Jules Perrot
Catarina ou La Fille du bandit
03-03-1846 - Londra, Her Majesty's Theatre
09-01-1847 - Milano, Teatro alla Scala
Catarina, ou La Fille du bandit
03-03-1846 - Londra, Her Majesty's Theatre
Balletto in tre atti e cinque scene
Libretto: Jules Perrot
Coreografia: Jules Perrot
Musica: Cesare Pugni
Direzione d’orchestra: Jean-Baptiste Nadaud
Scene: Charles Marshall
realizzazione costumi: Mr. Whales e Miss Bradley sotto la direzione di Mme Copère
CAST
Catarina, capo dei banditi: Lucile Grahn
Diavolino, il suo luogotenente: Jules Perrot
Salvator Rosa: Louis Gosselin
Florida: Joséphine Petit-Stéphan
Oste: Bertrand
Ufficiale. Girolamo Di Mattia
Giudice supremo: Venafra
Carceriere: Gouriet
principale modella di Salvator Rosa, rappresentante Venere: Louise Taglioni
Modelle rappresentanti le Tre Grazie: Octavie De Mélisse, Moncelet, Cassan
altre modelle: Louise Lamoreux, Tevenau, Julienne
03-03-1846 - Londra, Her Majesty's Theatre
Balletto in tre atti e cinque scene
Libretto: Jules Perrot
Coreografia: Jules Perrot
Musica: Cesare Pugni
Direzione d’orchestra: Jean-Baptiste Nadaud
Scene: Charles Marshall
realizzazione costumi: Mr. Whales e Miss Bradley sotto la direzione di Mme Copère
CAST
Catarina, capo dei banditi: Lucile Grahn
Diavolino, il suo luogotenente: Jules Perrot
Salvator Rosa: Louis Gosselin
Florida: Joséphine Petit-Stéphan
Oste: Bertrand
Ufficiale. Girolamo Di Mattia
Giudice supremo: Venafra
Carceriere: Gouriet
principale modella di Salvator Rosa, rappresentante Venere: Louise Taglioni
Modelle rappresentanti le Tre Grazie: Octavie De Mélisse, Moncelet, Cassan
altre modelle: Louise Lamoreux, Tevenau, Julienne
Caterina, o La Figlia del bandito
09-01-1847 - Milano, Teatro alla Scala
Balletto in tre atti e cinque scene
Libretto: Jules Perrot
Coreografia: Jules Perrot
Musica: Cesare Pugni, revisione ed aggiunte di Giovanni Bajetti
Scene: Alessandro Merlo
Costumi: Rovaglia & C.
CAST
Catarina, capo dei banditi: Fanny Elssler
Diavolino, il suo luogotenente: Jules Perrot
Salvator Rosa: Effisio Catte
Florida: Bagnoli-Quattri
09-01-1847 - Milano, Teatro alla Scala
Balletto in tre atti e cinque scene
Libretto: Jules Perrot
Coreografia: Jules Perrot
Musica: Cesare Pugni, revisione ed aggiunte di Giovanni Bajetti
Scene: Alessandro Merlo
Costumi: Rovaglia & C.
CAST
Catarina, capo dei banditi: Fanny Elssler
Diavolino, il suo luogotenente: Jules Perrot
Salvator Rosa: Effisio Catte
Florida: Bagnoli-Quattri
TRAMA
IL SOGGETTO
L’azione si svolge nei pressi di Roma e nella stessa capitale durante il carnevale, verso la metà del XVII secolo. Il soggetto si ispira a un episodio apparentemente realmente occorso al pittore seicentesco Salvator Rosa: la sua cattura da parte di un manipolo di banditi abruzzesi, seguita da un periodo di convivenza con gli stessi. La sinossi appena sotto riportata non segue l'essenziale drammaturgia della versione londinese del debutto, ma quella, assai più articolata, della versione definitiva proposta alcuni mesi dopo alla Scala di Milano. Qui il titolo fu italianizzato in Caterina, ma nel seguito verrà costantemente usata la dizione tradizionale per consistenza con le successive riprese. Più avanti si segnaleranno le differenze e si confronterà la trama della versione del debutto con quella della versione scaligera. Si avverte subito che una delle integrazioni più significative è l’aggiunta nella versione scaligera del personaggio del Duca di Colle Albano e che altri cambiamenti drammaturgici saranno apportati con le riprese pietroburghesi e scaligere - probabilmente - anche sostituendo il finale tragico con uno lieto.
Atto I. Durante una delle sue consuete escursioni sui monti Appennini alla ricerca di paesaggi fantastici da dipingere, il pittore Salvator Rosa, mentre riposa seduto su una roccia ammirando il paesaggio montano, è sorpreso da un manipolo di banditi degli Abruzzi e cade in mano loro. Ignorando il pericolo della situazione, mentre i malviventi si dividono i suoi averi, l’artista si accinge a ritrarre i volti più interessanti dei malfattori, quando sopraggiunge Catarina, la bella figlia del precedente capo dei banditi, subentratagli alla loro guida alla morte del padre. Incantata dalla maestria degli schizzi di Salvatore, gli offre la libertà ed ordina ai suoi uomini che gli sia restituito quanto toltogli. Salvatore, subito preso dalla bellezza della giovane, cerca invano di convincerla a rinunciare a una vita di misfatti e di seguirlo a Roma, quando sono interrotti dall’arrivo di Diavolino, il fedele luogotenente della banditessa, da sempre innamorato segretamente della ragazza. Costui ha catturato un ufficiale, il quale consegna a Catarina una nota firmata dal Governatore della provincia. La missiva offre l’immunità a chiunque consegni la banda nelle mani della polizia.
Naturalmente la fiera Catarina rifiuta di tradire i compagni, nonostante l’ufficiale e Salvator Rosa le suggeriscano la resa; per porre fine a ogni discussione in merito, la donna dà il via a uno spettacolo-esercitazione: Catarina si esibisce con le compagne nel celeberrimo Pas Stratégique, rappresentazione al femminile di una scena di guerriglia, con tutte le possibili evoluzioni militari eseguite, però, da un gruppo di amazzoni, armate di moschetti: dalla preparazione alle sortite, dall’attacco alla difesa alla ritirata. Un gruppo di montanari si unisce, poi, in un Saltarello e il pas stratégique termina con i banditi che, saliti sulle rocce, ne discendono in velocità puntando i loro moschetti contro il direttore d’orchestra. Diavolino nota che Catarina e Salvatore sono attratti reciprocamente e, consumato dalla gelosia, allontana la donna dal pittore persuadendola a danzare con lui. Prima Diavolino e Catarina si esibiscono in una Romanesca e, poi, in una “danza eccentrica” in 5/4, detta Valse à Cinq Temps o Pas de Cinq Temps.
Alla notizia che il campo sta per subire l’attacco di uno squadrone di soldati, Salvatore rinnova a Catarina le sue preoccupazioni per la sorte della giovane, ma la banditessa rifiuta nuovamente l’idea di arrendersi e impartisce ordini per respingere il nemico. Quando, fuori scena, inizia il combattimento, Salvatore torna ad insistere perché la donna si metta in salvo con lui e spera di essere persuasivo dichiarandole il suo amore. La rivelazione sorprende la donna al punto che il pittore riesce ad approfittare di un suo istante di indecisione per allontanarla dal campo di battaglia trascinandola attraverso un ponte, che taglia dopo il loro passaggio. Proprio in questo momento i soldati del governatore aprono il fuoco contro la banditessa, ma il Rosa la salva facendole scudo col suo corpo. Li raggiunge Diavolino, che, in gran pena per l’amata Catarina, la porta in salvo nonostante la giovane voglia fermarsi a soccorrere il Rosa. I banditi, privati così del loro capo, vengono facilmente catturati.
Catarina e Diavolino, in fuga, riparano in una locanda nei sobborghi di Roma, dove con minacce e con denaro convincono il restio locandiere Filippuccio a dar loro rifugio. I fuggiaschi si rendono conto di doversi procurare abiti diversi da quelli che indossano e, allo scopo, Diavolino si adopera per ingannare qualche servitore cercando di togliergli i suoi. Preceduto dal suo paggio, sopraggiunto per ordinare la colazione per il suo signore, arriva, affamato, il Duca di Colle Albano, seguito da una donna mascherata e, poco dopo, da Salvator Rosa. Il Duca, mecenate del pittore, riconosce con piacere il suo protetto e lo invita a renderli partecipi delle sue più recenti avventure. Sentendo il drammatico racconto delle avventure di Salvatore, la donna travestita ha un malore e, allorché le viene tolta la maschera per soccorrerla, si rivela per Florida, un’avvenente vedova spagnola, amata da Salvatore prima d’incontrare Catarina.
Ripresasi, il Duca la invita assieme al pittore ad unirsi a lui per consumare un pranzo ristoratore. Non appena si sono accomodati a tavola, sopraggiungono Diavolino, vestito con l’abito del paggio, abilmente ingannato, e Catarina travestita da cameriera della taverna. Ma anche un gruppo di soldati, desiderosi di rifocillarsi, si ferma alla locanda. Con loro si trovano i banditi fatti prigionieri, i compagni di Catarina, e la donna, vedendoli, medita subito di liberarli cercando di distrarre i militari. Attira la loro attenzione suonando un mandolino e danzando un Saltarello, dando così modo a Diavolino di agire inosservato liberando i loro compagni. Tuttavia la locanda viene circondata da un secondo squadrone di soldati, capeggiato dall’ufficiale che aveva consegnato a Catarina la nota del Governatore. Segue un parapiglia generale, durante il quale Catarina, indossato il dòmino con cui si era presentata Florida, riesce a fuggire, aiutata dal fido luogotenente Diavolino, che la segue immediatamente.
Atto II. La scena si apre nello studio del pittore, allestito in una sala del palazzo del suo mecenate, il Duca di Colle Albano, dove si trovano anche alcuni studenti intenti ad ammirare le opere del maestro. Sopraggiungono il Duca e Salvatore, accompagnati da un gruppo di amici e il Duca informa il suo protetto che, durante la confusione occorsa nella taverna, la donna, Catarina, è riuscita a fuggire. I presenti sono raggiunti da Florida, che già sospetta l’infedeltà del Rosa. Cercando di tranquillizzarla, il pittore la conduce assieme agli altri in una stanza adiacente per far ammirare a lei e agli amici un suo quadro recente. Nella stanza ormai vuota entra, agitatissima, Catarina che, subito intercettata da Florida, la rende partecipe del suo timore di essere scoperta e catturata. La vedova spagnola, sospettando che Catarina sia la sua rivale, finge di soccorrerla e la conduce nella stanza accanto per farle assumere le vesti di una modella del pittore. Al ritorno nello studio dell’intera brigata Salvatore decide di iniziare a dipingere una nuova tela; Florida è fatta oggetto delle attenzioni del Duca, ma ne rifiuta sdegnosamente la corte, essendo ancora innamorata di Salvatore. Seccato per il comportamento della donna, il Duca si vendica mostrandole una tela di Salvatore nella quale è ritratta Catarina. Ormai certa che sia quest'ultima la sua rivale, furiosa di gelosia, Florida si lamenta col Rosa, ma il pittore la rassicura nuovamente e la calma col regalo di un medaglione col suo ritratto miniato. A un segno di Florida entrano le modelle abbigliate come personaggi mitologici e tra esse la vedova spagnola inserisce pure Catarina. L’artista spiega alle convenute la composizione che desidera dipingere ed esse si dispongono posando in un Pas des Modèles. Salvatore e Catarina, rivedendosi, rivelano una gioia che desta gli sguardi di gelosia di Florida. Costei, ormai sicura del tradimento del pittore, getta a terra la miniatura appena regalatale dall’amante. Catarina, la raccoglie e, riconoscendovi il ritratto di Salvatore, se la porta alle labbra. Ciò basta a scatenare ulteriormente la gelosia di Florida al punto che la vedova spagnola denuncia la rivale a un gruppo di soldati appena unitisi alla compagnia. Catarina è arrestata e Salvatore manifesta tutto il suo disprezzo a Florida per il suo tradimento. Catarina chiede di poter tenere il medaglione come ricordo, perdona il tradimento e, con un commovente atto di rinuncia, affida l’amato all’amore di Florida.
Atto III. Catarina è al cospetto dei giudici, che le comunicano la sua condanna a morte. Viene poi lasciata sola con un monaco, che la prepari spiritualmente all’esecuzione. Non appena Catarina comincia a confessare il suo amore per Salvatore, il monaco si toglie il cappuccio rivelandosi per lo stesso pittore. Sono interrotti da un rumore alla finestra: è Diavolino venuto a salvare la donna approfittando dei travestimenti abituali in quel periodo di carnevale. Salvatore si nasconde e Catarina, sentendo il piano di fuga concepito da Diavolino, gioisce di poter fuggire con l’uomo che ama, Salvatore. Tuttavia, la felicità della donna inganna Diavolino, che, credendo di essere egli stesso l’oggetto dell’amore di Catarina, le rivela i suoi sentimenti per lei. Subito dopo, notando al collo di Catarina il medaglione col ritratto del pittore, comprende come stiano in realtà le cose e, inevitabilmente, esplode in un irrefrenabile accesso di gelosia giurando di uccidere il rivale. Il tempo stringe, Salvatore, dal nascondiglio, fa cenno alla donna di non indugiare ulteriormente e di fuggire sinché è in tempo. Si odono i passi del carceriere e Catarina si cala dalla finestra, aiutata dal luogotenente.
Gruppi di maschere animano piazza San Pietro durante l’ultimo giorno di carnevale. Ad esse si uniscono Diavolino, travestito da diavolo, e Catarina mascherata da gitana. Il luogotenente intende condurre l’amata al sicuro fuori di Roma e, soprattutto, lontana da Salvatore, che ha notato tra la folla. Anche Catarina ha visto il pittore e sguscia via da Diavolino, perdendosi nella folla. Il luogotenente sfida a duello Salvatore, ma è costretto a ritirarsi dall’arrivo dei soldati in cerca dei fuggitivi. I festeggiamenti per il Carnevale raggiungono l’acme con una danza d’assieme, il galop La Folie du Carnaval. Terminata la danza, le maschere, notando una gitana, le fanno spazio perché eserciti le sue facoltà di maga predicendo la sorte. Si tratta di Catarina, travestita, alla quale si uniscono altre tre ragazze in rosa per danzare un Pas de Masque. Subito dopo la donna si avvicina a Salvatore per avvertirlo che la sua vita è in pericolo per le minacce del geloso Diavolino, ed il pittore, riconosciutala, la segue per fuggire con lei; i due innamorati sono, però, raggiunti da Diavolino e da Florida proprio nel momento in cui San Pietro e l’intera città si illuminano a giorno in uno spettacolare effetto di diorama. La confusione è generale, riappaiono i soldati, Diavolino attacca Salvatore a colpi di spada, ma ne è ferito. Perduta l’arma, il luogotenente estrae uno stiletto e, quando sta per colpire il rivale, Catarina si getta tra i due ricevendo il colpo mortale destinato al pittore. Catarina, mentre giace agonizzante tra le braccia di Salvatore, lo affida alle cure di Florida e spira proprio quando un colpo di cannone da Castel Sant’Angelo e le campane delle chiese romane decretano la fine del Carnevale.
Il lieto fine. Poiché gli scritti del Beaumont e dei maggiori storici segnalano differenze minori con quanto sopra riportato, e poiché durante le successive riprese del balletto, a San Pietroburgo e nuovamente alla Scala, è noto che furono a volte apportati ulteriori cambiamenti, la letteratura corrente suggerisce l'ipotesi che la drammaturgia sia stata principalmente ritoccata nella terza scena e nel finale. I primi cambiamenti - che non riportiamo nei dettagli - riguarderebbero l’ordine di ingresso e di interazione dei personaggi nello studio di Salvatore, ma l'alterazione più vistosa sarebbe stata la sostituzione del finale tragico con un lieto fine, che prevede il coronamento dell’amore di Salvatore per Catarina e di quello del Duca per Florida.
Catarina e Diavolino, travestiti, cercano rifugio tra la folla. Dopo le danze, Catarina cerca Salvatore tra le maschere per avvertirlo del pericolo che corre a causa della gelosia del suo luogotenente. Riconosciuto il pittore sotto il travestimento da bravo, lo mette in guardia e, temendo qualche gesto estremo da parte del geloso Diavolino, toglie a costui la maschera facendo in modo che sia riconosciuto dai soldati ed arrestato. I gendarmi, però, notano anche Catarina ed arrestano entrambi i banditi, ma il Duca interviene presso l’ufficiale a capo dei soldati e ottiene il perdono per la donna. La donna, ringraziato il Duca, si getta tra le braccia dell’amato Salvatore e Florida, consapevole della situazione, accetta la proposta di matrimonio da parte del Duca. Nel frattempo Diavolino è riuscito a divincolarsi dalla polizia e si dilegua perdendosi tra le maschere.
Marino Palleschi
Balletto.net
L’azione si svolge nei pressi di Roma e nella stessa capitale durante il carnevale, verso la metà del XVII secolo. Il soggetto si ispira a un episodio apparentemente realmente occorso al pittore seicentesco Salvator Rosa: la sua cattura da parte di un manipolo di banditi abruzzesi, seguita da un periodo di convivenza con gli stessi. La sinossi appena sotto riportata non segue l'essenziale drammaturgia della versione londinese del debutto, ma quella, assai più articolata, della versione definitiva proposta alcuni mesi dopo alla Scala di Milano. Qui il titolo fu italianizzato in Caterina, ma nel seguito verrà costantemente usata la dizione tradizionale per consistenza con le successive riprese. Più avanti si segnaleranno le differenze e si confronterà la trama della versione del debutto con quella della versione scaligera. Si avverte subito che una delle integrazioni più significative è l’aggiunta nella versione scaligera del personaggio del Duca di Colle Albano e che altri cambiamenti drammaturgici saranno apportati con le riprese pietroburghesi e scaligere - probabilmente - anche sostituendo il finale tragico con uno lieto.
Atto I. Durante una delle sue consuete escursioni sui monti Appennini alla ricerca di paesaggi fantastici da dipingere, il pittore Salvator Rosa, mentre riposa seduto su una roccia ammirando il paesaggio montano, è sorpreso da un manipolo di banditi degli Abruzzi e cade in mano loro. Ignorando il pericolo della situazione, mentre i malviventi si dividono i suoi averi, l’artista si accinge a ritrarre i volti più interessanti dei malfattori, quando sopraggiunge Catarina, la bella figlia del precedente capo dei banditi, subentratagli alla loro guida alla morte del padre. Incantata dalla maestria degli schizzi di Salvatore, gli offre la libertà ed ordina ai suoi uomini che gli sia restituito quanto toltogli. Salvatore, subito preso dalla bellezza della giovane, cerca invano di convincerla a rinunciare a una vita di misfatti e di seguirlo a Roma, quando sono interrotti dall’arrivo di Diavolino, il fedele luogotenente della banditessa, da sempre innamorato segretamente della ragazza. Costui ha catturato un ufficiale, il quale consegna a Catarina una nota firmata dal Governatore della provincia. La missiva offre l’immunità a chiunque consegni la banda nelle mani della polizia.
Naturalmente la fiera Catarina rifiuta di tradire i compagni, nonostante l’ufficiale e Salvator Rosa le suggeriscano la resa; per porre fine a ogni discussione in merito, la donna dà il via a uno spettacolo-esercitazione: Catarina si esibisce con le compagne nel celeberrimo Pas Stratégique, rappresentazione al femminile di una scena di guerriglia, con tutte le possibili evoluzioni militari eseguite, però, da un gruppo di amazzoni, armate di moschetti: dalla preparazione alle sortite, dall’attacco alla difesa alla ritirata. Un gruppo di montanari si unisce, poi, in un Saltarello e il pas stratégique termina con i banditi che, saliti sulle rocce, ne discendono in velocità puntando i loro moschetti contro il direttore d’orchestra. Diavolino nota che Catarina e Salvatore sono attratti reciprocamente e, consumato dalla gelosia, allontana la donna dal pittore persuadendola a danzare con lui. Prima Diavolino e Catarina si esibiscono in una Romanesca e, poi, in una “danza eccentrica” in 5/4, detta Valse à Cinq Temps o Pas de Cinq Temps.
Alla notizia che il campo sta per subire l’attacco di uno squadrone di soldati, Salvatore rinnova a Catarina le sue preoccupazioni per la sorte della giovane, ma la banditessa rifiuta nuovamente l’idea di arrendersi e impartisce ordini per respingere il nemico. Quando, fuori scena, inizia il combattimento, Salvatore torna ad insistere perché la donna si metta in salvo con lui e spera di essere persuasivo dichiarandole il suo amore. La rivelazione sorprende la donna al punto che il pittore riesce ad approfittare di un suo istante di indecisione per allontanarla dal campo di battaglia trascinandola attraverso un ponte, che taglia dopo il loro passaggio. Proprio in questo momento i soldati del governatore aprono il fuoco contro la banditessa, ma il Rosa la salva facendole scudo col suo corpo. Li raggiunge Diavolino, che, in gran pena per l’amata Catarina, la porta in salvo nonostante la giovane voglia fermarsi a soccorrere il Rosa. I banditi, privati così del loro capo, vengono facilmente catturati.
Catarina e Diavolino, in fuga, riparano in una locanda nei sobborghi di Roma, dove con minacce e con denaro convincono il restio locandiere Filippuccio a dar loro rifugio. I fuggiaschi si rendono conto di doversi procurare abiti diversi da quelli che indossano e, allo scopo, Diavolino si adopera per ingannare qualche servitore cercando di togliergli i suoi. Preceduto dal suo paggio, sopraggiunto per ordinare la colazione per il suo signore, arriva, affamato, il Duca di Colle Albano, seguito da una donna mascherata e, poco dopo, da Salvator Rosa. Il Duca, mecenate del pittore, riconosce con piacere il suo protetto e lo invita a renderli partecipi delle sue più recenti avventure. Sentendo il drammatico racconto delle avventure di Salvatore, la donna travestita ha un malore e, allorché le viene tolta la maschera per soccorrerla, si rivela per Florida, un’avvenente vedova spagnola, amata da Salvatore prima d’incontrare Catarina.
Ripresasi, il Duca la invita assieme al pittore ad unirsi a lui per consumare un pranzo ristoratore. Non appena si sono accomodati a tavola, sopraggiungono Diavolino, vestito con l’abito del paggio, abilmente ingannato, e Catarina travestita da cameriera della taverna. Ma anche un gruppo di soldati, desiderosi di rifocillarsi, si ferma alla locanda. Con loro si trovano i banditi fatti prigionieri, i compagni di Catarina, e la donna, vedendoli, medita subito di liberarli cercando di distrarre i militari. Attira la loro attenzione suonando un mandolino e danzando un Saltarello, dando così modo a Diavolino di agire inosservato liberando i loro compagni. Tuttavia la locanda viene circondata da un secondo squadrone di soldati, capeggiato dall’ufficiale che aveva consegnato a Catarina la nota del Governatore. Segue un parapiglia generale, durante il quale Catarina, indossato il dòmino con cui si era presentata Florida, riesce a fuggire, aiutata dal fido luogotenente Diavolino, che la segue immediatamente.
Atto II. La scena si apre nello studio del pittore, allestito in una sala del palazzo del suo mecenate, il Duca di Colle Albano, dove si trovano anche alcuni studenti intenti ad ammirare le opere del maestro. Sopraggiungono il Duca e Salvatore, accompagnati da un gruppo di amici e il Duca informa il suo protetto che, durante la confusione occorsa nella taverna, la donna, Catarina, è riuscita a fuggire. I presenti sono raggiunti da Florida, che già sospetta l’infedeltà del Rosa. Cercando di tranquillizzarla, il pittore la conduce assieme agli altri in una stanza adiacente per far ammirare a lei e agli amici un suo quadro recente. Nella stanza ormai vuota entra, agitatissima, Catarina che, subito intercettata da Florida, la rende partecipe del suo timore di essere scoperta e catturata. La vedova spagnola, sospettando che Catarina sia la sua rivale, finge di soccorrerla e la conduce nella stanza accanto per farle assumere le vesti di una modella del pittore. Al ritorno nello studio dell’intera brigata Salvatore decide di iniziare a dipingere una nuova tela; Florida è fatta oggetto delle attenzioni del Duca, ma ne rifiuta sdegnosamente la corte, essendo ancora innamorata di Salvatore. Seccato per il comportamento della donna, il Duca si vendica mostrandole una tela di Salvatore nella quale è ritratta Catarina. Ormai certa che sia quest'ultima la sua rivale, furiosa di gelosia, Florida si lamenta col Rosa, ma il pittore la rassicura nuovamente e la calma col regalo di un medaglione col suo ritratto miniato. A un segno di Florida entrano le modelle abbigliate come personaggi mitologici e tra esse la vedova spagnola inserisce pure Catarina. L’artista spiega alle convenute la composizione che desidera dipingere ed esse si dispongono posando in un Pas des Modèles. Salvatore e Catarina, rivedendosi, rivelano una gioia che desta gli sguardi di gelosia di Florida. Costei, ormai sicura del tradimento del pittore, getta a terra la miniatura appena regalatale dall’amante. Catarina, la raccoglie e, riconoscendovi il ritratto di Salvatore, se la porta alle labbra. Ciò basta a scatenare ulteriormente la gelosia di Florida al punto che la vedova spagnola denuncia la rivale a un gruppo di soldati appena unitisi alla compagnia. Catarina è arrestata e Salvatore manifesta tutto il suo disprezzo a Florida per il suo tradimento. Catarina chiede di poter tenere il medaglione come ricordo, perdona il tradimento e, con un commovente atto di rinuncia, affida l’amato all’amore di Florida.
Atto III. Catarina è al cospetto dei giudici, che le comunicano la sua condanna a morte. Viene poi lasciata sola con un monaco, che la prepari spiritualmente all’esecuzione. Non appena Catarina comincia a confessare il suo amore per Salvatore, il monaco si toglie il cappuccio rivelandosi per lo stesso pittore. Sono interrotti da un rumore alla finestra: è Diavolino venuto a salvare la donna approfittando dei travestimenti abituali in quel periodo di carnevale. Salvatore si nasconde e Catarina, sentendo il piano di fuga concepito da Diavolino, gioisce di poter fuggire con l’uomo che ama, Salvatore. Tuttavia, la felicità della donna inganna Diavolino, che, credendo di essere egli stesso l’oggetto dell’amore di Catarina, le rivela i suoi sentimenti per lei. Subito dopo, notando al collo di Catarina il medaglione col ritratto del pittore, comprende come stiano in realtà le cose e, inevitabilmente, esplode in un irrefrenabile accesso di gelosia giurando di uccidere il rivale. Il tempo stringe, Salvatore, dal nascondiglio, fa cenno alla donna di non indugiare ulteriormente e di fuggire sinché è in tempo. Si odono i passi del carceriere e Catarina si cala dalla finestra, aiutata dal luogotenente.
Gruppi di maschere animano piazza San Pietro durante l’ultimo giorno di carnevale. Ad esse si uniscono Diavolino, travestito da diavolo, e Catarina mascherata da gitana. Il luogotenente intende condurre l’amata al sicuro fuori di Roma e, soprattutto, lontana da Salvatore, che ha notato tra la folla. Anche Catarina ha visto il pittore e sguscia via da Diavolino, perdendosi nella folla. Il luogotenente sfida a duello Salvatore, ma è costretto a ritirarsi dall’arrivo dei soldati in cerca dei fuggitivi. I festeggiamenti per il Carnevale raggiungono l’acme con una danza d’assieme, il galop La Folie du Carnaval. Terminata la danza, le maschere, notando una gitana, le fanno spazio perché eserciti le sue facoltà di maga predicendo la sorte. Si tratta di Catarina, travestita, alla quale si uniscono altre tre ragazze in rosa per danzare un Pas de Masque. Subito dopo la donna si avvicina a Salvatore per avvertirlo che la sua vita è in pericolo per le minacce del geloso Diavolino, ed il pittore, riconosciutala, la segue per fuggire con lei; i due innamorati sono, però, raggiunti da Diavolino e da Florida proprio nel momento in cui San Pietro e l’intera città si illuminano a giorno in uno spettacolare effetto di diorama. La confusione è generale, riappaiono i soldati, Diavolino attacca Salvatore a colpi di spada, ma ne è ferito. Perduta l’arma, il luogotenente estrae uno stiletto e, quando sta per colpire il rivale, Catarina si getta tra i due ricevendo il colpo mortale destinato al pittore. Catarina, mentre giace agonizzante tra le braccia di Salvatore, lo affida alle cure di Florida e spira proprio quando un colpo di cannone da Castel Sant’Angelo e le campane delle chiese romane decretano la fine del Carnevale.
Il lieto fine. Poiché gli scritti del Beaumont e dei maggiori storici segnalano differenze minori con quanto sopra riportato, e poiché durante le successive riprese del balletto, a San Pietroburgo e nuovamente alla Scala, è noto che furono a volte apportati ulteriori cambiamenti, la letteratura corrente suggerisce l'ipotesi che la drammaturgia sia stata principalmente ritoccata nella terza scena e nel finale. I primi cambiamenti - che non riportiamo nei dettagli - riguarderebbero l’ordine di ingresso e di interazione dei personaggi nello studio di Salvatore, ma l'alterazione più vistosa sarebbe stata la sostituzione del finale tragico con un lieto fine, che prevede il coronamento dell’amore di Salvatore per Catarina e di quello del Duca per Florida.
Catarina e Diavolino, travestiti, cercano rifugio tra la folla. Dopo le danze, Catarina cerca Salvatore tra le maschere per avvertirlo del pericolo che corre a causa della gelosia del suo luogotenente. Riconosciuto il pittore sotto il travestimento da bravo, lo mette in guardia e, temendo qualche gesto estremo da parte del geloso Diavolino, toglie a costui la maschera facendo in modo che sia riconosciuto dai soldati ed arrestato. I gendarmi, però, notano anche Catarina ed arrestano entrambi i banditi, ma il Duca interviene presso l’ufficiale a capo dei soldati e ottiene il perdono per la donna. La donna, ringraziato il Duca, si getta tra le braccia dell’amato Salvatore e Florida, consapevole della situazione, accetta la proposta di matrimonio da parte del Duca. Nel frattempo Diavolino è riuscito a divincolarsi dalla polizia e si dilegua perdendosi tra le maschere.
Marino Palleschi
Balletto.net