Mikhail Fokine
Chopiniana
(1a versione)
23-02-1907 [10-02-1907 cal. russo] - San Pietroburgo, Teatro Marijnsky
Suite di danze (1° versione) in 1 atto
Coreografia: Mikhail Fokine
Musica: Frédéric Chopin (1.Polonaise in La maggiore, op.40 n.1, 2.Nocturne in Fa maggiore, op.15 n.1, 3.Mazurka in Do diesis minore op.50 n.3, 4.Valse in do diesis minore op.64 n.2, 5.Tarantelle in La bemolle maggiore op.43)
Orchestrazione: Aleksandr Konstantinovich Glazunov
Libretto: Mikhail Fokine
Costumi: Léon Bakst (Pavlova in tutu romantico alla Taglioni, Oboukhov, in costume di velluto nero tratto dal balletto "Fairy Doll", entrambi presi dai disegni di Bakst)
CAST
Chopin: Alexis Bulgakov (azione mimica)
La Musa: Anna Ourakova
La Sposa: Julie Sedova
Valzer, Pas de deux: Michael Oboukhov e Anna Pavlova
Solista della Tarantella: Vera Fokina
Balletto del Teatro Marijnsky
Coreografia: Mikhail Fokine
Musica: Frédéric Chopin (1.Polonaise in La maggiore, op.40 n.1, 2.Nocturne in Fa maggiore, op.15 n.1, 3.Mazurka in Do diesis minore op.50 n.3, 4.Valse in do diesis minore op.64 n.2, 5.Tarantelle in La bemolle maggiore op.43)
Orchestrazione: Aleksandr Konstantinovich Glazunov
Libretto: Mikhail Fokine
Costumi: Léon Bakst (Pavlova in tutu romantico alla Taglioni, Oboukhov, in costume di velluto nero tratto dal balletto "Fairy Doll", entrambi presi dai disegni di Bakst)
CAST
Chopin: Alexis Bulgakov (azione mimica)
La Musa: Anna Ourakova
La Sposa: Julie Sedova
Valzer, Pas de deux: Michael Oboukhov e Anna Pavlova
Solista della Tarantella: Vera Fokina
Balletto del Teatro Marijnsky
TRAMA
1.Polonaise in la maggiore (op. 40, n.1). In una sala da ballo gli artisti, in ricchi costumi polacchi, si esibiscono nei balli folkloristici del loro Paese.
2. Nocturne in fa maggiore (op. 15, n.1). Chopin è al pianoforte, all’interno di un monastero deserto dell’isola di Majorca. Il musicista, malato, è preda di allucinazioni. Scruta nell’oscurità e lo assale la visione degli spettri minacciosi di monaci morti, che escono dalle loro tombe. Preso da terrore, si allontana dal pianoforte cercando salvezza dall’incubo. Appare la sua Musa, in bianco, che, scacciata la visione paurosa, lo conforta. Il musicista torna al pianoforte e ritrova la pace suonando il Notturno, interpretato da ballerine.
3. Mazurka in do diesis minore (op. 50, n.3). Siamo a un matrimonio polacco: una giovane futura Sposa sta per essere unita a un anziano pretendente, quando si presenta il giovane innamorato della donna e la prega di fuggire con lui. La ragazza getta l’anello e acconsente alla preghiera del giovane.
4. Valse in do diesis minore (op. 64, n.2). E’ il classico pas de deux descritto sopra, un primo abbozzo della seconda Chopiniana e de Les Sylphides. La ballerina, Pavlova, indossava un tutu romantico.
5. Tarantella in la bemolle maggiore (op. 43). A Napoli, col Vesuvio in distanza sullo sfondo, si svolge una danza folkloristica d’insieme condotta da Fokina, ravvivata dalla presenza di bambini.
Marino Palleschi
Balletto.net
2. Nocturne in fa maggiore (op. 15, n.1). Chopin è al pianoforte, all’interno di un monastero deserto dell’isola di Majorca. Il musicista, malato, è preda di allucinazioni. Scruta nell’oscurità e lo assale la visione degli spettri minacciosi di monaci morti, che escono dalle loro tombe. Preso da terrore, si allontana dal pianoforte cercando salvezza dall’incubo. Appare la sua Musa, in bianco, che, scacciata la visione paurosa, lo conforta. Il musicista torna al pianoforte e ritrova la pace suonando il Notturno, interpretato da ballerine.
3. Mazurka in do diesis minore (op. 50, n.3). Siamo a un matrimonio polacco: una giovane futura Sposa sta per essere unita a un anziano pretendente, quando si presenta il giovane innamorato della donna e la prega di fuggire con lui. La ragazza getta l’anello e acconsente alla preghiera del giovane.
4. Valse in do diesis minore (op. 64, n.2). E’ il classico pas de deux descritto sopra, un primo abbozzo della seconda Chopiniana e de Les Sylphides. La ballerina, Pavlova, indossava un tutu romantico.
5. Tarantella in la bemolle maggiore (op. 43). A Napoli, col Vesuvio in distanza sullo sfondo, si svolge una danza folkloristica d’insieme condotta da Fokina, ravvivata dalla presenza di bambini.
Marino Palleschi
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APPROFONDIMENTO
Chopiniana, prima versione. Victor Dandré, il futuro marito di Pavlova, aveva richiesto a Fokine di preparare, per i primi mesi del 1907, una serata di beneficenza in favore dell’organizzazione di cui era responsabile: la Società per la Prevenzione della Crudeltà sui Minori. (1) Il coreografo scelse per l’occasione due balletti: Eunice e Chopiniana, una creazione, quest’ultima, suggeritagli dal fatto che, rovistando in un negozio di musica, si era imbattuto in una suite dal titolo Chopiniana Op. 46. Questa era costituita da quattro pezzi di Chopin – una Polacca, un Notturno, una Mazurca e una Tarantella - orchestrati nel 1892 da Glazunov e suonati in pubblico l’anno successivo sotto la direzione di Rimsky-Korsakov.
Fokine aveva subito pensato di utilizzarla per una coreografia, alla quale aveva voluto aggiungere un quadro su un Valzer aggiuntivo di Chopin: poiché tutti gli altri pezzi della suite suggerivano danze di carattere, sentì la necessità del Valzer per avere almeno un quadro ballato sulle punte. (2) Chiese a Glazunov di orchestrare per l’occasione il Valzer in do diesis minore di Chopin e il musicista, entusiasta dell’idea, accondiscese alla richiesta. In aggiunta Glazunov combinò l’orchestrazione del Valzer con un breve Preludio per il quale utilizzò l’Etude in do diesis minore. (3) Ne venne un balletto, ballato prevalentemente in costumi folkloristici, diviso in quadri, uno per ciascun pezzo musicale, ciascuno con un accenno di trama ispirata al folklore polacco, a quello napoletano o a un episodio della vita di Chopin. Faceva eccezione il quadro accompagnato dal Valzer appositamente orchestrato da Glazunov. Per esso Fokine previde un passo a due di danza accademica, privo di trama, ma evocativo dell’atmosfera romantica. I due balletti Eunice e Chopiniana debuttarono al Marijnskij nel 1907 in una serata per beneficenza con gli artisti dei Teatri Imperiali. Le danze di carattere. Nel commentare i quadri della prima Chopiniana ispirati al folklore polacco o napoletano, Fokine ci fa sapere che, nel crearli, in particolare nel coreografare la Tarantella, aveva elaborato alcuni principi di base della sua riforma coreutica relativi alle danze di carattere e aveva maturato alcune considerazioni generali sul folklore portato in palcoscenico. Innanzi tutto riconosce che una creazione teatrale si distacca inevitabilmente dalla fonte folkloristica originale, in cui i ballerini danzano per puro divertimento senza essere condizionati da pubblico o critica. Inoltre il coreografo, creando su una musica dalla complessa orchestrazione, deve arricchire il materiale di base preso dalla vita, che è, invece, assai scarno anche perché generalmente accompagnato da pochi strumenti musicali. (4) Tuttavia tale allontanamento dalla danza popolare d’origine non deve assolutamente farne perdere l’essenza e, soprattutto, nell’arricchirla vanno evitate le contaminazioni tra diverse danze nazionali. Per trasferire una danza di carattere in palcoscenico senza tradirne lo spirito è necessario che, con cadenze periodiche e ravvicinate, il coreografo ritorni a studiare le danze originali per sottoporre a verifica le sue creazioni. (5) A proposito dell’ultimo quadro della prima Chopiniana il coreografo scrive: “L’ultimo numero della suite era la Tarantella. Fu ballata da Fokina accompagnata da un grande ensemble. In essa ho cercato di proiettare il carattere autentico delle danze nazionali che Vera ed io avevamo osservato durante il nostro viaggio in Italia, quando le studiammo in dettaglio sull’isola di Capri. … Così nel creare la Tarantella di Chopiniana ho sperimentato per la prima volta il mio principio del “guardarsi intorno” – il sistema che ho poi seguito per tutta la mia vita". (6) Il Pas de deux. Come detto, sul Valzer in do diesis minore di Chopin, appositamente orchestrato da Glazunov, Fokine coreografò un passo a due di danza accademica, ballato da Anna Pavlova in un tutu alla Taglioni, che Léon Bakst aveva disegnato ispirandosi alle stampe d’epoca romantica. Mikhael Oboukhov, il partner di Pavlova, indossava un costume di velluto nero, di spirito romantico, tratto dalla produzione - anch’essa interamente disegnata da Bakst (7) - del balletto Fairy Doll. Solo questo quadro sarà conservato – inalterato - nelle successive rielaborazioni del balletto e ad esso Fokine accosterà altri numeri, su diversa musica di Chopin, non più legati al folklore, ma di atmosfera romantica, omogenea a quella del Valzer. La coreografia – sottolinea lo stesso Fokine (8) - era assolutamente priva di ogni virtuosismo o passo d’effetto, eppure di difficile esecuzione: “Nel comporre, non mi sono posto restrizioni a priori; semplicemente non sono riuscito a pensare ad alcuna acrobazia spettacolare che accompagnasse la poesia e il lirismo del Valzer di Chopin. … se ne potrebbe dedurre che l’esecuzione di questo numero fosse semplice. In effetti, una ballerina esegue i virtuosismi, che entusiasmano pubblico e ballettomani in special modo, assai più facilmente di questo Valzer. … [Nelle successive riprese] ballerine di fama mi chiesero spesso il permesso di semplificarlo, o lo fecero loro stesse senza chiedermi nulla. Una non riusciva a indietreggiare in diagonale mentre saliva in punta; un’altra non riusciva a farlo col piede sinistro… una terza accelerava il movimento … nel tornare sui talloni. … Mi ci volle circa un’ora per creare il Valzer di Chopiniana. Oggi ci vuole molto, ma molto più tempo per imparare a danzarlo”. La misura in cui l’attenta esecuzione del dettaglio determini la riuscita del pezzo è illustrata da quanto osserva il coreografo: “… lo stesso movimento veicola un’impressione totalmente diversa secondo che la ballerina scenda dalle punte o vi salga su una certa battuta musicale. Nel primo caso, se è sul battere …, ella esprime sicurezza; nel secondo, saltando o alzandosi sulle punte, esprime leggerezza, ariosità, la qualità eterea di un essere fantastico”. (9) Fokine aveva scartato l’idea di compiacere il pubblico, stupendolo con passaggi tecnici spettacolari, eppure col pas de deux ottenne uno dei maggiori successi della sua carriera. (10) (...) Con Chopiniana Fokine volle dimostrare che amava anche la danza pura e che non rifiutava affatto le punte e i tutu, ma li voleva vedere nel posto appropriato e non usati indiscriminatamente in ogni balletto, come era diventata abitudine. Proprio per veicolare questo messaggio Fokine aveva introdotto il Valzer nella prima versione di Chopiniana, coreografandolo in aderenza ai canoni del balletto classico. Il balletto, essenzialmente basato, a parte il Valzer, su danze di carattere, andò in scena nel 1907 assieme ad Eunice, per il quale il coreografo aveva elaborato movimenti plastici ispirati dallo studio delle pitture vascolari greche. Dunque l’intera serata servì ad illustrare una prima idea base della sua riforma: per ciascun soggetto si devono elaborare schemi di movimento adatti a rappresentare l’intera epoca storica in cui si sviluppa il balletto; si deve individuare uno stile appropriato che traduca il soggetto in ogni sua sfumatura, riservando alla tecnica delle punte la funzione espressiva per cui era stata perfezionata in epoca romantica. (...) BIBLIOGRAFIA [Bu] Richard Buckle, Diaghilev, Weidenfeld, London, 1993 [Fo] Mikhail Fokine, Memoirs of a Ballet Master (Transl. Vitale Fokine), ed. Anatole Chujoy, Constable & Company ltd, London, 1961 NOTE (1) ([Fo] pag. 93) (2) ([Fo] pag.99) (3) ([Fo] pag. 100) (4) ([Fo] pag. 103) (5) ([Fo] pag. 104) (6) (Fokine, [Fo] pag. 103, 104). (7) ([Fo] pag. 100) (8) ([Fo] pag. 101, 102) (9) (Fokine, [Fo] pag. 101) (10) ([Bu] pag. 122) Marino Palleschi Balletto.net La futura ballerina e coreografa Bronislava Nijinska era presente in qualità di studentessa del Balletto Imperiale russo durante le prove generali dei due balletti di Fokine; questo, tratto dalla sua autobiografia: Bronislava Nijinska: Early Memoirs è il racconto delle sue impressioni dell'evento:
(...) Dopo le vacanze di Natale, Vaslav fu scelto per prendere parte a uno spettacolo di beneficenza per la Società per la prevenzione della crudeltà sui bambini, da tenersi il 10 febbraio 1907. L'evento fu organizzato da Victor Dandré, che in seguito avrebbe sposato Anna Pavlova. Fokine doveva montare Eunice, balletto in due atti con musiche di Nikolai Scherbachev e libretto tratto da Quo Vadis, il romanzo polacco di Henryk Sienkiewicz. Ho visto questo balletto durante le prove generali quando, come era consuetudine, gli studenti residenti sono stati portati al Teatro Mariinsky. Il ruolo del protagonista della schiava Eunice è stato ballato da Kshessinska e includeva un ballo che ha eseguito attorno a otto pugnali conficcati nel pavimento del palco. Pavlova era un'altra schiava, Akthea, e si esibì nella danza dei sette veli. Pavel Gerdt era un patrizio romano. Non mi piacevano le scenografie, che ovviamente erano state prese in prestito dal magazzino dell'opera del Teatro, né mi interessava il balletto stesso, che veniva messo in scena come un vecchio balletto con molte messe in scena, mentre gran parte della coreografia era alla Duncan, in uno stile pseudo-greco. Rimasi delusa e durante l'intervallo, nonostante la mia devozione a Fokine, dovetti ammettere che Eunice non mi piaceva. Ne seguì una "battaglia" quando fui attaccata dagli stessi studenti di Fokine, i quali ammiravano tutti il balletto. Ma per me Eunice mancava di gusto artistico; era come le scene raffigurate sulla parte superiore delle scatole di cioccolatini. Alla fine del balletto è arrivata la scena più efficace, una danza delle torce. I ballerini si avvicinarono all'improvviso portando torce accese e saltarono sul palco, che presto si riempì del fumo delle torce. Il successo del ballo è stato enorme e Fokine ha ricevuto un'ovazione alla fine del balletto. A seguire Eunice Fokine aveva montato Chopiniana, cinque scene brevi e indipendenti presentate sotto forma di divertissement. Mentre curiosava in un negozio di musica, Fokine si era imbattuto in una partitura, La Suite Chopiniana, un'orchestrazione di A. G. Glazunov di quattro brani per pianoforte di Frederic Chopin: "Polonaise", "Nocturne", "Mazurka" e "Tarantella". Poiché tutti e quattro erano essenzialmente danze di carattere, Fokine chiese a Glazunov di orchestrare un pezzo aggiuntivo adatto alla danza classica. Glazunov ha accettato e ha incluso il "Valse" nella sua suite, e Fokine l'ha usato per la scena "Visione al chiaro di luna". La prima scena, "Una sala da ballo a Varsavia", si è aperta con una polonaise ed è stata seguita da una scena drammatica, "Notturno", in cui il malato Chopin è stato magnificamente interpretato da Alexei Bulgakov. (Bulgakov si era diplomato nel 1889 alla Scuola Teatrale Imperiale, dove, come Vaslav, aveva ricevuto una borsa di studio Didelot). Il compositore era seduto al pianoforte in un monastero, circondato da visioni di monaci morti e muse in lunghe tuniche bianche. Le due scene con i balli dei personaggi erano: “Un matrimonio di contadini in un villaggio polacco”, con Julia Sedova nei panni della sposa che balla una mazurka; e la scena finale, "Una piazza a Napoli", con Vera Fokina e l'ensemble, in cui Fokina ha ballato la tarantella con ardore: aveva imparato la danza autentica con Mikhail Fokine durante la loro visita in Italia nel 1905, dopo il loro matrimonio. Da allora Vera l'aveva ballata spesso a casa con Fokine che suonava per lei con il suo mandolino. Ma il ricordo che mi riempie la mente è Anna Pavlova mentre ballava nella scena "Visione al chiaro di luna" con Mikhail Oboukhov. Il suo costume è stato disegnato da Léon Bakst da una litografia del 1840 di Marie Taglioni nel balletto La Sylphide. Oboukhov indossava un costume di velluto nero con un fiocco bianco al collo, anch'esso disegnato da Bakst, ma due anni prima, per The Fairy Doll. Nella breve scena Pavlova, leggera ed eterea, sembrava fluttuare nell'aria. Quando ho lasciato il teatro, tutto ciò che potevo vedere era l'immagine di Anna Pavlova. (...) Bronislava Nijinska Bronislava Nijinska: Early Memoirs Faber and Faber, USA, 1981 CURIOSITA'
A proposito della descrizione dell'abito realizzato da Bakst "un costume di velluto nero con un fiocco bianco al collo" indossato da Oboukhov in "Chopiniana", sia Fokine che Nijinska nelle loro memorie parlano di un abito realizzato due anni prima per il balletto "Fairy Doll". Tuttavia un abito di tale foggia non sembra essere presente nei costumi di scena del balletto disegnati da Bakst. E' più verosimile che possa invece trattarsi di un disegno a pastello realizzato da Bakst nel 1906 della scrittrice e poetessa russa Zinaida Gippius, qui ritratta in posa anticonformista in abiti maschili che ricordano molto la descrizione del costume indossato da Oboukhov.
Tino Bonanomi BALLETTI CORRELATI
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