August Bournonville
Sylphide
[Sylfiden]
28-11-1836 - Copenhaghen, Teatro Reale
Balletto romantico in due atti
Coreografia: Auguste Bournonville
Musica: Hermann Severin von Løvenskjold
Libretto: Auguste Bournonville (dal libretto di Adolphe Nourrit e Filippo Taglioni per "La Sylphide")
Scene: Arnold Wallich
Costumi: Johan Christian Ryge adattati dalla versione parigina disegnata da Eugéne Lami.
CAST
La Sylphide: Lucile Grahn
James: Auguste Bournonville
Madge, una strega: Carl Fredstrup
Anna, vedova locataria, madre di James: Sophie Amalie Schou
Effy, sua nipote, sposa promessa di James: Helga Rinda Lund (Helga Rinda Petersen)
Gurn, un giovane contadino: Johan Adolph Frederik Stramboe
Balletto Reale Danese
Coreografia: Auguste Bournonville
Musica: Hermann Severin von Løvenskjold
Libretto: Auguste Bournonville (dal libretto di Adolphe Nourrit e Filippo Taglioni per "La Sylphide")
Scene: Arnold Wallich
Costumi: Johan Christian Ryge adattati dalla versione parigina disegnata da Eugéne Lami.
CAST
La Sylphide: Lucile Grahn
James: Auguste Bournonville
Madge, una strega: Carl Fredstrup
Anna, vedova locataria, madre di James: Sophie Amalie Schou
Effy, sua nipote, sposa promessa di James: Helga Rinda Lund (Helga Rinda Petersen)
Gurn, un giovane contadino: Johan Adolph Frederik Stramboe
Balletto Reale Danese
TRAMA
Atto I
È il giorno del matrimonio di James. Il giovane scozzese dorme sulla sua sedia e un'incantevole creatura - una silfide - è inginocchiata ai suoi piedi e lo guarda amorevolmente. Gli danza intorno e alla fine lo bacia. James si sveglia all'istante e vede la ninfa dei boschi che aveva appena sognato proprio davanti ai suoi occhi. Cerca di prenderla ma lei gli sfugge e svanisce nel camino. Perplesso, si accascia sulla sedia.
Effy, la fidanzata di James, entra nella stanza addobbata a festa insieme alla madre, la ricca vedova Anna. Effy bacia James, che l'abbraccia con un'intensità inaspettata, credendo che sia la silfide. Piena di tristezza Effy dichiara che non pensava a lei, ma James la consola dichiarandole il suo amore.
Le amiche di Effy arrivano portando addobbi nuziali e regali, ed Effy balla allegramente in mezzo a loro, ma proprio mentre James le sta porgendo il tartan di famiglia nota la strega Madge che è entrata silenziosamente ed è seduta accanto al camino. Insiste duramente sul fatto che la sua presenza è di cattivo auspicio e cerca di buttarla fuori, ma Effy e le amiche intercedono per lei e James accetta con riluttanza di lasciarla restare. Madge racconta il destino delle ragazze e quando viene il turno di Effy predice che non sposerà James ma il suo rivale, Gurn. In preda alla furia James butta fuori l'indovina, ma prima che se ne vada lei giura vendetta e lo maledice.
Mentre Effy viene agghindata per il matrimonio, James siede da solo pensando alla silfide. La sua presenza era un sogno o una realtà? Scaccia il pensiero dalla sua mente. Dopotutto, ama Effy e sta per sposarla. All'improvviso riappare la silfide. Dichiara il suo grande amore per lui e la sua disperazione perché lui sposerà Effy.
Lei balla per lui e James, affascinato, è sul punto di cedere alle sue suppliche e seguirla nella foresta quando Gurn entra e li scopre entrambi. Chiama Effy e Anna, ma quando arrivano la silfide è scomparsa, e nessuno gli crede quando afferma di aver visto una "creatura alata" con James.
Arrivano gli invitati al matrimonio e per un po', nei festeggiamenti che seguono, James dimentica la sua visione.
Durante lo svolgimanto del matrimonio, però, James la rivede, e proprio mentre è intento a regalare l'anello nuziale a Effy, la silfide glielo strappa di mano e se lo mette al dito. Incapace di resistere, James la segue nella foresta. La sua assenza viene scoperta quando viene proposto un brindisi alla coppia. Lo cercano invano. Effy ricorda la profezia della strega e crolla in lacrime.
Atto I
Nei meandri oscuri della foresta, Madge, insieme ai suoi compari, sta preparando un velo velenoso con cui vendicarsi di James.
Albeggia il giorno e la silfide conduce James nel suo regno della foresta. Cerca di abbracciarla ma lei sfugge alla sua presa e lo avverte di non toccarla mai. James giura amore eterno e la silfide gli porta con gioia bacche e acqua sorgiva. Evoca le sue sorelle e lui balla con loro nella foresta.
Gurn, che sta ancora cercando nella foresta, scopre improvvisamente il cappello di James su un tronco d'albero ma Madge lo ferma mentre torna a casa e gli fa promettere di non rivelare ciò che ha visto. In cambio lei lo aiuterà a convincere Effy, angosciata ed esausta, a sposarlo.
Nel frattempo James è tormentato dalla passione insoddisfatta per la sua amata silfide, e incontrando Madge la implora di aiutarlo. Lei acconsente a farlo a condizione che lui segua le sue istruzioni senza fare domande. Lui è d'accordo e Madge gli dà il velo avvelenato e gli mostra come lanciarlo intorno alla silfide. Gli promette che, se farà come lei dice, la silfide sarà sua per sempre.
James sente la silfide avvicinarsi e si nasconde. Lo cerca mentre, allo stesso tempo, gioca allegramente con gli uccelli. Alla fine James si fa avanti e le mostra il velo lanciandolo in aria. Felice, lo prega di darglielo, ma lui rifiuta. Alla fine le ordina di inginocchiarsi davanti a lui, come le ha ordinato la strega, e quando lei lo fa con fiducia, le getta il velo attorno alle ali e alle braccia. Ignaro che lei stia lottando per fuggire presa da una paura mortale, lui l'abbraccia e la bacia appassionatamente. Tremando di dolore la silfide perde le ali e cade debolmente a terra, e solo allora si rende conto di ciò che ha fatto ignorando il suo avvertimento. Prima di morire, la silfide giura ancora una volta il suo amore eterno e, con una benedizione, gli restituisce l'anello nuziale. Le silfidi in lutto fluttuano verso il cielo con la loro sorella senza vita, e James rimane solo con il suo dolore.
Sente il suono di una musica gioiosa e vede avvicinarsi un corteo nuziale. Effy e Gurn stanno per sposarsi. L'euforica Madge si ferma quando nota James e gli rivela trionfalmente d'essersi vendicata. Sopraffatto dall'orrore, James crolla e muore, e la risata esultante di Madge echeggia nella foresta.
Sv. Kragh Jacobsen
Testo incluso in August Bournonville's La Sylphide
by August Bournonville; Hermann De Løvenskiold; Københavns Filharmoniske Orkester; Ole Schmidt
LP EMI (1979)
È il giorno del matrimonio di James. Il giovane scozzese dorme sulla sua sedia e un'incantevole creatura - una silfide - è inginocchiata ai suoi piedi e lo guarda amorevolmente. Gli danza intorno e alla fine lo bacia. James si sveglia all'istante e vede la ninfa dei boschi che aveva appena sognato proprio davanti ai suoi occhi. Cerca di prenderla ma lei gli sfugge e svanisce nel camino. Perplesso, si accascia sulla sedia.
Effy, la fidanzata di James, entra nella stanza addobbata a festa insieme alla madre, la ricca vedova Anna. Effy bacia James, che l'abbraccia con un'intensità inaspettata, credendo che sia la silfide. Piena di tristezza Effy dichiara che non pensava a lei, ma James la consola dichiarandole il suo amore.
Le amiche di Effy arrivano portando addobbi nuziali e regali, ed Effy balla allegramente in mezzo a loro, ma proprio mentre James le sta porgendo il tartan di famiglia nota la strega Madge che è entrata silenziosamente ed è seduta accanto al camino. Insiste duramente sul fatto che la sua presenza è di cattivo auspicio e cerca di buttarla fuori, ma Effy e le amiche intercedono per lei e James accetta con riluttanza di lasciarla restare. Madge racconta il destino delle ragazze e quando viene il turno di Effy predice che non sposerà James ma il suo rivale, Gurn. In preda alla furia James butta fuori l'indovina, ma prima che se ne vada lei giura vendetta e lo maledice.
Mentre Effy viene agghindata per il matrimonio, James siede da solo pensando alla silfide. La sua presenza era un sogno o una realtà? Scaccia il pensiero dalla sua mente. Dopotutto, ama Effy e sta per sposarla. All'improvviso riappare la silfide. Dichiara il suo grande amore per lui e la sua disperazione perché lui sposerà Effy.
Lei balla per lui e James, affascinato, è sul punto di cedere alle sue suppliche e seguirla nella foresta quando Gurn entra e li scopre entrambi. Chiama Effy e Anna, ma quando arrivano la silfide è scomparsa, e nessuno gli crede quando afferma di aver visto una "creatura alata" con James.
Arrivano gli invitati al matrimonio e per un po', nei festeggiamenti che seguono, James dimentica la sua visione.
Durante lo svolgimanto del matrimonio, però, James la rivede, e proprio mentre è intento a regalare l'anello nuziale a Effy, la silfide glielo strappa di mano e se lo mette al dito. Incapace di resistere, James la segue nella foresta. La sua assenza viene scoperta quando viene proposto un brindisi alla coppia. Lo cercano invano. Effy ricorda la profezia della strega e crolla in lacrime.
Atto I
Nei meandri oscuri della foresta, Madge, insieme ai suoi compari, sta preparando un velo velenoso con cui vendicarsi di James.
Albeggia il giorno e la silfide conduce James nel suo regno della foresta. Cerca di abbracciarla ma lei sfugge alla sua presa e lo avverte di non toccarla mai. James giura amore eterno e la silfide gli porta con gioia bacche e acqua sorgiva. Evoca le sue sorelle e lui balla con loro nella foresta.
Gurn, che sta ancora cercando nella foresta, scopre improvvisamente il cappello di James su un tronco d'albero ma Madge lo ferma mentre torna a casa e gli fa promettere di non rivelare ciò che ha visto. In cambio lei lo aiuterà a convincere Effy, angosciata ed esausta, a sposarlo.
Nel frattempo James è tormentato dalla passione insoddisfatta per la sua amata silfide, e incontrando Madge la implora di aiutarlo. Lei acconsente a farlo a condizione che lui segua le sue istruzioni senza fare domande. Lui è d'accordo e Madge gli dà il velo avvelenato e gli mostra come lanciarlo intorno alla silfide. Gli promette che, se farà come lei dice, la silfide sarà sua per sempre.
James sente la silfide avvicinarsi e si nasconde. Lo cerca mentre, allo stesso tempo, gioca allegramente con gli uccelli. Alla fine James si fa avanti e le mostra il velo lanciandolo in aria. Felice, lo prega di darglielo, ma lui rifiuta. Alla fine le ordina di inginocchiarsi davanti a lui, come le ha ordinato la strega, e quando lei lo fa con fiducia, le getta il velo attorno alle ali e alle braccia. Ignaro che lei stia lottando per fuggire presa da una paura mortale, lui l'abbraccia e la bacia appassionatamente. Tremando di dolore la silfide perde le ali e cade debolmente a terra, e solo allora si rende conto di ciò che ha fatto ignorando il suo avvertimento. Prima di morire, la silfide giura ancora una volta il suo amore eterno e, con una benedizione, gli restituisce l'anello nuziale. Le silfidi in lutto fluttuano verso il cielo con la loro sorella senza vita, e James rimane solo con il suo dolore.
Sente il suono di una musica gioiosa e vede avvicinarsi un corteo nuziale. Effy e Gurn stanno per sposarsi. L'euforica Madge si ferma quando nota James e gli rivela trionfalmente d'essersi vendicata. Sopraffatto dall'orrore, James crolla e muore, e la risata esultante di Madge echeggia nella foresta.
Sv. Kragh Jacobsen
Testo incluso in August Bournonville's La Sylphide
by August Bournonville; Hermann De Løvenskiold; Københavns Filharmoniske Orkester; Ole Schmidt
LP EMI (1979)
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APPROFONDIMENTO
La prima di “La Sylphide” il 14 maggio 1832 al Théâtre de l’Académie Royale de Musique di Parigi segnò una nuova era nella storia della danza. I vecchi temi classici e popolari furono improvvisamente messi in ombra da un mondo incantato dove elementali e spiriti si mescolavano con gli umani.
Nacque il balletto romantico e la prima ballerina del Romanticismo, Marie Taglioni, divenne un successo leggendario. Ballando "sur les pointes" creo una visione di bellezza eterea e poetica mai vista prima nel balletto. Suo padre Filippo Taglioni aveva creato per lei l'opera su libretto del cantante lirico Adolphe Nourrit, che rimase nel repertorio dell'Opéra di Parigi fino al 1860. Nel luglio 1830 August Bournonville, già esperto coreografo con un proprio metodo di formazione dei ballerini, venne nominato direttore del balletto del Teatro Reale di Copenaghen. Fu qui che scoprì la giovane ballerina Lucile Grahn, che secondo lui sarebbe stata ideale per la parte di La Sylphide. Come conseguenza lei lo accompagnò nel suo viaggio a Parigi nel maggio 1834 per assistere a uno spettacolo del balletto. La partitura originale di Jean Schneitzerhoeffer era troppo costosa, ma, il giorno prima di lasciare Parigi, Bournonville acquistò una copia del programma per 2 franchi e 10 soldi. Al loro ritorno a casa, a Lucile fu assegnato il suo primo ruolo importante come Astrid nella produzione di Bournonville di "Valdemar" (1835) in preparazione per la sua parte di "La Sylphide". Bournonville ha elaborato attentamente la trama del suo balletto dal programma parigino prima di iniziare la sua versione di “La Sylphide”. Una nuova partitura è stata composta dal barone ventunenne Herman S. Lovenskiold che ha riempito il balletto di fresca vitalità, e il ruolo di James è stato reso più impegnativo da ballare dallo stesso Bournonville. La prima al Teatro Reale di Copenaghen il 28 il novembre 1836 fu un enorme successo. Lucile Grahn iniziò una carriera che in pochi anni la rese famosa a livello internazionale, e Bournonville creò molti altri balletti, l'ultimo dei quali fu “Dalla Siberia a Mosca” (1876). Nella prefazione al programma originale del suo balletto ha riconosciuto il debito della “Silfide più giovane” verso “quella più anziana” e ha detto: “Ho creato questo balletto partendo da un'idea straniera e utilizzando musica completamente nuova di un artista danese. Le danze, la mimica, le formazioni e diversi cambiamenti nel piano sono di mia invenzione”. Con suo grande fastidio il suo balletto fu generalmente considerato una copia di quello di Taglioni, ma è un trionfo per lui che sopravviva ancora oggi. La versione francese scomparve dal palcoscenico quando le grandi ballerine si estinsero e fu solo in Russia che “La Sylphide” rimase viva fino a questo secolo prima di scomparire definitivamente. La versione danese di Bournonville, tuttavia, è rimasta nel repertorio del Royal Danish Ballet, tramandata di generazione in generazione senza interruzioni nella tradizione. È probabilmente l'opera che meglio ha conservato lo spirito e lo stile di quell'epoca e nonostante siano passati 150 anni, questo capolavoro giovanile non è affatto sbiadito, ma è ora forse più vivo e più amato che mai. Presto raggiungerà la sua 600esima rappresentazione al Teatro Reale di Copenaghen. "La Sylphide" di Bournonville è stata ballata da molte eccezionali ballerine danesi a partire da Lucile Grahn, tra cui Juliette Price, Ellen Price, Valborg Borchenius, Elna Jorgen-Jensen, Ulla Poulsen e Margrethe Schanne. È stata anche interpretata da Eva Evdokimova, Nathalia Makarova e Carla Fracci. Dopo Bournonville stesso, la parte di James è stata interpretata da Hans Beck, John Andersen, Borge Ralov, Poul Gnatt, Erik Bruhn, Flemming Flindt e Henning Kronstam e dai virtuosi russi Rudolph Nureyev e Mikhail Baryshnikov. È stata prodotta fuori dalla Danimarca da Harald Lander, Hans Brenaa, Poul Gnatt ed Erik Bruhn, tutti artisti del Royal Danish Ballet. Sv. Kragh Jacobsen Testo incluso in August Bournonville's La Sylphide by August Bournonville; Hermann De Løvenskiold; Københavns Filharmoniske Orkester; Ole Schmidt. LP EMI (1979) La Silfide. Contesto storico
Marie Taglioni fece il suo debutto all'Opéra di Parigi nel 1827, proprio nell'estate in cui Victor Hugo scrisse il suo dramma storico Cromwell, con la prefazione che divenne il manifesto del movimento romantico francese. Il romanticismo aveva invaso Parigi: nella pittura, nella musica, nella letteratura e nel teatro. Nel balletto, tuttavia, dovettero passare alcuni anni prima che avvenisse la svolta decisiva. Il balletto romantico ottenne riconoscimento per la prima volta con il Ballet des nonnes damnées (Balletto delle Monache) nel terzo atto dell’opera Robert le Diable di Meyerbeer del 1831. Questa famosa scena doveva originariamente svolgersi in un contesto convenzionale e mitologico, ma Henri Duponchel, responsabile del dipartimento di scenografia dell'Opéra, concepì l'idea del chiostro di Santa Rosalia illuminato dalla luna e il famoso scenografo Ciceri creò un fantastico arredamento. Con la sua inquietante atmosfera notturna e la forte enfasi sugli elementi erotici e demoniaci strettamente uniti, questa scena colpì una corda fondamentale nell'ideologia romantica. L'era romantica segnò una rivitalizzazione del balletto, che ristagnava in soggetti mitologici e allegorici. Senza questo rinnovamento, il balletto avrebbe potuto morire come forma d’arte, o almeno come forma d’arte seria che desiderava fare di più che semplicemente intrattenere con graziose danze e musica deliziosa. Negli anni Trenta dell'Ottocento il balletto riacquistò forza, vigore e popolarità come arte. Il cambiamento del corso del balletto ha a che fare con Marie Taglioni e il suo nuovo modo di ballare, ma la rivitalizzazione non è certo una questione esclusiva dell’apparizione di Marie Taglioni sulla scena francese, anche se è arrivata in un momento straordinariamente fortunato. Il revival coincise con gli sviluppi esplosivi del decor, dell'illuminazione e dell'arte della mise en scéne che ebbero luogo nei teatri francesi all'inizio dell'Ottocento. L'orrore melodrammatico e il realismo esotico che si trovavano sulle scene dei teatri dei boulevard avevano anticipato il movimento romantico prima che emergessero i suoi scrittori seri. Il teatro era diventato nuovo, emozionante e divertente, anche a causa del nuovo pubblico “popolare” apparso dopo la Rivoluzione francese. Stilisticamente parlando, il teatro romantico - e anche il balletto - dovevano moltissimo al melodramma. Per il balletto, la rinascita significava uno stile nuovo, con un nuovo sfruttamento della tecnica classica. La prima grande scoperta è stata semplicemente quella di attribuire un significato e un pensiero ai passi, non permettendo più che rimanessero una serie indipendente di passi di bravura. Questo fu uno dei trionfi de La Sylphide, rappresentata per la prima volta all'Opéra di Parigi nel 1832 con la coreografia di Filippo Taglioni e la musica di Jean Schneitzhoeffer. Ma la rivitalizzazione andò ancora oltre. Ciò significava nuovi costumi, un'atmosfera che ricordava la notte e il chiaro di luna, e l'introduzione del grottesco, che era anche un elemento vitale del dramma romantico. August Bournonville creò un periodo di grande fioritura per il balletto romantico a Copenaghen durante il suo lungo regno come maestro di ballo al Teatro Reale, che, con poche interruzioni, durò dal 1830 al 1877. Dal 1824 al 1830 studiò a Parigi e danzò all'Opéra. Fu quindi testimone oculare degli avvenimenti di quegli anni importanti. Bournonville era andato prima a Parigi perché insoddisfatto delle condizioni per il balletto a Copenaghen. Divenne allievo di Auguste Vestris, il più grande ballerino della storia francese, e apprese da lui la scuola classica francese, alla quale suo padre lo aveva per primo introdotto. Questa scuola, di cui Vestris era uno dei più illustri rappresentanti, si era pienamente consolidata prima che il balletto romantico raggiungesse la popolarità. I suoi ideali erano la brillantezza e la grazia, ma senza rinunciare però alla sensualità. Questa è stata la scuola che Bournonville ha seguito e portato avanti in forma del tutto personale nei suoi balletti, dove esiste una stretta relazione tra lo spirito sotteso alle opere e i singoli passi dei ballerini. Nel 1834 August Bournonville tornò a Parigi per una visita estiva di due mesi. Durante il suo viaggio precedente, il Romanticismo si stava affermando, ed egli era ancora nella capitale quando, nel febbraio 1830, venne sferrato il colpo decisivo con l'Hernani di Hugo, ispirato al Romanticismo francese, con il suo desiderio di colore locale e la sua passione per terre lontane. Bournonville arrivò a Parigi verso la fine di maggio 1834, portando con sé la sua giovane allieva Lucile Grahn. Il 23 maggio vide all'Opéra La Sylphide di Adolphe Nourrit e Taglioni con Marie Taglioni, che conosceva e con la quale aveva ballato. Bournonville acquistò una copia del libretto de La Sylphide il giorno prima del suo ritorno a Copenaghen e due anni dopo produsse il balletto nella capitale danese con Lucile Grahn nel ruolo principale, mentre lui stesso interpretava la parte di James. La trama seguiva da vicino il libretto francese, mentre la musica era nuova a Copenaghen, composta da Herman von Levenskiold. Ne La Sylphide Bournonville si confrontò con la divisione dello spirito che caratterizzava il romanticismo francese e inglese. Spostò il balletto al Teatro Reale di Kongens Nytorv a Copenaghen, dove sopravvisse al periodo del Realismo che distrusse il balletto romantico in tutti i paesi europei tranne la Russia. Tuttavia, il teatro danese e il suo pubblico rimasero fedeli al repertorio di balletto dell’Età dell’Oro, e così possiamo ancora vedere La Sylphide di Bournonville a Copenaghen e ora anche in compagnie di tutto il mondo. Se La Sylphide nel 1832 arrivò dritta al cuore dell'ideologia romantica lo si dovette tanto ad Adolphe Nourrit che creò il libretto quanto a Marie Taglioni, che prese con se onore e fama. Il celebre tenore dell’Opera di Parigi capì dal profondo della sua anima il conflitto e la discordanza del Romanticismo. Lui stesso non è mai riuscito a conciliare le molteplici sfaccettature dell'esistenza in un tutto armonioso; nel 1839 si gettò dalla finestra di una camera d'albergo a Napoli, togliendosi la vita. La Sylphide narra la storia del giovane scozzese James, la cui mente è divisa e in uno stato di inquietudine. Non si sente veramente a suo agio nell'ambiente raccolto e borghese a cui sta per legarsi proprio in quel giorno, sposando la dolce Effy. Ama la sua Effy, ma ha anche sogni e desideri che vanno ben oltre questa esistenza terrena. Sogna un altro mondo e la Silfide è il simbolo di quel mondo. Lei lo attira lontano dal suo matrimonio e dalla sua amata, , fuori nella foresta. Nel libretto c’è un forte sostegno al conflitto stesso che affligge James e per la passione di cui è vittima. La Sylphide è uno degli sorprendenti esempi di inquietudine e discordia che colpirono il periodo romantico. Le passioni erano più intense e, allo stesso tempo, era vibrante il desiderio di un mondo altro, più puro e autentico. L'armonia ereditata dalla generazione precedente era andata in frantumi. In Francia i disordini erano presenti fin dalla Rivoluzione del 1789, che ha reso il mondo insicuro. Quando le idee entravano in conflitto con la realtà, l’esistenza non era più armoniosa. La Sylphide esprime questo conflitto in modo ingegnoso. L'esito della storia di James e della Silfide, è tragico. Quando le mette la sciarpa sulle spalle per trascinarla nella sfera terrena, lei muore. Questo potrebbe rappresentare l’incapacità di James di unire nella sua mente i due aspetti: la realtà e il regno delle idee. Egli è incapace di raggiungere equilibrio e unità nella sua esistenza. Il personaggio della Sylphide è soggetto a varie interpretazioni. Nella versione di Erik Bruhn e John Price del balletto di Bournonville, allestita a Stoccolma nel 1968, la Sylphide era direttamente collegata alla strega Madge, una precisa espressione del demoniaco, che, nella visione del periodo romantico, era uno degli elementi in grado di disturbare l’armonia dell’esistenza. Sulla scena danese questa interpretazione non è quella tradizionale. Qui, le Sylphides sono state più miti nell’espressione, ad eccezione delle interpreti più giovani e recenti, che hanno permesso agli elementi temperamentali di emergere nel personaggio. Ulla Poulsen, che fu una ballerina di punta del Royal Dutch Ballet negli anni '20 e '30, ballando La Sylphide come uno dei suoi ruoli più famosi, racconta che ai suoi tempi nessuno aveva pensato che la Sylphide fosse il pericolo della bellezza. È stato detto loro solo di apparire dolci e gentili. Gli elementi pericolosi in questa figura sono le interpretazioni più recenti. Nella ricostruzione tentata di Pierre Lacotte all’Opéra di Parigi nel 1972 dell’originale La Sylphide di Filippo Taglioni, alcune ballerine fecero della civetteria una parte essenziale della caratterizzazione. E qui le ballerine sembrerebbero rientrare nel solco della tradizione, dal momento che i critici contemporanei hanno fortemente sottolineato proprio questo tratto in Marie Taglioni. Ma, comunque si possa interpretare il carattere della Silfide nei suoi dettagli, il suo rapporto con il concetto di armonia e le forze che possono sconvolgere questa armonia è ancora evidente. La morte della Sylphide è un'espressione simbolica del fatto che James non può raggiungere l'equilibrio mentale, e non è un caso che la sua morte sia legata a un contatto erotico diretto. L'erotico è un terreno pericoloso. James prende la Sylphide tra le braccia e la bacia; allo stesso tempo le ali le cadono. Qualcosa di erotico, di sensuale è entrato in gioco. Nella versione danese del libretto l'elemento erotico è ancora più evidente. Bournonville afferma direttamente che James “nel suo scoppio di gioia le dà mille carezze”. È questo contatto erotico che è pericoloso per la Silfide. È destinata a non donare mai felicità a chi ama. Di conseguenza, durante tutto il secondo atto nella foresta lei evita il contatto fisico diretto con James. Ogni volta che la raggiunge, lei gli sfugge e quando finalmente la tiene tra le braccia, muore. Le Sylphides non possono diventare esseri umani; se vengono catturate, muoiono. Questo può essere visto come il tentativo impossibile del sognatore di trasformare il suo sogno in realtà, ma è anche un'espressione del punto di vista secondo cui l'armonia e la felicità che James ha sperimentato nel bosco vengono infrante nel momento in cui il sensuale e il sessuale vengono ammessi. Se passiamo da questa interpretazione de La Sylphide alla prefazione di Victor Hugo per Cromwell, troviamo una sorprendente concordanza nella visione dell’umanità e nella prospettiva sulla vita. Hugo lottava per un nuovo dramma, complesso quanto la vita stessa. Il dramma dovrebbe rappresentare la realtà e Hugo ribadisce la tesi secondo cui la letteratura è un riflesso della cultura e della società. Essenziale per l’ideologia del periodo romantico era il fatto – che Hugo sottolinea più volte nella sua prefazione – che l’uomo è un essere duplice. Questa idea è entrata nella nostra civiltà con il cristianesimo, ma è diventata un punto cruciale per il Romanticismo, che si chiedeva se il prezzo dell’armonia fosse l’esclusione di un lato della natura umana, lasciando solo un essere umano incompleto. Questi due lati dell'uomo sono il materiale e lo spirituale, e La Sylphide è un'immagine di questa dualità. In questo balletto la dualità si manifesta su più piani e con molteplici possibilità di interpretazione. James è diviso tra Effy e la Sylphide, tra la realtà e il regno delle idee. La strega e la Sylphide rappresentano ciascuna un principio che lotta per ottenere il controllo su James. La costellazione della strega contro James rappresenta le forze demoniache e l'uomo, con la prima che emerge trionfante. È Madge a donare a James la sciarpa che uccide la Silfide e, con essa, la sua aspirazione a un mondo superiore. L'uomo è in preda a forze pericolose, quanto meno se si avventura al di fuori del mondo semplice e conosciuto. Infine, la Sylphide e James rappresentano il corpo contrapposto all'anima, i due lati della natura umana, che - secondo la visione romantica - furono divisi dall'avvento del cristianesimo. Il concetto di strega è chiaramente correlato all’idea di Hugo sulla natura di un’opera d’arte autentica. Nella prefazione a Cromwell sottolinea la necessaria presenza del grottesco. La strega e il suo seguito (molto più grande, più violento e più grottesco nella versione francese rispetto a quella danese) costituiscono uno sfondo necessario per la purezza della Sylphide - se scegliamo di considerarli come opposte e non come due incarnazioni del demoniaco. La Sylphide è quindi fondata sull’idea fondamentale del Romanticismo della dualità dell’esistenza, e la tristezza che pervade l’intero balletto non è solo un effetto raccolto dalle Highlands scozzesi o dalle foreste tedesche come artificio per creare un’impressione teatrale. La tristezza viene dall’interno e deriva dalla sensazione che l'esistenza non sia più facile e armoniosa. La scena della monaca morta in Robert le Diable ci mostra come l'erotico e il demoniaco - spesso strettamente intrecciati - siano tratti essenziali nella fisionomia artistica del periodo. Allora la gente credeva ai cigni, alle silfidi o alle naiadi tanto poco quanto noi. Erano espressioni simboliche, proprio come “demoniaco” era la parola dell’epoca per indicare le pulsioni nascoste e irresistibili della natura umana, che ora venivano rappresentate con crescente audacia. L'ansia sessuale, la sterilità mentale, la frigidità e la psicologia del seduttore erano temi nuovi ed audaci dell'epoca. Anche il mondo del balletto fu “contaminato” da queste forze che sono intrinseche nel racconto breve di Charles Nodier Trilby ou le Lutin d’Argail, che ha ispirato il libretto di Nourrit per La Sylphide. Charles Nodier era uno scrittore, sognatore e visionario. Era anche botanico, filologo, bibliofilo ed entomologo. Nella vita civile è stato bibliotecario alla Bibliothéque de l'Arsenal dal 1824 e qui ha tenuto un celebre salotto frequentato da tutti i coryphées del Romanticismo. Nel 1821 aveva visitato la Scozia e l'anno successivo pubblicò Trilby, ispirato al paesaggio scozzese e alle leggende sui brownies e altre creature della natura. Dal punto di vista puramente letterario fu influenzato anche da Walter Scott, che agì come una sorta di catalizzatore per il nuovo romanzo. La piccola storia di Nodier racconta l'infatuazione del brownie Trilby per la moglie del giovane pescatore, Jeannie, che alla fine soccombe ai suoi conflitti psicologici e muore. Prima che ciò accada, il brownie viene scacciato di casa con l'aiuto della Chiesa: un tipico colpo romantico, poiché solo il cristianesimo è in grado di sconfiggere il potere demoniaco. Ma le forze demoniache hanno una presa troppo forte su Jeannie, e lei non può dimenticare i sogni e i desideri che Trilby ha risvegliato in lei. È divisa tra la comune felicità terrena con suo marito, Dougal, e il suo desiderio di un altro mondo, rappresentato da Trilby. Non riesce a conciliare questi due mondi ed è quindi, come James ne La Sylphide, una vittima dell'erotismo e del demoniaco. È altresì tipico che Trilby si avvicini a Jeannie mentre lei è seduta a dormire sulla sua sedia. Un parallelo con la scena iniziale di La Sylphide. La situazione onirica è il momento in cui entriamo in contatto con il subconscio. Erik Aschengreen testo tratto dal libretto del LP: Music For The Bourneville Ballet La Sylphide by Hermann De Løvenskiold; Det Kongelige Kapel; David Garforth. Chandos (1986) CURIOSITA'
BALLETTI CORRELATI
La Sylphide Filippo Taglioni (1832)
La Sylphide Antoine Titus (da Filippo Taglioni) (1835) Sylfiden August Bournonville (1836) La Sylphide Filippo Taglioni (riallestimento) (1837) La Sylphide Filippo Taglioni (1839) La Silfide Antonio Cortesi (da Filippo Taglioni) (1841) La Sylphide Théodor Guérinau (1844) La Silfide Federico Massini (1860) Sylfiden August Bournonville (riallestimento) (1862) La Sylphide Marius Petipa (da Filippo Taglioni) (1892) La Sylphide Vladimir Ponomarev (da Marius Petipa) (1922) La Sylphide Vasily Tikhomirov (da Marius Petipa) (1925) La Sylphide Victor Gsovsky (da Filippo Taglioni, nella ricostr. di Boris Kochno e Roland Petit) (1946) La Sylphide Harald Lander (da August Bournonville) (1953) La Sylphide Elsa Marianne von Rosen (da August Bournonville, nella ricostr. di Ellen Price de Piane) (1960) La Sylphide Harald Lander (da August Bournonville) (1964) La Sylphide Erik Bruhn (da August Bournonville) (1964) La Sylphide Hans Brenaa e Flemming Flindt (da August Bournonville) (1967) La Sylphide Harald Lander (da August Bournonville, nella ricostr. di Erik Bruhn) (1971) La Sylphide Pierre Lacotte (da Filippo Taglioni) (1972) La Sylphide Elsa Marianne von Rosen (da August Bournonville) (1975) La Sylphide Peter Schaufuss (da August Bournonville) (1979) La Sylphide Mona Vangsaae (da August Bournonville) (1982) La Sylphide Erik Bruhn (da August Bournonville) (1985) La Sylphide Peter Martins e Solveig Østergaard (da August Bournonville) (1986) La Sylphide Peter Schaufuss (da August Bournonville) (1990) Sylfiden Nikolaj Hübbe (2020) |
NELLO STESSO ANNO...
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