Tino Bonanomi
Quando la televisione incontra il Balletto:
L'Âge heureux di Philippe Agostini.
Regista francese non famoso, ma dalle indubbie qualità artistiche, Philippe Agostini ha dato un contributo non indifferente allo sviluppo estetico del cinema francese tra gli anni Trenta e Sessanta del secolo scorso. È stato direttore della fotografia di film-capolavoro come Alba tragica di Marcel Carné, La conversa di Belfort di Robert Bresson, Il piacere di Max Ophuls e Rififi di Jules Dassin.
Negli anni Cinquanta, l’incontro, poi suggellato con il matrimonio, con l'attrice ed ex ballerina dell’Opéra Odette Joyeux spinge Agostini a intraprendere la carriera di regista e sceneggiatore. Tra le sue opere da regista, la più celebre è I dialoghi delle Carmelitane (1960).
Odette Joyeux, dopo una rilevante carriera d’attrice per cinema e teatro, trova nella scrittura nuove vie d’espressione: oltre a lavorare come sceneggiatrice, è autrice di romanzi, e particolarmente interessanti sono quelli legati al mondo della danza, destinati a un pubblico adolescente.
Nel 1951, viene pubblicato da Gallimard Côté cour ou les Mémoires d'un rat, libro autobiografico ispirato alla sua esperienza di petit rat all’Opéra de Paris. Qui Odette racconta di quando, eludendo la sorveglianza, compiva delle memorabili scorribande sui tetti de l’Opéra con l’inseparabile amica di corso Solange Guillaud che in seguito diverrà direttrice de l’École de
Danse. Nel 1966, complice il sodalizio con Philippe Agostini che ne curerà la messa in scena, adatta il romanzo in 8 episodi di 26 minuti, per il primo canale della Televisione francese, sotto il nome di L' Âge heureux (le journal de Delphine)(1).
L'Âge heureux (letteralmente L’età felice) ci mostra l’ambiente dell’Opéra attraverso gli occhi dei suoi petit rats, l’amore per la danza, la gioia dell’adolescenza e il rigore della disciplina, l’amicizia, la lealtà ma anche la gelosia.
Negli anni Cinquanta, l’incontro, poi suggellato con il matrimonio, con l'attrice ed ex ballerina dell’Opéra Odette Joyeux spinge Agostini a intraprendere la carriera di regista e sceneggiatore. Tra le sue opere da regista, la più celebre è I dialoghi delle Carmelitane (1960).
Odette Joyeux, dopo una rilevante carriera d’attrice per cinema e teatro, trova nella scrittura nuove vie d’espressione: oltre a lavorare come sceneggiatrice, è autrice di romanzi, e particolarmente interessanti sono quelli legati al mondo della danza, destinati a un pubblico adolescente.
Nel 1951, viene pubblicato da Gallimard Côté cour ou les Mémoires d'un rat, libro autobiografico ispirato alla sua esperienza di petit rat all’Opéra de Paris. Qui Odette racconta di quando, eludendo la sorveglianza, compiva delle memorabili scorribande sui tetti de l’Opéra con l’inseparabile amica di corso Solange Guillaud che in seguito diverrà direttrice de l’École de
Danse. Nel 1966, complice il sodalizio con Philippe Agostini che ne curerà la messa in scena, adatta il romanzo in 8 episodi di 26 minuti, per il primo canale della Televisione francese, sotto il nome di L' Âge heureux (le journal de Delphine)(1).
L'Âge heureux (letteralmente L’età felice) ci mostra l’ambiente dell’Opéra attraverso gli occhi dei suoi petit rats, l’amore per la danza, la gioia dell’adolescenza e il rigore della disciplina, l’amicizia, la lealtà ma anche la gelosia.
Petit rat all'Opéra de Paris, Delphine (Delphine Desyeux) è al settimo cielo. A dodici anni, è stata scelta per il ruolo di Galatée nel prossimo balletto in allestimento al Palais Garnier. Julie, una delle sue compagne di corso, nonostante possegga una tecnica migliore, ottiene solo il ruolo di rimpiazzo di Delphine e medita di vendicarsi. Una sera, mentre si rappresenta Giselle, complice una porta d’accesso ai tetti dell’Opéra lasciata aperta, Delphine con altre compagne, sfidando i divieti, si avventura sui tetti del teatro. Al momento di ridiscendere e presentarsi sul palco per il Défilé finale, Julie per gelosia chiude a chiave la porta, impedendo il rientro di Delphine e Bernadette. Le due ragazze cercano di ritornare attraverso una finestra, rompendola. Bernadette cade e si ferisce seriamente. Delphine disperata cerca soccorsi e la compagna viene portata in ospedale. L’indomani il direttore interroga Delphine, che non avendo alcun’intenzione di coinvolgere le compagne, afferma che le due ragazze erano sole sul tetto. Il direttore, che non crede a questa versione dei fatti, decide d’aprire un’inchiesta e allo stesso tempo espelle Delphine dalla scuola. La danza e l’Opéra sono tutto per Delphine, che non ha coraggio di rivelare questa terribile notizia alla madre malata, che crede molto in lei e alla sua carriera di ballerina. Mentre all’Opéra l’infida Julie la rimpiazza nel ruolo di Galatée, Delphine erra sconsolata tutto il giorno per le vie di Parigi. Tutto sembra perduto, ma...
All’epoca, dopo aver visto questa serie, tanti furono i bambini che, affascinati, cominciarono a interessarsi e ad apprendere la danza classica; tra questi, anche alcuni nomi illustri come l’Étoile de l’Opéra Marie-Claude Pietragalla (2).
È un film, questo sul mondo della danza, che, pur nella sua semplicità - essendo dedicato a un pubblico giovanissimo - non manca di momenti cinematografici memorabili. La sequenza notturna delle piccole ballerine che con i loro tutù bianchi si rincorrono sui tetti de l’Opéra, in un giocoso desiderio di libertà e gusto del proibito, ha un suo illustre precedente nelle incursioni sui tetti del collegio dei terribili ragazzini di Zero in condotta (1933) di Vigo.
Il candore ingenuo, il desiderio di diventare grandi e indipendenti di queste piccole donne che vivono un’esperienza unica in un luogo unico, trovano rimandi a illustri registi come Clément e Truffaut. In certi momenti la piccola Delphine, spaurita e tormentata, che girovaga per le vie parigine, ricorda “au feminin” l’Antoine Doinel de I Quattrocento colpi di Truffaut.
Quelle dei tetti (e gli esterni parigini) sono le uniche scene girate realmente dal vero. Le ballerine giocano e si rincorrono realmente (in piena sicurezza comunque) sugli scivolosi tetti dell’Opéra. Gli spettacoli (Giselle e Défilé) sono filmati, sembra, al Théâtre du Châtelet. Il resto del film è stato interamente realizzato negli studi
cinematografici di Boulogne, alla periferia di Parigi.
La ricostruzione degli ambienti è molto accurata. Si riconoscono le sale di prova come la famosa Rotonde detta Zambelli, dal nome della celebre ballerina Carlotta, situata nell’ala ovest del Palais Garnier. Nel film, in questa sala si esercitano le due étoiles Bonnefous e Vlassy. Qui i petit rats seguono i corsi e da una di queste finestre le due piccole protagoniste, intrappolate sui tetti, cercano di rientrare nel teatro.
All’epoca della realizzazione de L' Âge heureux, l’École de Danse era effettivamente ospitata all’interno del Palais Garnier. I petit rats condividevano quotidianamente con gli altri artisti e il personale gli ambienti del celebre teatro. Trasferitasi negli ultimi anni la scuola a Nanterre, oggi le vecchie aule sono state restaurate e riadattate a sale di prova.
È un film, questo sul mondo della danza, che, pur nella sua semplicità - essendo dedicato a un pubblico giovanissimo - non manca di momenti cinematografici memorabili. La sequenza notturna delle piccole ballerine che con i loro tutù bianchi si rincorrono sui tetti de l’Opéra, in un giocoso desiderio di libertà e gusto del proibito, ha un suo illustre precedente nelle incursioni sui tetti del collegio dei terribili ragazzini di Zero in condotta (1933) di Vigo.
Il candore ingenuo, il desiderio di diventare grandi e indipendenti di queste piccole donne che vivono un’esperienza unica in un luogo unico, trovano rimandi a illustri registi come Clément e Truffaut. In certi momenti la piccola Delphine, spaurita e tormentata, che girovaga per le vie parigine, ricorda “au feminin” l’Antoine Doinel de I Quattrocento colpi di Truffaut.
Quelle dei tetti (e gli esterni parigini) sono le uniche scene girate realmente dal vero. Le ballerine giocano e si rincorrono realmente (in piena sicurezza comunque) sugli scivolosi tetti dell’Opéra. Gli spettacoli (Giselle e Défilé) sono filmati, sembra, al Théâtre du Châtelet. Il resto del film è stato interamente realizzato negli studi
cinematografici di Boulogne, alla periferia di Parigi.
La ricostruzione degli ambienti è molto accurata. Si riconoscono le sale di prova come la famosa Rotonde detta Zambelli, dal nome della celebre ballerina Carlotta, situata nell’ala ovest del Palais Garnier. Nel film, in questa sala si esercitano le due étoiles Bonnefous e Vlassy. Qui i petit rats seguono i corsi e da una di queste finestre le due piccole protagoniste, intrappolate sui tetti, cercano di rientrare nel teatro.
All’epoca della realizzazione de L' Âge heureux, l’École de Danse era effettivamente ospitata all’interno del Palais Garnier. I petit rats condividevano quotidianamente con gli altri artisti e il personale gli ambienti del celebre teatro. Trasferitasi negli ultimi anni la scuola a Nanterre, oggi le vecchie aule sono state restaurate e riadattate a sale di prova.
Il film, pur nella sua semplificata struttura di “fiction”, è un documento storico eccezionale. Possiamo apprezzare nei particolari l’organizzazione e struttura del teatro e della scuola e le varie fasi della creazione e realizzazione degli spettacoli. Viene spontaneo comparare i criteri di selezione degli allievi, le metodologie d’insegnamento, il rigore e la disciplina di quei tempi con quelli attuali.
A proposito degli allievi, nel film si può notare che non compaiono mai i ragazzi. Probabilmente ciò è dovuto alla volontà di Odette Joyeux di rimanere il più fedele possibile allo schema autobiografico del romanzo. Negli anni Venti, periodo della sua esperienza di petit rat all’Opéra, le classi miste erano ben lungi dal venire. Nella realtà le lezioni scolastiche erano seguite da classi miste; solo durante le lezioni di danza maschi e femmine lavoravano separatamente.
Altro aspetto interessante che vediamo nel film, accompagnato dalla musica della Marche des Troyens di Berlioz, è il défilé finale in scena subito dopo lo spettacolo di Giselle. In effetti, spesso all’epoca - in occasione di grandi avvenimenti, come la visita di un Capo di Stato, un'importante ricorrenza o la nomination di un'Étoile - alla fine della consueta rappresentazione in programma, tutto il corpo di ballo, dai petit rats alle grandi étoiles, veniva mobilitato per la serata. Tutti, partendo dai più piccoli, sfilavano solennemente sul palco mostrando tutta la loro grazia ed eleganza. Era l’apoteosi della serata, un momento davvero magico.
La protagonista Delphine Desyeux dopo questa apparizione televisiva conosce un periodo, seppur breve, di grande notorietà in Francia. Negli anni Settanta intraprende la carriera d’attrice e una discreta carriera di cantante, ma senza ottenere particolari successi. In seguito ritorna all’antico amore per la danza e alla fine degli anni Novanta fonda una sua compagnia di ricerca e insegnamento di danza contemporanea.
A proposito degli allievi, nel film si può notare che non compaiono mai i ragazzi. Probabilmente ciò è dovuto alla volontà di Odette Joyeux di rimanere il più fedele possibile allo schema autobiografico del romanzo. Negli anni Venti, periodo della sua esperienza di petit rat all’Opéra, le classi miste erano ben lungi dal venire. Nella realtà le lezioni scolastiche erano seguite da classi miste; solo durante le lezioni di danza maschi e femmine lavoravano separatamente.
Altro aspetto interessante che vediamo nel film, accompagnato dalla musica della Marche des Troyens di Berlioz, è il défilé finale in scena subito dopo lo spettacolo di Giselle. In effetti, spesso all’epoca - in occasione di grandi avvenimenti, come la visita di un Capo di Stato, un'importante ricorrenza o la nomination di un'Étoile - alla fine della consueta rappresentazione in programma, tutto il corpo di ballo, dai petit rats alle grandi étoiles, veniva mobilitato per la serata. Tutti, partendo dai più piccoli, sfilavano solennemente sul palco mostrando tutta la loro grazia ed eleganza. Era l’apoteosi della serata, un momento davvero magico.
La protagonista Delphine Desyeux dopo questa apparizione televisiva conosce un periodo, seppur breve, di grande notorietà in Francia. Negli anni Settanta intraprende la carriera d’attrice e una discreta carriera di cantante, ma senza ottenere particolari successi. In seguito ritorna all’antico amore per la danza e alla fine degli anni Novanta fonda una sua compagnia di ricerca e insegnamento di danza contemporanea.
Come si svolgeva la vita quotidiana ai tempi dell’Âge heureux ce lo racconta un’altra delle sue piccole protagoniste: Denise Fleurdorge (Reinette nel film). Riconoscibilissima, è la più piccola di tutti i petit rats.
Per cominciare, bisognava fare letteralmente ore di viaggio per andare e ritornare all’Opéra. Per quanto mi riguarda ogni giorno dovevo prendere da sola bus, treno, tragitto a piedi … poi dopo i corsi dell’Opéra, a seguire le lezioni di un professore… Metro, tragitto a piedi… poi, ritorno a casa… Metro, tragitto a piedi, treno, bus … le lezioni scolastiche si svolgevano prevalentemente al mattino, a volte anche nel primo pomeriggio prima della lezione di danza. Si attraversavano lunghi corridoi per spostarsi da un aula all’altra e viceversa e per pranzo si usciva a mangiare. Salvo le spese per gli spostamenti e i pasti, tutto il resto era a carico de l’Opéra. Studi, corsi e l’abbigliamento per la danza, punte comprese (se non ricordo male all’epoca avevamo diritto a una o due paia di punte, ma queste non erano mai sufficienti).
Era veramente una vita dura per dei bambini. Non abbiamo mai avuto una vera infanzia, momenti di ricreazione, ma eravamo nella scuola più prestigiosa di Francia, sia per l’ambiente del Palais Garnier che per la qualità dell’insegnamento e dei corsi di danza. Non si può confrontare con nessun’altra scuola! È stata un esperienza unica!
Tanta fatica ma anche tante soddisfazioni. Il prestigio e notorietà dell’Opéra davano talvolta occasione ai petit rats di conoscere influenti personalità. La piccola Reinette all’epoca ha avuto il piacere e privilegio di conoscere il Presidente della Repubblica francese Charles de Gaulle, di danzare per Igor Stravinsky ed essere persino omaggiata dal grande compositore.
Reinette racconta d’aver avuto anche il privilegio di studiare con i grandi nomi della danza come Jacqueline Rayet, Yvette Chauviré, Claude Bessy e la famosa Carlotta Zambelli poco prima della sua morte.
E… incontri privilegiati, veramente unici come questo:
Per cominciare, bisognava fare letteralmente ore di viaggio per andare e ritornare all’Opéra. Per quanto mi riguarda ogni giorno dovevo prendere da sola bus, treno, tragitto a piedi … poi dopo i corsi dell’Opéra, a seguire le lezioni di un professore… Metro, tragitto a piedi… poi, ritorno a casa… Metro, tragitto a piedi, treno, bus … le lezioni scolastiche si svolgevano prevalentemente al mattino, a volte anche nel primo pomeriggio prima della lezione di danza. Si attraversavano lunghi corridoi per spostarsi da un aula all’altra e viceversa e per pranzo si usciva a mangiare. Salvo le spese per gli spostamenti e i pasti, tutto il resto era a carico de l’Opéra. Studi, corsi e l’abbigliamento per la danza, punte comprese (se non ricordo male all’epoca avevamo diritto a una o due paia di punte, ma queste non erano mai sufficienti).
Era veramente una vita dura per dei bambini. Non abbiamo mai avuto una vera infanzia, momenti di ricreazione, ma eravamo nella scuola più prestigiosa di Francia, sia per l’ambiente del Palais Garnier che per la qualità dell’insegnamento e dei corsi di danza. Non si può confrontare con nessun’altra scuola! È stata un esperienza unica!
Tanta fatica ma anche tante soddisfazioni. Il prestigio e notorietà dell’Opéra davano talvolta occasione ai petit rats di conoscere influenti personalità. La piccola Reinette all’epoca ha avuto il piacere e privilegio di conoscere il Presidente della Repubblica francese Charles de Gaulle, di danzare per Igor Stravinsky ed essere persino omaggiata dal grande compositore.
Reinette racconta d’aver avuto anche il privilegio di studiare con i grandi nomi della danza come Jacqueline Rayet, Yvette Chauviré, Claude Bessy e la famosa Carlotta Zambelli poco prima della sua morte.
E… incontri privilegiati, veramente unici come questo:
Nel 1963 o 1964 seguivo dei corsi supplementari di danza all’esterno dell’ Opéra con un grande professore, Franchetti (padre). Non ero molto grande… a quest’epoca… ero ancora bambina…
Allora un giorno… mi sono ritrovata alla sbarra con un ragazzo grande accanto a me…
Nello stesso istante ci siamo scambiati uno sguardo …
Io mi sono detta:
Non deve essere molto avanti questo qua!
E lui (deve aver pensato)…
Ma che ci faccio qui, in questo corso?
(stava riprendendo infatti le basi della danza classica con il metodo francese).
Curiosa ho domandato a un'altra allieva: ma chi è questo grande???
Lei mi ha risposto: un russo che è fuggito … e che si chiama NUREYEV.
Ha!, non lo conosco, dissi!
Ed è stato solo qualche anno più tardi che mi resi conto che per un momento mi ero trovata … accanto a uno dei più grandi danzatori del secolo!!!
Veramente un Âge heureux quella dei petit rats de l’Opéra!
L'ÂGE HEUREUX
Regia: Philippe Agostini
Sceneggiatura e dialoghi: Odette Joyeux
Coreografia: Michel Descombey
Scene e costumi del balletto: André François
Assistente alla regia: Alain Lavalle
Musica: Georges Auric
Direzione musicale: Jacques Métehen
Suono: Henri Moline
Cast: Delphine Desyeux (Delphine Nadal), Odette Joyeux (Thérèse Nadal), Louis Velle ( Frédéric Aubry), Roger Van Mullen (l'amministratore de l'Opéra de Paris), Pierre Mondy (il regista Dumontier), Françoise Rosay (Mme Aubry), Anne Marie Mailfer (l’ispettrice), Jessica Sordoillet (Julie Alberti), Anne Rongière (Bernadette Morel), Denise Fleurdorge (Reinette), Marthe Villalonga (la portinaia), Danièle Lebrun (l'insegnante), Jean-Pierre Bonnefous (il ballerino Yvan Barlof), Christiane Vlassi (la danseuse étoile), Jacqueline Moreau (la maestra di danza), Denise Provence (Mme Morel), Edouard Rasimi (monsieur Morel), Noëlle Taddei (la ballerina che prova le punte).
Produzione: Cat's Films - Office de Radiodiffusion Télévision Française (ORTF) - Société Générale de Gestion
Cinématographique (SGGC), Francia (1966)
Durata: 208 min. b/n
NOTE:
(1) L'Âge heureux, in Italia Scarpette bianche, venne trasmesso dalla Rai nel 1970 a puntate, la domenica pomeriggio. Dopo il successo ottenuto da questo film per la TV, nel 1975 Philippe Agostini ne girò un seguito, intitolato L'âge en fleur.
(2) Est-il exact que la série "L'âge heureux", diffusée à la télévision, a été à l'origine de votre vocation? Ça a été une véritable révélation. Mes débuts avaient été si laborieux que j’avais tout arrêté. Mais quand j’ai découvert ce feuilleton sur l’Opéra de Paris, j’ai décidé de m’y présenter. L’endroit me fascinait. Si ça n’avait pas fonctionné, j’aurais essayé le chant. (Paris Match, 19-01-2011)
Un particolare ringraziamento a Madame Denise Fleurdorge per l’intervista concessa e la documentazione fotografica. Altri approfondimenti si possono trovare su:
Blog de L'Âge heureux http://ageheureux.centerblog.net,
Dansomanie.net www.forumdansomanie.net,
Critical Dance www.ballet-dance.com
Tino Bonanomi
Balletto.net
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