Léonide Massine
Nobilissima visione (St. Francis)
21-07-1938 - Londra, Theatre Royal, Drury Lane
Balletto (leggenda coreografica) in un atto e cinque scene
Coreografia: Léonide Massine
Musica: Paul Hindemith
Libretto: Léonide Massine
Scene e costumi: Pavel Tchelitchev
Luci:
CAST
Francesco Bernadone/San Francesco: Léonide Massine
I tre compagni: Michel Panayev, Roland Guerard, Marcel Fenchel
Pietro Bernadone, padre di Francesco: Simon Semenov
Il Cavaliere: Frederic Franklin
Gli Scudieri: Charles Dickinson, Pierre Klimov
Il Povero: Vladimir Dokhoudovsky
La Povertà: Nini Theilade
L'Obbedienza: Jeannette Lauret
La Castità: Lubov Rostova
Il Lupo: Frederic Franklin
Ballets de Monte Carlo di René Blum
Coreografia: Léonide Massine
Musica: Paul Hindemith
Libretto: Léonide Massine
Scene e costumi: Pavel Tchelitchev
Luci:
CAST
Francesco Bernadone/San Francesco: Léonide Massine
I tre compagni: Michel Panayev, Roland Guerard, Marcel Fenchel
Pietro Bernadone, padre di Francesco: Simon Semenov
Il Cavaliere: Frederic Franklin
Gli Scudieri: Charles Dickinson, Pierre Klimov
Il Povero: Vladimir Dokhoudovsky
La Povertà: Nini Theilade
L'Obbedienza: Jeannette Lauret
La Castità: Lubov Rostova
Il Lupo: Frederic Franklin
Ballets de Monte Carlo di René Blum
TRAMA
Scena 1. Nella casa di Pietro Bernadone, un ricco mercante di Assisi, il figlio Francesco chiacchiera con gli amici mentre il padre mostra ad alcuni mercanti i propri tessuti. Questi, arrivati da terre lontane, stimolano in Francesco la voglia di viaggiare e di vivere nuove avventure. Entrano dei mendicanti chiedendo elemosina, e il giovane fa per cacciarli quando, mosso a compassione da uno di loro, si ravvede e gli regala qualcosa. Giunge un Cavaliere coi suoi due scudieri, e Francesco, vedendo in lui la possibilità di diventare un eroe, di viaggiare, e di tuffarsi in mille avventure, decide di mettersi al suo servizio.
Scena 2. Lontano da casa, Francesco apprende l'arte della guerra e l'uso delle armi. Mentre si esercita con gli altri soldati arriva un ordine da parte del Cavaliere: assaltare una carovana che sta passando per depredarne i passeggeri. Il Cavaliere vede una facile opportunità di far profitto, ma Francesco, nel vedere i suoi commilitoni aggredire altri uomini, rubare i beni altrui, e rapire donne indifese, resta sconvolto e abbandona i compagni e i sogni di gloria. Spogliatosi della divisa militare, si incammina da solo alla ricerca di un posto dove potersi ritirare in meditazione.
Durante un momento di preghiera, gli appaiono i tre spiriti della Povertà, della Castità, e dell'Obbedienza. Egli non se ne accorge subito, e, mentre Castità ed Obbedienza svaniscono, Povertà rimane al suo fianco fin quando viene vista.
Scena 3. Francesco fa ritorno a casa, ed in suo onore il padre organizza una grande festa. Vengono serviti ricchi manicaretti e tutti danzano in un clima di generale allegria. Gli amici di Francesco notano che egli non è più il ragazzo spensierato e sognatore che conoscevano, e cercano di coinvolgerlo nei festeggiamenti per distrarlo dal suo atteggiamento serioso. Ma Francesco rimane assorto, sembra non partecipare all'euforia del gruppo. All'improvviso la sua attenzione viene rapita da un gruppo di mendicanti, che, nell'intento di elemosinare i resti di quel lauto banchetto, fanno ingresso nella casa di Bernadone. Francesco gli si fa incontro, e gli offre ricchi piatti e fini bevande. Questo muove l'ira del padre, che si scaglia contro il giovane rimproverandolo per la sua eccessiva generosità. Francesco allora decide di abbandonare le ricchezze familiari, la propria casa, e di mettersi in viaggio peregrinando da uomo povero.
Scena 4. Francesco si sente un uomo nuovo, rapito da un'estasi mistica che lo rinvigorisce di nuovi stimoli e principi. Nel suo peregrinare si imbatte in un gruppo di contadini in pericolo: un'aggressivo lupo sembra volerli sbranare. Riesce col suo intervento a salvarli, e scopre che tre di questi altri non sono che i suoi vecchi amici, spogliatisi anch'essi delle loro ricchezze grazie al suo esempio. Da questo momento essi lo seguono come discepoli, e cercano di riverirlo con attenzioni che spesso Francesco rifiuta, perché in disaccordo col suo nuovo stile di vita. Una notte, mentre Francesco dorme, i discepoli cercano di difendere il suo riposo allontanando Povertà, che era apparsa per incontrare il proprio devoto. Francesco si sveglia, l'accoglie, e la sposa. Con pane ed acqua, i presenti mangiano insieme, alla tavola dei festeggiati.
Scena 5. Monaci e suore arrivano in gruppo per essere ricevuti da Francesco, e per lui eseguono una danza. Tra le figure coreografiche che lo circondano, Povertà prende Francesco, e lo conduce sulla cima delle rocce che fanno da sfondo. I tre amici-discepoli, le suore ed i monaci, rimangono al cospetto della sua ascesa.
Andrea Boi
Balletto.net
Scena 2. Lontano da casa, Francesco apprende l'arte della guerra e l'uso delle armi. Mentre si esercita con gli altri soldati arriva un ordine da parte del Cavaliere: assaltare una carovana che sta passando per depredarne i passeggeri. Il Cavaliere vede una facile opportunità di far profitto, ma Francesco, nel vedere i suoi commilitoni aggredire altri uomini, rubare i beni altrui, e rapire donne indifese, resta sconvolto e abbandona i compagni e i sogni di gloria. Spogliatosi della divisa militare, si incammina da solo alla ricerca di un posto dove potersi ritirare in meditazione.
Durante un momento di preghiera, gli appaiono i tre spiriti della Povertà, della Castità, e dell'Obbedienza. Egli non se ne accorge subito, e, mentre Castità ed Obbedienza svaniscono, Povertà rimane al suo fianco fin quando viene vista.
Scena 3. Francesco fa ritorno a casa, ed in suo onore il padre organizza una grande festa. Vengono serviti ricchi manicaretti e tutti danzano in un clima di generale allegria. Gli amici di Francesco notano che egli non è più il ragazzo spensierato e sognatore che conoscevano, e cercano di coinvolgerlo nei festeggiamenti per distrarlo dal suo atteggiamento serioso. Ma Francesco rimane assorto, sembra non partecipare all'euforia del gruppo. All'improvviso la sua attenzione viene rapita da un gruppo di mendicanti, che, nell'intento di elemosinare i resti di quel lauto banchetto, fanno ingresso nella casa di Bernadone. Francesco gli si fa incontro, e gli offre ricchi piatti e fini bevande. Questo muove l'ira del padre, che si scaglia contro il giovane rimproverandolo per la sua eccessiva generosità. Francesco allora decide di abbandonare le ricchezze familiari, la propria casa, e di mettersi in viaggio peregrinando da uomo povero.
Scena 4. Francesco si sente un uomo nuovo, rapito da un'estasi mistica che lo rinvigorisce di nuovi stimoli e principi. Nel suo peregrinare si imbatte in un gruppo di contadini in pericolo: un'aggressivo lupo sembra volerli sbranare. Riesce col suo intervento a salvarli, e scopre che tre di questi altri non sono che i suoi vecchi amici, spogliatisi anch'essi delle loro ricchezze grazie al suo esempio. Da questo momento essi lo seguono come discepoli, e cercano di riverirlo con attenzioni che spesso Francesco rifiuta, perché in disaccordo col suo nuovo stile di vita. Una notte, mentre Francesco dorme, i discepoli cercano di difendere il suo riposo allontanando Povertà, che era apparsa per incontrare il proprio devoto. Francesco si sveglia, l'accoglie, e la sposa. Con pane ed acqua, i presenti mangiano insieme, alla tavola dei festeggiati.
Scena 5. Monaci e suore arrivano in gruppo per essere ricevuti da Francesco, e per lui eseguono una danza. Tra le figure coreografiche che lo circondano, Povertà prende Francesco, e lo conduce sulla cima delle rocce che fanno da sfondo. I tre amici-discepoli, le suore ed i monaci, rimangono al cospetto della sua ascesa.
Andrea Boi
Balletto.net
GALLERY
APPROFONDIMENTO
È questa la prima realizzazione di Massine sulla via della "sacra rappresentazione" coreografica che avrebbe condotto al misticismo commosso delle Laudes Evangelii del 1952. Nobilissima visione, dopo l'esordio narrativo, culmina nella dimensione di "mistero coreografico" delle scene finali, in cui il simbolismo mistico delle danze solistiche e di gruppo, libero dall'immediato riferimento contenutistico di precedenti lavori di Massine, è reso con notevole felicità inventiva attraverso un impiego assai sviluppato della chironomia (intesa in senso lato come gestualità delle mani e delle braccia). Nobilissima visione fu piú volte ripreso dalla compagnia di René Blum, della quale Léonide Massine fu principale coreografo e consulente artistico fino al 1942.
Alfio Agostini Il Balletto. Repertorio del teatro di danza dal 1581. a cura di Mario Pasi. Mondadori (1979) È noto che nell'ultimo anno della sua vita, il 1929, Diaghilev aveva commissionato a Paul Hindemith la composizione di un balletto. Doveva essere di carattere mistico, ma non credo che l'argomento vero e proprio fosse stato deciso. L'ideazione del presente balletto è il frutto di una stretta collaborazione tra Hindemith e Massine, essendo il tema mistico un adattamento della vita di San Francesco.
L'interesse principale del balletto è la musica, per la quale Hindemith ha trovato ispirazione nelle canzoni dei trovatori, in particolare la melodia chiamata Ce fut en Mai, che è presentata in vari arrangiamenti. La musica ha una dignità e uno stato d'animo ben adattati al soggetto e possiede una certa dose di colore drammatico, ma è fluida piuttosto che ritmica e non si presta facilmente ad un'interpretazione in termini di danza. La musica non è un tutt'uno con la danza, così da essere indivisibili, è piuttosto un accompagnamento alla coreografia. Il più efficace degli allestimenti di Tchelichev è quello per la prima scena, ma visti nel loro insieme non sono particolarmente notevoli. Alcuni dei suoi costumi sono piacevoli, ma molti soffrono di un uso eccessivo della striscia come mezzo di decorazione. La storia di San Francesco può fornire materiale eccellente per un brano musicale, una poesia o un romanzo, ma contiene troppa ricerca di sé per esprimersi sotto forma di balletto, che non può trasmettere con successo le fasi sottili della sottomissione del corpo allo spirito. Né la storia raccontata è sufficiente a mantenere l'interesse per cinque scene. La coreografia stilizzata, ispirata all'arte bizantina, limita ulteriormente l'inventiva a movimenti e pose angolari, e rende la danza più legata a terra. Questa austerità è tanto più marcata quando non vi è un'azione compensativa sufficiente per alleviarla. La coreografia è una mescolanza di stili, i movimenti di Massine sono severi e primitivi, mentre quelli dei soldati nella seconda scena sembrerebbero più legati alla scuola di Kurt Jooss. L'episodio del Lupo inizia con una nota drammatica e finisce in un modo che si avvicina pericolosamente al burlesque. Massine si è assegnato un ruolo difficilissimo ed estenuante e, sebbene riesca a conferire ai suoi movimenti una certa aura mistica, ci sono momenti in cui non domina affatto la scena. Theilade interpreta una figura accattivante di Povertà, e Franklin è bravo nei due ruoli del Cavaliere e del Lupo. Ma una delle migliori interpretazioni del balletto è data da Semenov nei panni del padre dell'eroe, in particolare nella scena dell'ira, che è ottimamente mimata. Cyril Beaumont Supplement to Complete book of ballets Beaumont, London, 1942 “L'idea di Nobilissima Visione mi è stata suggerita da Paul Hindemith, che ho incontrato inaspettatamente a Firenze. Era appena uscito dalla grande chiesa di Santa Croce, che conserva gli affreschi di Giotto con scene di San Francesco d'Assisi. Rimase profondamente colpito da questi e, prendendomi per un braccio, mi portò in fretta in chiesa perché potessi vederli anch'io. Anch'io sono rimasto colpito dalla loro bellezza spirituale e potevo ben immaginare perché avessero commosso così profondamente Hindemith... Suggerì di creare un balletto sulla litigio del santo... Dopo aver scelto gli episodi che sembravano più appropriati per i nostri scopi, ne abbiamo discusso ciascuno in dettaglio. Gli ho descritto come ho visto le scene e ho improvvisato la coreografia, in modo che Hindemith potesse visualizzarla meglio. Nel suo modo preciso, voleva prendere appunti dettagliati e poi suonare attraverso una successione di musica liturgica al pianoforte, poiché aveva deciso di basare la sua partitura principalmente sulla prima musica sacra francese, in particolare del grande compositore del XIV secolo Guillaume de Machault...
Nobilissima Visione in realtà non era affatto un balletto. Era una rappresentazione drammatica e coreografica della vita di San Francesco, in cui Hindemith... ed io abbiamo cercato di creare e preservare un'atmosfera di esaltazione mistica". Léonide Massine CURIOSITA'
Giotto ispiratore. Le Storie della vita di san Francesco d’Assisi nella Cappella Bardi in Santa Croce a Firenze
Gli affreschi della cappella narrano fatti della vita di san Francesco secondo la Legenda maior di Bonaventura da Bagnoregio, biografia ufficiale, scritta su richiesta del capitolo (assemblea) generale francescano del 1260, e adottata come unica e definitiva dal capitolo del 1263; dal 1266 il capitolo ordinò di distruggere tutte le biografie anteriori e loro rappresentazioni. Come già aveva illustrato nella basilica superiore di Assisi, nella predicazione francescana, anche nella Bardi Giotto privilegia la chiarezza delle scene per illustrare la biografia del santo, che si voleva comprensibile a tutti. Si voleva inoltre creare un parallelo fra Francesco e Cristo, a cominciare dal miracolo delle stimmate sulla parete sopra l’ingresso della cappella. Solo alcuni e fondamentali episodi della vita di S. Francesco sono qui rappresentati, mentre altri, come l'incontro con le figure femminili dell'Obbedienza, Castità e Povertà si limita ad essere rappresentato - assieme ad un altra figura non riconoscibile, simbolicamente entro tondi su fondo azzurro stellato nella volta. In altri cicli francescani come nelle storie di san Francesco nella cappella dei conti di Celano a Castelvecchio Subequo di chiara influenza assisiana, gli episodi sono più numerosi e iconograficamente vivaci. Anche se in gran parte danneggiato, l'episodio dell'incontro con le tre donne, in quanto a mimica, si mostra più leggibile, e si avvicina in senso più "coreografico" all'idea che aveva in mente Massine di trascrivere in danza l'emozione provata nel vedere gli affreschi in Santa Croce. (...) L’episodio, danneggiato e privo dell’iscrizione, ambientato lungo una strada all’aperto (come lasciano intuire i due alberi che si possono ancora intravedere sullo sfondo a sinistra) allude presumibilmente a quanto narrato da Bonaventura, quando Francesco, in cammino verso la città di Siena, si imbatte in tre povere donne uguali nella statura, nell’età e nel volto. Nel riquadro, infatti, il santo, con le braccia incrociate sul petto in segno reverenziale, e un suo compagno sono raffigurati nel momento in cui incontrano tre donne dall’aspetto simile eppure differente. Si tratta delle personificazioni delle tre virtù, Castità, Obbedienza e Povertà. La prima, vestita di verde, ha il capo cinto dalla coroncina verginale e il collo scoperto; la seconda è vestita di rosso e ha il capo coperto, ma senza l’attributo del giogo con cui viene raffigurata in altri dipinti; la terza, la più importante, è coperta da una veste bianca, lacera, e a i piedi nudi . La donna allunga la sua mano verso Francesco, rivolgendo il palmo in alto, come fosse in attesa di ricevere qualcosa. Il gesto ha indotto alcuni studiosi ad interpretare la scena come quella del matrimonio mistico tra il santo e Madonna Povertà, sebbene la pellicola pittorica sia piuttosto danneggiata, tuttavia sembra mancare l’elemento più importante che sancisca il matrimonio: il dono dell’anello da parte del santo (1). (1) Gabriella Spitaleri. Le storie di san Francesco nella cappella dei conti di Celano a Castelvecchio Subequo, un racconto di immagine e parole. Tino Bonanomi Balletto.net BALLETTI CORRELATI
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