Erika Hanka
Louis-Xavier-Stanislas Henry
Louis-Xavier-Stanislas Henry, Ballerino e coreografo francese (Versailles, 7-3-1784 - Napoli, 4-11-1836). Allievo di Deshayes sr., Gardel e Coulon alla scuola di ballo dell’Opéra, debuttò come danseur noble in quel teatro nel 1803, iniziando senza molto successo l’attività di coreografo nel 1805. Dopo aver creato, tra le altre, la coreografie per Les petits savoyards di Piccinni e Darondeau (1807) per il Théatre de la Porte-Saint-Martin, entrò alla Scala come primo ballerino, affermandosi come mimo e nel repertorio di demi-caractère. Come coreografo subì profondamente l’influenza di Viganò e di Gioia, e ottenne grandi successi al Teatro San Carlo di Napoli, a Vienna e a Parigi, che lasciò però nuovamente per il San Carlo di Napoli nel 1836, in seguito alla caduta del suo ballo L’île des pirates. A Napoli morì poco dopo per colera. Fu l’autore di oltre 125 balli, tra i quali Otello (musiche di Gallenberg), Hamlet (Id.), Aladino, ossia La lampada maravigliosa (Id.), Ismaens Grab (Id.), Orpheus und Euridice (Id.), La Silfide (Carlini), Guglielmo Tell (Pugni, Rossini e altri), ecc. Seguendo i canoni dello stile italiano più che non quelli dello stile francese, amò le coreografie grandiose, con macchinari complicati, scenari fantastici e movimenti di masse.
Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. UTET, Torino, 1990 |
Eske Holm
Ballerino e coreografo danese (Copenaghen, 19-3-1940). Allievo della Scuola del Balletto Reale Danese, è entrato nella compagnia nel 1958 e ne è divenuto solista nel 1965. Si è poi dedicato alla coreografia (1964), creando balletti di grande successo (anche produzioni televisive); in veste di coreografo ha lavorato sia per il Balletto Reale Danese sia per il «Cullberg Ballet». Fra le sue creazioni si ricordano Agon (1967) e L'uccello di fuoco (1972; vers. televisiva 1974) di Stravinskij, e Chronic (1974) su mus. di M. Winkel.
Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. UTET, Torino, 1990 |
Eleanor Hovda
Compositrice, pianista, ballerina e coreografa americana, nata a Duluth, Minnesota, il 27 marzo 1940, morta a Springdale, Arkansas il 12 novembre 2009. Ha frequentato il Randolph-Macon Women's College e l’American Univ., diplomandosi nel 1963; in seguito ha studiato composizione alla Yale University School of Music e all'Università dell'Illinois. Allieva di Stockhausen a Colonia e a New York, nel 1971 ha conseguito anche il diploma di danza presso il Sarah Lawrence College, proseguendo poi gli studi con L. Dlugoszewski e presso gli Eric Hawkins and Merce Cunningham Studios. Insegna danza moderna al College di St. Scholastica ed è direttore esecutivo dell’Arrowhead Regional Arts Council; inoltre tiene corsi al Sarah Lawrence College e alla Wesleyan University.
Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. UTET, Torino, 1990 |
Doris Humphrey
Nata a Oak Park, Illinois, Stati Uniti il 17 ottobre 1895, morta a New York il 29 dicembre 1958. Doris nasce nella periferia di Chicago; la madre pianista l'avvia alla musica, studia la danza ritmica Dalcroze, la danza folkloristica, la classica e di Salone. Mary Wood Hinman nota immediatamente le sue doti precoci. Entra nella Denishawn School nel 1917 dove vive un momento felice per lei; balla ai Denishawn Dancers, lì realizza le sue prime coreografie e diventa insegnante. Nel 1928 con C. Weidman forma un gruppo a New York che comprendeva una scuola dove iniziò, tra gli altri, J. Limon e una compagnia che crea numerosi spettacoli: Water Music (1928), The Life or the Bee (1929), The Shakers (1931)...
Raggiunge l'apice della sua evoluzione artistica nella sua Trilogia: New Dance (1935), With my Red Fires (1936) e Theatre Piece (1936). Discute delle costrizioni sociali e confronta le concezioni idealistiche e il reale. Nel 1944, il suo stato di salute la costringe ad allontanarsi dalle scene. Il suo discepolo, J. Limon, la nomina nel 1946 Direttrice Artistica della sua giovane compagnia. Ha poi firmato diverse opere importanti: The Story of Mankind (1946), Lament for Ignacio Sanchez Mejias (1946), Day on Earth (1947), Ritmo Jondo (1953) e Dance Overture (1957). Appassionata alla trasmissione del sapere, ha insegnato in numerose scuole e università. Stava preparando per lo Juilliard Dance Theater che aveva fondato nel 1955, una coreografia sul Concerto Brandeburghese n°4 di J.–S. Bach che però non è riuscita a terminare. Esplorando le possibilità motorie del corpo, conclude che “il movimento si situa su un arco teso tra due morti”; due situazioni sono totalmente immobili e quindi morte: la posizione eretta in perfetto equilibrio e la posizione sdraiata. Concepisce una tecnica che “si riassume in due atti: allontanarsi da una posizione di equilibrio e ritornarvi. Cadere e riprendersi (Fall and Recovery) costituisce l’essenza stessa del movimento”. Questa tecnica è alla base di quella di J. Limon. È una delle personalità più importanti della Modern Dance americana. Doris Humphrey ha presentato i suoi principi coreografici in The Art of Making Dances (Costruire la Danza). Danse Magazine |