Vaslav Nijinski
Jeux
15-05-1913 - Parigi, Théâtre des Champs Élysées
poème dansé, in un atto
Coreografia: Vaslav Nijinski
Musica: Claude Debussy
Direttore d'orchestra: Pierre Monteux
Libretto: Vaslav Nijinski
Scene e costumi: Léon Bakst
CAST
Vaslav Nijinsky, Tamara Karsavina, Ludmilla Schollar
Ballets Russes de Serge Diaghilev
Coreografia: Vaslav Nijinski
Musica: Claude Debussy
Direttore d'orchestra: Pierre Monteux
Libretto: Vaslav Nijinski
Scene e costumi: Léon Bakst
CAST
Vaslav Nijinsky, Tamara Karsavina, Ludmilla Schollar
Ballets Russes de Serge Diaghilev
TRAMA
Il sipario si apre sul giardino formale di una grande tenuta. Il cielo è blu scuro; è quasi notte. Una pallina da tennis rimbalza sul palco, seguita da un giovane che si lancia all'inseguimento. Indossa abiti da tennis e porta una racchetta da tennis, ma è chiaramente un po' annoiato dal gioco. Cerca a malincuore la palla e accoglie con piacere la distrazione data da due ragazze che entrano nel giardino. Con l'avvicinarsi della notte anche loro hanno interrotto una partita di tennis.
Il ragazzo inizia a flirtare con le ragazze, dapprima casualmente, poi più seriamente. Danza con loro giocosamente, come se stesse continuando con ciascuna di loro una partita di tennis. Dopo aver fatto coppia con le due ragazze, balla insieme con entrambe. Si sdraia sull'erba in mezzo a loro e poi, alzandosi, tocca teneramente i loro volti.
Ora il ragazzo non sa quale ragazza scegliere. Le vuole entrambe; sono entrambe belle. Le ragazze desiderano che lui faccia una scelta, ma allo stesso tempo sanno quanto infelice una tale scelta renderà una di loro.
Un'altra pallina da tennis rimbalza dal campo vicino. Il ragazzo salta per recuperarla e le ragazze lo seguono mentre abbandona il gioco dell'amore per il tennis.
George Balanchine e Francis Mason
Balanchine's Festival of ballet : scene-by-scene stories of 404 classical & contemporary ballets
W.H. Allen & Co, London, 1984
Il ragazzo inizia a flirtare con le ragazze, dapprima casualmente, poi più seriamente. Danza con loro giocosamente, come se stesse continuando con ciascuna di loro una partita di tennis. Dopo aver fatto coppia con le due ragazze, balla insieme con entrambe. Si sdraia sull'erba in mezzo a loro e poi, alzandosi, tocca teneramente i loro volti.
Ora il ragazzo non sa quale ragazza scegliere. Le vuole entrambe; sono entrambe belle. Le ragazze desiderano che lui faccia una scelta, ma allo stesso tempo sanno quanto infelice una tale scelta renderà una di loro.
Un'altra pallina da tennis rimbalza dal campo vicino. Il ragazzo salta per recuperarla e le ragazze lo seguono mentre abbandona il gioco dell'amore per il tennis.
George Balanchine e Francis Mason
Balanchine's Festival of ballet : scene-by-scene stories of 404 classical & contemporary ballets
W.H. Allen & Co, London, 1984
GALLERY
APPROFONDIMENTO
Seconda prova coreografica di Nijinsky, Jeux si avvale, come il precedente Aprés-midi d’un Faune, della musica di Debussy, ma, in questa seconda occasione, scritta appositamente su commissione di Diaghilev. Il balletto, ritenuto il primo della compagnia con ambientazione contemporanea, descrive l’incontro fortuito in un parco privato di tre giocatori di tennis: un giovane, intento ad inseguire una pallina, sfuggita alla sua racchetta, si imbatte per caso in due donne. E’ sera e l’oscurità che avanza, nell’impedire la ripresa delle partite di tennis, favorisce il corteggiamento che il ragazzo rivolge indifferentemente a ciascuna ragazza, senza riuscire a decidere chi veramente preferisca. Le donne paiono attratte tra loro e, a tratti, interessate al ragazzo. La partita di tennis notturna è metafora delle tensioni e dei giochi erotici tra i giovani e delle dinamiche del loro flirt a tre. Questo raggiunge il suo apice in un mutuo, triplice abbraccio, consumato nella celebre postura riprodotta nella prima immagine. Dopo un momento di relax dei giocatori, sdraiatisi a terra in intima vicinanza, essi si separano prendendo strade diverse.
Una prima chiave di lettura di questi momenti di erotismo ambiguo, ma trattato con mano leggera, ci è fornita dallo stesso coreografo, che nei suoi Diari ha lasciato scritto: “Jeux è una metafora della vita che Diaghilev avrebbe voluto: desiderava avere due ragazzi come amanti e mi aveva sovente invitato ad assecondarlo, ma io ho sempre rifiutato. Nel balletto il ragazzo rappresenta Diaghilev stesso e le due donne stanno per i due amanti desiderati. Ho solo mutato il sesso di due personaggi perché non ci fossero problemi ad andare in scena”. Secondo altri critici, invece, il poema danzato dipingerebbe i costumi libertini del cosiddetto gruppo Bloomsbury, un sodalizio di amici di grande ingegno, inizialmente formato, attorno ai primi del ‘900, da studenti di Cambridge, che si riunivano per affrontare libere discussioni di politica e di arte, sulla base dei comuni ideali pacifisti e libertari. Il loro rapporto sarebbe durato fin verso la seconda guerra mondiale e le idee praticate, attraverso il lavoro dei singoli aderenti più che a seguito di imprese collettive, avrebbero scardinato l’ortodossia morale ed artistica dell’Inghilterra Vittoriana e i valori di una società patriarcale, minato l’imperialismo britannico, volto al tramonto il colonialismo europeo, sostenuto il movimento femminista e influenzato le nuove generazioni di artisti, da scrittori a musicisti rock. All’economista John Maynard Keynes, in seguito marito di Lydia Lopokova, la celebre ballerina di Diaghilev, allo scrittore E. M. Forster e ad altri esponenti del gruppo si aggiungeranno le due sorelle di uno dei primi adepti, future mogli di due membri del nucleo iniziale: la scrittrice Virginia Wolf e la pittrice Vanessa Bell. Sembrerebbe che alcuni esponenti del gruppo non fossero estranei alla pratica della bisessualità e dell’omosessualità e, comunque, ciascuno si sentiva libero di discutere esplicitamente di sessualità in una società in cui un simile atteggiamento era considerato assai riprovevole. Questa seconda lettura del balletto deriverebbe dal fatto che Nijinsky e Bakst avrebbero assistito al comportamento promiscuo della Wolf e della Bell col pittore post impressionista Duncan Grant, anch’egli esponente del gruppo Bloomsbury, durante una partita a tennis notturna, svoltasi a Londra e all’episodio si sarebbero ispirati. La creazione di Nijinsky non riscosse grande successo e, uscita dal repertorio solo dopo cinque rappresentazioni, venne così perduta. Tuttavia, nel 1996 la coreografia di Nijinsky è stata ricostruita da Millicent Hodson e Kenneth Archer per il Teatro Filarmonico di Verona. A fronte dello scarso interesse del pubblico del 1913 occorre osservare che le idee coreutiche concepite da Nijinsky per Jeux ne fanno il primo vero balletto moderno: in grande anticipo rispetto ai tempi, il coreografo unì la tecnica accademica a passi assolutamente liberi, a una gestualità dominata da pugni semichiusi e braccia flesse o intrecciate, a movimenti geometrici e posture stilizzate, tratti dal gioco del tennis. Ne viene un lavoro che, nel rompere con la tradizione in modo ancor più profondo del Fauno, apre la strada ai futuri lavori di sintesi tra danza classica e danza moderna, che culmineranno con le ricerche di Joss e, in tempi più recenti, di Kylian. Tra le altre versioni del balletto si ricordano quelle create da Börlin per i Ballets Suedois nel 1920, da Darrell per il Western Theatre Ballet nel 1963, da Flindt per l’Opéra di Parigi del 1973 e da Susanna Egri per il Teatro Olimpico di Roma nel 1984. Marino Palleschi Balletto.net Jeux ha debuttato il 15 maggio 1913 al Théâtre des Champs Élysées. Con una partitura di Claude Debussy, le scenografie di Leon Bakst e la danza delle stelle dei Ballet Russes Vaslav Nijinsky e Tamara Karsavina, insieme a Ludmila Schollar, Jeux ha aperto con grande attesa la quinta stagione del Diaghilev Ballet a Parigi.
Il balletto non è stato ben accolto dal pubblico parigino in attesa. Coloro che non sono rimasti indignati dal suggestivo scenario del ménage à trois, sono rimasti semplicemente perplessi dalla strana messa in scena di tre giovani in un parco al crepuscolo, vestiti per il tennis ma semplicemente impegnati in un giocoso flirt piuttosto che in un gioco sportivo Offuscato dall'entusiasmo che circondava L'après midi d'une Faune, il primo successo coreografico di Nijinsky nella stagione precedente, e presto eclissato dallo scandalo provocato da Le Sacre du printemps, presentato in anteprima due settimane dopo, dopo solo otto rappresentazioni Jeux fu abbandonato dal repertorio dei Ballets Russes e in seguito per gran parte dimenticato. Sebbene sia la meno documentata delle opere coreografiche di Nijinsky, vi sopravvivono numerosi materiali interessanti. Questi includono varie fotografie in studio, sei pastelli di Valentine Gross, una selezione di costumi di Bakst (sebbene non tutti siano stati usati nella performance), le partiture contrassegnate sia di Debussy che di Nijinsky, insieme a una descrizione, battuta per battuta, dell'azione, recensioni critiche e ricordi degli artisti e dei loro contemporanei. Ciò ha aiutato gli storici della danza a ricostruire il lavoro perduto e a rivalutarne il significato. Originariamente considerato di minore importanza, Jeux mostra infatti innovazione in ogni aspetto del 'poème dansé'. Dal tema e dalla sceneggiatura, ai valori estetici, allo sviluppo del rapporto tra movimento e musica, Jeux è stato un balletto straordinariamente moderno. A differenza delle opere più famose di Nijinsky, che miravano a riprodurre opere d'arte della Grecia classica o rituali del passato pagano della Russia, Jeux si concentrava sull'unione di idee e stili dell'arte contemporanea con la danza. Sebbene le origini del balletto siano rivendicate da tre racconti diversi, tutti concordano sul desiderio di creare un ritratto di un uomo moderno. Nijinsky ei suoi collaboratori attribuirono la loro ispirazione ai cubisti e ai futuristi. I movimenti del balletto erano frammentati in brevi sezioni simili ad istantanee, dando l'impressione di una serie di cornici fotografiche. Questi movimenti angolari, bollati dal pubblico come brutti, sono stati ritenuti troppo radicali e lontani dalla tecnica del balletto tradizionale. Tuttavia, il tema dello sport non era una creazione nuova. Immagini risalenti al 1716 pubblicate nella Nuova e curiosa scuola de' balli theatrali di Gregorio Lambrazini raffigurano una partita di tennis danzata e Luigi Manzotti glorificava una varietà di attività sportive nella sua produzione di Sport, balletto epico del 1897 per la Scala. Per Nijinsky il gioco del tennis non ha fornito l'occasione per celebrare l'atletismo dei ballerini, ma un pretesto per esplorare sia la fisicità che la psicologia dell'uomo contemporaneo. In quanto sport alla moda dell'epoca, il tema del tennis ha dato la possibilità all'idea di Nijinksy che il corpo di un uomo è definito dalla sua epoca. Combinati con l'influenza cubista, i gesti frammentati dei ballerini avrebbero rivelato nuove possibilità di movimento corporeo. Il "gioco" giocato tra il trio di ballerini ha illustrato una critica all'amore moderno. Il flirt a tre sulla ricerca di una pallina da tennis perduta era solo un gioco, ma era anche un ritratto sensibile di sentimenti intimi presentati al pubblico in un ambiente subitaneo. Sebbene l'esplorazione della sessualità, della passione, della gelosia e della riconciliazione non fosse una novità per i balletomani parigini, questi non erano abituati a sperimentarla così direttamente. Allora perché il pubblico lo ha trovato così deludente? Probabilmente perché i parigini si aspettavano nuove idee contenute nelle ambientazioni dell'est esotico, nei miti classici o nelle fiabe romantiche. Forse si aspettavano un gioco danzato in cui si sarebbe mostrato il virtuosismo del balletto russo? Ma i Ballets Russes non erano famosi per aver eseguito ciò che ci si aspettava. Sia come ballerino che come coreografo Nijinsky ha cercato di percorrere nuove strade, tentando continuamente di scoprire nuove possibilità del corpo umano, rivelando ogni volta qualcosa di inaspettato per la gioia o lo shock del pubblico. Dopotutto, Diaghilev, sempre desideroso di affermare la preveggenza delle sue produzioni, ha dichiarato "Usciremo con Jeux 1930!" Ciò che distingue Jeux all'interno dell'opera dei Ballets Russes è che nella sua ambientazione moderna Nijinsky ha tentato di non rompere con la tradizione del balletto, ma di evolverla in modo che il significato della danza fosse chiarito e il movimento corporeo parlasse direttamente. È solo un peccato che il pubblico del 1913 non sia stato in grado di comprenderlo. Olivia Bašić GRAD Gallery of Russian Art & Design - London https://www.grad-london.com/blog/nijinsky-s-jeux-by-olivia-ba-i/ CURIOSITA'
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