sensibile, che imita con toccante verità la disperazione della ninfa che accetta di dare la vita per la felicità di Djémil. Oserei tuttavia dire che trovo la signorina Salvioni un talento troppo terreno per quella che è, tutto sommato, una fata acquatica. Avrei amato trovare nella sua allure e nelle sue pose qualcosa di più morbido, di più fluido, di più ondulato. In ogni caso, il pubblico non sembra soffermarsi a queste considerazioni e ha applaudito con entusiasmo la ballerina. Anche la signorina Fiocre, pur avendo relativamente poco da danzare nel ruolo di Nouredda, è stata molto acclamata. La sua morbidezza nel pas de la Guzla è davvero ammirevole e la sua bellezza è tale che riesce ad abbellire il suo curioso costume: una guaina che la avvolge da cima a fondo ed uno straordinario arnese che porta in testa, una cuffia quadrata di una grazia che vi lascio immaginare. Il ruolo del folletto Zaël è una creazione deliziosa, che ha procurato all'affascinante e maliziosa signorina Sanlaville un successo di cui deve essere felice. La signorina Marquet è fiera e molto spaventevole come zingara, la signorina Baratte è molto bella sotto il suo velo leggero di Favorita. Non potendo ballare, il signor Mérante mima con grande vigore Djémil, questo giovane cacciatore che si comporta come se niente fosse, che sa che la vita di Naïla è legata al possesso del fiore magico e che, senza esitazione, le chiede di sacrificarsi per la sua rivale. Un altro grande successo della serata, un po' inaspettato perché aveva solo un semplice pas de divertissement da ballare, è stato tributato alla signorina Léontine Beaugrand che ha fatto di questo passo un piccolo capolavoro di leggerezza, verve, precisione e finitezza. Era davvero squisito, soave, delicato come un lavoro di pizzo, accompagnato da alcune delle musiche più spiritualmente ritmate del signor Delibes. Alla signorina Beaugrand è stato chiesto il bis ed è stato più che giusto. Se vi rimane un po' di pazienza, vi dirò qualcosa in più sui costumi. Quando ho menzionato il nome di questo balletto, ho iniziato a sognare una dea ideale semplicemente vestita della sua bellezza naturale, come la famosa Source dipinta da Jean-Dominique Ingres. E' bastato però un attimo di riflessione per convincermi che all'Opéra quella casta nudità era improbabile. Sul palco, la Source è apparsa con un costume e quattro gonne, gonne molto carine, disegnate dai signori Paul Lormier e Alfred Albert. Altri oltre a me, però, devono aver sognato l'assenza del costume, perché tutti gli occhi erano puntati sulla prima loggia aperta, dove si trovava il signor Ingres. Chissà cosa pensava lui stesso delle gonne di quest'altra Source? A parte le vesti troppo coprenti di Naïla e lo sgraziato abito di Nouredda, gli altri sono capolavori, ognuno a modo suo, fino ad arrivare ai bellissimi stracci ricoperti di paillettes della zingara. Il folletto Zaël mostra grandi ali blu scintillanti di nero e argento; la Vespa e la falena notturna sono rese meravigliosamente; Mozdock il Caucasico indossa un cappello a punta e un abito dal più terrificante effetto. Alla fine, ricorderò di La Source in primo luogo la musica del signor Delibes, in secondo luogo le meravigliose decorazioni e i sontuosi macchinari. D'altronde la vera fata della fonte è ancora da trovare. Forse un giorno avremo l'occasione di rivedere questo balletto con la signora Grantzow, che, più eterea, saprebbe meglio della signorina Salvioni come far fluire la lunghezza del libretto? Temo di essere stato troppo loquace. Spero che non siate troppo deluso dalla mia penna che non è ancora molto abile nel rendere tutte le sfumature di un balletto. Datemi presto buone notizie sulla vostra salute. Vostro figlio premuroso. Charles de Vaudreuil CURIOSITA'
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