I PROTAGONISTI
Cesare Negri
(detto il Trombone). Maestro di danza e ballerino italiano (Milano, ca. 1535 - ivi, dopo il 1604). Visse a Milano dove nel 1554, alla partenza per la Francia del suo maestro Pompeo Diobono, aprì una scuola di ballo. Fu assai attivo come coreografo in feste ufficiali e private, organizzate dall’aristocrazia milanese e dalle autorità spagnole a Milano, Cremona e Genova. Ebbe molti allievi, fra i quali Carlo Beccaria, che si distinse in seguito a Vienna.
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Vera Nemtchinova
Ballerina e insegnante di danza, moglie di Anatolij Obukhov (Mosca, 1899 - New York, 22-7-1984). Allieva privata della Nelidova e di E. Anderson, nel 1915 entrò nella compagnia dei «Ballets Russes» di Diaghilev, esordendo come solista nel 1916 in Les Sylphides. Perfezionatasi con Cecchetti, si affermò a Montecarlo in Les Biches (1920) di Poulenc e Les Matelots (1925) di Auric, coreografa la Nijinska; dopo altre lezioni prese da N. Legat, nel 1927 lasciò la compagnia di Diaghilev e fece parte per breve tempo delle compagnie organizzate da C. B. Cochran a Londra e da Mordkin negli Stati Uniti; nel 1929 formò con A. Dolin e Anatolij Obukhov il «Nemtchinova-Dolin Ballet», che ebbe la durata di un anno. Nel 1930, sposato Anatolij Obukhov, divenne prima ballerina della compagnia dell'Opera di Kaunas, con la quale compì anche tournées a Londra (1935), cogliendo particolare successo in Raymonda di Glazunov, Coppélia di Delibes e Giselle di Adam. Passata nel 1936 al «Ballet Russe» di Montecarlo di R. Blum, compì una tournée in Australia e nel 1937 sostituì la Markova nel «Markova-Dolin Ballet»; danzò poi come ospite nel balletto di De Basil e in altre compagnie. Nel 1946 si stabilì a New York quale insegnante di danza presso la Ballet Arts School.
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Nadia Nerina
(prop. Nerine Judd). Ballerina inglese di origine sudafricana (Città del Capo, 21-10-1927). Allieva di S. Keegan, D. McHair e H. Grinter in Sud-Africa, si è trasferita nel 1945 a Londra dove ha frequentato la Rambert School e la Scuola del Sadler’s Wells, nella cui comp. è entrata nel 1946 (solista nel 1947 e prima ballerina nel 1951), mettendosi in luce soprattutto in Spectre de la rose e Carnaval di Fokine e in Don Juan e Cinderella di Ashton. Ha ripreso tutto il repertorio della Fonteyn, e si è esibita come ospite in Sud-Africa, ad Ankara, in Spagna e in Francia. Membro d’onore della «Cecchetti Society», nel 1966 si è ritirata dalle scene. Impostasi per la perfezione virtuosistica della tecnica e per la versatilità del carattere che le ha permesso di interpretare ruoli diversissimi tra loro, ha creato le parti principali di balletti di Howard, Ashton (Variations on a Theme of Purcell, La Fille mal gardée, ecc.), Cranko, MacMillan, Helpmann e Darrell.
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John Neumeier
Ballerino, coreografo e direttore di ballo americano (Milwaukee, 24-2-1942). Allievo di Sheila Reilly a Milwaukee, di B. Stone e W. Carmryn a Chicago, di V. Volkova a Copenaghen e della scuola del Royal Ballet a Londra, dopo aver fatto parte della compagnia di S. Shearer e del balletto di Stoccarda (1963-69), è stato nominato direttore di ballo a Francoforte sul Meno e, nel 1973, dell'Opera di Amburgo. Attivo anche come coreografo dal 1968, ha inoltre lavorato per altre compagnie americane ed europee. Tra le sue coreografie figurano Dämmern (mus. Skrjabin), Hamlet Connotations (Copland), Meyerbeer/Schumann, Don Juan (Gluck), 5 balletti su altrettante sinfonie di Mahler, di cui l’ultimo sulla Sesta nell’aprile ’84.
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Augusta Wilhelmine Nielsen
Danzatrice danese (Copenaghen, 20-2-1822 - ivi, 29-3-1902). Allieva di Bournonville al Kongelige Theater, nel 1839 succedette alla Grahn come prima ballerina del «Kongelige Danske Ballet» esordendo nelle Sylphiden di H. S. Kovenskiold (coreografia di Bournonville). Solista della compagnia dal 1840, l’anno seguente si perfezionò a Parigi con Perrot e, malgrado le offerte da parte dell’Opéra, ne rifiutò le scritture anche dopo i successi nei pas-de-deux della Juive e del Guillaume Tell, e tornò in patria, applaudita interprete dei balletti di Bournonville. Scoppiato uno scandalo per la sua relazione col principe Federico d'Assia, nipote del re Cristiano VIII, si ritirò dalle scene nel 1849. Fu la più importante danzatrice romantica danese dopo la Grahn.
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Bronislava Nijinska
(pol. Bronislawa Nizynska; russo Bronislava Formzinicna Nizinskaja). Ballerina, coreografa e insegnante, sorella di Vaslaw Nijinsky (Minsk, 8-1-1891 - Pacific Palisades, Los Angeles, 22-2-1972). Allieva di Cecchetti alla Scuola Imperiale di Pietroburgo dal 1900 e, successivamente, del proprio fratello e di Fokine, si diplomò nel 1908 e nel 1909 entrò a far parte del corpo di ballo della prima compagnia dei «Ballets Russes» di Diaghilev. Dopo essersi esibita in Carnaval (R. Schumann, 1910), creando la parte di Papillon, in Narcisse (Cerepnin, 1911) e Pétrouchka (1912), coreografati da Fokine, seguì il fratello nel 1913 al tempo della sua rottura con Diaghilev. Come coreografa debuttò a Pietroburgo all’inizio della Prima Guerra Mondiale con La tabatière (Ljadov, 1914) e fondò nel 1915 a Kiev una scuola di ballo, dove ebbe come allievo S. Lifar. Rientrata per breve tempo nella compagnia di Diaghilev nel 1921, la lasciò nello stesso anno per divenire ballerina e coreografa di Massine, coreografando per lui alcuni dei suoi migliori balletti, Les noces (Stravinskij), Les biches (Poulenc, 1924), Le train bleu (Milhaud, 1924), Roméo et Juliette (Lambert, 1926). Successivamente (1928-29) creò fra l’altro per Ida Rubinstein Le baiser de la fée (Stravinskij) e per l’Opéra Russe à Paris (1930-31) Capriccio espagnol (Rimskij-Korsakov) e le danze per Ruslan e Ljudmila (Glinka) e Sadko (Rimskij-Korsakov). L’anno seguente (1932) fondò a Parigi una compagnia propria, i «Théatre de danse», che nel 1934 prese il nome di «Ballets Russes de Mme Nijinska». Dopo aver collaborato con il «Ballet Russe de Monte Carlo» di De Basil e diretto per un anno il «Ballet Polonais» a Parigi (1937), si stabilì negli Stati Uniti, continuando tuttavia a collaborare con compagnie di balletti europei, fra cui in primo luogo il «Grand Ballet du Marquis de Cuevas», del quale fu maestra di ballo dopo il 1945. Notevole la sua attività di insegnante, specialmente a Los Angeles, dove aprì una scuola nel 1938. Negli ultimi anni creò ancora le coreografie per Les Biches (1964) e Les Noces (1966) al «Royal Ballet».
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Kyra Nijinska
Ballerina e coreografa, figlia di Vaslaw Nijinsky (Vienna, 19-6-1914). Ha lavorato con S. Lifar e L. Massine presso il «Ballet Russe de Monte Carlo» e dal 1940 al 1946 ha tenuto una propria scuola di danza a Firenze. Si è poi stabilita a San Francisco. L’ultima sua comparsa come ballerina è avvenuta nel 1959.
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Vaslaw Nijinsky
(pol. Waclaw; russo Vatslav Fomic). Ballerino e coreografo (Kiev, secondo il certificato di batt., 17-12-1889, mentre secondo altre fonti, 12-3-1888 - Londra, 8-4-1950). Figlio di un ballerino polacco, nel 1900 entrò nella Scuola Imperiale di danza di Pietroburgo, dove ebbe come insegnanti N. Legat, M. Obuchov e P. Gerdt. Dopo aver debuttato (1905) in Aci e Galatea (mus. Kadeltz) al Teatro Mariinskij e aver colto buoni successi con il coreografo Fokine in Padiglione d'Armida (N. N. Cerepnin, 1907), Notti egiziane (A. Arenskij), Chopiniana (1908) e altri altri balletti, si diplomò a Pietroburgo nel 1908 e fece il suo esordio ufficiale nella Foresta incantata (R. Drigo) su coreografia di Petipa. I successi ottenuti, anche accanto a grandi danzatrici come la Pavlova e la Préobrajenska, gli valsero nel 1909 una scrittura da parte di Diaghilev per la prima stagione dei «Ballets Russes» a Parigi: ebbe così modo di perfezionare il suo stile con Cecchetti e di raggiungere una potenza tecnica e espressiva prodigiose. Successi clamorosi e scandali, dovuti alla novità e all’audacia dell’interpretazione, si alternarono alle rappresentazioni di Giselle (A. Ch. Adam), Le spectre de la rose (C. M. von Weber e H. Berlioz, Montecarlo, 1911), Pétrouchka (Stravinskij, Parigi, 1911), L’après-midi d'un faune (Debussy, ivi, 1912), Sacre du printemps (Stravinskij, 1912). Nel 1913, durante una tournée dei «Ballets Russes» in Argentina, si sposò con Romola de Pulski, membro del corpo di ballo, provocando la rottura con Diaghilev e l’inizio della rovina della propria carriera. Dopo il fallimento della compagnia da lui organizzata a Londra con la sorella (1914) e la sospensione dell’attività dovuta alla Prima Guerra Mondiale, colse ancora successi clamorosi a New York (1916), in molti degli Stati Uniti (1917), in Spagna e Sud-America, ma nello stesso anno diede segni di squilibrio mentale e nel 1919 dovette essere internato in una casa di cura a St. Moritz, in Svizzera, dove si era stabilito nel 1916. Ne uscì 20 anni dopo e si stabilì in Inghilterra, senza peraltro essere mai del tutto guarito. Eccelse non soltanto come interprete, ma anche come coreografo e innovatore in L’après-midi d’un faune e Jeux di Debussy, Le sacre du printemps, e Till Eulenspiegel (R. Strauss). Viene considerato uno dei massimi esponenti della storia del balletto; ispirandosi alla sua figura, Béjart compose nel 1971 il balletto Nijinsky, Clown de Dieu.
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Alice Nikitina
Alwin Nikolais
Danzatore, coreografo, insegnante e direttore di compagnia americano (Southington, Connecticut; 25-11-1912). Ha studiato a New York con H. Holm, Graham, Humphrey, Weidman e Horst. Ha ideato la sua prima coreografia nel 1939, Eight Column Line; nel 1948 è diventato direttore a New York della Henry Street Playhouse e qui ha formato una propria compagnia di danzatori per un tipo di danza sperimentale in cui concorrono, con pari importanza, vari elementi (luci, materiali, elementi scenici, suoni spesso elettronici e danzatori); in questo tipo di spettacolo Nikolais è autore, direttore, coreografo, compositore, disegnatore e direttore delle luci. Dal 1968 si presenta regolarmente anche in Europa. Fra le sue creazioni più importanti citiamo: Masks, Props and Mobiles (1953); Kaleidoscope (1956); Totem (1959); Sanctum (1964); Echo (1969); Structures (1970); Grotto (1973); The Tribe (1975).
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Lise Noblet
Ballerina francese (Parigi, 24-11-1801 - ivi, settembre 1852). Allieva della scuola di ballo dell’Opéra, dopo aver partecipato a due divertissements operistici, debuttò ufficialmente nel 1819 in La Caravane du Caire di Grétry e, subito notata, fu nominata remplacement. Dal 1821 alternò la propria attività fra Londra (King's Theatre) e Parigi fino al 1824, lavorando poi quasi esclusivamente in questa città, dove si esibì in un gran numero di balletti e divertissements e creò molti ruoli fra cui quelli di Fenella in La muette de Portici di Auber (1828), di Effie in La Sylphide di J. Schneitzhoeffer (1832), accanto alla Taglioni, e di Phoebé in Diable Amoureux di Benoist e Reber (1840). Fu una delle interpreti preferite da Aumer e da F. Taglioni e prese parte alle prime rappresentazioni delle opere Le siège de Corinthe (1826) e Moise et Pharaon (1827) di Rossini, Le Dieu et la bayadère di Auber (1830) e La Juive di Halévy (1835). Rivale della Elssler, fu molto ammirata da Th. Gautier che lodò pure la sua interpretazione di danze spagnole in El Jaleo de Jerez.
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Gianni Notari
(pseud. di Giovanni Perugini). Ballerino, insegnante e coreografo italiano (Roma, 12-1-1938). Ha studiato danza alla Scuola di ballo dell'Opera di Roma e si è perfezionato in seguito sotto la guida di noti danzatori e coreografi, fra i quali A. Dolin. Dopo aver debuttato alla Scala nel 1957 in Sebastian di Menotti e aver partecipato accanto a C. Fracci alla prima assoluta di Rappresentazione di Adamo ed Eva di Rota, ha colto ottimi successi in Capriccio spagnolo di Rimskij-Korsakov, La Valse di Ravel (1957-58) e Petrushka, sempre facendo parte del complesso scaligero. Primo ballerino all'Opera di Roma, si è distinto in Giselle (1964-65) e in alcune interpretazioni di balletti moderni: Figliol prodigo (1959-1960) di Prokofev; Memorie dall’ignoto (1958-59) e Hungarica (1960-61) di B. Bartok; Danses concertantes (1963-64) di Stravinsky, e altri. Attualmente, oltre a essere attivo come coreografo in ogni campo teatrale, dalla prosa, al balletto, all'opera lirica, dirige il gruppo «Nouveau Théatre du Ballet International» a Venezia.
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Luciana Novaro
Ballerina e coreografa italiana (Genova, 3-3-1923). Ha frequentato i corsi di P. Giussani e di E. Mazzucchelli alla Scuola di ballo della Scala. Nel 1939 ha esordito nelle danze del Principe Igor e ne La belle au bois dormant (Carabosse). Diplomatasi nel 1941, nella stagione 1941-42 è divenuta prima ballerina della Scala. Nel 1943, dopo aver interpretato il Bolero, si è dedicata allo studio delle danze folcloristiche e, in particolare, della danza spagnola. Negli anni Cinquanta ha interpretato numerosi balletti, fra i quali España di Mariemma (1955) e El amor brujo di Antonio (1956). Nel 1951 ha iniziato l’attività coreografica con alcuni divertissements d’opera al Teatro Municipal di San Paolo. Da allora ha curato la coreografia di numerosi balletti, fra i quali Jeu de cartes di Stravinskij (Milano, 1959), Dafni e Cloe di Ravel, España di Chabrier, Coppelia, Le donne di buon umore di Tommasini (Milanò, 1961), Le rossignol di Stravinskij (Chicago, Lyric Opera, 1968), L’amore stregone di Falla (Verona, 1970). Dal 1962 al ’64 direttrice del corpo di ballo della Scala di Milano, ha ricoperto più volte la medesima carica all'Arena di Verona. Dirige a Milano la scuola di danza accademica del Circolo della Stampa. Si dedica anche alla regia.
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Jean-Georges Noverre
Coreografo, ballerino e teorico francese della danza (Parigi, 29-4-1727 - St. Germain-en-Laye, 19-10-1810). Allievo di L. Dupré e amico della Sallé, esordì come ballerino nel 1743 in Ambigu de la folie di Favart (parodia delle Indes galantes di Rameau), prima all’Opéra-comique della Foire St. Laurent a Parigi e poi alla corte di Luigi XV a Fontainebleau. Dopo qualche anno di attività nel corpo di ballo dell'Opera di Berlino (1744-47), fu a Dresda, Parigi e Strasburgo, dove probabilmente conobbe la ballerina Marguerite Sauveur, divenuta poi sua moglie, indi a Marsiglia e a Lione, che lo vide sulle scene accanto alla Camargo. Nel 1754 fu nominato maître de ballet all’Opéra-comique, ottenendo il primo successo come coreografo con i balletti-pantomima Les fétes chinoises e La fontaine de Jouvence, cui seguirono, con altri, Les réjouissances flamandes (1755), ove applicò per la prima volta le sue teorie innovatrici. Dal 1755 al 1757, su invito di D. Garrick fu a Londra: la situazione politica, ostile alla Francia, determinò il fallimento dell’impresa, ma non pregiudicò l'amicizia con Garrick, che gli fu di aiuto e suggerimento nella precisazione della sua riforma del balletto. Nel 1758, scritturato come maître de ballet dell’Opéra di Lione, coreografò un buon numero di opere fra cui Les caprices de Galathée, L’amour corsaire e La mort d’Ajax; nel 1760 pubblicò le Lettres sur la danse, dedicate al duca del Württemberg. Invitato nello stesso anno dal duca, inscenò alla corte di Stoccarda alcune delle sue migliori coreografie (Médée et Jason, 1763; Psyché et l'amour; Vénus et Adonis), nelle quali mise in pratica le sue innovazioni. Nel 1767 venne chiamato a Vienna e, nominato maître de ballet dell’imperatrice Maria Teresa e della sua famiglia, si trattenne a corte fino al 1774; in questo periodo fondò una Theatral-Tanzschule per fanciulli e creò oltre 50 balletti, fra cui alcuni dei suoi capolavori. Dal 1774 al 1776, sempre alle dipendenze della famiglia imperiale, fu attivo a Milano, al posto dell’Angiolini inviato a Vienna, con il quale era scoppiata nel frattempo la querelle sulla priorità del ballet d’action. Nel 1775, incendiatosi il Regio Ducal Teatro di Milano, fece temporaneamente ritorno a Vienna e infine, per interessamento della sua ex-allieva Maria Antonietta, ottenne l’ambita carica di maître de ballet dell’Academie royale de musique, succedendo a G. Vestris, e di direttore delle feste del Trianon; nel 1778 coreografò una nuova versione dei Petits riens di Mozart, di cui divenne amico. Costretto dall’ostilità dell'ambiente dell’Opéra, favorevole agli ex-assistenti di Vestris, M. Gardel e J. Dauberval, a dimettersi dalla carica, si recò a Londra per due volte (1782 e 1788) e vi fece ritorno anche durante la Rivoluzione, creando quella che fu probabilmente la sua ultima coreogtafia, il balletto allegorico che conclude La vittoria, cantata di Paisiello, prima di ritirarsi a St.-Germain-en-Laye.
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Coreografie
Più di 100 balletti, fra i quali, oltre i ricordati: Le jugement de Pàris (1755); L’impromptu du sentiment (1758); La descente d’Orphée (ca. 1760); Les Danaides (1760-66); L’apothéose d’Hercule (1767); Paride e Elena (1770); Roger et Bradamante (1771); Iphigénie en Tauride (1772); Agamemnon vengé (1772); Adéle de Ponthieu (1773); Apelles et Campaspe (1773); Gli Orazi e i Curiazi (1774); Annette et Lubin (1778); Le triomphe de l'amour conjugal (1782).
Più di 100 balletti, fra i quali, oltre i ricordati: Le jugement de Pàris (1755); L’impromptu du sentiment (1758); La descente d’Orphée (ca. 1760); Les Danaides (1760-66); L’apothéose d’Hercule (1767); Paride e Elena (1770); Roger et Bradamante (1771); Iphigénie en Tauride (1772); Agamemnon vengé (1772); Adéle de Ponthieu (1773); Apelles et Campaspe (1773); Gli Orazi e i Curiazi (1774); Annette et Lubin (1778); Le triomphe de l'amour conjugal (1782).
Rudolph Nureyev
(Rudolf Nureev). Ballerino sovietico naturalizzato inglese e poi austriaco (in viaggio tra il lago Bajkal e Irkutsk, 17-3-1938). Attratto dalla danza fin dall'infanzia, che ha passato prima a Vladivostok e a Mosca e poi a Cichuna, sobborgo della città di Ufa in Baschiria, ha imparato le danze popolari delle repubbliche sovietiche nell’ambito dell’organizzazione della gioventù. Dopo aver debuttato a 15 anni con l'Opera di Ufa, finalmente nel 1955 è potuto entrare ormai diciassettenne nella scuola di danza del Teatro Kirov di Leningrado, dove, studiando assiduamente assistito dal maestro A. Puskin, ha potuto in soli 3 anni raggiungere i risultati di 9-10 anni di studio. Ha debuttato nel 1958 al Concorso Nazionale di Danza nei pas de deux del Corsaire e di Esmeralda e nelle variazioni di Gajaneh, brevi brani da concerto che sono rimasti anche in seguito i suoi pezzi di bravura. Prima di ultimare gli studi è entrato nella compagnia del Kirov (1958) e nella stagione 1958-59 vi è stato assunto stabilmente: sebbene indisciplinato e ribelle ha ottenuto subito ruoli di primo ballerino anche nelle tournées compiute all’estero. Nel 1961 l'enorme successo personale ottenuto al suo debutto a Parigi nella Bayadère è stato probabilmente una delle ragioni che hanno deciso il direttore artistico Sergeev e le superiori autorità a rimandare Nureyev a Mosca, senza farlo partecipare alla successiva tournée londinese: al momento della partenza il danzatore ha deciso improvvisamente di chiedere asilo politico alle autorità francesi. Fin qui le notizie provenienti dall’autobiografia di Nureyev, unica fonte di informazione. Rimasto in Occidente, ha accettato l’invito del «Grand Ballet du Marquis de Cuevas» nuovamente costituito e con la sua compagnia si è esibito in Germania, Danimarca, Israele, Italia. Dopo alcune prestazioni televisive, anche negli Stati Uniti, chiamato nel 1962 dal «Royal Ballet» come ballerino ospite, è entrato a far parte della compagnia, pur continuando a mantenere i privilegi del guest artist, e lo stesso anno ha acquisito la cittadinanza inglese. Divenuto partner di M. Fonteyn, insieme con lei ha ottenuto consensi entusiastici a Londra e nei maggiori teatri del mondo, e con la compagnia del «Royal Ballet» è apparso in periodiche tournées in Europa e in America. Dotato di una non comune «presenza» scenica, è stato ospite delle maggiori compagnie del mondo; nel 1972 ha interpretato il film I am a Dancer, e nel 1977 è stato protagonista del film Valentino di K. Russell. È stato insignito del «Dance Magazine Award» nel 1973; il 15-12-1981 è divenuto cittadino austriaco. Nell’autunno 1983 ha assunto la direzione del ballo dell’Opéra di Parigi. Come danzatore ha colto i maggiori successi interpretando Giselle, Antigone, La bayadère, Raymonda, Il lago dei cigni, Das Blumenfest von Genzano, Romeo e Giulietta, Don Chisciotte, ma ha ottenuto ampi consensi anche in ruoli del repertorio moderno. Come coreografo si è distinto quale «ricostruttore» di coreografie classiche (Raymonda di Glazunov, Lago dei cigni e Bella addormentata), ma anche creandone di originali, quali quelle per la «prima» dell’op. Tancredi di H. W. Henze (Vienna, 1966) e per il proprio balletto Washington Square, ispirato a H. James e su musica di Ch. E. Ives (Parigi, 1985).
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