John Neumeier
Die Kameliendame
[La signora delle camelie]
04-11-1978 - Stoccarda, Großen Haus des Württembergischen Staatstheaters
Balletto in un prologo e tre atti
Coreografia: John Neumeier
Musica: Frederick Chopin
Libretto: John Neumeier basato sul romanzo di Alexandre Dumas figlio "La Signora delle Camelie" (1848)
Scene e costumi: Jürgen Rose
Luci:
CAST
Marguerite Gautier, La signora delle camelie: Marcia Haydée
Armand Duval: Egon Madsen
Manon Lescaut: Birgit Keil
Des Grieux: Richard Cragun
Prudence Duvernoy: Jean Allenby
Gaston Rieux, amico di Armand: Vladimir Klos
Nanina, cameriera di Margherita: Ruth Papendick
Monsieur Duval, Il padre di Armand: Reid Anderson
Olympia: Nora Kimball
Il Duca, amante di Marguerite: Marcis Lesins
Conte N.: Mark A. Neal
Stuttgarter Ballett
Coreografia: John Neumeier
Musica: Frederick Chopin
Libretto: John Neumeier basato sul romanzo di Alexandre Dumas figlio "La Signora delle Camelie" (1848)
Scene e costumi: Jürgen Rose
Luci:
CAST
Marguerite Gautier, La signora delle camelie: Marcia Haydée
Armand Duval: Egon Madsen
Manon Lescaut: Birgit Keil
Des Grieux: Richard Cragun
Prudence Duvernoy: Jean Allenby
Gaston Rieux, amico di Armand: Vladimir Klos
Nanina, cameriera di Margherita: Ruth Papendick
Monsieur Duval, Il padre di Armand: Reid Anderson
Olympia: Nora Kimball
Il Duca, amante di Marguerite: Marcis Lesins
Conte N.: Mark A. Neal
Stuttgarter Ballett
TRAMA
Prologo. Marguerite Gautier è da poco deceduta e il suo lussuoso appartamento è aperto al pubblico perché possa esaminarne le suppellettili, in vista dell'asta organizzata per esitarli. Prima fra tutti, sopraggiunge Nanina, la fedelissima governante di Marguerite, la sola che è rimasta vicina alla cortigiana nei suoi ultimi giorni di vita. Il silenzio cupo è rotto dai rumori dei trasportatori, dei fattorini, dei curiosi e dalle note laceranti del pianoforte saggiato da un possibile acquirente. Tra i convenuti si incontrano Monsieur Duval padre e il figlio, un Armand Duval attonito e sopraffatto dai ricordi che lo legano alla defunta. Nel rivedere in mano a una visitatrice un abito da sera a lui ben noto, il giovane sfiora il collasso; ripresosi un poco, si trova sommerso dai ricordi della sua storia d’amore con Marguerite. Gli oggetti della casa di Margherita svaniscono e Armand si ritrova, col ricordo, al teatro ove aveva fatto la conoscenza di Marguerite.
Atto I. Tutto era cominciato da un loro casuale incontro al Théâtre-des-Variétés. Rappresentavano il balletto Manon Lescaut, dal celebre dramma della cortigiana di fine settecento, divisa tra l’amore per il giovane Des Grieux e il desiderio di vivere nel lusso. Proprio in quell’occasione Armand era riuscito a farsi presentare a Marguerite, la cortigiana più ammirata a Parigi in quel momento. Durante la rappresentazione Marguerite era rimasta profondamente turbata nel vedere in scena il dramma di una donna, una cortigiana, nella quale lei rifiutava di riconoscersi, nonostante le tangenze tra i due stili di vita. Parimenti, Armand, in uno stato d’euforia per la conoscenza, aveva guardato il balletto immaginando se stesso, in un ipotetico rapporto con Marguerite, come il riflesso di Des Grieux nella relazione con Manon, ma temendo un analogo tragico destino.
Al termine della rappresentazione Marguerite aveva invitato nel suo appartamento Gaston, l’amico di Armand, e la cortigiana Prudence. Si erano uniti anche Armand e l’invadente, noioso ammiratore della donna, il giovane conte N., simbolo di una società vacua e godereccia. Raggiunto l’appartamento di Marguerite, ella aveva iniziato a mostrare la sua simpatia per il giovane, cercando nel contempo di allontanare le fastidiose attenzioni del conte N. Quando, in preda a un accesso di tosse, Marguerite si era dovuta ritirare, Armand l’aveva seguita offrendo aiuto e aveva colto l’occasione del momento di intimità per prostrarsi davanti a lei comunicandole il suo amore più profondo, lasciando la giovane assai perplessa.
Tuttavia la passione di Armand aveva fatto breccia nel cuore di Marguerite, il loro rapporto era diventato intimo, anche se la cortigiana non aveva rinunciato a tuffarsi nella vita mondana, passando da un ammiratore a un altro, da una festa a un ballo mascherato a ogni altro tipo di intrattenimento. Armand era sempre rimasto ad aspettare il suo ritorno, solo con la fedele cameriera di Marguerite, Nanina, e, tra un divertimento e l’altro, la donna tornava a lui per brevi istanti, sempre piena di attenzioni e di premure, al punto di chiedere all'amante di seguirla in campagna, dove intendeva ritirarsi per qualche tempo.
Atto II. In campagna, Marguerite e Armand si erano dati agli allegri, rustici divertimenti all'aperto assieme agli amici, finché, durante una festa campestre, era avvenuto l’inevitabile incontro dei due amanti col protettore della donna, il vecchio Duca. In quell’occasione era stata Marguerite a rompere gli istanti di imbarazzo, a trattenere Armand, intenzionato a ritirarsi per lasciare la donna col Duca, a scegliere pubblicamente per la prima volta l’amante, restituendo al Duca la preziosa collana donatale e rinunciando, così, a una vita di lussi. Rimasti soli i due giovani avevano goduto di un breve periodo di felicità.
Sul palcoscenico, in primo piano si torna per pochi istanti al presente, nella casa della defunta: Armand deve interrompere il suo racconto al padre, sopraffatto dall’emozione resa insopportabile dalla vista del cappello indossato da Marguerite in quei giorni in campagna. Simultaneamente in secondo piano prosegue il ricordo degli accadimenti in campagna, forse il racconto di Duval padre. A Marguerite era stata annunciata la visita di Duval padre e ora si stava riassettando per riceverlo degnamente. Duval padre si era presentato a Margherita, all’insaputa del figlio, per imporle di interrompere la storia d’amore, per non rovinare la reputazione del giovane e quella della sua intera famiglia. La donna aveva cercato in tutti i modi di far cambiare opinione al suo ospite, senza avere successo alcuno. Perseguitata dalla visione di Manon Lescaut e di un inquietante gruppo di corteggiatori, aveva promesso di rinunciare ad Armand e all'amore, per il bene stesso dell'amato.
Approfittando di un’assenza dell’amante, lo aveva lasciato per mantener fede alla sua promessa, tornandosene a Parigi alla precedente vita dissoluta. Al suo rientro, il giovane aveva trovato la casa vuota e aveva atteso Marguerite a lungo e invano, finché la fedele Nanina gli aveva portato una lettera d’addio di Marguerite. Si era affrettato a Parigi in preda alla disperazione soltanto per scoprire la donna tra le braccia del Duca.
Atto III. Qualche tempo dopo agli Champs-Elysées Armand aveva incontrato casualmente Marguerite, in compagnia della frivola cortigiana Olympia. Si erano scambiati sguardi carichi di sentimento, per brevi istanti era sembrato che i due stessero per ritrovare un contatto affettuoso, quando, provocato da Olympia che lo corteggiava sperando in nuovo protettore, il giovane Duval aveva rivolto le sue attenzioni a quest'ultima, allo scopo di ferire Marguerite, che, completamente svuotata, era rimasta ad assistere, pietrificata su una panchina, al loro assurdo flirt.
Già devastata dalla malattia, Marguerite aveva fatto visita ad Armand per implorarlo di risparmiarle il suo comportamento umiliante e in quella occasione i due si erano riappacificati e ritrovati. Tuttavia, durante il sonno, Marguerite era stata nuovamente torturata da un incubo che le mostrava il parallelo tra il suo dramma e quello di Manon. Al risveglio, Marguerite aveva deciso di mantener fede alla sua promessa fatta al padre di Armand e aveva lasciato nuovamente il giovane amante.
Lontano dal comprendere la generosità del gesto, durante un ballo di gala il giovane Duval aveva offeso gravemente Marguerite in pubblico, consegnandole una busta di danaro come ricompensa dei suoi passati “favori”.
Col ricordo dello svenimento della donna offesa cessa momentaneamente la narrazione del passato e si ritorna al presente. Rimasto solo nella casa della defunta, Armand è raggiunto da Nanina, che gli consegna il diario della padrona. Il giovane, leggendolo, apprende finalmente di essere stato abbandonato solo per amore, apprende del declino della salute di Marguerite, di come la giovane, disperata e febbricitante, si fosse precipitata un’ultima volta in teatro per rivedere la Manon Lescaut, nella speranza di incontrare Armand. Pur avendo abbandonato lo spettacolo aveva continuato ad essere perseguitata dalla visione di una Manon, bandita in America, mentre muore tra le braccia di Des Grieux, che, fedelmente, l’ha seguita nell’esilio. Marguerite, abbandonata da tutti gli amici del tempo felice, era morta sola e in povertà dopo aver confidato le pene e le speranze di una vita alle pagine che Nanina aveva appena consegnato ad Armand.
Marino Palleschi
Balletto.net
Atto I. Tutto era cominciato da un loro casuale incontro al Théâtre-des-Variétés. Rappresentavano il balletto Manon Lescaut, dal celebre dramma della cortigiana di fine settecento, divisa tra l’amore per il giovane Des Grieux e il desiderio di vivere nel lusso. Proprio in quell’occasione Armand era riuscito a farsi presentare a Marguerite, la cortigiana più ammirata a Parigi in quel momento. Durante la rappresentazione Marguerite era rimasta profondamente turbata nel vedere in scena il dramma di una donna, una cortigiana, nella quale lei rifiutava di riconoscersi, nonostante le tangenze tra i due stili di vita. Parimenti, Armand, in uno stato d’euforia per la conoscenza, aveva guardato il balletto immaginando se stesso, in un ipotetico rapporto con Marguerite, come il riflesso di Des Grieux nella relazione con Manon, ma temendo un analogo tragico destino.
Al termine della rappresentazione Marguerite aveva invitato nel suo appartamento Gaston, l’amico di Armand, e la cortigiana Prudence. Si erano uniti anche Armand e l’invadente, noioso ammiratore della donna, il giovane conte N., simbolo di una società vacua e godereccia. Raggiunto l’appartamento di Marguerite, ella aveva iniziato a mostrare la sua simpatia per il giovane, cercando nel contempo di allontanare le fastidiose attenzioni del conte N. Quando, in preda a un accesso di tosse, Marguerite si era dovuta ritirare, Armand l’aveva seguita offrendo aiuto e aveva colto l’occasione del momento di intimità per prostrarsi davanti a lei comunicandole il suo amore più profondo, lasciando la giovane assai perplessa.
Tuttavia la passione di Armand aveva fatto breccia nel cuore di Marguerite, il loro rapporto era diventato intimo, anche se la cortigiana non aveva rinunciato a tuffarsi nella vita mondana, passando da un ammiratore a un altro, da una festa a un ballo mascherato a ogni altro tipo di intrattenimento. Armand era sempre rimasto ad aspettare il suo ritorno, solo con la fedele cameriera di Marguerite, Nanina, e, tra un divertimento e l’altro, la donna tornava a lui per brevi istanti, sempre piena di attenzioni e di premure, al punto di chiedere all'amante di seguirla in campagna, dove intendeva ritirarsi per qualche tempo.
Atto II. In campagna, Marguerite e Armand si erano dati agli allegri, rustici divertimenti all'aperto assieme agli amici, finché, durante una festa campestre, era avvenuto l’inevitabile incontro dei due amanti col protettore della donna, il vecchio Duca. In quell’occasione era stata Marguerite a rompere gli istanti di imbarazzo, a trattenere Armand, intenzionato a ritirarsi per lasciare la donna col Duca, a scegliere pubblicamente per la prima volta l’amante, restituendo al Duca la preziosa collana donatale e rinunciando, così, a una vita di lussi. Rimasti soli i due giovani avevano goduto di un breve periodo di felicità.
Sul palcoscenico, in primo piano si torna per pochi istanti al presente, nella casa della defunta: Armand deve interrompere il suo racconto al padre, sopraffatto dall’emozione resa insopportabile dalla vista del cappello indossato da Marguerite in quei giorni in campagna. Simultaneamente in secondo piano prosegue il ricordo degli accadimenti in campagna, forse il racconto di Duval padre. A Marguerite era stata annunciata la visita di Duval padre e ora si stava riassettando per riceverlo degnamente. Duval padre si era presentato a Margherita, all’insaputa del figlio, per imporle di interrompere la storia d’amore, per non rovinare la reputazione del giovane e quella della sua intera famiglia. La donna aveva cercato in tutti i modi di far cambiare opinione al suo ospite, senza avere successo alcuno. Perseguitata dalla visione di Manon Lescaut e di un inquietante gruppo di corteggiatori, aveva promesso di rinunciare ad Armand e all'amore, per il bene stesso dell'amato.
Approfittando di un’assenza dell’amante, lo aveva lasciato per mantener fede alla sua promessa, tornandosene a Parigi alla precedente vita dissoluta. Al suo rientro, il giovane aveva trovato la casa vuota e aveva atteso Marguerite a lungo e invano, finché la fedele Nanina gli aveva portato una lettera d’addio di Marguerite. Si era affrettato a Parigi in preda alla disperazione soltanto per scoprire la donna tra le braccia del Duca.
Atto III. Qualche tempo dopo agli Champs-Elysées Armand aveva incontrato casualmente Marguerite, in compagnia della frivola cortigiana Olympia. Si erano scambiati sguardi carichi di sentimento, per brevi istanti era sembrato che i due stessero per ritrovare un contatto affettuoso, quando, provocato da Olympia che lo corteggiava sperando in nuovo protettore, il giovane Duval aveva rivolto le sue attenzioni a quest'ultima, allo scopo di ferire Marguerite, che, completamente svuotata, era rimasta ad assistere, pietrificata su una panchina, al loro assurdo flirt.
Già devastata dalla malattia, Marguerite aveva fatto visita ad Armand per implorarlo di risparmiarle il suo comportamento umiliante e in quella occasione i due si erano riappacificati e ritrovati. Tuttavia, durante il sonno, Marguerite era stata nuovamente torturata da un incubo che le mostrava il parallelo tra il suo dramma e quello di Manon. Al risveglio, Marguerite aveva deciso di mantener fede alla sua promessa fatta al padre di Armand e aveva lasciato nuovamente il giovane amante.
Lontano dal comprendere la generosità del gesto, durante un ballo di gala il giovane Duval aveva offeso gravemente Marguerite in pubblico, consegnandole una busta di danaro come ricompensa dei suoi passati “favori”.
Col ricordo dello svenimento della donna offesa cessa momentaneamente la narrazione del passato e si ritorna al presente. Rimasto solo nella casa della defunta, Armand è raggiunto da Nanina, che gli consegna il diario della padrona. Il giovane, leggendolo, apprende finalmente di essere stato abbandonato solo per amore, apprende del declino della salute di Marguerite, di come la giovane, disperata e febbricitante, si fosse precipitata un’ultima volta in teatro per rivedere la Manon Lescaut, nella speranza di incontrare Armand. Pur avendo abbandonato lo spettacolo aveva continuato ad essere perseguitata dalla visione di una Manon, bandita in America, mentre muore tra le braccia di Des Grieux, che, fedelmente, l’ha seguita nell’esilio. Marguerite, abbandonata da tutti gli amici del tempo felice, era morta sola e in povertà dopo aver confidato le pene e le speranze di una vita alle pagine che Nanina aveva appena consegnato ad Armand.
Marino Palleschi
Balletto.net
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APPROFONDIMENTO
Nel proporre la sua lettura delle vicende della cortigiana Marguerite Gautier, immortalate da Alexandre Dumas figlio, John Neumeier ha creato un capolavoro che trascende il racconto di una infelice storia d’amore, per dilatarsi nell’affresco di un’intera società schiava dell’apparenza, decisa a rinnegare la verità per la sola esteriorità. Allo scopo in Die Kameliendame Neumeier inquadra una miriade di dettagli narrativi e di personaggi-simbolo in due efficacissimi artifici drammaturgici principali.
Innanzi tutto conduce una profonda analisi introspettiva della coppia di amanti utilizzando la formula, a lui cara, del teatro nel teatro. Fa incontrare i giovani alla rappresentazione del balletto ispirato al dramma di Manon Lescaut e del Cavaliere Des Grieux e, anche in successivi momenti, suggerisce un confronto tra i destini delle due coppie di amanti dal quale emergono, per assonanza o per contrasto, le implicazioni psicologiche del rapporto tra Marguerite e Armand. Inoltre, Neumeier ottiene un ritmo narrativo incalzante, che accentua la solitudine spirituale della donna, mediante una magistrale impaginazione degli episodi. Questa prescinde dall'ordine cronologico in cui si sono susseguiti, passando, all'occasione, dal tempo attuale, dopo la morte di Marguerite, al passato, che rivive nel ricordo di Armand o nel racconto del padre. L'effetto è realizzato creando più piani del racconto, ciascuno con una sua dimensione temporale e logistica, e scivolando dall'uno all'altro senza soluzione di continuità. In pochi momenti, scelti con sapiente parsimonia, Neumeier colloca il presente in una zona del palcoscenico, in primo piano, isolata dal resto dalle luci. Qui si ritrovano e confrontano Armand e il padre, dopo la morte di Marguerite, proprio nella casa della cortigiana, tra i suoi oggetti, esposti al pubblico per essere tra breve esitati all'asta. In tutta la zona in secondo piano scorre, invece, il passato, nel ricordo di Armand, nel racconto del padre o nella lettura che di esso fa il giovane aprendo il diario della defunta. Versioni precedenti quella di Neumeier, che riprendevano il romanzo di Dumas, sono: - Rita Gauthier di F.Termanini su musiche di Giuseppe Verdi (1856) - Camille di John Taras su musiche di Franz Schubert, arrangiate da Vittorio Rieti, per gli Original Ballets Russes (1946) - Lady of Camelias di Anthony Tudor su musiche di Giuseppe Verdi per il New York City Ballet (1951) - Die Kameliendame di Tatiana Gsvosky su musiche di Henry Sauguet (Berlino, 1957) - Violetta di Maurice Bejart su musiche di Giuseppe Verdi (1959) - Marguerite et Armand di Sir Frederick Ashton su musiche di Franz Liszt, arrangiate da Searle, per il Royal Ballet che ha avuto come interpreti Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev (1963). Marino Palleschi Balletto.net Un ballet d'action del '900: Die Kameliendame
E' su musiche originali di Chopin, per pianoforte e orchestra, che John Neumeier accompagna la sua poderosa lettura delle travagliate vicende d'amore della cortigiana parigina Marguerite Gautier. Dietro esplicita richiesta del padre dell'amato - come è noto - la donna rinuncerà alla felicità con l'innamorato, Armand Duval, per non comprometterne la rispettabilità. Tragico incombe l'epilogo con la morte prematura della giovane per tubercolosi. Neumeier non aderisce tanto alla commedia rielaborata da Alexandre Dumas figlio sulla base del suo racconto,sostanzialmente autobiografico, del 1848, quanto - fa notare Silvia Poletti - a questo stesso romanzo, che aveva scritto di getto sull'onda dell'emozione per la morte, per consunzione, della reale cortigiana Marie (al secolo Rose-Alphonsine) Duplessis, ispiratrice del personaggio della Signora delle camelie. In questo, come nel capolavoro di Neumeier, il dramma della donna - prosegue la Poletti - appare più feroce che nella successiva commedia di Dumas o nell'opera verdiana, essendole negato l'abbraccio dell'amato sul letto di morte. Nonostante il lavoro di Neumeier sviluppi la drammatica storia d'amore e non trascuri le molteplici implicazioni psicologiche sugli animi dei protagonisti, esso trascende il racconto del tormentato legame di Marguerite e Armand per dilatarsi nel potente affresco di una società schiava dell'apparire, pronta ad uccidere la verità per l'esteriorità e le convenzioni. E' un intero universo di mediocri quello portato in scena da Neumeier, dove, per contrasto, giganteggia la statura morale di una prostituta. Lo scopo è raggiunto sbalzando, con pochi gesti taglienti, una miriade di personaggi minori, che, pur accompagnando l'azione e aiutando la drammaturgia ad evolversi, non si limitano però ad essere pedine del racconto, ma diventano il simbolo vivente di un aspetto deteriore di questa società mediocre: superficialità e meschinità si incarnano in Olympia, la cortigiana insensibile che, sperando di procurarsi un nuovo protettore, non esita a flirtare con Armand sotto gli occhi della compagna ferita; la bramosia della mondanità più vacua alberga in ogni mossetta del conte N., fastidioso ammiratore di Marguerite: l'indiscrezione e l'inopportuna insistenza fatta persona; l'arroganza guida il Duca, il protettore di Marguerite, allorché pretende di allontanare la donna dall'abbraccio dell'amante, avvalendosi del diritto conferitogli dalla sola ricchezza. Naturalmente il nucleo centrale dell'affresco rimane il rapporto dei due giovani, che Neumeier scandaglia con un'analisi introspettiva profonda e dolorosa. Per essa ricorre all'uso, a lui caro, del teatro nel teatro. Cogliendo un accenno presente nel romanzo, il coreografo fa incontrare i futuri amanti a teatro, altra occasione per riunire gli archetipi più disparati della società messa a nudo. Qui si rappresenta il balletto dedicato al dramma di Manon Lescaut e del Cavaliere des Grieux. Facendo riaffiorare le figure di Manon e del suo fedelissimo amante nei successivi pensieri e nelle future ossessioni di Marguerite e di Armand, Neumeier suggerisce un sottile, ma ricorrente confronto fra i destini delle due coppie di amanti. Le somiglianze, ma anche le profonde differenze, gettano una luce accecante sulla solitudine di Marguerite, sull'immaturità di Armand e, come si è detto, sulla suprema nobiltà d'animo che può albergare nel cuore di una prostituta. Se la solitudine è la condizione cui è condannata Marguerite, il medesimo destino aspetta anche gli altri personaggi. All'isolamento e al vuoto spirituale Marguerite giunge per amore, mentre i suoi mediocri compagni vi pervengono per le ragioni più diverse: Armand vi è condannato dall'egoismo e dalla sua accecante immaturità, Duval padre dalla spietatezza di chi calpesta i sentimenti altrui in nome delle convenzioni, allorché impone a Marguerite il sacrificio d'amore, tutti gli altri mediocri dalla vacua bramosia di mondanità. L'isolamento spirituale dei personaggi, proprio nella pluralità degli incontri, prende corpo grazie allo speciale assemblaggio degli episodi, che Neumeier impagina con taglio quasi cinematografico. Questi si susseguono con un costante passaggio dal momento attuale, dopo la morte di Marguerite, al passato, che rivive nel ricordo di Armand o nel racconto del padre. La cronologia degli accadimenti non viene rispettata, ma il balletto si snoda con tale efficacia da render sempre chiaro se il racconto si sta svolgendo nella casa della defunta o altrove, nel ricordo di un protagonista. L'effetto è realizzato creando più piani e luoghi del racconto, ciascuno con una sua dimensione temporale e scivolando dall'uno all'altro senza soluzione di continuità. In pochi efficaci momenti, scelti con sapiente parsimonia, Neumeier colloca il tempo presente in una piccola zona del palcoscenico, in primo piano, isolata dal resto dalle luci. Qui si ritrovano e confrontano Armand e il padre, dopo la morte di Marguerite, proprio nella casa della cortigiana, tra i suoi oggetti, esposti al pubblico per essere tra breve esitati all'asta. In tutta la zona in secondo piano scorre, invece, il passato. Un esempio particolarmente felice dell'uso dei differenti piani temporali si ha allorché Armand, trascorsi, nel ricordo, gli ultimi istanti di felicità in campagna con Marguerite, la lascia, dopo un magistrale passo a due d'amore. Scivola nella zona in primo piano del presente, dove quasi collassa alla vista del cappello indossato dall'amante solo pochi istanti prima, ma nel passato, durante queimomenti di intima gioia. Nel presente Duval padre soccorre il figlio e inizia a raccontargli il vergognoso ruolo che ha ricoperto nella vicenda, allorchè ha incontrato Marguerite per imporle di lasciare Armand. Nel frattempo, Marguerite è tutt'ora in scena, nella zona del passato, dove si sta ricomponendo e sistemando febbrilmente per ricevere in modo degno Duval padre che le ha annunciato la visita fatale. Il rimorso del padre prende corpo e, mentre la piccola zona del presente viene inghiottita dal buio, egli scivola nel passato incontrando l'amante del figlio per imporle di abbandonarlo. Ancora, nel finale, nella zona centrale del palcoscenico scorrono le ultime, tragiche ore di vita della donna, mentre in primo piano, dopo la morte di lei, Armand apprende la tragedia del sacrificio di Marguerite, leggendone nel diario che la defunta ha voluto gli fosse consegnato dopo la sua morte. La struttura del balletto in un prologo e tre atti - fa notare ancora Silvia Poletti - ricalca quella dei grand ballets d'action ottocenteschi, ma l'accostamento del capolavoro di Neumeier alla complessità di un balletto d'azione si fa più stringente se si considerano i complessi meccanismi narrativi del movimento usati in modo paradigmatico da Neumeier per dipingere dramma privato dei due amanti infelici, nonché la poderosa cornice di un'intera società ipocrita condannata alla desolazione spirituale. Marino Palleschi Balletto.net Le musiche di Chopin in 'Kameliendame'
Prologo: - Largo dalla Sonata in si minore Op. 58 (1844) Primo atto: - Secondo Concerto pour le piano avec orchestre, Fa minore, Op. 21 (1829) Secondo atto: - Valzer n. 1 in la bemolle maggiore da Trois Valses Brillantes, Op. 34 (1835) - Trois Ecossaises dal Notturno, Marche Funèbre et Trois Ecossaises, Op. 72 (1826) - Valzer n.3 in fa maggiore, da Trois Valses Brillantes, Op.34 (1838) - Largo dalla Sonata in si minore Op. 58 - Preludio n. 2 in la minore - Preludio n. 17 in la bemolle maggiore - Preludio n. 15 in re bemolle maggiore da Vingt-quatre Préludes, Op. 28 (1836-39) - Largo dalla Sonata in si minore Op. 58 - Preludio n. 2 in la minore, - Preludio n. 24 in re minore, da Vingt-quatre Préludes, Op. 28 Terzo atto: - Grande Fantaisie sur des airs polonais pour le piano avec orchestre, La maggiore, Op. 13 (1828), Largo ma non troppo, Andantino, Allegretto cancellato, Vivace - Ballata in sol minore, Op. 23 (1831-35) - Grande Polonaise brillante preceduto da un Andante spianato pour le piano avec orchestre, mi bemolle maggiore, op.22 (1830-31/1834) - Romanza, 2° movimento dal Gran Concerto pour le piano avec orchestre, mi minore, Op. 11 (1830) Largo dalla Sonata in si minore Op. 58 CURIOSITA'
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