Roland Petit
Chéri
14-02-1996 - Milano, Teatro alla Scala
Balletto in undici quadri tratto dai romanzi Chéri e La Fine di Chéri di Colette
Coreografia: Roland Petit
Musica: Francis Poulenc
Direttore d'orchestra: Paul Connelly
Scene e costumi: Luisa Spinatelli
CAST
Chéri: Massimo Murru
Lea: Carla Fracci
Edmée: Sabrina Brazzo
Madame Peloux, la madre: Ornella Costalunga
Il maggiordomo: Oliver Holland
Il dottore: Domenico Di Bisceglie
La madre di Edmée: Laura Costa
Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
Coreografia: Roland Petit
Musica: Francis Poulenc
Direttore d'orchestra: Paul Connelly
Scene e costumi: Luisa Spinatelli
CAST
Chéri: Massimo Murru
Lea: Carla Fracci
Edmée: Sabrina Brazzo
Madame Peloux, la madre: Ornella Costalunga
Il maggiordomo: Oliver Holland
Il dottore: Domenico Di Bisceglie
La madre di Edmée: Laura Costa
Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
TRAMA
Lea è una mantenuta che ha trascorso la sua vita tra ricchissimi amanti. Il suo salotto era frequentato dal "tout Paris", Lea vi accoglieva ogni settimana amici artisti, banchieri e uomini d'affari, con la complicità della signora Peloux.
Quadro I -1898, da Lea.
La signora Peloux presenta suo figlio a Lea, che lo battezza subito col nomignolo Chéri.
Quadro II -1907, da Lea.
Chéri è diventato adulto e... inizia a danzare con le signore.
Quadro III -1912, da Lea.
Ora Chéri danza con Lea, sono una coppia perfetta, si conoscono bene, si conosceranno meglio nel quadro successivo.
Quadro IV - Nella camera di Lea, decorata con disegni ispirati dai disegni di Bourdelle che raffigurano Nijinskij e Isadora Duncan.
Chéri ha seguito Lea nella sua camera, non più come un ragazzino, ma come un uomo che la desidera. Lea si traveste da uomo (cosa che accadeva spesso da Colette): è evidente che sta iniziando tra loro un legame equivoco, fonte comunque di autentici momenti di felicità.
Quadro V - Da Madame Peloux.
Lo spensierato Chéri ha deciso di sposare Edmée, ricca ereditiera. La presenta a Lea, che ha un mancamento e se ne va.
Quadro Vl - Nella camera di Lea.
Lea, sola, pensa a Chéri. La rottura con lui e stata troppo crudele. Lea non vedrà più Chéri eppure lui e sempre lì, la vuole per un'ultima notte. Lea lo respinge e lo caccia via. Lea è smarrita.
Quadro Vll - Parigi, durante la guerra 1914-18. Piove.
Chéri torna dalla guerra, dichiarandosi ammalato.
Quadro Vlll - Da Edmée, moglie di Chéri.
Chéri è tornato a casa, si annoia. Va all'avventura.
Quadro IX - In una mansarda.
Chéri è da una vecchia prostituta che gli procura la droga di cui lui ha bisogno per distrarsi dallo spleen che lo rode e lo assale. Pensa a Lea. Sogna di Lea, cercando di resuscitare la felicità della sua lunga adolescenza.
Quadro X - Da Lea.
Lea è diventata una donna che porta sulle spalle il peso degli anni. L'amore non fa più per lei. Chéri è ossessionato dal ricordo e la cerca. Ma Lea non è piú la stessa e Chéri se ne va disperato.
Quadro Xl - Sui bordi della Senna. Chéri vive il "gusto dell'infelicità".
Si uccide, gettandosi nella Senna.
Quadro I -1898, da Lea.
La signora Peloux presenta suo figlio a Lea, che lo battezza subito col nomignolo Chéri.
Quadro II -1907, da Lea.
Chéri è diventato adulto e... inizia a danzare con le signore.
Quadro III -1912, da Lea.
Ora Chéri danza con Lea, sono una coppia perfetta, si conoscono bene, si conosceranno meglio nel quadro successivo.
Quadro IV - Nella camera di Lea, decorata con disegni ispirati dai disegni di Bourdelle che raffigurano Nijinskij e Isadora Duncan.
Chéri ha seguito Lea nella sua camera, non più come un ragazzino, ma come un uomo che la desidera. Lea si traveste da uomo (cosa che accadeva spesso da Colette): è evidente che sta iniziando tra loro un legame equivoco, fonte comunque di autentici momenti di felicità.
Quadro V - Da Madame Peloux.
Lo spensierato Chéri ha deciso di sposare Edmée, ricca ereditiera. La presenta a Lea, che ha un mancamento e se ne va.
Quadro Vl - Nella camera di Lea.
Lea, sola, pensa a Chéri. La rottura con lui e stata troppo crudele. Lea non vedrà più Chéri eppure lui e sempre lì, la vuole per un'ultima notte. Lea lo respinge e lo caccia via. Lea è smarrita.
Quadro Vll - Parigi, durante la guerra 1914-18. Piove.
Chéri torna dalla guerra, dichiarandosi ammalato.
Quadro Vlll - Da Edmée, moglie di Chéri.
Chéri è tornato a casa, si annoia. Va all'avventura.
Quadro IX - In una mansarda.
Chéri è da una vecchia prostituta che gli procura la droga di cui lui ha bisogno per distrarsi dallo spleen che lo rode e lo assale. Pensa a Lea. Sogna di Lea, cercando di resuscitare la felicità della sua lunga adolescenza.
Quadro X - Da Lea.
Lea è diventata una donna che porta sulle spalle il peso degli anni. L'amore non fa più per lei. Chéri è ossessionato dal ricordo e la cerca. Ma Lea non è piú la stessa e Chéri se ne va disperato.
Quadro Xl - Sui bordi della Senna. Chéri vive il "gusto dell'infelicità".
Si uccide, gettandosi nella Senna.
GALLERY
APPROFONDIMENTO
"Me l' ha chiesto la divina Margot Fonteyn, me l' ha chiesto la mia adorata moglie Zizi Jeanmaire: ma è solo per Carla Fracci che mi sono deciso a farlo".
Roland Petit, ballerino e coreografo celebre, esuberante e allegro, grande e quasi regale, 72 anni, 80 chili, regala alla nostra ballerina il desiderio di tutte le star della danza che scivolano lungo la china degli anni, e sentono il loro corpo leggero e giovane, corroso dall' ansia di continuare a danzare: e magari gli pare incongruente affrontare per la millesima volta a sessant' anni, l' adolescente Giulietta e vorrebbero vivere la stravaganza di un personaggio maturo che si esprime con la danza, immagine massima di leggiadria e giovinezza. Così Carla Fracci festeggerà i suoi 60 anni di vita e i 50 di danza alla Scala, con una novità assoluta (in scena il 14 febbraio) che Petit ha tratto da due romanzi di Colette, "Chéri" e "La fine di Chéri": sarà Léa, la bella cortigiana parigina, che ha 49 anni quando, nel 1912, diventa l' amatissima amante del volubile e viziato Chéri, un ragazzo di vent' anni. "Ho conosciuto Colette negli anni ' 40, perché era amica e vicina di casa di Jean Cocteau: era una vecchia grassa molto spettinata, ricordo i piedi gonfi nelle ciabatte. Mi spiace di non averla vista in scena, quando interpretava la sua Léa a teatro, negli anni '20. Ho visto purtroppo più tardi Jean Marais interpretare Chéri: bello ma come attore, quasi zero. Gli ho scritto per fargli sapere che adesso Chéri è diventato un balletto, e il suo ruolo lo farà uno sconosciuto meraviglioso ballerino del corpo di ballo della Scala, Massimo Murru". Petit perde quasi la testa parlando di questo ragazzo, lui che ha lavorato con i più grandi, da Nureyev a Babilée, a Baryshnikov. "Assomiglia a quell' uomo generoso e meraviglioso che è stato Jean Cocteau: è cupo come un monaco, introverso, con una grande forza drammatica, una tecnica perfetta. Quando l' ho visto danzare mi sono venute le lacrime agli occhi, è uno dei più grandi artisti del mondo, un vero miracolo". La Scala per questa nuova realizzazione cui dà molta importanza, avrebbe voluto, accanto a Carla Fracci, un grande nome internazionale. "Ma per fortuna erano già impegnati, e quelli liberi sono sui 35 anni, troppo vecchi per Chéri. A Milano avete una grande star ancora sconosciuta, sappiate apprezzarla. Insieme, Carla e Massimo sono di grande bellezza, esprimono l' amore impossibile tra una donna che invecchia e un ragazzo, con slancio e senso di perdita, con tenerezza e passione". Colette pubblicò la scandalosa storia di Chéri nel 1920, a puntate su "La vie Parisienne", e "La fine di Chéri" nel 1926: è tra l' uno e l' altro che vive la sua appassionata storia d' amore con Bertrand de Jouvenel, figlio di primo letto del suo secondo, ma non ultimo marito Henry. Nella vita quindi le accade quello che ha già raccontato di Léa e Chéri: Bertrand è bello, alto, magro, timido e ha 16 anni, Colette ne ha 47, è piccola e disordinata, mangia tantissimo e pesa 81 chili, è celebre e circondata da grandi artisti. Scriverà "La fine di Chéri" quando avrà lasciato, lei, l' inquieto Bertrand, che si sposa senza amore mentre lei ha già trovato un nuovo affascinante e giovane compagno (che diventerà dieci anni dopo il suo terzo marito). Poiché la finzione ha creato la realtà, nel personaggio di Léa ci sarà qualcosa di Colette e in quello di Chéri qualcosa di Bertrand. "In una sola scena ho giocato sull' intreccio dei due personaggi femminili, quello del romanzo e quello reale; al primo incontro d' amore, Carla Fracci raccoglie l' abito di Massimo e dietro un separé lo indossa come faceva Colette, che amava vestirsi da uomo come le signore di allora in odore di perdizione lesbica. Forse le farò mettere anche una parrucca crespa rossa, per ricordare la pettinatura della scrittrice, come la disegnò Cocteau. Per Massimo invece ho inventato una scena ispirata a un fatto della mia giovinezza: venne a trovarmi un mio amico ventenne, il figlio dell' attore Edward G. Robinson, che voleva assolutamente conoscere Arletty, allora cinquantenne. Lei ci ricevette senza alzarsi dal letto e il mio amico senza dire una parola si spogliò e le saltò addosso. Massimo farà lo stesso con Carla". Per seguire la storia d' amore che finirà col suicidio di Chéri, Roland Petit ha scelto musiche di Francis Poulenc "perché ha il gusto dell' infelicità, e si adatta alla fragilità di un incontro mancato, all' ombra di un amour-passion" impossibile. Ho conosciuto Poulenc in casa del suo amico Christian Bérard, e ne ricordo il viso da clown triste, mentre parlava malinconicamente delle sue future opere. Questo balletto è certo un omaggio alla Fracci, ma anche a quei personaggi come Colette, come Cocteau, come Poulenc e Bérard che hanno animato uno dei periodi più creativi di Parigi". Petit ha pubblicato un libro "J' ai dansé sur le flot" di eleganti pettegolezzi tra Hollywood e Parigi, in cui racconta anche perché fuggì dalla Scala anni fa, dopo il disastro dell' "Angelo azzurro" con una Milva "che cantava divinamente. Ma tutto il resto era un vero bordello. Mi ero giurato che mai più sarei tornato nel vostro teatro. Ma l' idea di lavorare ancora con Carla mi ha incantato e il balletto ormai funziona molto bene. E poi, se non fossi tornato a Milano, non avrei incontrato quell' assoluto genio della danza che è Murru". Natalia Aspesi Per la Fracci faccio rivivere lo scandalo Chéri La Repubblica, 09 febbraio 1996 CURIOSITA'
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