Maurice Bejart
Boléro
10-01-1961 - Bruxelles, Théàtre de la Monnaie
16-01-1979 - Parigi, Palais des Sports
08-06-1979 - Parigi, Palais Garnier, Théàtre de l'Opéra
16-01-1979 - Parigi, Palais des Sports
08-06-1979 - Parigi, Palais Garnier, Théàtre de l'Opéra
Boléro (1961)
10-01-1961 - Bruxelles, Théàtre Royal de la Monnaie
Balletto in un atto (una donna e degli uomini)
Coreografia: Maurice Bejart
Musica: Maurice Ravel
Direttore d'orchestra: André Vandernoot (Orchestre symphonique de la Monnaie)
Scene e costumi: Maurice Bejart
Luci: Dominique Roman
CAST
La Mélodie: Duska Sifnios
le Rythme: Franky Arras, Patrick Belda, Franco Romano, Flavio Bennati, Paolo Bortoluzzi, Vittorio Biagi, Guy Brasseur, Joachim Canisius, Antonio Cano, Germinal Casado, Pierre Dobrievich, Roland Dimitri, Daniel Lambo, Jörg Lanner, André Leclair, Serge Marakoff, Arnold Poels, Jacques Sausin.
Ballet du XXe siècle
10-01-1961 - Bruxelles, Théàtre Royal de la Monnaie
Balletto in un atto (una donna e degli uomini)
Coreografia: Maurice Bejart
Musica: Maurice Ravel
Direttore d'orchestra: André Vandernoot (Orchestre symphonique de la Monnaie)
Scene e costumi: Maurice Bejart
Luci: Dominique Roman
CAST
La Mélodie: Duska Sifnios
le Rythme: Franky Arras, Patrick Belda, Franco Romano, Flavio Bennati, Paolo Bortoluzzi, Vittorio Biagi, Guy Brasseur, Joachim Canisius, Antonio Cano, Germinal Casado, Pierre Dobrievich, Roland Dimitri, Daniel Lambo, Jörg Lanner, André Leclair, Serge Marakoff, Arnold Poels, Jacques Sausin.
Ballet du XXe siècle
Boléro (1979)
16-01-1979 - Parigi, Palais des Sports
Balletto in un atto (un uomo e delle donne)
Coreografia: Maurice Bejart
Musica: Maurice Ravel
Scene e costumi: Maurice Bejart
CAST
La Mélodie: Jorge Donn
le Rythme: Axelle Arnouts, Anouchka Babkine, Sophie Baule, Kim Cassiman, Katalin Csarnoy, Catherine Dethy, Martine Detournay, Judith Eger, Maria Fernandez, Dominique Genevois, Mariette Kemmer, Kyra Kharkevitch, Shonach Mirk, Michèle Mottet, Catherine Verneuil, Catherine Sarrelangue, Agnès Thore, Véronique Lefebvre, Christiane Marchant.
Ballet du XXe siècle
16-01-1979 - Parigi, Palais des Sports
Balletto in un atto (un uomo e delle donne)
Coreografia: Maurice Bejart
Musica: Maurice Ravel
Scene e costumi: Maurice Bejart
CAST
La Mélodie: Jorge Donn
le Rythme: Axelle Arnouts, Anouchka Babkine, Sophie Baule, Kim Cassiman, Katalin Csarnoy, Catherine Dethy, Martine Detournay, Judith Eger, Maria Fernandez, Dominique Genevois, Mariette Kemmer, Kyra Kharkevitch, Shonach Mirk, Michèle Mottet, Catherine Verneuil, Catherine Sarrelangue, Agnès Thore, Véronique Lefebvre, Christiane Marchant.
Ballet du XXe siècle
Boléro (1979)
08-06-1979 - Parigi, Palais Garnier, Théàtre de l'Opéra
Balletto in un atto (un uomo e degli uomini)
Coreografia: Maurice Bejart
Musica: Maurice Ravel
Direttore d'orchestra: Stewart Kershaw
Scene e costumi: Maurice Bejart
Luci: Clément Cayrol
CAST
La Mélodie: Jorge Donn
Ballet de l'Opéra de Paris
08-06-1979 - Parigi, Palais Garnier, Théàtre de l'Opéra
Balletto in un atto (un uomo e degli uomini)
Coreografia: Maurice Bejart
Musica: Maurice Ravel
Direttore d'orchestra: Stewart Kershaw
Scene e costumi: Maurice Bejart
Luci: Clément Cayrol
CAST
La Mélodie: Jorge Donn
Ballet de l'Opéra de Paris
TRAMA
L'idea di base del Boléro di Maurice Bejart è molto semplice. L'ambientazione mostra un grande tavolo circolare rosso al centro della scena, mentre attorno dell'area del palco vi sono delle sedie. Nella produzione originale queste sedie erano occupate da un gruppo di uomini che gradualmente vengono eccitati dalla figura di una bella ragazza che balla sul piano del tavolo come personificazione dell'onnipresente melodia di Ravel. Nel corso degli anni Bejart ha lavorato varie permutazioni sui componenti del pezzo offrendo ora un gruppo di ragazze stimolate dalla presenza di un ballerino sul tavolo e, più recentemente, fornendo un'immagine ancora più focosa con un gruppo di uomini intossicati dalla presenza di un altro uomo sul tavolo. Boléro rimane ostinatamente popolare.
Mary Clarke & Clement Crisp
The Ballet Goer's Guide
Michael Joseph, London
Mary Clarke & Clement Crisp
The Ballet Goer's Guide
Michael Joseph, London
GALLERY
APPROFONDIMENTO
(...) La versione più famosa del Bolero è comunque quella coreografata da Maurice Béjart per il suo Ballet du XXème Siecle rappresentata il 10 gennaio 1961 al Théâtre Royale de la Monnaie di Bruxelles, protagonista Dufka Sifnios, balletto disegnato sulla personalità di questa danzatrice. Un gruppo di ragazzi stanno tutti intorno al tavolo sul quale la protagonista balla, dapprima immobili, poi incitati ed eccitati dal ritmo crescente, sino al parossismo finale.
Da allora, il Bolero di Béjart-Ravel è stato visto molte volte in Italia anche nell’esecuzione di altre compagnie. Ricordiamo le recite all’Arena di Verona nel 1977 (con la compagnia di Béjart al gran completo rinforzata da nostri elementi, fra cui Carla Fracci) e alla Scala, con Luciana Savignano alla quale la parte si adatta a meraviglia. Contrariamente alle versioni precedentemente citate, nelle quali si rimaneva più o meno fedeli ai principi della prima concezione, che vedeva tutto come gioco ambientale, il Bolero béjartiano, come del resto quello millossiano, è volto all’astratto. Con il passare degli anni è stata abbandonata l’illustrazione oleografica di un ambiente per orientarsi sempre più verso una conflittualità di posizioni e, al tempo stesso, di travaglio drammatico scartando gli elementi pittorici al pari di quelli letterari. L’ossessivo plié della ballerina è non solo punteggiatura del ritmo raveliano, ma elemento conduttore del rito e del gioco sino all’incandescenza catartica. A misura che l’irradiazione dell’evolversi musicale aumenta, si compongono cerchi concentrici come emanazione diretta da un punto: quello della donna, illuminata nel centro della scena, come se da un sasso gettato nell’acqua dipartissero tanti circoli piccoli e poi sempre più grandi. Lo stesso coreografo ci descrive la sua opera: «Una melodia, simbolo femminile morbido e caldo, di una inevitabile unicità si avvolge senza posa su se stessa, un ritmo maschile che pur restando lo stesso va aumentando di volume e intensità, divora lo spazio inghiottendo infine la melodia». Scartato ogni carattere ispanico, Béjart ricusa il pittoresco folclorico e si comporta come fece in precedenza con la musica di Stravinski per le Sacre du printemps (Sagra della primavera). Ripiega sul suono fisico del crescendo musicale e gli applica sopra la spinta del desiderio sensuale. Così Béjart vuole «la donna inguainata da una calzamaglia color carne e nera, piedi nudi… gli uomini progressivamente esacerbati dal crescere del desiderio che li fa alzare dalle loro sedie pochi alla volta, prima quattro, poi otto… per andare incontro alla donna sino a gettarsi sulla tavola che toccano con le loro mani dilaniate dalla bramosia. Mentre la donna ondeggia, si piega in avanti, le braccia di volta in volta annodate e snodate come una sciarpa con la quale essa si vela e si svela, gli uomini martellano il suolo, gli avambracci portati avanti, le anche ondeggianti, essi intrecciano una farandola con ampi inginocchiamenti secondo il gusto greco turco». E tutto questo con una sobrietà quasi incredibile per un autore pleonastico come Béjart. Il rituale erotico si compie così in un’atmosfera quasi astratta. In varie riprese del Bolero Béjart affidò il ruolo principale a un interprete maschile (Jorge Donn, Charles Jude, Patrick Dupond, Jean-Pierre Franchetti e altri) lasciando inalterato il coro maschile, solo sporadicamente sostituito da uno femminile. Nel film Bolero di Claude Lelouche viene usata la versione interamente maschile, con Jorge Donn protagonista. Ne derivano nuovi significati, altre possibilità, un’emotività diversa che non intaccano, e forse accrescono, il successo, sempre a livelli clamorosi. Alberto Testa I Grandi Balletti, Repertorio di Quattro Secoli del Teatro di Danza Gremese Editore, Roma 1991 Bolero risponde a una commissione della ballerina Ida Rubinstein a Maurice Ravel. Il compositore stesso immagina l'argomento: pensa a una donna andalusa che balla su un tavolo in un cabaret spagnolo e accende gli spettatori. La sorella di Nijinsky, Bronislava Nijinska, ha impostato la coreografia per la prima nel 1928 sul palco dell'Opera di Parigi. Ha poi rielaborato la sua coreografia nel 1954 per il Grand Ballet du Marquis de Cuevas, che l'ha mostrata al Théâtre de l'Empire dove è probabile che Béjart l'abbia vista.
Bronislava fa ballare una donna andalusa avvolta nel suo scialle su un grande tavolo e sotto una lampada, al centro di una taverna spagnola. Una zingara entra, salta sul tavolo e si unisce alla sua danza prima di andarsene. Altri ragazzi poi saltano sul tavolo per avvicinarsi alla ballerina. Di questa coreografia Maurice Béjart conserva solo l'essenziale: la donna (la melodia) su un tavolo, la cui danza eccita gli uomini (il ritmo) seduti poi in piedi intorno a lei. Spoglia l'azione di tutto il folclore pittoresco. La donna è sola fino alla finale, in una semplice maglia bianconera su un enorme palcoscenico rotondo e rosso brillante. Nella penombra un proiettore illumina prima una mano, poi un braccio, e a poco a poco tutta la solista nel suo movimento quasi perpetuo, sebbene infinitamente complesso secondo il colore degli strumenti che si susseguono e si aggiungono in un formidabile crescendo. Un'impresa fisica di venti minuti per l'esecutore, maschio o femmina che sia. La jugoslava Duska Sifnos è l'indimenticabile creatrice al Théâtre de la Monnaie di Bruxelles nel gennaio 1961, e cinque mesi dopo al Théâtre des Nations di parigi. Nel gennaio 1979, durante le esibizioni di Les Ballets du XXe siècle al Palais des Sports, il coreografo ebbe l'idea di affidare il ruolo principale al suo ballerino di punta, Jorge Donn. Nel suo libro A Moment in the Life of Others , Maurice Béjart spiega così la sua decisione: "Dato che questo balletto non mi portava più nulla (avevo l'impressione di aver chiuso il cerchio) mi dicevo: "perché non invertire la ragazza e i ragazzi? ". Jorge Donn è subentrato a Duska e Tania Bari. "Successione" non è la parola giusta: il balletto ha cambiato direzione. Quaranta ragazze attorno a un tavolo che era diventato un luogo di culto facevano pensare a delle sacerdotesse. Bolero assunse l'aspetto di una variazione sul tema di Dioniso e delle baccanti. Non avevo cambiato un solo movimento della coreografia ideata per Duska Sifnios diciotto anni prima”. Se Jorge Donn si rivela eccezionale, come dimostra questo documento, dove possiamo ammirare la sua ebbrezza dionisiaca e il suo totale impegno fisico e spirituale, il balletto, invece, perde la sua forza e la sua sensualità. Perché le donne sembrano più come vergini guardiane del tempio che baccanti divoratrici di uomini, soprattutto alla fine, poco credibili quando le danzatrici salgono sul tavolo per ingoiare la preda. Sei mesi dopo, Maurice Béjart trova una terza soluzione. Jorge Donn non è più circondato da donne ma da uomini. Immaginiamo questa volta un giovane dio, forse Dioniso, circondato da quaranta adoratori stregati da questa divinità, fino alla trance finale. C'è qualcosa di sacro in questo rituale che Jorge Donn, in calzamaglia nera e a torso nudo, ballò nel giugno 1979 al Palais Garnier con quaranta ballerini del Ballet de l'Opéra, dove la prima e l'ultima versione di Bolero sono ancora in repertorio . Molti artisti si sono avvicinati al ruolo con successo, tra cui Sylvie Guillem e Nicolas Le Riche. Jorge Donn ha segnato così tanto Bolero con la sua personalità che Claude Lelouch lo ha filmato sulla spianata del Palais de Chaillot per concludere in bellezza il suo film Les Uns les autres . Renè Sirvin Jorge Donn et le Boléro de Bejart En-Scènes, le spectacle vivant en vidéo https://fresques.ina.fr/en-scenes/accueil (...) Numerose sono le versioni successive, tra le quali si ricordano quelle di Lifar del 1941, di Pilar Lopez e dell'Argentinita del 1943, di Aurel Milloss, la versione solistica di Dolin del 1932 e quella di Roland Petit, che nel rapporto tra un uomo e una donna, conseguente all'attrazione nata tra i due, coglie analogie con un match di boxe.
Particolarmente felice è la versione di Maurice Bejart concepita inizialmente, nel 1961, per una ballerina, simbolo della Melodia del pezzo musicale, circondata da uomini, che ne rappresentano il Ritmo. Alla donna è affidata una coreografia che allude a un atto carnale imponendo all'interprete ondeggiamenti, movimenti sinuosi o martellanti, contorcimenti delle braccia, danzati su un grande tavolo rotondo, circondato da un gruppo di ragazzi prima immobili, poi in eccitazione sempre crescente, finché si alzano e accerchiano il tavolo, sul quale si gettano esasperati dal desiderio. Così la danzatrice è alla fine travolta dagli uomini, scatenati dal clima di elevato contenuto erotico da lei stessa provocato con una danza di crescente sensualità allo stesso modo in cui le ossessive ritmate ripetizioni della composizione sembrano, alla fine del pezzo, inghiottire il motivo musicale. E' lo stesso Bejart a sottolineare che il suo lavoro asseconda le due componenti musicali: la calda melodia musicale, simbolo femminile, e il ritmo, simbolo maschile, che, pur restando uguale a se stesso, nell'aumentare di volume annulla la melodia. La proposta di Béjart, creata da Duska Sifnois, è stata rivista nel 1979 ed affidata anche a un ballerino, in una prima versione circondato da donne, in una seconda da soli uomini; il creatore di entrambe è stato Jorge Donn. Questa versione rinuncia a un'ambientazione pittorica folkloristica e a rimandi letterari di matrice popolare e tratta in modo astratto il crescendo musicale allineandolo alla pulsione del desiderio sessuale mediante l'uso ossessivo del plié dell'interprete accompagnato da gesti essenziali di grande bellezza puramente geometrica. La versione interamente maschile è oggetto del film Bolero di Claude Lelouch. Marino Palleschi Balletto.net CURIOSITA'
Nella creazione della sua versione, Bejart si libera dalle originali atmosfere spagnole. Tuttavia, riprende le idee iniziali di Nijinska con un tavolo al centro come ambientazione e un solista e un gruppo di uomini come interpreti. Aumenta il numero: diciotto danzatori della sua compagnia e comparse sono presenti nella prima versione, per arrivare poi fino a quaranta per un effetto di massa, una delle caratteristiche delle sue coreografie.
Nel 2004 una quarta versione, portata in scena una sola volta a Losanna in occasione del cinquantesimo anniversario della compagnia, ha riunito sul tavolo una donna (La mélodie) e un uomo (Le rytme) a danzare contemporaneamente. 12-05-2004 Lausanne, Espace Odyssés de Malley in occasione della manifestazione della durata di una settimana dal 7 al 14 maggio: Maurice Béjart 50 ans de Compagnie Béjart Ballet Lausanne. Coreografia: Maurice Béjart Musica: Maurice Ravel Scene e costumi: Maurice Béjart Interpreti: La Mélodie: Elisabet Ros o Catherine Zuasnabar o Octavio Stanley Le Rythme: Igor Piovano/Baptiste Gahon o Domenico Levrè/Thierry Deballe o Domenico Levrè/Baptiste Gahon Ballerini e ballerine del Bejart Ballet BALLETTI CORRELATI
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