Filippo Taglioni
La Sylphide
12-03-1832 - Parigi, Théâtre de l’Académie royale de musique (Opéra de Paris)
Balletto pantomima in due atti e tre quadri
Coreografia: Filippo Taglioni
Musica: Jean Schneitzhoeffer
Libretto: Adolphe Nourrit (basato sul racconto di Charles Nodier: Trilby ou le Lutin d'Argail, 1822)
Scene: Pierre-Luc-Charles Ciceri
Costumi: Eugène Lami
CAST
La Sylphide: Marie Taglioni
James Reuben, contadino scozzese: Joseph Mazilier
Anne Reuben, sua madre: Caroline Brocard
Effie, contadina, nipote di Anne: Lisa Noblet
Gurn, contadino scozzese: Georges Élie
La vecchia Madge, strega: Louise Élie
Tre Silfidi: Félicité Alexis, Pauline Leroux, Amélie Perceval
Una Strega: Élina Roland
Pas de deux: Mr. Émile e Mlle Julia
Ballet de l'Opéra de Paris
Coreografia: Filippo Taglioni
Musica: Jean Schneitzhoeffer
Libretto: Adolphe Nourrit (basato sul racconto di Charles Nodier: Trilby ou le Lutin d'Argail, 1822)
Scene: Pierre-Luc-Charles Ciceri
Costumi: Eugène Lami
CAST
La Sylphide: Marie Taglioni
James Reuben, contadino scozzese: Joseph Mazilier
Anne Reuben, sua madre: Caroline Brocard
Effie, contadina, nipote di Anne: Lisa Noblet
Gurn, contadino scozzese: Georges Élie
La vecchia Madge, strega: Louise Élie
Tre Silfidi: Félicité Alexis, Pauline Leroux, Amélie Perceval
Una Strega: Élina Roland
Pas de deux: Mr. Émile e Mlle Julia
Ballet de l'Opéra de Paris
TRAMA
I Atto.
L'alba. Interno d'una casa di campagna con un camino, in fondo, una grande finestra. James, sogna una silfide. Il sogno diventa realtà; ella si libra intorno a lui, ma appena egli si sveglia, scompare attraverso il camino. James sta per sposarsi, ma la visione della silfide lo turba. La vecchia Madge, un'orrenda strega, entra e lo ammonisce con tremende profezie e minacce. La silfide riappare, disperata per il fatto che James sta per sposare una fanciulla terrestre. Ella afferra la fede nuziale che James sta dando ad Effie all'inizio della cerimonia di fidanzamento. James abbandona la stanza nella confusione. Gli abitanti del villaggio si riversano dentro, con la sua fidanzata. Un rivale di James racconta che egli è stato visto volare verso i monti, con una giovane, o... una silfide! C'è comprensione per la fidanzata e indignazione generale.
II Atto.
Notte nella foresta. Una caverna. La strega Madge getta incantesimi. Una danza delle streghe attorno al calderone. James arriva con la silfide, che lo presenta alle sorelle spiriti, con le quali è costretto a ballare. E' confuso; ognuna sembra la sosia dell'altra. Si chiede se ha perso quella che veramente lui ama e, ormai esausto, la sua silfide gli si mostra, quindi svanisce. Si chiede se ha lasciato Effie per un spirito che non esiste neanche. Madge gli dà un drappo magico: se una silfide lo vestirà, le cadranno le ali. James allora cattura la silfide; ella appassisce, e le sue compagne la portano via. Intanto Effie sposa Gurn, amico di James. Suonano le campane a festa e la processione nuziale è visibile sullo sfondo.
Andrea Boi
Balletto.net
L'alba. Interno d'una casa di campagna con un camino, in fondo, una grande finestra. James, sogna una silfide. Il sogno diventa realtà; ella si libra intorno a lui, ma appena egli si sveglia, scompare attraverso il camino. James sta per sposarsi, ma la visione della silfide lo turba. La vecchia Madge, un'orrenda strega, entra e lo ammonisce con tremende profezie e minacce. La silfide riappare, disperata per il fatto che James sta per sposare una fanciulla terrestre. Ella afferra la fede nuziale che James sta dando ad Effie all'inizio della cerimonia di fidanzamento. James abbandona la stanza nella confusione. Gli abitanti del villaggio si riversano dentro, con la sua fidanzata. Un rivale di James racconta che egli è stato visto volare verso i monti, con una giovane, o... una silfide! C'è comprensione per la fidanzata e indignazione generale.
II Atto.
Notte nella foresta. Una caverna. La strega Madge getta incantesimi. Una danza delle streghe attorno al calderone. James arriva con la silfide, che lo presenta alle sorelle spiriti, con le quali è costretto a ballare. E' confuso; ognuna sembra la sosia dell'altra. Si chiede se ha perso quella che veramente lui ama e, ormai esausto, la sua silfide gli si mostra, quindi svanisce. Si chiede se ha lasciato Effie per un spirito che non esiste neanche. Madge gli dà un drappo magico: se una silfide lo vestirà, le cadranno le ali. James allora cattura la silfide; ella appassisce, e le sue compagne la portano via. Intanto Effie sposa Gurn, amico di James. Suonano le campane a festa e la processione nuziale è visibile sullo sfondo.
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APPROFONDIMENTO
Il romanticismo coreografico, già preannunciatosi nei suoi elementi tematici e stilistici in gran parte del balletto, soprattutto francese, del secondo e del terzo decennio dell'Ottocento, trovò la sua prima compiuta espressione nella Sylphide di Filippo Taglioni, il suo ideale nella figura protagonista di questo balletto, e la perfetta incarnazione di tale ideale nella prima interprete di esso, Maria Taglioni, il cui mito personale avrebbe portato sempre le vesti della Silfide. Il libretto, suggerito al Taglioni dal tenore Adolphe Nourrit, era ispirato, seppur con notevoli modifiche, al romanzo Trilby ou le Lutin d'Arguail scritto nel 1822 da Charles-Emmanuel Nodier e ricco di suggestioni teatrali squisitamente romantiche, centrate sull'amore impossibile e fatale tra un essere umano e una creatura soprannaturale. Nel balletto del Taglioni il tema doveva ricevere ulteriori sottili sfumature psicologiche e poetiche nel delicato e sentimentalmente ambiguo personaggio di James, oscillante tra la normalità dell'affetto per Effie e il vagheggiamento di un amore incantato, l'inseguimento di un sogno fatalmente attraente e sfuggente, destinato a un tragico dissolversi dinanzi all'assurda pretesa di reale possesso. Se la sostanza drammaturgica del balletto si risolve nella vicenda interiore di James, protagonista indiscutibile sul piano coreografico e quindi dal punto di vista del quid artistico del balletto in quanto tale resta tuttavia la Silfide, la ballerina, pura immagine del romantico ideale del femminino e depositaria esclusiva della scoperta tecnico-stilistica che caratterizza il romanticismo coreografico: la "punta". Maria Taglioni, seppur non fosse la prima ad adottare questo geniale mezzo d'astrazione rappresentativa, ne stabilì definitivamente proprio nella Silfide l'uso e il senso. Bene scrive Alberto Testa: << la Taglioni trovò nella "punta" la sua ragione e sublimazione. Altre, forse più brave di lei tecnicamente, la impiegarono con risultati di arditezza virtuosistica, ma pare che con la Taglioni divenisse un mezzo di espressione tramite il quale tutto il personaggio si delineava e modellava. Gli aplombs straordinari di cui parlano i critici e le cronache dell'epoca sono veramente tante punteggiature sospese nello spazio del disegno della coreografia, tante sospensioni evanescenti di una creatura fragile... Quindi quella fragile aderenza al terreno sulla sola punta di un piede in una arabesque dalla quale si potrebbero tendere fili infiniti, altrettanto evanescenti, era l'esatta misura del personaggio, di un sentimento, di una situazione >> (Discorso sulla danza e sul balletto).
Per quanto riguarda l'uso del corpo di ballo il secondo atto della Sylphide, popolato di creature femminili irreali avvolte in lunari tutù, offre il prototipo del ballet blanc, forma coreografica destinata a importanti sviluppi fin quasi al nostro tempo, anche se i macchinismi qui ancora impiegati per il volo delle silfidi appartengono a un gusto teatrale storicamente esaurito. Il tutù romantico in mussola chiara semitrasparente lungo fin poco sotto le ginocchia, ideato dal Lami per la Sylphide, sarebbe invece divenuto un elemento spesso ricorrente nel costume del teatro di danza, così come i bandeaux dell'acconciatura della Taglioni. Questo capolavoro di Filippo Taglioni fu ripreso più volte dallo stesso autore, sempre per la figlia Maria — al Covent Garden Theatre di Londra il 26 luglio 1832, al Königliche Theater di Berlino lo stesso anno, al Teatro Bolshoi di S. Pietroburgo il 6 settembre 1837, alla Scala di Milano il 29 maggio 1841 — fu riprodotto da .Paolo Taglioni al New York Park Theatre il 22 maggio 1839, ma fu poi abbandonato dal 1860 (Opéra) fino ai nostri tempi, che hanno visto un paio di tentativi di ricostruzione filologica. La Sylphide che è stata tramandata a noi senza soluzione di continuità è infatti un'altra: quella creata da August Bournonville al Teatro Reale di Copenaghen nel 1836 e da allora rimasta nel repertorio del Kongelige Danske Ballet. Bournonville, che aveva veduto il balletto del Taglioni a Parigi due anni prima, lo ricreò nel principale teatro danese, dove era maître de ballet e primo ballerino, sulla base dello stesso libretto (anche se su musica di Herman Løvenskiold anziché di Schneitzhoeffer) ma modellandolo sul proprio stile coreografico fatto di cristallina trasparenza compositiva, di nobiltà espressiva, di eleganza e di assoluta perfezione tecnica nella levigatura di ogni passo e di ogni figurazione. Entrato, in diverse ricostruzioni coreografiche, nel repertorio delle maggiori compagnie di balletto del mondo, e interpretato dalle piú celebri ballerine del nostro secolo. La Sylphide è oggi un consolidato "classico" del balletto. Alfio Agostini I Grandi Balletti, Repertorio di Quattro Secoli del Teatro di Danza Gremese Editore, Roma 1991 La Sylphide da Taglioni a Lacotte
La Sylphide inaugurò per la coreografia un'era del tutto nuova, e grazie a lei il romanticismo si introdusse nel regno di Tersicore. A partire da questo balletto, lavori come Les Filets de Vulcain, Flore er Zephyre non furono più possibili; l'Opera fu liberata grazie a gnomi, ondine, salamandre, elfi, willi, peri e da tutto quel popolo fantastico e misterioso che si presta così meravigliosamente alla fantasia dei maitre de ballet. I dodici palazzi di marmo e d'oro dell'Olimpo furono relegati tra la polvere dei magazzini, e non si domanda altro agli scenografi che foreste romantiche, valli illuminate dal chiaro della luna germanica delle ballate di Heinrich Heine. Si cambiò il corturno greco con la scarpetta di raso. Questo nuovo genere portò un grande uso di garza bianca e di tulle; le ombre si vaporizzarono in gonne trasparenti. Il bianco fu presto il solo colore adottato... (continua) CURIOSITA'
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