Arthur Saint-Léon
Coppélia ou La Fille aux yeux d'émail
25-05-1870 - Parigi, Théâtre Imperial de l’Opéra
Balletto pantomimico in due atti e tre quadri
Coreografia: Arthur Saint-Léon
Musica: Léo Delibes
Libretto: Charles Nuitter e Arthur Saint-Léon (dal racconto "Der Sandmann" di E.T.A. Hoffmann)
Scene: Charles-Antoine Cambon, Edouard Despléchin, Jean-Baptiste Lavastre
Costumi: Alfred Albert, Paul Lormier
CAST
Swanilda: Giuseppina Bozzacchi
Franz: Eugénie Fiocre
Il Dottor Coppelius: François Edouard Dauty
Il Campanaro: Louis Mérante
Il Borgomastro: Edmond Cornet
Coppélia: Irma Bourgoin
Nettchen: Aline Dorsé
Lo Scudiero: Francis Mérante
Le contadine: Marie Pallier, Héloıse Lamy
L’Aurora: Laure Fonta
Himenée, Dea delle nozze: Antonia Ribet
L'Amore: Alice Biot
La Preghiera: Annette Mérante
Il Lavoro: Adèle Villiers
La Discordia: Louise Marquet
La Guerra: Blanche Montaubry, Anna Rust
La Pace: Marie Pallier
Les Folies: Julie Stoïkoff, Peppa Invernizzi
Ballet de l'Opéra de Paris
Coreografia: Arthur Saint-Léon
Musica: Léo Delibes
Libretto: Charles Nuitter e Arthur Saint-Léon (dal racconto "Der Sandmann" di E.T.A. Hoffmann)
Scene: Charles-Antoine Cambon, Edouard Despléchin, Jean-Baptiste Lavastre
Costumi: Alfred Albert, Paul Lormier
CAST
Swanilda: Giuseppina Bozzacchi
Franz: Eugénie Fiocre
Il Dottor Coppelius: François Edouard Dauty
Il Campanaro: Louis Mérante
Il Borgomastro: Edmond Cornet
Coppélia: Irma Bourgoin
Nettchen: Aline Dorsé
Lo Scudiero: Francis Mérante
Le contadine: Marie Pallier, Héloıse Lamy
L’Aurora: Laure Fonta
Himenée, Dea delle nozze: Antonia Ribet
L'Amore: Alice Biot
La Preghiera: Annette Mérante
Il Lavoro: Adèle Villiers
La Discordia: Louise Marquet
La Guerra: Blanche Montaubry, Anna Rust
La Pace: Marie Pallier
Les Folies: Julie Stoïkoff, Peppa Invernizzi
Ballet de l'Opéra de Paris
TRAMA
Primo atto, primo quadro
La scena rappresenta uno scorcio del villaggio, con la casa di Swanilda sulla sinistra e l’abitazione di Coppelius sulla destra, sopra al cui balcone si trova un automa in vesti femminili, seduto con un libro in mano. Sul balcone della casa del fabbricante di giocattoli dottor Coppelius da qualche giorno è comparsa una misteriosa fanciulla, che se ne sta seduta con un libro tra le mani facendo di tanto in tanto dei piccoli movimenti con la testa e con le braccia. Il dottor Coppelius viene guardato con sospetto dagli abitanti del villaggio, che lo considerano un diabolico stregone, tuttavia tutti credono che la fanciulla sul balcone sia sua figlia, perciò la chiamano Coppelia (in francese Coppélia). Swanilda esce di casa e danza un valzer lento per attrarre l’attenzione di Coppelia, che però resta impassibile. Poi vede arrivare Frantz e si nasconde per fargli una sorpresa. Non vista, osserva il fidanzato lanciare un bacio verso il balcone, dunque è presa dalla gelosia, esce allo scoperto e scherza con Frantz con atteggiamento rabbioso, poi sopraggiungono le sue amiche e lei si mette a danzare con loro. Arrivano altri abitanti del villaggio e tutti insieme danzano una mazurka. Subito dopo giunge il Borgomastro per annunciare che il giorno seguente sarà organizzata una grande festa perché il Signore del castello offrirà una nuova campana per la torre della città e farà anche un dono a tutte le coppie che desiderano sposarsi. Segue quindi la ballade de l’épi (ballata della spiga), che richiama un’antica leggenda popolare francese secondo la quale le fanciulle prossime alle nozze, per conoscere la fedeltà del proprio fidanzato, possono interrogare una spiga di grano: se accostandola all’orecchio la spiga risuona significa che l’amore è sincero. Swanilda accosta quindi l’orecchio alla spiga, ma non sente alcun suono, quindi accosta la spiga all’orecchio di Frantz per dimostrargli di aver scoperto che non le è fedele (Fig. 3). Poi, stizzita, spezza la spiga, azione che equivale alla rottura del fidanzamento. Infatti la leggenda popolare è collegata all’espressione rompre la paille (rompere la paglia) che ha il significato di “sciogliere un accordo”. Frantz si allontana contrariato e Swanilda danza con le amiche (variazioni su di un tema popolare slavo). Infine tutti gli abitanti del villaggio convenuti nella piazza danzano una focosa czárda ungherese. Coppelius esce di casa chiudendo scrupolosamente la porta a chiave, ma è subito travolto da un gruppo di paesani che stanno festeggiando e nella confusione gli cade la chiave di casa. Swanilda e le sue amiche se ne accorgono, perciò raccolgono la chiave e decidono di penetrare nella casa di Coppelius per conoscere di persona Coppelia. Nel frattempo anche Frantz, sempre attratto dalla misteriosa fanciulla, si arrampica con una scala per intrufolarsi nella casa attraverso una finestra. |
Atto I, scena I
1. Prélude et Mazurka 2. Valse Lente 3. Scène 4. Mazurka 5. Scène 6. Ballade de l'Épi 7. Thème Slave Varié 8. Czárdás 9. Finale |
Primo atto, secondo quadro
La scena rappresenta il laboratorio dei giocattoli e degli automi all’interno della casa di Coppelius. Il laboratorio di Coppelius è misterioso e oscuro, pieno di pupazzi a grandezza d’uomo e in atteggiamenti rigidi, che li fanno sembrare bloccati a metà di un gesto. Le giovani entrano con fare timoroso, ma Swanilda si dirige con decisione verso il balcone dove sta Coppelia e scopre che la misteriosa fanciulla è una bambola. Quindi, sollevata e divertita dalla scoperta, esultando per la gioia, insieme alle sue amiche mette in moto tutte le bambole meccaniche che si trovano nel laboratorio (danza degli automi). Nel frattempo il dottor Coppelius rientra in casa e alla loro vista si infuria. Mentre le sue amiche fuggono via, Swanilda corre a nascondersi nel balcone dove è seduta Coppelia. Nello stesso momento Coppelius scorge Frantz che entra dalla finestra e lo blocca, ma il giovane gli dice di voler conoscere la bella Coppelia perché ne è innamorato. Allora Coppelius elabora un piano: finge di ascoltarlo con interesse e gli offre da bere del liquore nel quale ha versato un sonnifero. Quando Franz si addormenta, Coppelius porta in casa dal balcone quella che crede essere la sua favolosa bambola e che in realtà è Swanilda, la quale ha sentito la dichiarazione di amore di Frantz e si è sostituita all’automa. Coppelius fa degli incantesimi per trasferire la forza vitale di Frantz alla bambola. Swanilda sta al gioco e lo incanta iniziando a muoversi. Sulle note di un valzer accenna alcuni passi di danza con movimenti meccanici e poco a poco la sua danza va acquisendo sempre di più una gestualità umana (valzer de la poupée, ossia della bambola). Coppelius è entusiasta perché crede di essere riuscito a infondere le forze vitali di Frantz al suo automa, trasformandolo in un essere umano. Quindi invita la sua Coppelia a danzare ancora: le porge un ventaglio e una mantiglia incitandola a ballare un bolero, poi la cinge con una sciarpa scozzese invitandola a danzare una giga. La danza di Swanilda-Coppelia diviene via via sempre più turbinosa, fino a mettere interamente a soqquadro il laboratorio e a distruggere tutti gli automi fabbricati da Coppelius. Swanilda quindi sveglia il suo Frantz e lo mette al corrente dell’inganno. I due fidanzati fuggono via mentre Coppelius trova la sua bambola accasciata su una sedia, senza vestiti. Così si rende conto che è stato beffato e abbraccia sconsolato il suo manichino. |
Atto I, scena II
1. Entr'acte et Valse 2. Scène 3. Scène 4. Musique des Automates 5. Scène 6. Chanson a Boire et Scène 7. Scène et Valse de la Poupée 8. Scène 9. Boléro 10. Gigue 11. Scène 12. Marche de la Cloche |
Secondo atto
La scena rappresenta la piazza davanti al castello del Signore del villaggio. Sulla piazza si sta svolgendo la cerimonia della benedizione della nuova campana. Swanilda e Franz, riconciliati, si avvicinano al Borgomastro per sposarsi e ricevere i doni che il Signore del castello ha destinato agli sposi. Il dottor Coppelius sopraggiunge furioso e accusa i due giovani di avergli distrutto il lavoro di una vita. Swanilda comprende che la sua accusa è giusta e gli offre il dono appena ricevuto, ma il Borgomastro interviene risarcendolo con un sacchetto di monete d’oro, così egli se ne va soddisfatto. La gente del paese partecipa alla festa con un brillante divertissement allegorico che richiama le occasioni in cui si suonano le campane nelle diverse ore del giorno: l’aurora, la preghiera, il lavoro, la guerra, la pace, il riposo. Avanza il carro della campana, guidato da un campanaro che rappresenta simbolicamente il Tempo, dato che porta con sé una falce e una clessidra e convoca le Ore. Ha quindi luogo il valzer delle Ore. Appare l’Aurora, che presiede la danza delle Ore del mattino. Suona quindi l’ora della Preghiera per benedire la giornata (danza della Preghiera) a cui segue la danza delle Ore del lavoro e delle filatrici. La campana suona nuovamente per annunciare il rito nuziale dei due giovani e la dea delle nozze Himenée (Imene) guida il matrimonio assieme a un piccolo Cupido. Improvvisamente nell’aria risuonano rumori e strepiti: introdotta dalla marcia dei guerrieri, sta arrivando la Discordia che fa scoppiare una guerra. Per fortuna questo è un episodio di breve durata, torna la calma e la campana fa sentire di nuovo i suoi allegri rintocchi annunciando l’arrivo della Pace, che reca in mano un ramo di ulivo. La Discordia è stata vinta, i guerrieri depongono le armi e tutti danzano gioiosamente. Al calar del sole si svolge la danza delle Ore della sera e subito dopo quella delle Ore della notte. La festa della campana si conclude con un vivace galop. Valeria Morselli La danza e la sua storia Dino Audino editore (2018) |
Atto II, scena II
1. Introduction 2. Valse des Heures 3. L'Aurore 4. La Prière 5. Le Travail (La Fileuse) 6. L'Hymen (Noce Villageoise) 7. Le Discorde et la Guerre 8. La Paix 9. Danse de Fête 10. Galop Finale |
GALLERY
APPROFONDIMENTO
Coppélia fa parte dell’esiguo numero di balletti dell’Ottocento giunti senza soluzione di continuità al nostro tempo e tuttora costantemente rappresentati come capisaldi del repertorio di ogni teatro e di ogni compagnia di balletto. L’argomento, che l’archivista dell’Opéra Charles Nuitter trasse dal racconto di E.T.A. Hoffmann Der Sandmann, introduce nel teatro di danza un mondo di automi, di bambole o di fantocci, destinato a importanti filiazioni tematiche culminanti nell’inquietante umanità del burattino Petruska. Dello stregato romanticismo di Hoffmann resta tuttavia ben poco nel balletto di Saint-Léon, vivace commedia in cui gli spunti drammatici si risolvono al massimo nel grottesco e nel caratteristico del solo personaggio di Coppelius; confinati quindi nel primo quadro del secondo atto, non oscurano la gioiosa chiarezza di questa amabile favola a lieto fine, che offre il tipo esatto del balletto del Secondo Impero nella sua fase estrema. Coppélia fu infatti l’ultimo balletto rappresentato all’Opéra prima che la guerra franco-prussiana costringesse a chiudere il teatro e segnasse la fine di un’epoca anche per il balletto. Il coreografo Saint-Léon mori tre mesi dopo la prima rappresentazione di questo suo capolavoro, e nel novembre successivo, durante l’assedio di Parigi, morì di vaiolo la prima interprete del ruolo di Swanilda, Giuseppina Bozzacchi, il giorno del suo diciassettesimo compleanno. La scomparsa della giovanissima ballerina, scoperta da Saint-Léon alla scuola di Madame Dominique e acclamata in questo suo primo e unico ruolo, ripiombava cosi il balletto dell’Opéra nella crisi dovuta almeno esteriormente alla mancanza di vere personalità, dopo la partenza di Amalia Ferraris e di Carolina Rosati, la breve stagione tragicamente conclusa di Emma Livry, il ripiego insoddisfacente su Adèle Grantzow, e la morte dei coreografi Mazilier e, appunto, Saint-Léon. Tuttavia l’Opéra trovava in Coppélia un titolo “classico”, in quanto destinato a restare in repertorio dalla prima ripresa del 1871 (interpretata da Léontine Beaùgrand) a oggi, sulla linea di una fedeltà all’originale di eccezionale attendibilità, giungente a mantenere l’uso superato di affidare a una ballerina en travesti il ruolo di Frantz che Eugénie Fiocre aveva sostenuto a suo tempo a fianco della Bozzacchi. Alla qualità di Coppélia partecipa in maniera essenziale, per la prima volta nel balletto dell’Ottocento, la musica, con la quale Léo Delibes, compositore ancor oggi sottovalutato da una musicologia chiusa ai problemi del teatro musicale, si pone come l’unico predecessore di Ciaikovski nella rinascita musicale del teatro di danza moderno. La coreografia di Arthur Saint-Léon rivela invece la perdita di coerenza stilistica e di unità di sviluppo del balletto tardo-romantico francese. Nei tre quadri di Coppélia la frammentarietà dei momenti d’azione, caratteristici e accademici del primo, la pantomima da ballet d’action fantastico del secondo e infine lo squisito ma gratuito divertissement di danze solistiche e d’assieme del terzo, sono altrettanti adattamenti di diverse forme preesistenti non fuse in una nuova e organica. Entro i limiti di tale problematico eclettismo, in cui si manifestò d’altronde la crisi creativa di tutto il balletto dell’epoca, Saint-Léon seppe tuttavia conferire al suo capolavoro la freschezza e il fascino di un’inventiva coreografica delicata e fantasiosa, soprattutto nelle parti solistiche in stile accademico, ravvivata col colore popolare nazionale delle numerose danze di carattere di cui il balletto è punteggiato (mazurka, csardas, giga, bolero, ecc.). Pressoché innumerevoli le riprese del balIetto di Saint-Léon nell’Ottocento e le nuove versioni coreografiche di esso (quasi tutte pure in larga misura fedeli all’originale) nel nostro secolo.
Alfio Agostini Il Balletto. Repertorio del teatro di danza dal 1581. a cura di Mario Pasi. Mondadori (1979) CURIOSITA'
Il nome del balletto è stato cambiato molte volte durante la sua creazione. In origine, il titolo doveva essere chiamato La poupée de Nuremberg (La bambola di Norimberga), come l'omonima opera teatrale di Adolphe Adam del 1852, basata anch'essa sul racconto di Hoffmann, ambientata in un negozio di giocattoli dove si racconta della costruzione di una bambola meccanica a cui il creatore vuole dare vita e dei due giovani fidanzati che creano scompiglio nel suo laboratorio.
Quindi la città dei giocattoli di Norimberga in Germania era stata inizialmente pensata come luogo della vicenda ma poi il luogo venne spostato in una città di confine della Galizia e il nome fu cambiato prima in La Fille aux yeux d''email e infine in Coppélia. A quel tempo la Galizia apparteneva alla corona austriaca e si trovava al confine con la regione ungherese dell'impero. Questo cambio di territorio ha permesso a Saint-Léon di includere le danze nazionali di questa regione, come mazurka e csàrdas. Il valzer, che compare in ogni scena di Coppelia, fa da collegamento tra la regione dell'Impero con la capitale Vienna. Anche il nome della protagonista principale fu soggetto a modifiche. Prima avrebbe dovuto essere Olympia, come la bambola meccanica del racconto di Hoffmann, poi vennero i nomi di Antonie e Nani fino a quando alla fine venne scelto definitivamente il nome Swanilda. Tino Bonanomi Balletto.net BALLETTI CORRELATI
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