Susan Jaffe
Judith Jamison
Ballerina americana (Filadelfia, 10-5-1944). Ha studiato presso la Judimar School of Dance e la Philadelphia Dance Academy. Dopo aver seguito per alcuni anni A. de Mille — della quale ha interpretato The Four Marys (1964) — si è unita alla compagnia di Alvin Ailey, divenendone una delle principali soliste. Il suo maggior successo è Cry, creato appositamente per lei da Ailey nel 1971. Occasionalmente danza con altre compagnie, come lo «Harkness Ballett», Nel 1972 ha ottenuto il «Dance Magazin Award». E' sposata con il ballerino M. Godreau.
Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. UTET, Torino, 1990 |
Renée (Zizi) Jeanmaire
Ballerina e attrice cinematografica, moglie di Roland Petit (Parigi, 29-4-1924). Ha studiato nella scuola di ballo dell’Opéra e a 15 anni è stata assunta in quel corpo di ballo, lasciandolo dopo breve tempo. Divenuta allieva privata di Volinine e Kniaseff, nel 1946 è entrata come solista nel «Nouveau Ballet de Montecarlo» di S. Lifar, dove ha creato la parte di Diana cacciatrice in Aubade. Dopo essere passata come danzatrice étoile in varie compagnie, è entrata (1945) nei «Ballets de Paris» di Roland Petit, con il quale ha compiuto fortunate tournées in America, dove ha trionfato ne La croqueuse de diamants (1950). Nel 1951 è stata scritturata per il film su H. Chr. Andersen accanto a Danny Kaye. Nel 1954 è ritornata a Parigi, dove ha sposato Roland Petit; da allora ha partecipato ancora a diversi film e a spettacoli di rivista e di music hall, come ballerina, attrice e cantante ottenendo grande successo. Brillante, spontanea e spiritosa interprete delle coreografie del marito, ha raggiunto la massima notorietà nel ruolo di protagonista in Carmen (Londra, 1949). E' Cavaliere della Legion d’Onore (1974).
Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. UTET, Torino, 1985 |
Robert Joffrey
(nome d’arte di Abdullah Jaffa Anver Bey Khan). Coreografo, ballerino e direttore di ballo americano (Seattle, Washington, 24-12-1930). Di padre afgano e madre italiana, dopo aver studiato danza a Seattle ed esordito nel 1948 come ballerino, si è perfezionato a New York alla scuola dell’« American Ballet », con A. Fedorova e M. O’Donnel. Insegnante alla High School of Performing Arts di New York (1950-55), ha debuttato come coreografo e ha fondato nel 1953 una scuola propria, l'American Ballet Center, e nel 1954 la compagnia del « Robert Joffrey Ballet Concert », con la quale ha effettuato annuali tournées negli USA. Nel 1956, in collaborazione con G. Arpino, nominato suo primo coreografo, ha fondato il « Robert Joffrey Ballet », (trasformatosi nel 1966 in « City Center Joffrey Ballet »). E stato pure coreografo ospite del « Ballet Rambert » (1955), coreografo della New York City Opera Company (1957-61) e di spettacoli d’opera televisivi. La compagnia, aumentata da 6 a 24 elementi, ha effettuato fortunate fournées in India e Medio Oriente (1962-63), URSS (1963) e poi USA. Scioltasi all’inizio del 1964, ha potuto ricostituirsi alla fine dello stesso anno intorno al nucleo dei suoi primi quattro ballerini, ed esordire con successo nel 1965. Nel 1963 ha ottenuto il « Dance Magazine Award » e nel 1974 il « Capezio Award ».
Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. UTET, Torino, 1985 |
Coreografie:
Pas des Déesses (mus. di J. Field, 1955); Flower Festival in Genzano (Helsted e Paulli); Pierrot Lunaire (Schönberg, 1956); Kaleidoscope (Gershwin, 1959); À la Gershwin (Id., 1963); Gamelan (L. Harrison, 1963); Astarte (1967); Remembrances (Wagner, 1973).
Pas des Déesses (mus. di J. Field, 1955); Flower Festival in Genzano (Helsted e Paulli); Pierrot Lunaire (Schönberg, 1956); Kaleidoscope (Gershwin, 1959); À la Gershwin (Id., 1963); Gamelan (L. Harrison, 1963); Astarte (1967); Remembrances (Wagner, 1973).
Kurt Jooss
Danzatore, coreografo, maestro di danza e regista tedesco (Wasseralfingen, Württemberg, 12-1-1901 - Heilbronn, 22-5-1979). Studiò dapprima musica e recitazione, poi danza con R. von Laban a Stoccarda. Perfezionatosi nella danza a Mannheim e Amburgo (1922-23), nel 1924 venne nominato maestro di ballo dello Stadttheater di Münster. Qui, con alcuni collaboratori (fra cui la danzatrice estone Aino Siimola, che sposò nel 1929), S. Leeder e Heckroth, fondò il gruppo « Neue Tanzbühne », per il quale creò le sue prime coreografie, fra le quali Ein persisches Märchen (mus. Wellesz), Der Dämon (Hindemith), ecc. Perfezionatosi ulteriormente a Vienna e a Parigi, nel 1927 fu nominato direttore della sezione di danza della Folkwangschule für Musik, Tanz und Sprechen di Essen, da cui nacque il Folkwang Tanztheater (1928), per il quale compose alcune coreografie. Maestro di ballo al Teatro Municipale di Essen dal 1930, compì alcune tournées con la sua compagnia divenuta la « Folkwang Tanzbühne », con la quale nel 1932 vinse a Parigi il 1° premio del concorso internazionale di coreografia con Der grüne Tisch (mus. Cohen), il suo balletto più famoso, che lo fece conoscere come uno dei massimi esponenti del filone della danza libera europea del periodo espressionista. La rappresentazione di Der grüne Tisch, satira antimilitarista, lo costrinse ad abbandonare la Germania nazista e a trasferirsi a Dartington, in Inghilterra. Nel 1933 con la sua compagnia, divenuta i « Ballets Jooss », tenne spettacoli in tutta Europa e in America, finché la compagnia si sciolse nel 1947. Dopo essere stato per breve tempo a Santiago del Cile, nel 1949 tornò a Essen, dove riformò la « Folkwangschule » e il « Folkwang Ballet ».
Dal 1954 al ’57 fu inoltre attivo come maestro di ballo all’Opernhaus di Düsseldorf. Riprese le tournées dal 1951, creò numerose coreografie per Essen, Düsseldorf, per il festival di Schwetzingen e per quello di Salisburgo. Si possono ricordare le coreografie per i balletti Weg im Nebel (mus. Montijn; 1952), Nachtzug (Tansman; 1952), Persephone (Stravinskij), Catulli Carmina (Orff; 1956), Fairy Queen (Purcell, 1959), Castor e Pollux (Rameau; 1962), Rappresentazione di anima et di corpo (Cavalieri; 1968). Ritiratosi nel 1968, continuò a seguire le rappresentazioni dei suoi balletti, assistito dalla figlia Anna Markard e continuò inoltre la sua attività di didatta a Essen. Lo stile delle sue coreografie riunisce in una sintesi armonica elementi di danza classica e di danza moderna. La figlia Anna Markard (Essen, 1931) oggi continua a riprodurre i balletti del padre esattamente nella loro forma originale. Der grüne Tisch è stato presentato a Torino nel 1982 sotto la sua guida dal corpo di ballo del Teatro Regio, per la prima volta allestito da una compagnia italiana. Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. UTET, Torino, 1985 |
Christian Johansson
Ballerino, coreografo e insegnante di danza svedese naturalizzato russo (Stoccolma, 20-5-1817 - Pietroburgo, 29-11?-1903). Studiò alla Scuola Reale di Danza di Stoccolma e dopo il debutto al Teatro Reale dell'Opera (1836) si recò a Copenaghen a perfezionarsi con A. Bournonville. Tornato a Stoccolma, nel ’37 si esibì come partner di M. Taglioni e come coreografo nel balletto Matrosens hjemkomst (« Il ritorno in patria dei marinai »). Nel 1841 esordì ufficialmente a Pietroburgo a fianco della Andrejanova nella Gitane di F. Taglioni acquisendo larga fama ed il titolo di primo ballerino. Prese allora la cittadinanza russa e incominciò a insegnare danza dal 1860, senza stipendio, fino al 1869, anno in cui cessò la sua brillante carriera di ballerino ed ebbe l’incarico di insegnante della classe di perfezionamento, contribuendo alla formazione di grandi danzatrici come la Preobraenska, la Pavlova, la Karsavina. Fra le sue migliori interpretazioni si ricordano La Péri, Giselle di Coralli, La fille mal gardée, Saltarello, Il cavallino gobbo, Le diable à quatre di Mazilier. La figlia Anna (Pietroburgo, 1860-1917) debuttò con successo nel balletto Esmeralda di Perrot nel 1878, danzando fino al '99; dal 1900 insegnò alla Scuola di ballo del Teatro Mariinskij di Pietroburgo.
Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. UTET, Torino, 1985 |
Juana
(propr. Johanna Jurgens). Danzatrice e insegnante di danza inglese naturalizzata americana (Windsor, 1916). Allieva della Guildhall School of Music di Londra, si è ben presto unita alla compagnia della danzatrice americana La Meri, che ha seguito a New York, dove negli anni della guerra si è dedicata allo studio della danza spagnola, indiana, cinese e di molti altri Paesi, insegnando inoltre danza indiana e giavanese nella scuola della La Meri. Attiva anche come coreografa, nel 1947 ha presentato a New York le sue danze ispirate al folklore di popoli diversi, e in seguito ha compiuto tournées in America, Europa, Medio Oriente e Africa, dove (in Marocco) ha studiato la ghedra, danza dei nomadi. Ritiratasi nel 1953, si è dedicata all’insegnamento della danza armena, greca, jugoslava e berbera presso l’Ethnologic Dance Center di New York.
Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. UTET, Torino, 1990 |