Roland Petit
Proust, ou les intermittences du coeur
24-08-1974 - Monte-Carlo, Théâtre de l’Opéra de Monte-Carlo
Balletto in due atti e tredici quadri ispirato al romanzo di Marcel Proust A la recherche du temps perdu
Coreografia: Roland Petit
Musica: Ludwig van Beethoven, Claude Debussy, Gabriel Fauré, César Frank, Reynaldo Hahn, Camille Saint-Saens, Richard Wagner
Libretto:
Scene: René Allio
Costumi: Christine Laurent
Luci: Jean Fananas
CAST
Morel: Rudy Bryans
Saint-Loup: Michaël Denard
Albertine: Karen Kain
Marcel Proust: Denys Ganio
Odette: Gilberte Guis
Swann: Richard Duquenoy
Charlus: Gérard Taillade
Duchesse de Guermantes: Loipa Araujo
Gilberte: Réjane Vérité
Il Violino: Rudy Bryans
Il Pianoforte: Loipa Araujo
Ballet National de Marseille
Coreografia: Roland Petit
Musica: Ludwig van Beethoven, Claude Debussy, Gabriel Fauré, César Frank, Reynaldo Hahn, Camille Saint-Saens, Richard Wagner
Libretto:
Scene: René Allio
Costumi: Christine Laurent
Luci: Jean Fananas
CAST
Morel: Rudy Bryans
Saint-Loup: Michaël Denard
Albertine: Karen Kain
Marcel Proust: Denys Ganio
Odette: Gilberte Guis
Swann: Richard Duquenoy
Charlus: Gérard Taillade
Duchesse de Guermantes: Loipa Araujo
Gilberte: Réjane Vérité
Il Violino: Rudy Bryans
Il Pianoforte: Loipa Araujo
Ballet National de Marseille
TRAMA
I Atto: Qualche immagine dei paradisi proustiani
Quadro I - Fare clan. Il balletto si apre mostrando l’ambiente impregnato di snobismo in cui gravita lo stesso Proust: il salotto di Madame Verdurin, dove sfilano i personaggi della Recherche, mentre un invitato intona L’Heure Exquise di Reynaldo Hahn, amico di Proust. Madame Verdurin sogna di essere come colei per la quale ostenta disprezzo: la duchessa di Guermantes, alla quale tutte vorrebbero assomigliare. Coronerà la sua carriera mondana sposando il Principe di Guermantes.
Quadro II - La petite phrase de Vinteuil. In un passo a due astratto il ballerino è la personificazione del violino e la ballerina del pianoforte che rappresentano visivamente la frase musicale che ricorre costantemente nell’amore di Swan per Odette.
Quadro III - I biancospini. Tra i biancospini Proust vedrà per la prima volta Gilberte, il suo folle amore.
Quadro IV - Fare cattleya. La sera stessa in cui incontra Odette, Swann riesce a possederla col pretesto di accomodarle i fiori di cattleya che indossa, per non sciuparli. Fare cattleya sarà così per loro sinonimo dett’atto amoroso (Dalla parte di Swan).
Quadro V - Les jeunes filles en fleur. Il narratore è affascinato dalle fanciulle che corrono sulla spiaggia di Balbec, immagine di purezza e di freschezza.
Quadro VI - Albertine e Andrée. Dietro all’immagine della castità, le fanciulle in fiore nascondono desideri inconfessabili e riflettono il mondo degli adulti di apparenze e passioni equivoche.
Quadro VII - Guardarla dormire. Albertine è prigioniera di Proust, che per la sua gelosia cerca di tenerla sequestrata, separata dal suo passato e riesce ad amare solo quando dorme.
II Atto: Qualche immagine degli inferni proustiani
Quadro VIII - Il signor de Charlus e l’inafferrabile. Agli occhi del signor de Charlus il giovane violinista Morel sembra incarnare la perfezione e gli appare inafferrabile, ma Morel è solo un uomo privo degli scrupoli e dei pregiudizi dei quali è imbevuto il vecchio nobile.
Quadro IX - Il signor de Charlus e l’impossibile. Charlus assiste all’impossibile: scopre la vera natura di Morel vedendolo in una casa di piacere.
Quadro X - Gli inferni del signor de Charlus. Charlus vaga per una Parigi, sconvolta dalla guerra del 1914, in cerca di avventure. Segue un gruppo di soldati in un albergo malfamato e qui viene legato a un letto e flagellato da uno dei domestici dell’hotel.
Quadro XI - Incontro casuale nell’ignoto. Un passo a 4 in controluce allude ai piaceri proibiti, favoriti dal buio che elimina ogni timidezza, consumati nella Parigi immersa nell’oscurità per la guerra (da Il Tempo Ritrovato).
Quadro XII - Morel e Saint-Loup. Saint-Loup, eroe biondo, simbolo del coraggio, della virilità, immune dall’omosessualità, un angelo bianco, viene corrotto e travolto dal vizio ad opera dell’angelo nero, Morel, che fa di Saint-Loup il suo amante in un gioco di attrazioni e repulsioni.
Quadro XIII - Il mondo dietro “a una porta funeraria”. Il mondo luccicante, ma in disfacimento dei Guermantes è spazzato via dalla guerra e appare a Proust immobile sulla scena in una gesticolazione di fantocci, i suoi stessi fantasmi.
Marino Palleschi
Balletto.net
Quadro I - Fare clan. Il balletto si apre mostrando l’ambiente impregnato di snobismo in cui gravita lo stesso Proust: il salotto di Madame Verdurin, dove sfilano i personaggi della Recherche, mentre un invitato intona L’Heure Exquise di Reynaldo Hahn, amico di Proust. Madame Verdurin sogna di essere come colei per la quale ostenta disprezzo: la duchessa di Guermantes, alla quale tutte vorrebbero assomigliare. Coronerà la sua carriera mondana sposando il Principe di Guermantes.
Quadro II - La petite phrase de Vinteuil. In un passo a due astratto il ballerino è la personificazione del violino e la ballerina del pianoforte che rappresentano visivamente la frase musicale che ricorre costantemente nell’amore di Swan per Odette.
Quadro III - I biancospini. Tra i biancospini Proust vedrà per la prima volta Gilberte, il suo folle amore.
Quadro IV - Fare cattleya. La sera stessa in cui incontra Odette, Swann riesce a possederla col pretesto di accomodarle i fiori di cattleya che indossa, per non sciuparli. Fare cattleya sarà così per loro sinonimo dett’atto amoroso (Dalla parte di Swan).
Quadro V - Les jeunes filles en fleur. Il narratore è affascinato dalle fanciulle che corrono sulla spiaggia di Balbec, immagine di purezza e di freschezza.
Quadro VI - Albertine e Andrée. Dietro all’immagine della castità, le fanciulle in fiore nascondono desideri inconfessabili e riflettono il mondo degli adulti di apparenze e passioni equivoche.
Quadro VII - Guardarla dormire. Albertine è prigioniera di Proust, che per la sua gelosia cerca di tenerla sequestrata, separata dal suo passato e riesce ad amare solo quando dorme.
II Atto: Qualche immagine degli inferni proustiani
Quadro VIII - Il signor de Charlus e l’inafferrabile. Agli occhi del signor de Charlus il giovane violinista Morel sembra incarnare la perfezione e gli appare inafferrabile, ma Morel è solo un uomo privo degli scrupoli e dei pregiudizi dei quali è imbevuto il vecchio nobile.
Quadro IX - Il signor de Charlus e l’impossibile. Charlus assiste all’impossibile: scopre la vera natura di Morel vedendolo in una casa di piacere.
Quadro X - Gli inferni del signor de Charlus. Charlus vaga per una Parigi, sconvolta dalla guerra del 1914, in cerca di avventure. Segue un gruppo di soldati in un albergo malfamato e qui viene legato a un letto e flagellato da uno dei domestici dell’hotel.
Quadro XI - Incontro casuale nell’ignoto. Un passo a 4 in controluce allude ai piaceri proibiti, favoriti dal buio che elimina ogni timidezza, consumati nella Parigi immersa nell’oscurità per la guerra (da Il Tempo Ritrovato).
Quadro XII - Morel e Saint-Loup. Saint-Loup, eroe biondo, simbolo del coraggio, della virilità, immune dall’omosessualità, un angelo bianco, viene corrotto e travolto dal vizio ad opera dell’angelo nero, Morel, che fa di Saint-Loup il suo amante in un gioco di attrazioni e repulsioni.
Quadro XIII - Il mondo dietro “a una porta funeraria”. Il mondo luccicante, ma in disfacimento dei Guermantes è spazzato via dalla guerra e appare a Proust immobile sulla scena in una gesticolazione di fantocci, i suoi stessi fantasmi.
Marino Palleschi
Balletto.net
GALLERY
APPROFONDIMENTO
Roland Petit, sempre alla ricerca di argomenti appassionanti, ha voluto affrontare anche il mondo meraviglioso di Marcel Proust e della sua famosa "Recherche du temps perdu". Petit divide il lavoro in due atti e tredici quadri conducendo i momenti di danza attraverso un assemblaggio quanto mai eterogeneo di musiche. L'impressione che si ricava da un simile collage è di una partitura per balletto singolarmente unitaria. La scena prende l'avvio in casa di Madame Verdurin. Un invitato intona L'heure exquise di Reynaldo Hahn (che fu amico di Proust). Sfilano i personaggi della "Recherche", la duchessa de Guermantes e Gilberte e subito si delineano una società, un tempo, un costume. Si fanno avanti, in primo piano, i sentimenti più scottanti: l'amore di Swann per Odette e la sua insana gelosia, la pulsione omosessuale di Albertine per Andrée, lo sdoppiamento della stessa Albertine, prigioniera dell'autore (in Albertine convivono diverse persone), il dramma di Charlus di fronte all'inafferrabile rappresentato dal personaggio di Morel, con la tesi degli opposti che si attraggono (Morel «essendo eccessivamente nero era necessario a Saint-Loup come l'ombra lo è al raggio di sole») per terminare ("Il tempo ritrovato") sull'idea della morte, sul crollo di un mondo in disfacimento (guerra e vecchiaia aiutando) che appare a Proust, immobile, in scena, come dietro una porta funeraria, in una gesticolazione convulsa di fantocci che sono anche i suoi fantasmi. Sono tanti flash che illustrano momenti fra i più incisivi del racconto proustiano. Alcuni quadri sono descrittivi ed evocativi di quel mondo: per esempio, l'ambiente dei Verdurin, l'apparizione di Gilberte tra i biancospini e il roteare dei parasole o lo scorrere lieve delle vacanze delle «jeunes filles en fleur» sulla spiaggia di Balbec. Petit conduce il gioco con accorto dosaggio, con estrema eleganza e finezza affrontando i punti più scabrosi (la nudità di Morel nel bordello) con mano maestra e rivelando le sue preferenze di disegno in alcuni personaggi (Morel in particolare ha esercitato su di lui un indubbio fascino). Ciò che riesce meglio a Petit sono i passi a due. Due o tre sono condotti con arte consumata, costruiti con una conoscenza magistrale delle possibilità delle combinazioni figurative. A cominciare dal primo passo a due, astratto, nel quale il ballerino personifica il violino e la ballerina il pianoforte e insieme tracciano visivamente «la piccola frase di Vinteuil», ovvero la musica che rappresenta lo sbocciare dell'amore tra Odette e Swann. Segue il duetto tempestoso tra i due, poi il duo Albertine-Proust. Ma forse nel duetto Morel-Saint-Loup si raggiungono gli effetti più riusciti nei contrasti e nelle opposizioni della coreografia, gli stessi che uniscono i due amanti nell'atto di attrarsi e di respingersi. C'è poi una scena di Charlus disperato in un episodio violento con i soldati. Il senso del teatro in Petit non conosce limiti. È, tutto sommato, come assistere ad una farandola che si snodi tra la vita, l'amore e la morte. Le immagini dei paradisi e degli inferni proustiani si profilano dinanzi ai nostri occhi, bianche, terse e lu-minose le prime, nere, tenebrose e sinistre le seconde. Petit, coreografo narrativo per ec-cellenza, procede in questo suo lavoro (fra i migliori e più riusciti della sua vasta produzione) per metafore, alludendo sempre. Sono fogli d'album che sfilano sulla scena, stringati e spediti. Non una riduzione scenica, ma un'estrapolazione da quell'immenso affresco letterario, umano e sociale.
Alberto Testa Cento grandi balletti. Una scelta dal repertorio del migliore teatro di danza Gremese Editore, Roma 1991 CURIOSITA'
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