Jiří Kylián
Sechs Tänze / Six Dances
14-10-1986 - Amsterdam, Het Muziektheater
Balletto in un atto
Coreografia: Jiří Kylián
Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (Deutsche Tänze, KV571)
Libretto:
Scene e costumi: Jiří Kylián
Luci: Jiří Kylián (ideazione) Joop Caboort (realizzazione)
CAST
Simone Clifford, Karine Guizzo, Marly Knoben, Brigitte Martin, Jean-Louis Cabané, Martin Corri, Glen Eddy, Karel Vandeweghe
Nederlands Dans Theater (NDT 1)
Coreografia: Jiří Kylián
Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (Deutsche Tänze, KV571)
Libretto:
Scene e costumi: Jiří Kylián
Luci: Jiří Kylián (ideazione) Joop Caboort (realizzazione)
CAST
Simone Clifford, Karine Guizzo, Marly Knoben, Brigitte Martin, Jean-Louis Cabané, Martin Corri, Glen Eddy, Karel Vandeweghe
Nederlands Dans Theater (NDT 1)
TRAMA
In contrasto con Petite Mort, altro capolavoro del gruppo di balletti denominati "Black&White", Sechs Tänze è un affresco ironico, un’incursione piacevolmente scherzosa negli intrighi della vita degli aristocratici del secolo dei lumi, un inno irriverente al gusto rococò per lo splendore, per gli incontri superficiali, l'arguzia, la destrezza, significativamente annegato, al termine del balletto, in una cascata di bolle di sapone.
Gli otto danzatori generano un moto perpetuo di situazioni insensate, burlesche evasioni in equilibrio tra la sottile eleganza e l’inventiva sconcertante, che si susseguono con ritmo incalzante. Attraverso lo scorrere del medesimo tema, passi a due, assoli, passi a tre e a quattro alternano situazioni dove i ruoli, maschili e femminili, di strafottenti e timidi, di prepotenti e vittime, di seriosi e folli, si mischiano e confondono senza nessun criterio e senza nessun riguardo, neanche nei confronti dei canoni della tecnica accademica.
L’esplosione di assurdità fa il paio con la biancheria intima d'epoca usata come costumi di scena, con le acconciature femminili improbabili e le parrucche generosamente incipriate. Movimenti di grossolana rapidità riportano la civetteria del secolo, le estenuanti relazioni condotte sul filo del rasoio, lo humor e la destrezza con cui il secolo dei lumi affrontava le situazioni più difficili.
A mo' di intermezzo un altro numero di ballerini, denominati "Megastars", si stacca completamente dal narrato ed ingaggia delle "gag" burlesche nel burlesco: uomini che vestono monconi di crinoline autoportanti di nobildonne settecentesche (già viste in Petite Mort, in No more Play e in Sarabande) e impugnano fioretti (come in Petite Mort) si rincorrono e si decapitano a suon di fendenti, oppure, più semplicemente, attraversano la scena mordendo mele verdi (le stesse di Sweet Dreams) o posando in reciproca e frivola competizione di bellezza. (...)
Marino Palleschi, Andrea Boi
Balletto.net
Gli otto danzatori generano un moto perpetuo di situazioni insensate, burlesche evasioni in equilibrio tra la sottile eleganza e l’inventiva sconcertante, che si susseguono con ritmo incalzante. Attraverso lo scorrere del medesimo tema, passi a due, assoli, passi a tre e a quattro alternano situazioni dove i ruoli, maschili e femminili, di strafottenti e timidi, di prepotenti e vittime, di seriosi e folli, si mischiano e confondono senza nessun criterio e senza nessun riguardo, neanche nei confronti dei canoni della tecnica accademica.
L’esplosione di assurdità fa il paio con la biancheria intima d'epoca usata come costumi di scena, con le acconciature femminili improbabili e le parrucche generosamente incipriate. Movimenti di grossolana rapidità riportano la civetteria del secolo, le estenuanti relazioni condotte sul filo del rasoio, lo humor e la destrezza con cui il secolo dei lumi affrontava le situazioni più difficili.
A mo' di intermezzo un altro numero di ballerini, denominati "Megastars", si stacca completamente dal narrato ed ingaggia delle "gag" burlesche nel burlesco: uomini che vestono monconi di crinoline autoportanti di nobildonne settecentesche (già viste in Petite Mort, in No more Play e in Sarabande) e impugnano fioretti (come in Petite Mort) si rincorrono e si decapitano a suon di fendenti, oppure, più semplicemente, attraversano la scena mordendo mele verdi (le stesse di Sweet Dreams) o posando in reciproca e frivola competizione di bellezza. (...)
Marino Palleschi, Andrea Boi
Balletto.net
GALLERY
APPROFONDIMENTO
Six Dances è la prima delle danze "in bianco e nero" di Kylian, così chiamate per il colore dei loro costumi. (Le altre sono No More Play, Petite Mort, Sweet Dreams, Sarabande e Falling Angels). Con questo gruppo di danze, Kylian si è allontanato dall'immaginario folk dei suoi primi lavori, mostrando una nuova attenzione alla politica sessuale. Molte delle danze “in bianco e nero” utilizzano musica e immagini del XVIII secolo, in particolare grandiosi abiti barocchi, con gonne ampie e corpetti aderenti, montati su rotelle. Kylian aggiunge anche surreali tocchi, come le bolle di sapone o l'uso inaspettato degli abiti sulle rotelle. Le danze sono state concepite per essere messe in scena in una serata completa o separatamente, Petite Mort e Six Dances sono particolarmente apprezzate dalle compagnie di balletto.
Six Dances è eseguita da otto ballerini in biancheria intima del XVIII secolo: corpetti e sottovesti per le donne, mutande al ginocchio e parrucche incipriate per gli uomini. Entrambi i sessi portano un trucco bianco gesso, con labbra rosse e sopracciglia scure, che ricordano sia gli aristocratici incipriati del diciottesimo secolo che i clown del circo. Lo stile della performance è consapevolmente aperto e demenziale, con facce tirate e numeri comici. Nei suoi appunti sul balletto, Kylian ristampa una buffa e scatologica lettera di Mozart a sua cugina Maria Anna Thekla Mozart, aggiungendo che “Mozart comprendeva la vita in tutta la sua ricchezza, fantasia, clownerie e follia. È il suo spirito e la sua accettazione del fatto che la nostra vita non è altro che una mascherata o una prova generale per qualcosa di più profondo e molto più significativo, che mi ha ispirato a realizzare questo lavoro." La danza è frenetica, con gesti allusivi, giochi di battimani, piccoli saltelli e salti. Gli uomini fanno coppia con le donne tenendole per le gonne e, talvolta, cosa più inquietante, tenendole per il collo. Gli abiti a gonna ampia scivolano via, con le donne che giacciono orizzontalmente sulle gonne a cestello invece di indossarle. Gli uomini stanno dentro gli abiti con i fioretti tra i denti. Vengono mimati accoltellamenti e decapitazioni. Nuvole di polvere si alzano dalle parrucche battute, mentre bolle di sapone scendono dall'alto. La danza sembra terminare con un'alzata di spalle, ma in seguito i ballerini si agitano nervosamente. Zoë Anderson The ballet lover's companion Yale University Press, New Haven (2015) "Due secoli ci separano dal tempo in cui Mozart scrisse le sue Danze tedesche. Un periodo storico caratterizzato notevolmente da guerre, rivoluzioni e ogni sorta di sconvolgimenti sociali. Con questo in mente, ho trovato impossibile creare semplicemente numeri di danza diversi che riflettessero l'umorismo e genialità musicale del compositore. Ho invece impostato sei atti apparentemente senza senso, che ovviamente ignorano ciò che li circonda, Sono ridimensionati di fronte al mondo inquieto sempre presente, che la maggior parte di noi, per qualche ragione non specificata, porta con sé nell'anima. Sebbene la qualità divertente delle "Sechs Tänze" di Mozart goda di grande popolarità generale, non dovrebbe essere considerata solo un burlesque. Il suo umorismo dovrebbe servire da veicolo per indicare i nostri valori relativi. La capacità di Mozart di reagire a circostanze difficili con uno scoppio di autoconservazione di poesia senza senso è ben noto."
Jiri Kylian CURIOSITA'
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